Il punto è semplice ed è condensato in una sola domanda: dall’EU si otterranno tramite i recovery bond, art. 122 TFUE, soldi a fondo perduto, chiamasi “grants”, come previsto del Trattato di funzionamento dell’EU o NO? Ho aspettato alcuni giorni per mettere tutti i tasselli al loro posto, ora bisogna giusto spiegare la situazione nella sua interezza. Ci proveremo di seguito, in quanto c’è troppa gente in giro che sembra fare a gara, opposizione inclusa, nel seminare panico e confusione sull’argomento. Facciamo chiarezza.
Prima di tutto l’EU è confusa e per la prima volta nella sua breve storia vede davanti a se la propria fine prospettica, a partire dall’euro. Dunque vanno cambiate le fondamenta EUropee. Come ben spiega Giulio Sapelli oggi su Il Sussidiario, da una parte c’è – sigh – la volontà di tenere vivo l’euro a tutti i costi, anche e soprattutto da parte delle elites locali, di norma filo Francia e Germania. Dall’altra si vorrebbe, qualcuno almeno, far passare una “mutalizzazione del debito“, ossia concedere “grants” o anche soldi a fondo perduto via TFUE, art. 122 ai paesi in forte crisi da virus. Lo scopo finale è appunto tenere in piedi l’euro ma cambiando alla radice l’Unione. Ed alla fine il problema – come al solito – sono i tedeschi che NON sono disposti a concedere nulla, stessa storia da secoli. Qui siamo, ben consci che un cotanto strumento non è compatibile [soldi a fondo perduto dall’EU] con le prescrizioni della Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe sulla mutualizzazione del debito, Corte a cui tutti i cittadini tedeschi possono rivolgersi (non come succede invece in Italia, dove viene precluso esplicitamente l’accesso alla Suprema Corte da parte dei privati, ndr). Il silenzio attuale sui contenuti del tentativo di accordo di due notti fa è dovuto al fatto che i tedeschi NON mollano e dunque ci stanno pensando; da sempre ciò significa per un tedesco prendere tempo, ora hanno chiesto 10 giorni per elaborare il piano a livello EU, citofonare Von der Leyen. Peccato che questo tempo l’Italia non ce l’ha! (a fine maggio finiranno i soldi in cassa per pagare pensioni e stipendi, ndr).
Io faccio parte della schiera di coloro che ritengono che Conte abbia fatto un buon lavoro di trattativa con l’EU: ha alzato l’asticella sperando, in team con Spagna e Francia, di ottenere soldi “aggratis“, una giusta compensazione dal blocco tedesco per aver approfittato dei paesi eurodeboli negli scorsi 20 anni con il fine di esportare molto di più di quello che avrebbe dovuto restando nell’euro, ovvero grazie ad una valuta svalutata artificialmente – e senza contropartita, di fatto – grazie alla mera presenza dei paesi eurodeboli nella compagine eurica. Non smetterò mai di sottolineare che esistono due Germanie nell’EU, base dati economici facilmente accessibili: quella prima del 2008, quando Roma andava meglio di Berlino in termini di performance economica. E quella revanscista post-2008, quando si cambiano le carte in tavola mettendo alla gogna i paesi eurodeboli a vantaggio franco-tedesco (…)(vedasi LINK).
Sempre a dire bugie, “approvato il MES”…. peccato che non è stato firmato nulla: cui prodest comportarsi così?
Ora Conte torna tra noi dopo il viaggio virtuale a Bruxelles (erano in teleconference) e nasconde i risultati. Non solo lui però, tutta l’EU. Si parla sì di grants ma nulla è deciso. Si parla di 1500 mld € ipotetici che però non compaiono se non in stringate note di agenzie di stampa. Si parla di assenza di condizioni per l’accesso a tali fondi, ossia soldi a fondo perduto, ma NON c’è uno straccio di documento ufficiale, men che meno un contratto da firmare. In tutto questo non mentiamo a noi stessi: in Italia siamo al cospetto di una classe dirigente di traditori, oggi stiamo solo valutando se assieme ai traditori dell’ITALEXIT vada messo anche Giuseppe Conte.
“Ripeti una bugia all’infinito, magari la gente ci crede”: le bugie sul MES firmato dell’opposizione arrivano da lontano…
Dunque il MES oggi NON è stato firmato, quanto meno per ora, al contrario di quello che dice qualcuno a proprio uso e consumo (in primis con il fedele Borghi che se cade Salvini perde il lavoro, a fare da scudiero ripetente le fesserie che dice il suo capo invece di correggerle, ndr). In ogni caso urge chiarire di cosa si stia parlando in queste ore, nessuno ha infatti spiegato alcunchè alla gente comune, quanto meno in modo organizzato.
Analizziamo di seguito per punti la situazione MES/RF di cui all’ultimo Consiglio Europeo.
I numeri del disastro italiano
A fine anno l’Italia vedrà un crollo del PIL di circa il 10%, crollo dell’export del 14%, crollo dell’import del 12-13%, crollo dei consumi, rapporto debito PIL pronto ad esplodere fino a 150%-180% dipende da come lo calcolate (con o senza economia sommersa, meramente teorica ormai visto che abbiamo notato tutti che chi lavora in nero non ha nulla da fare con il lockdown, ndr). Un disastro. Ben notando che le future pensioni sono indicizzate al PIL, dunque chiunque debba percepire una pensione futura in Italia si ricordi che nell’arco di 5 anni tale emolumento verrà decurtato appunto del 10% visto il crollo del PIL (…). Un disastro mai visto in epoca repubblicana.
Le misure anticrisi proposte dall’EU
Tra le proposte di Bruxelles c’è un MES sanitario ossia senza condizioni, più altri aiuti BEI e aiuti per il sussidio di disoccupazione. Ma il piatto forte sono i 1’500 mld € di Recovery Fund (RF) coperti dall’art. 122 TFUE – infatti la palla è passata alla Commissione EU – a “fondo perduto“, tecnicamente possibile. Il problema è che la mutualizzazione del debito NON è prevista dalla Corte Costituzionale tedesca, altro problema (enorme) a tendere (…). Ora, in base al PIL all’Italia spetterebbero circa il 15% di 1’500, ovvero 200-250 mld €. A fondo perduto. Il problema è che i tedeschi NON hanno formalmente accettato; dunque ad oggi stiamo aspettando la Commissione EU che secondo detto articolo del TFUE deve portare avanti l’istanza. Nel mentre l’Italia ha fame (Berlino ha perso l’ennesima occasione per dimostrarsi costruttiva nei confronti del Vecchio Continente, proprio non ce la fa, inutile sperarci; i teutonici vanno semplicemente ostracizzati onde evitare facciano danni irreparabili a tutti i vicini, come per altro van facendo da oltre 100 anni, …).
Le condizioni ipotizzabili del RF – Reconstruction Fund
Tali fondi sarebbero effettivamente a fondo perduto, base citato art. 122 TFUE. Ma non si sa non solo se verranno accettati da Berlino e suoi alleati, ma soprattutto come verranno finanziati. Se il finanziamento avvenisse con un contributo di ogni Paese membro, che verrebbe inserito a credito nel conto economico nazionale, bisognerebbe dunque parlare di contributi netti ricevuti. Si parla inoltre di tassi di interesse annui da pagare, ma senza restituzione del capitale. A stima, si potrebbe pensare ad un tasso annuo, simil-decennale, pari a meno dell’1% annuo ma senza restituzione, considerando che si può stimare che l’EU possa accedere a finanziamenti di mercato a tassi pari a zero fino a 40 anni di duration, circa. Su 225 mld € si tratterebbe di ca. 1-1.5 mld € annuo di costo di interessi, ragionevole.
Resta la palese incostituzionalità rispetto al diritto tedesco di una forma di mutualizzazione del debito EU come il RF “a fondo perduto“, ossia così radicale, elemento che porterà inevitabilmente la Germania ad una implosione interna. O, più propriamente, ad imporre condizionalità a latere alla concession del RF, già oggi la BCE proproziona l’acquisto dei bond via QE al capital key in forza dei dettami di Karlsruhe, ossia in proprozione al PIL di ogni stato membro. Per altro è già stato ribadito che la mutualizzazione del debito EU per essere accettabile dalla Corte di Karlsuhe deve proevedere una modifica dei trattati EU, andiamo dunque alle calende, non a caso greche.
Basteranno nel caso 225 mld € per risollevare il paese?
Immaginando una sciagurata permanenza nell’euro, vedasi oltre, domandiamoci: saranno sufficienti tali 225 mld di euro per risollevare il paese? Forse. Nel senso, se venissero usati per lavori ad alto moltiplicatore si, ad esempio se si nazionalizzassero le autostrade per le colpe dei Benetton su Genova e viadotti vari, magari dando – che so – un miliardo di euro per la loro quota aziendale e farli schiodare; e poi usando i soldi EU per mettere a posto le infrastrutture e per creare risorse turistiche, ad es. nel bellissimo sud. O si potrebbe anche chiedere alla FCA di cedere uno stabilimenti auto del sud Italia incluso un marchio, costruendo l’auto nazionale per rilanciare il paese. In tale caso, agendo bene, SI, si potrebbe far fruttare tale cifra fino ad un equivalente di 500 mld € e risollevare l’economia nazionale, il PIL, mantenendo operativo l’INPS ossia lo stato sociale, migliorando anche la sanità ecc.. Dubito per altro che i nostri politici – tranne rare eccezioni – abbiamo sufficiente lungimiranza, capacità ed anche onestà spero solo intellettuale per comprendere certe cose, men che meno implementarle, anche e soprattutto se parliamo dei parvenu M5S e Lega, che hanno dimostrato secondo chi scrive ignoranza addirittura abissale nella gestione strategica del paese e/o della cosa pubblica, vedasi la sciagurata Via della Seta con la Cina, inimicandosi gli USA.
Il problema resta il rapporto debito/PIL
Il problema NON sono le condizionalità del RF, di fatto tecnicamente inesistenti a volerlo base art 122 TFUE, quanto il rapporto debito/PIL da far comunque scendere successivamente (vedasi recenti dichiarazioni del tedesco Weidmann). Infatti a fine crisi COVID è chiaro che l’Italia dovrà ridurre il proprio rapporto debito/PIL. Abbiamo dimostrato negli anni come la riduzione di detto rapporto non possa avvenire per mera riduzione del debito al numeratore ma soprattutto per crescita del denominatore, il PIL, ovvero con la crescita economica. Impossibile restando nell’euro. Ecco dunque che arriviamo al punto saliente: rimanendo nell’euro l’Italia NON farà mai crescere il suo PIL in modo sufficiente ad autosostenere il Paese. Lì sta il problema. Ecco perchè noi spingiamo per la segregazione art. 65 TFUE ed uscita successiva dalla moneta unica, il prima possibile. Detto questo il problema sta in cosa succederà fra un anno, a fine crisi COVID e dopo un minimo rilancio italiano, si parla di un crollo del PIL del 10% nel 2020 e poi di una salita il prossimo anno del 4,5% (dimenticandosi però di aggiungere che nei due anni ci sarebbe comunque nel caso in specie una discesa del PIL aggregata del 5,5%). Se l’EU franco-tedesca chiederà – prima o poi succede – di rientrare del rapporto debito/PIL fra, che so, due anni, cosa succederà all’Italia? Qui sta il punto, che per altro rafforza la nostra tesi che è meglio puntare alla segregazione ed uscita dall’euro a termine.
Nel caso, l’Italia riuscirebbe ad uscire da sola dalla moneta unica?
No, non ci riuscirebbe, ci vorrebbe sempre l’alleato americano a supporto. Per inciso, se Trump non venisse rieletto, l’Italia è destinata ad una pessima fine a partire dal prossimo anno. Il fatto che questa crisi del virus non sia finita come nel 2011 dipende solo dalla presenza alla Casa Bianca non di un Dem-USA ma di Trump, nel caso opposto avremmo Renzi al governo ovvero una Italia prossima alla resa (ecco perchè aborriamo Matteo Renzi ed il renzusconi, ndr). ll nostro supporto a Conte deriva in fondo solo dal fatto che lui è l’uomo degli USA e dunque il nostro uomo, visto che senza USA siamo destinati alla debacle (con buona pace dei salviniani: loro non saranno mai gli “eletti” degli americani, per loro colpe per altro, vedasi contratto di Alibaba e Via della Seta su tutti, ndr).
La quinta colonna della frangia secessionista leghista?
Le elites italiane vogliono comunque restare nell’euro, idem “i loro” partiti
Si, il problema è che la gente diciamo “importante”, le elites economiche del paese, quelle che in larga parte hanno svenduto allo straniero le proprie aziende in Italia, ha poi re-investiti i proventi nel mattone, soprattutto a Milano pre- EXPO. Dunque non ci pensano nemmeno lontanamente di uscire dall’euro ridenominando i loro assets in lire. Da qui la crescita relativa della metropoli lombarda rispetto al resto d’Italia. Ed anche certe pulsioni secessioniste leghiste, della serie: se salta l’Italia noi ci teniamo il nostro residuo fiscale e facciamo la secessione. Non funzionerà, nonostante il supporto dell’alta borghesia lombarda, finirebbe in guerra civile (mi direte; a parte che è anche economicamente stupido visto il quadro internazionale e geostrategico oltre che finanziario, secondo lo scrivente, …).
Come “decidere” di “non decidere”: il caso S&P e l’Italia versione 04/2020
La non decisione USA sul’Italia: tutto rimandato a dopo la rielezione di Trump
Ed arriviamo a ieri sera con S&P la quale ha scientemente ed incredibilmente deciso di “non decidere” sull’Italia, nonostante revisions su altri paesi EUropei. Ossia, senza lasciare tracce ovvero senza produrre alcun report ufficiale, ieri S&P ha detto: decideremo ad ottobre. Ma comunque pubblicando nero su bianco motivazioni incredibili, della serie “l’Italia va anche bene, peccato che sta nell’euro che la massacra“. Quasi fosse una vera testa di cavallo (a termine) nel comune letto EUropeo… O meglio, evidentemente gli USA non sono ancora pronti, verrebbe da dire. Chiaramente gli USA non vogliono fare a meno della Penisola per questioni geostrategiche oltre che “di oriundi“, ma i tempi non sembrano maturi.
Come vedete, così esposto riteniamo il problema emerga nella sua interezza e con contorni comprensibili, mancando però l’ultimo step, di seguito, come conclusione.
A preoccupare NON sono infatti le bugie dei media, non sono le condizioni – se verranno accettate, come ritengo possibile- del RF, non è l’insipienza politica italiana anche nello spendere i soldi eventualmente ricevuti dall’EU. Ma piuttosto il rapporto debito/PIL, che dovrà necessariamente rientrare.
Stando nell’euro la quadratura del cerchio è impossibile per l’Italia. A meno di imposte patrimoniali monstre come quella suggerita dal settimanale tedesco Manager Magazin questa settimana, pari a circa il 14% del valore netto degli assets privati italiani, ovvero delle famiglie, incluse le prime case. Una follia (ci hanno prvato per altro svariate volte in passato ad imporre imposte straordinarie all’Italia, come si fa con una colonia, LINK, LINK, LINK, LINK) Intevitabilmente una cotanta patrimoniale RESTANDO NELL’EURO arriverà, pensateci. Comunque. Che poi è la stessa minestra che si avrebbe firmando il MES che da “senza condizionalità” nel giro di due anni diventerebbe CON CONDIZIONALITA’, per ridurre il debito. NON cisono pasti gratis.
Vademecum sull’imposta patrimoniale che EU e Germania (di concerto con le elites miliardarie italiane che controllano i media) cercano di imporre all’Italia
Come ben sapete noi puntiamo invece a segregare ed uscire dall’euro art. 65 TFUE, tagliando poi il debito con l’inflazione, come fanno tutti al mondo in casi simili. Esclusa la Germania, che da dopo il 1920 ha deciso che l’inflazione in tempo di pace non la vuole più vedere nemmeno dipinta. Si potrebbe uscire dall’euro, per inciso, magari usando il prestito ponte USA del memorandum di legge di Trump già approvato, un privilegio SOLO per l’Italia. Ma inevitabilmente questo potrà avvenire SOLO, ieri sera l’abbiamo capito, dopo la rielezione di Trump a novembre prossimo. Nel mentre andranno evitati i traditori pro-EU al governo italiano, prima di tutto il renzusconi.
Qui siamo. Il resto della narrazione che vedete sui media detenuti dalle elites globaliste anche e soprattutto italiane è costruita ad arte per confondere, ossia non farvi capire alcunchè in modo che non possiate lamentarvi o magari lo facciate a sproposito, squalifiicandovi, dunque ingenerando ulteriore caos utile a chi NON vuole cambiare nulla dello status quo filo-EU. In tale contesto la nostra posizione la conoscete, da tempo: pro ITALEXIT e pro-USA, contrari dunque a questa EU asimmerica e neocoloniale che ora incide sul vivo della vostra carne (anche le nostre mascherine ci hanno sottratto , i tedeschi, durante la crisi del virus, altro che solidarietà EUropea, ndr). Aggiungo dunque: se non ci saranno RF e Conte firmerà il MES, costui diventerà una sorta di traditore della patria, a meno che a novembre siano proprio gli USA a far saltare il banco italico e quindi EUropeo, post rielezione trumpiana, con Conte. Continuo a ritenere, a naso, che il primo ministro attuale non vorrà essere lui il traditore della Patria, permanendo il dubbio di come potrà fare a tirare avanti fino al prossimo novembre (sono certo che – nel caso ci avessimo visto giusto – da Washington troveranno qualche “svago” per tenere impegnati i politici italici ossia per cristallizzare la situazione…).
MD
*****
Le immagini, i tweet, e i filmati pubblicati (i contenuti) nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.