Redazione: La tesi espressa dall’autore è estrema: il PCC che ha deliberatamente nascosto l’epidemia per danneggiare gli altri Paesi.
Ma il suo prestigio e quello della rivista che lo pubblica, le numerose referenze e il fatto che la tesi sia stata largamente riproposta, c’inducono a credere alla serietà dell’ipotesi e quindi all’utilità di un suo rilancio come contributo alla conoscenza dei fatti.
Tutto questo, si chiede l’autore, potrebbe integrare il concetto di “guerra biologica”?
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Ben Lowsen per The Diplomat
Di solito, attribuiamo un minimo livello d’umanità anche ai leader più crudeli — ma le azioni del Leader della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ci costringono a ripensare l’assunto.
Nonostante la comparsa del nuovo Coronavirus (ora noto come SARS-CoV-2) non sia stata ancora e del tutto attribuita alla Cina, il vigore con cui il suo sistema ha nascosto la realtà ha dato alla malattia un notevole vantaggio nel contagiare il mondo.
Ma la cosa più inquietante è che l’ossessione della Cina per l’immagine e per la “Machtpolitik” [concetto secondo cui la distribuzione del potere e degli interessi sono le cause fondamentali della guerra e della stabilità di un sistema] ci costringe a sollevare dei seri interrogativi anche sulla sua mancanza di limiti morali.
A un certo punto il Partito Comunista Cinese [PCC], venuto a conoscenza dell’epidemia, ha deciso di nasconderne l’esistenza, sperando che sparisse!
Articoli pubblicati dal “South China Morning Post” e dal “Caixin Global” hanno dimostrato che le informazioni uscite dalla Cina, all’inizio della crisi, erano dovute solo al grande coraggio di alcuni cinesi, che hanno sfidato la repressione del Governo.
La gente che vive a Wuhan (epicentro dell’infezione), tuttavia, ha cominciato a capire e a spaventarsi verso la fine di dicembre 2019, costringendo il Governo a dire qualcosa.
Le Autorità hanno dato l’impressione di credere ad una malattia non trasmissibile e già in fase di contenimento. Ma ora sappiamo che si trattava di una posizione del tutto falsa, progettata più per evitare disordini che per proteggere la popolazione.
Il Sindaco di Wuhan ha persino lasciato intendere che il Governo Centrale, fino al 20 gennaio, gli avesse impedito di rivelare i dettagli dell’epidemia!
Considerando che i primi annunci pubblici usciti da Wuhan risalgono al 1° gennaio, possiamo supporre che Xi avesse consapevolezza del pericolo ben prima di quel giorno.
Chiaramente, il tentativo di sminuire la malattia non stava funzionando ed era tempo che il PCC facesse sul serio. E quindi:
— quant’era realmente grave l’infezione?
— era conveniente fornire piena collaborazione alla comunità internazionale?
— essere vista come la fonte di questo virus avrebbe danneggiato l’immagine della Cina?
Ma, al di là di queste considerazioni, c’era una dimensione ancora più oscura: più Pechino avrebbe collaborato, meno la malattia avrebbe colpito gli altri Paesi, compresi quelli che la Cina considera come una minaccia per la sua esistenza, ad esempio gli Stati Uniti d’America.
Perché la Cina avrebbe dovuto subire gli effetti della pandemia, mentre tutti gli altri se ne stavano al sicuro (aumentando la loro forza rispetto alla Cina), basandosi sulla sua stessa costosa esperienza?
Una domanda del genere è ovviamente contraria alla decenza umana.
Ma come dimenticare che Xi Jinping ha implementato il più grande “programma di pulizia etnica” del mondo d’oggi?
Inoltre, il Leader Cinese ha ridotto drasticamente le libertà civili — diventando il padre di fatto dello “Stato del Panopticon” [carcere-ideale progettato dal filosofo e giurista J. Bentham] — e, con l’incessante rafforzamento militare, sta minacciando i Paesi vicini, non esitando ad usare mezzi economici e comunque sovversivi per erodere la sovranità di altri Paesi in tutto il mondo.
Non dovremmo dare per scontato che negare un certo grado di sostegno alla comunità internazionale, per garantire che la Cina non fosse la sola a soffrire, vada oltre la sua immaginazione.
L’ipotesi è supportata da prove davvero forti.
Vedere l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che diffonde ed elogia la “linea ufficiale” del PCC, dando al contempo consigli semplicistici e sbrigativi sul da farsi, ha allarmato la Comunità Internazionale.
Vedere Pechino che vende prodotti sanitari difettosi, salvo poi rivendicarli come “aiuto umanitario”, ha fatto arrabbiare molti altri Paesi.
Di conseguenza, aver sparso disinformazione accennando come leva alle forniture dei prodotti salvavita — negando al contempo finanche il più piccolo accenno alle sue responsabilità — ha notevolmente rovinato la reputazione della Cina.
In conclusione, i buoni uffici della Cina sono stati riservati quasi interamente alla lucidatura della sua immagine a spese del resto del mondo [senza ottenere l’effetto voluto].
Niente di quanto ho scritto può provare, al di là di ogni dubbio, che Xi abbia deciso (ed eventualmente quando) di nascondere le informazioni per mettere deliberatamente in pericolo gli altri.
Tuttavia, come studioso di lunga data della Cina, devo ammettere con grande tristezza che il suo regime (e il suo sempre più paranoico Leader) potrebbe senza alcun dubbio aver negato un’adeguata collaborazione al resto del mondo (per arginare la “pandemia del secolo”), nel grossolano tentativo di perseguire i propri interessi.
Tutto questo, fra l’altro, potrebbe anche integrare il concetto di “guerra biologica”.
Xi, in ogni caso, dovrebbe essere chiamato dalla Comunità Internazionale a rispondere di questo ed anche degli altri suoi crimini contro l’umanità.
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Link Originale: https://thediplomat.com/2020/04/did-xi-jinping-deliberately-sicken-the-world/
Scelto e tradotto da Franco
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