di Mitt Dolcino e Pepito Sbazzeguti
Come ben dice l’ex di lusso, super-esperto di economia Giulio Tremonti, che di fatto il primo ministro Conte mima nelle sue scelte in specie, gli eurobonds sono il passaggio fondamentale per condurre l’EU ad una moderna e simmetrica Unione, stile Confederazione Svizzera più che Stati Uniti, viste le lingue diverse. Altrimenti “la crisi sarà catastrofica“. Infatti eurobonds significa, a termine, che il costo dello spread dei singoli paesi EU sparirebbe a fonte di emissioni di bond comuni soprattutto per poste/spese specifiche, dietro a garanzie di comportamenti minimamente virtuosi nei bilanci pre-definiti per ogni Stato membro. In tale modo i paesi – ad es. la Germania – che approfittano della presenza dei paesi dalle finanze ormai fragili a causa della disfunzionalità della moneta unica, il che determina un cambio più basso, possono simmetricamente aiutare gli stessi stati eurodeboli con tassi più bassi. Il problema è che Lega e Forza Italia, due partiti preminentemente del nord Italia, di cui uno addirittura – in teoria – sovranista, hanno votato contro agli eurobond-coronabonds al Parlamento EU questa settimana, tradendo non solo gli italiani, ma addirittura lo spirito del Trattato di Roma, che era solidale, allineandosi invece agli interessi asimmetrici di Berlino e del suo blocco. Spieghiamo perchè.
Era il 2011…
Abbiamo illustrato sopra, sebbene in pillole, il perchè gli eurobonds rappresentano la l’evoluzione dell’EU da Unione asimmetrica a tendere verso una Unione simmetrica, visto che il trend comporterebbe la progressiva trasformazione del debito nazionale in Unitario, vincolando magari tali bonds ad indirizzi federali ossia sovranazionali. L’analisi del flusso decisionale correlato, che implica l’aver seguito una precisa strategia, relativamente impercettibile sebbene semplice, dimostra plasticamente (purtroppo) che la Lega, votando NO agli Eurobonds si è allineata agli interessi di Berlino contro quelli Italiani.
Con il voto di Forza Italia e Lega la mozione sarebbe passata e ci sarebbero dunque stati gli eurobonds nell’EU
Gli Eurobonds erano il cavallo di Troia del governo Italiano
Giustamente, seguendo di fatto le indicazioni di Giuio Tremonti, il governo italiano ha chiesto gli eurobonds, con un mantra molto semplice: “Eurobonds altrimenti facciamo da soli“, lamentando che tutti gli strumenti pre-esistenti non si adattano – obiettivamente vero – a situazioni come la pandemia da virus. Inoltre il MES ha un problema tecnico : è condizionato e condizionale sia dai trattati che dai suoi stessi regolamenti, per definizione. Quindi di cd. MES light non si può in realtà parlare in quanto basterebbe un semplice voto a maggioranza qualificata per ribaltare eventuali condizionalità iniziali magari più favorevoli (v. il caso greco, con continue modifiche unilaterali imposte dal MES ai memorandum). In effetti la Bundesbank, a nome del suo banchiere centrale, ha immediatamente specificato, a cavallo del voto, che dopo la crisi del virus i paesi EU “dovranno comunque ridurre il proprio debito“, messaggio chiarissimo che porta a non dare credito alle garanzie tedesche: Berlino nelle decisioni importanti non ha MAI rispettato gli accordi (…).
Di seguito capirete il motivo per cui chiedere dunque gli eurobonds, di per se giusto se si vuole passare ad una EU solidale e simmetrica, rappresentava un un intelligente cavallo di Troia da parte del governo italiano e anche dei paesi eurodeboli, escamotage letteralmente bruciato dal comportamento scellerato di Lega e Forza Italia, a danno dell’intera EU!
Gli Eurobonds nell’ordinamento tedesco
La cosa da capire è che gli eurobonds NON sono accettabili per la Germania, in forza di dettami provenienti dalla corte di Karlsruhe. Tutto ciò trova fondamento nella legge fondamentale tedesca (Art. 110) e sulle pronunce della Corte di Karlsruhe, che da sempre pone argini alla cessione di sovranità tedesca all’EU, mentre l’EU assieme a Berlino chiede il perfetto contrario all’Italia (vedasi anche le sue decisioni sul Maastricht Treaty and the Treaty of Lisbon *).
Esporremo anche analisi sull’argomento fatte da esperti soggetti terzi, anche fonti governative inglesi, evidenziando come la Germania NON può accettare gli eurobonds in forza appunto di dettami costituzionali di fatto ribaditi dalla Corte di Kalrsruhe.
- La Corte di Karlsruhe, sin dalla Sentenza n. 72 del 30 giugno 2009, ha sempre specificato che le competenze in materia di bilancio e finanze, nel territorio tedesco spettano, in via sempre esclusiva, al parlamento federale ed alla corte stessa.
- Andando infatti all’analisi del voto della corte costituzionale tedesca del 2011, i commenti degli esperti sono stati unanimi nell’affermare che gli eurobonds, a fronte di svariate pronunce, sono di fatto impossibili da accettare per la Germania, se non con modifiche strutturali della sua legge basica.
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Alla stessa conclusione è arrivata anche la Camera dei Lords britannica la quale, nella sua pubblicazione “Euro Crisis Update” – HL 163, pag. 33, avendo chiaramente messo nero su bianco che le pronunce della corte costituzionale tedesca di fatto impediscono l’accettazione degli eurobonds secondo il diritto tedesco, di fatto nel caso costringendo anche il duo Schauble-Merkel alle dimissioni (…). A meno di una modifica della “Costituzione” (legge fondamentale) tedesca, che comporterebbe un processo estremamente lungo e complesso incompatibile con la crisi attuale.
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“…Yet we have been told that Chancellor Merkel has made clear her belief that eurobonds will not be introduced in her lifetime, opinion polls state that up to 80% of
Germans oppose their introduction, and the German Constitutional Court has
stated that debt pooling involving joint and several liabilities is not allowed.”
“…ci è stato detto che la cancelliera Merkel ha chiarito la sua convinzione che gli eurobond non saranno introdotti nel corso della sua vita, i sondaggi di opinione affermano che fino all’80% dei tedeschi si oppone alla loro introduzione e la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato che la condivisione del debito con diverse passività non sono consentite.”
“Euro Crisis Update” – HL 163, Camera dei Lord, UK (pag. 33), 4.4.2014
Dunque come capite gli eurobonds (coronabonds) sono di fatto impossibili da accettare per Berlino, oggi. Su tale conclusione gli esperti convergono.
Gli eurobonds negati dalla Lega al Parlamento Europeo, nella forma dei c.d. “coronabonds”, un intelligente e risolutivo escamotage proposto dai Verdi.
Con 326 voti contrari, 282 favorevoli e 74 astensioni, Il parlamento europeo venerdì 17 aprile 2020 boccia un emendamento, presentato dai Verdi, alla risoluzione sulle misure da attuare per la crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid-19.
L’emendamento era molto ben congegnato, perché ai sensi dell’Art. 122.2 TFUE prevedeva un’emissione di debito mirata alla risoluzione di questa specifica crisi, con investimenti tesi a ricostruire le economie. La garanzia sul debito sarebbe dovuta essere mutualizzata in capo alla UE (il cui finanziamento è per definizione sempre autorizzato dal Bundestag per accordi già formalizzati) e non ricadere sui singoli paesi.
Art. 122.2 TFUE: Qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un’assistenza finanziaria dell’Unione allo Stato membro interessato. Il presidente del Consiglio informa il Parlamento europeo in merito alla decisione presa.
La cosa incredibile (e grave) è che, con il voto di Forza Italia e Lega tale mozione sarebbe passata e ci sarebbero dunque stati i c.d. Coronabond in EU, che in termini pratici erano l’equivalente degli Eurobond, anche per l’Italia, ma aggiravano tutti i vincoli imposti dalla corte di Karlsruhe.
Dunque Lega e Forza Italia votando NO hanno permesso di affondare l’unica forma in cui gli eurobonds erano attivabili, di fatto per l’intera EU, che invece col loro voto li avrebbe dovuti accettare in forza dell’Art. 122.2 del TFUE!!!.
FI e la Lega hanno tradito dunque gli Italiani allineandosi agli interessi tedeschi
E’ facile dunque capire il gioco di Conte, che poi era il gioco di Tremonti: spingere la Germania ad accettare gli Eurobonds sapendo benissimo che tale strumento, pur indispensabile per far evolvere l’EU verso una Unione simmetrica e solidale come voluto dai padri fondatori alla firma del Trattato di Roma, non poteva essere accettato lato tedesco. Ossia mettendo a nudo la vera natura di questa unione, che alla fine è neocoloniale, ovvero punta progressivamente a mettere alla gogna tutti i paesi indebitati, una variante del modello coloniale britannico ma assai più subdolo perché tende a far ricadere le “colpe” sui paesi indeboliti dall’Euro (Debito=Schuld=Colpa, mai dimenticarlo)
Ottenuto un “NEIN” preventivo sugli Eurobond, i Verdi (tedeschi, in primis), in coerenza con le dichiarazioni dei giorni precedenti, avevano offerto un’alternativa ottimale per il nostro paese, perché in grado di aggirare i vincoli di Kalsruhe e coerente con l’Art. 122.2 TFUE.
Dunque Lega e Forza Italia, votando NO ai coronabonds, ossia agli Eurobonds, hanno fatto un piacere enorme a Berlino, che altrimenti avrebbe visto crollare il suo castello. Infatti in caso di accettazione di detti eurobonds in specie, la Corte Costituzionale, anche in forza di precedenti pronunciamenti, NON avrebbe potuto accettarli; dunque si sarebbe arrivati automaticamente al passo successivo, visto che la modifica Costituzionale tedesca richiede tempi lunghi incompatibili con l’urgenza data dalla crisi del virus: o obbligare alla segregazione l’Italia, uscendo almeno temporaneamente dall’euro in forza dell’.art. 65 TFUE, come di fatto voleva fare Giulio Tremonti nel 2011 onde evitare la sciagura, poi concretizzatasi, di Mario Monti. O, in alternativa, obbligando Berlino a fare altrettanto, di fatto tornando al marco, non potendo accettare detti eurobonds per un chiaro vincolo costituzionale.
La triste conclusione: l’Italia è destinata a finire come Atene per colpa di FI e Lega
In tale contesto il tradimento di Lega e Forza Italia è evidente e chiaro: votando NO agli eurobonds/coronabonds hanno rovinato i piani di Conte! Ossia hanno fatto un enorme piacere alla Germania, tradendo l’Italia che ora se accetta il MES avrà certamente condizionalità capestro da rispettare da qui a poco, per altro funzione della stessa natura del MES come strumento, modificabile a maggioranza qualificata, e che prevede sempre condizionalità ai sensi di una norma inemendabile, perché contenuta nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE Art. 136.3). Si sappia che chi spinge per il MES spinge per accettare tali condizionalità.
Tralasciamo qui i motivi del tradimento leghista, restando per altro basiti del fatto che un romano come Antonio Maria Rinaldi abbia potuto votare “NO”. Infatti in molti sospettano che dietro tale intemperanza anti-italiana della Lega in realtà ci sia una nemmeno troppo celata ambizione secessionista lombarda rispetto all’Italia Unita, il vecchio piano leghista: nel caso, come si concilierebbe il voto di un romano della Lega con tale spinta centrifuga soprattutto lombarda?
Rinaldi, che ha votato NO agli eurobonds, era evidentemente disattento anche quando Farage spiegava il perchè della Brexit: si stava facendo selfie?
Parimenti resta l’amarezza per l’analisi che ci pare a dir poco fuori dalle righe se non decisamente scentrata, fatta dall’avvocato Palma; che puntando si aspetti giuridici fuori dal campo di esistenza della legge che avrebbe dovuto sdoganare gli eurobonds a livello comunitario, si è infatti dimenticato di citare l’aspetto dirimente ossia che il gli Eurobonds semplicemente la corte costituzionale tedesca non li può accettare.
In sintesi possiamo dire che:
la Lega e Forza Italia, che evidentemente ambiscono a ruoli che non hanno nulla a che fare con l’italianità che oggi conosciamo, con la loro mossa hanno bruciato la tattica di Conte e di Tremonti, condannando l’Italia.
Conte è ora in posizione strategicamente molto debole e non ha altra scelta che rifiutare in qualche modo il finto sostegno che la UE proporrà, ad esempio rimandando per la conferma del suo voto a Bruxelles la palla al Parlamento italiano, dove i parlamentari nazionali sceglieranno NON A VOTO SEGRETO se vogliono fare la fine di Atene o tentare una via di fuga con la segregazione, anche a fronte dell’incredibile offerta incondizionata americana – ossia c’è già un decreto presidenziale esecutivo che impegna tutta l’amministrazione degli USA – finalizzato a finanziare di fatto l’uscita italiana dalla moneta unica post-COVID19. All’uopo ricordo agli astanti che i contributi pensionistici sono rivalutati, al rialzo o al ribasso per il calcolo della pensione futura, all’andamento del PIL; tradotto, un crollo del 10% del PIL quest’anno comporterà nei prossimi 5 anni un abbassamento del montante su cui viene calcolata la pensione del 10%, ovvero future pensioni più basse del 10%. Questo per farvi capire che è impellente uscire dalla moneta unica per fare crescita ossia per sollevare le Vostre pensioni future, cosa impossibile restando nell’euro (…).
I motivi per cui Berlusconi va contro gli interessi italiani, con holding in Olanda? Ah, saperlo….(cit.)
Possiamo dunque dire che Lega e Forza Italia, in forza dell’analisi sopra, hanno fatto gli interessi tedeschi non votando gli eurobonds, tradendo di fatto il mandato ricevuto dai propri votanti italiani quanto meno lato Lega, che era per l’ITALEXIT a parole; perché nei fatti, dopo aver abbandonato l’idea di uscire dall’Euro, con voto parlamentare EU, ha respinto l’unica forma giuridicamente possibile per gli eurobonds, i c.s. coronabonds, affossati deliberatamente. Dopo aver esposto la strategia anti-italiana, non esitiamo dunque a considerare tale mossa forzista-legista alla stregua di una vera e propria “badogliata” (da oggi la si potrà forse chiamare “Lega Badoglio”).
Mitt Dolcino e Pepito Sbazzeguti
* BVerfG, 2 BvR 987/10; 2 BvR 1485/10; 2 BvR 1099/10, Leitsätze Nr. 2-3. Available at:
http://www.bverfg.de/entscheidungen/rs20110907_2bvr098710.html (consulted at 8 September 2011)
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