
Dopo che il sito ne ha parlato il 25 aprile, torniamo sulla strategia tedesca per il dominio della UE: i media mainstream, schiavi del politicamente corretto, raramente descrivono a fondo il problema della convivenza con la Germania in un’unione monetaria a cambio fisso, soprattutto per quanto attiene alle implicazioni geopolitiche. Il 30 gennaio 1939, Adolf Hitler tenne un discorso al Reichstag, in cui chiamò la Germania ad un’offensiva economica, al grido “Esportare o morire”: «Potremmo molto più facilmente resistere a una tale lotta rispetto a quelle altre nazioni […], perché il nostro motivo per entrare in questa lotta sarebbe molto semplice: che il popolo tedesco resti vivo, ovvero esportare, o morire ! » Il suo obiettivo era incrementare gli scambi con l’estero di beni e servizi, per poter disporre di un corposo surplus nella bilancia dei pagamenti con l’estero, da investire per l’acquisto delle materie prime necessarie allo sforzo bellico (in particolare acciai di alta qualità, per uso militare). A parte i diversi obiettivi strategici della Germania attuale…che non sono di tipo militare ma riguardano la sfera economico-finanziaria…che cosa è cambiato rispetto ad allora, nella mentalità della classe dirigente tedesca verso il continente? NULLA !!!
CHE COSA SI DEDUCE DA SEMPLICISSIMI INDICI ECONOMICI
Vediamo qualche dato, per valutare il comportamento della Germania in termini geopolitici. Nel 2019, l’export tedesco valeva circa 1.3 trilioni di Euro. In prima approssimazione, circa il 40% del PIL tedesco – 3,3 trilioni di Euro – dipende dall’export. Il primo dato che impressiona è l’andamento del surplus delle partite correnti della Germania (NdA: è il saldo che identifica i flussi lordi relativi agli scambi di beni, servizi e redditi tra residenti ed esteri), che nel 2019 ha raggiunto 262 miliardi di Euro (ecco perché in Germania non hanno alcuna necessità di deficit pubblico per finanziare l’economia…. utilizzano per questo scopo – oltre all’attrattività per i capitali – i massicci surplus delle partite correnti). http://www.infomercatiesteri.it/bilancia_commerciale.php?id_paesi=69 http://vocidallagermania.blogspot.com/2020/02/anche-nel-2019-la-germania-ha.html Ancora più impressionante è l’andamento della posizione patrimoniale netta verso l’ estero (PNE): in sintesi, la sommatoria delle attività e passività finanziarie verso il resto del mondo. Secondo la Commissione UE, nel IV trimestre 2019, per la Germania, la PNE ha raggiunto +71% del PIL, ovvero 2,3 trilioni di Euro . https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-datasets/-/TIPSII40 L’andamento è crescente negli ultimi anni (v. grafico FMI con scala in espressa in U.S. Dollars). La Germania, quindi, è un paese che:
- Importa molto meno di quanto esporti, cioè produce più beni e servizi di quanti ne acquisti dagli altri paesi…. in soldoni: esporta disoccupazione.
- Accumula attivi finanziari, cioè drena capitali dagli altri paesi, in uno stato di perenne squilibrio rispetto al resto del mondo. Questi stessi capitali, saranno poi investiti nei paesi di interesse per i tedeschi. Si tratta di paesi che hanno forte necessità di accedere ai mercati internazionali di capitali per finanziare il settore pubblico ed il settore privato; di fatto la Germania, divenendone creditore, finisce per esercitare una pesante influenza di tipo economico, ma anche politico (chissà se i greci e gli spagnoli ne sanno qualcosa…);
Nell’EU la stampa parla effettivamente di questo fenomeno, ma sempre nel solco – mortale – del politicamente corretto, senza sottolineare il significato geopolitico di tutto ciò.
LA GERMANI AGGREDISCE IL RESTO DEL MONDO
Dal punto di vista geopolitico la Germania non è solo “caratterizzata da squilibri macroeconomici”, come da anni ci ripete “burocraticamente” la Commissione UE occultando la reale portata delle scelte strategiche tedesche; le scelte della Germania, sono proprie di un paese aggressivo, che persegue un progetto coloniale all’interno della UE ed imperiale verso il resto del mondo. Se a tutto ciò aggiungiamo che, come confermato dall’FMI (dati 2018, v. grafico sottostante), il comportamento tedesco sui mercati globali si dispiega utilizzando una valuta strutturalmente sottovalutata per la Germania stessa, la miscela diventa esplosiva.

Il problema si pone quando a trovarsi perennemente in disavanzo commerciale è una superpotenza: ci riferiamo agli USA. Negli ultimi anni il disavanzo commerciale degli USA verso la Germania è di circa 60 MLD EURO/anno. http://www.infomercatiesteri.it/bilancia_commerciale.php?id_paesi=55 Qui cominciano i dolori…per la verità, cominciarono già nel 2017… «Peter Navarro, il consigliere per le politiche commerciali di Donald Trump, ha accusato la Germania di ottenere un vantaggio commerciale sleale dall’euro “fortemente sottovalutato”. Ciò segnala che l’amministrazione Trump sta prendendo di mira le valute nel suo approccio agli accordi commerciali; Peter Navarro ha dichiarato al Financial Times che l’euro era come un “marco implicito”. La Germania “continua a sfruttare altri paesi dell’UE e gli Stati Uniti con un” marco implicito “che è fortemente sottovalutato”, ha affermato.» https://www.theguardian.com/business/2017/jan/31/trump-trade-adviser-germany-euro-us-eu-peter-navarro Che cosa è cambiato da allora? NULLA !!! Nella migliore delle ipotesi, i media dell’EU non smettono mai di distorcere le posizioni politiche di Trump, pur di non guardare nel merito: perfino semplici dichiarazioni, difficilmente vengono riportate in modo onesto e leale. In alcuni casi, abbiamo visto anche gesti orribili: su tutti spiccò, durante un vertice con l’EU, il mimo della pistola puntata alla schiena a DJT da Tusk, politico polacco molto vicino a Merkel (addirittura un amico di infanzia, si vocifera). In più, DJT critica i tedeschi perché neanche partecipano alle spese della NATO…
Vediamo come in concreto le politiche economiche che la Germania continua ad imporre alla UE conducono alla realizzazione di un impero sul continente.
LA “CASSETTA DEGLI ATTREZZI” PER UNO “PSEUDOIMPERO TEDESCO”
Gli strumenti operativi, in estrema sintesi, sono i seguenti:
- i tedeschi continuano ad accentrare verso la Kerneuropa le filiere produttive, deindustrializzando il Sud della UE, non spendendo mai i loro surplus nel mercato unico della UE; questo fatto non viene mai sanzionato dalla Commissione UE (evidentemente la Germania la controlla in modo minuzioso, magari attraverso le posizioni dirigenziali, prima che attraverso i commissari?). QUELLA DEL MERCATO UNICO E’ SOLO RETORICA, IL SOSTEGNO AL MERCATO UNICO IMPLICHEREBBE LA RIMOZIONE DEGLI SQUILIBRI NEL SALDO DELLE PARTITE CORRENTI: CHE NON ARRIVERA’ MAI;
- I tedeschi drenano capitali, ciò ha consentito e consente alla Germania di finanziare molti stati dell’EU, che necessitano di capitali esteri (aaahhh che strano, chi l’avrebbe detto…in assenza di sovranità monetaria ceduta da 19 stati alla “B.C.E. S.p.a.”…ci si rivolge ai franco-tedeschi….).
Riprendiamo un monumentale post di Alberto Bagnai su goofynomics, anno 2014: «Capito perché la flessibilità del cambio è “di sinistra”, o comunque di “destra sociale”, o comunque non conduce all’iniquità? Perché consente alle classi dirigenti dei paesi meno ricchi di isolare il proprio paese dalle scelte aggressive dei paesi più ricchi, e quindi rallenta (se non impedisce) l’aumento di disuguaglianza al quale assistiamo in questi anni. In altre parole, visto che l’aggiustamento di prezzo (il cambio) non funziona, per riportare in equilibrio i conti esteri bisogna usare l’aggiustamento di reddito, cioè l’austerità: tagliare spesa pubblica per tagliare reddito privato per creare disoccupazione che modera i salari e per ridurre le importazioni. Questo è quello che ha fatto Monti e ce lo ha anche detto. Lo ha fatto nell’interesse dei creditori esteri, naturalmente.[…] Bene: siccome la nostra unione in realtà è una competizione dove, grazie all’euro, l’unica risposta possibile a uno shock è il taglio dei salari da parte dei paesi più deboli, cioè la distruzione di domanda, è chiaro che la nostra unione non ha senso è crollerà a meno che non venga abbandonato l’euro. […]La moneta unica costringe a distruggere l’unica cosa che rende razionale il progetto di mercato comune: la domanda interna.» https://goofynomics.blogspot.com/2014/08/qed-37-la-germania-riassunto-per-i.html Il passaggio logico successivo è capire che se si attuano “riforme strutturali ordoliberiste infinite” in regime di cambio fisso, ciò che si ottiene, non è altro che allinearsi alla strategia geopolitica della Germania, di aggressione economica verso il resto del mondo. E’ presto detto: in un mercato unico come la UE, se tutti divengono più competitivi tagliando i costi…dove esporteranno una volta depresso il mercato interno tramite la deflazione salariale ? Da nessuna parte – forse fuori dall’EU? – e comunque intanto il mercato interno crolla…ovvio, perché non è possibile che tutti i paesi di un’unione monetaria diventino contemporaneamente più competitivi ( https://makroskop.eu/2020/04/von-starken-und-schwachen-von-arroganz-und-unwissen/ ) Per sintetizzare, quella della “EU mercato unico più grande del mondo” è quindi solo ipocrita retorica, perché:
- il mercato interno da anni è mortificato a causa dalla deflazione salariale progressiva;
- i paesi in surplus (in testa Olanda e Germania), continuano ad accumulare squilibri negli scambi economici ed a divenire infine creditori verso gli altri paesi, in termini finanziari;

L’obiettivo della creazione di un ”piccolo impero tedesco” lo descrive Limes, che in un recente articolo spiega, peraltro, che probabilmente esso sarà abbattuto dagli USA e l’Italia diventerà la 51 esima stella americana (NON VEDIAMO L’ORA!). https://www.limesonline.com/unione-europea-italia-germania-bce-euro-usa/117379?refresh_ce
COME VERRA’ GESTITA LA PROSSIMA CRISI DELL’EURO
A nulla è servita la lezione della crisi del 2011-2012…”Weidmann is back” ! Nessuna lezione anche dalla fine della Repubblica di Weimar, non sia mai…
“Brüning […] emana tra l’ estate del 1930 e l’ inverno del 1931 quattro provvedimenti votati all’ austerità. La spesa pubblica viene ridotta del 15% nel giro di un triennio. Non c’ è settore che venga risparmiato dalla mattanza: si va dalla sanità all’ istruzione, allo sviluppo economico, passando per le infrastrutture”.La macelleria sociale che ne seguì portò la disoccupazione a livelli drammatici (43,8% nel 1932)“. [Dopo, arriverà Hitler, NdA.]
https://it.insideover.com/politica/lo-studio-rivela-le-connessioni-lausterita-lascesa-del-nazismo.html Il punto, però, adesso è capire perché la Germania continua a perseverare sulla stessa linea….ebbene, si deve concludere che i tedeschi non “perseverano in un errore”, è una scelta deliberata! Abbiamo visto tutti il disperato recente appello di Macron, per la mutualizzazione del debito necessario per affrontare la crisi economica post Cvid-19, ma perché arriva?
INDIZI SU UNA POSSIBILE AGGRESSIONE TEDESCA ALLA FRANCIA
Il sospetto è che questa presa di posizione si verifichi perché dopo la crisi, anche il debito pubblico della Francia schizzerà in alto, diciamo attorno al 130%/PIL, rendendo i transalpini bersaglio facile per la Germania, assetata di asset da privatizzare o svendere dietro diktat della Troika/ESM, interessata ad abbattere l’ultimo rivale sulla via per il completo dominio dell’EU.
…dal 2015 ad oggi, quando Varoufakis ci disse che Schauble voleva la Troika a Parigi…sarà forse cambiato qualcosa? Personalmente credevo che con il c.d. “Patto di Aquisgrana” per la direzione dell’EU, siglato da FR e GER a gennaio 2019 nella capitale del fu Sacro Romano Impero (considerato storicamente come il Primo dei Reich), il progetto degli Schauble Boys fosse stato accantonato. Confesso che a dicembre 2019 non detti particolarmente peso a questo articolo, il quale ipotizzava che la riforma del MES, ancora in itinere, potesse servire a colpire la Francia attraverso la via oggi utilizzata dai tedeschi per assumere il dominio: quella finanziaria.
https://www.investireoggi.it/economia/riforma-fondo-salva-stati-e-se-la-germania-la-usasse-contro-la-francia/ Infine, pochi giorni fa, i sospetti sono diventati quasi certezza quando abbiamo letto un tweet di Sebastien Cochard, un ex diplomatico francese oggi banchiere, una fonte che ragionevolmente parla con piena conoscenza della situazione.
Per concludere, ci dobbiamo domandare perché mai la classe dirigente italiana, a fronte della pericolosità dei tedeschi, dal 1992 in poi (con poche parentesi chiuse in modo perlopiù brutale) abbia diabolicamente perseverato nell’accodarsi a diktat economici che sottendono la strategia geopolitica di un paese aggressivo, economicamente e finanziariamente “violento” come la Germania (oltretutto in asse col regime cinese e quello iraniano…); rispetto ad una Nazione con questo comportamento, il buonsenso consiglia solo una scelta: STARE LONTANI e ringraziare per la capillare presenza di basi USA sul loro territorio…(capito carissimi leghisti?….)…commerciare coi tedeschi è tollerabile, ma solo con valuta sovrana e fluttuazione del cambio… Non è solo una questione che attiene al senso di giustizia, ma più semplicemente è necessario proteggersi dall’aggiustamento macroeconomico da parte del resto del mondo (leggi in particolare dall’anglosfera), che in mancanza di rivalutazione del cambio….arriverà per altre vie, che un tempo sarebbero state probabilmente militari, ma che saranno in ogni caso brutali.
Pepito Sbazzeguti (P.S. grazie a @Etrusco per aver segnalato ieri la notizia di cui sopra in una discussione, l’avevo dimenticata)
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