Incredibile storia lombarda: Claudio Colosio, già condannato per un fatto di sangue pesantissimo anche rispetto all’opinione pubblica milanese (l’omicidio di Sergio Ramelli), soggetto che fu di potere operaio ossia sinistra militante, frangia politica di sinistra apparentemente anche contigua sotto diversi aspetti alle BR (…), viene nominato in commissione ripartenza dalla commissione legista delle Lombardia, dove governa il governatore di centro destra Fontana. Fortunatamente, dopo circa una settimana in carica, Colosio è stato fatto dimettere, in forza di riscoperte incompatibilità istituzionali con il ruolo altamente rappresentativo che era andato a ricoprire.
Ottima analisi sul caso Ramelli e il “condannato primario” la trovate QUI
Al di fuori della incredibile diciamo “svista leghista”, diciamo così, riteniamo senza tema di smentita – ed in modo assolutamente apolitico, a scanso di equivoci lo sottolineano – che una condanna passata in giudicato anche se per un fatto di sangue e poi scontata non debba necessariamente precludere una vita diciamo normale, per quanto possa essere normale vivere con cotanto fardello. Quello che riteniamo non sia giusto permettere è funzioni di rappresentatività non di se stesso, come professionista ad esempio, quanto nelle istituzioni che lo hanno di fatto condannato.
Fonte: al LINK
In tutto questo la parte che sembra incredibile è un’altra: in Italia si chiedono svariati documenti, per massima cautela, in forza di ruoli sensibili da ricoprire, per certificare la storia penale di ogni candidato. Come è possibile che in Lombardia, l’efficiente Lombardia, nel caso Colosio questo non sia accaduto?
Cose molto strane stanno accadendo nel nord Italia di questi tempi….
MD
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