L’abbiamo scritto chiaro solo qualche mese fa, a Gennaio scorso. E anche prima, nel 2019. Ci siamo tristemente arrivati, il COVID ha fatto da accelerante. Dunque, abbiamo il crollo del PIL, morte degli anziani che spesso sostentavano con le loro pensioni i giovani, crollo della domanda, aziende che non riapriranno… E conti statali che fatalmente non tornano. In tale contesto l’EU non vuole concedere denari se non a fronte di una patrimoniale monstre sulle ricchezze delle famiglie pari al 14% degli averi famigliari, case incluse, è una proposta tedesca degli scorsi giorni. Ossia rinnegando totalmente il vantaggio dell’euro concesso a tedeschi, olandesi e austriaci grazie ad un euro più svalutato grazie ai PIIGS che sono stati nel tempo depredati, ad esempio. Triste rilevare purtroppo che molte delle elites italiane hanno interessi proprio in Germania ed Olanda, infatti quasi tutte le holding detentrici gli assets degli editori italiani sono proprio in Olanda, guardate ad es. agli editori dei principali media. Dunque, di che stiamo parlando? Degli interessi di qualche migliaio di persone contro quelli di quasi 60 milioni di italiani?
Una pre-confisca tedesca in attesa della “patrimoniale” da imporre alle famiglie italiche?
Enrico Mattei quando si propose di mettere a garanzia i suoi assets famigliari per far concedere un prestito alla nascente ENI, secondo il mantra che a lui non interessava vivere da ricco in un paese povero, riassumeva perfettamente il concetto che oggi è disconosciuto dalle avide elites italiche e globaliste. Ossia, mentre c’è qualcuno che sta moltiplicando le sue ricchezze, fra poco ci sarà qualcuno che in Italia morirà di fame. Si, perchè se è tecnicamente corretto che il blocco tedesco dica che, sì, “se i soldi gli italiani ce li hanno a livello famigliare perchè chiederli a noi“, è anche vero che se si toglie il risparmio degli italiani l’Italia farà la fame. Ovvero, la ricchezza distribuita delle famiglie italiane è l’ultimo salvadanaio a cui le elites locali – e Stato avvoltoio al seguito – devono attingere per evitare che si chieda anche a loro di contribuire al disastro.
Qui siamo.
Restando nell’euro il futuro è la confisca di risparmi e case degli italiani, l’Economist lo suggerisce. Oltre a non voler pagare le pensioni fino a 70+ anni. Italia, un paese per miliardari (esentati dalla iper-tassazione)
Faccio presente che non è un caso che la Lombardia sia l’epicentro di tale “scontentezza elitaria”: infatti è proprio a Milano dove gli imprenditori nazionali hanno re-investito negli anni i proventi della svendita allo straniero delle proprie imprese, dunque puntano a che Milano cresca. Così si spiega la differenza di andamento dei prezzi degli immobili tra Milano e resto d’Italia: infatti il mercato milanese è drogato appunto dalle elites svenditrici che hanno “depositato” i loro soldi sotto forma di mattone meneghino. Dunque sono disposti anche alla secessione per di restare nell’euro ossia pur di evitare di riconvertire i loro patrimoni in instabili lire.
Sono anni che i tedeschi ripetono lo stesso mantra: grazie al COVID, dopo aver affamato la Penisola, forse ce la faranno
Capito quanto sopra, ora si ha una scelta innanzi, SOLO UNA: restare nell’euro tagliando pensioni, stipendi pubblici, facedo una cd. patrimoniale sulla ricchezza famigliare (ma non elitaria) e mettendo il paese a soqquadro; o uscire dalla moneta unica, come alternativa a pagare tasse folli simili alla confiscasolo per restare nell’euro.
Chiaramente tali tasse folli, nel caso, NON saranno pagate dalle elites, che vivono solo formalmente all’estero ma sono spessissimo in Italia, dove spessissimo fanno affari.
Un breve commento sull’incredibile giravolta salviniana di ieri dove la Lega ha di fatto salvato l’ “odiato” governo Conte. Purtroppo, non so se l’avete capito, ma siete vittima come lettori e come italiani di una grandissima presa per i fondelli. Non perdete il nord, usate il famoso “follow the money“: Berlusconi alcune settimane fa aveva annunciato chiaramente, “non si fa cadere Conte“. Il motivo? Semplice: sempre Berlusconi, riassumendo il concetto in altre parole, spiegò così, ” non vogliamo metterci la faccia, se cade Conte e va su il centrodestra dopo tocca a noi mettere le tasse, meglio che Conte si schianti assieme al Paese”, o qualcosa del genere. Della serie, viene prima il proprio culetto, anche se cd. paese si fotte…
A parte la vergogna salviniana dell’ennesima giravolta (da odio Conte–>a supporto Conte per non farlo cadere, ma sempre a svantaggio degli Italiani), null’altro da commentare.
A breve la scelta sarà tra uscire dall’Euro e fare una mega imposta patrimoniale pagata dalle famiglie (anche il 20% del valore netto dei risparmi/immobili privati): cosa ne penseranno gli “europeisti”?
Or dunque, ritorniamo al Via: il tempo delle scelte è arrivato. Voi cosa scegliete, uscire dall’euro in qualche modo o “donare” all’EU ossia allo Stato il 14% delle vostre ricchezze, incluse le case? Giusto per restare nell’euro naturalmente. Che poi, in soldoni, rappresenta cedere in cifre brute circa il 50% delle vostre ricchezze liquide. Meglio detta, siete disposti a dare il 50% di quello che oggi avete come vostro risparmio liquido allo Stato, durante i prossimi anni?
T. Piketty insegna: sono i grandi macroeventi che creano re-distribuzione di ricchezza. precisamente quello che le elites attuali non vogliono, a costo di mettere alla fame un popolo (senza classe media e senza il faro di Adam Smith la società occidentale è destinata all’estinzione, ndr)
Ben inteso, per non risolvere assolutamente nulla: infatti restando nella moneta unica il problema della mancata crescita resterà irrisolto – la bassa crescita del PIL è il vero problema stando nell’euro, ossia la conseguente esplosione del rapporto debito/PIL, veleggiante in trend a fine anno verso il 170-180% se calcolato ESCLUDENDO l’economia sommersa (che oltre a non pagare tasse, con il lock down è sparita per definizione, ndr) -.
Tradotto: da qui a qualche anno, al massimo 5, saranno a chiedervi anche il 50% rimanente delle vostre ricchezze visto che l’economia NON si risolleverà, anzi crollerà come PIL per assenza di domanda, per altro in ambito di crisi globale. Infatti la patrimoniale pagata di fatto solo dal popolino deve servire giusto per permettere alle elites globaliste di evitare di pagare loro il conto, che sono poi i responsabili del disastro visto che sono proprio loro ad aver depredato il Paese di assets ex statali poi svenduti allo straniero (Montedison, Novo Pignone, le banche di interesse nazionale, il tessile del lusso, i supermercati, le autostrade a breve….).
All’ITALEXIT non c’è alternativa.
Pena una novella forma di neo-feudalesimo. Ne riparleremo fra qualche mese quando, stretti fra anziani che “mancano” assieme alle loro defunte pensioni post COVID, e conti che non tornano: lì si dovrà scegliere se fare una patrimoniale su tutti i vostri assets, tassando anche la prima casa a botte di 2% del valore commerciale annuo e anche nel caso mettendo una ipoteca sulle vostre case a favore dello Stato che diventerà Vs. comproprietario (come suggerito dallo Stato francese all’Italia, ndr).
In tale contesto Giuseppe Conte non ha alcuna alternativa se non l’ITALEXIT. In alternativa, c’è la sua fine definitiva come persona pubblica e forse anche privata, quanto meno a livello reputazionale (come ben sapete riteniamo che solo gli USA possano tirarci fuori dall’euro, incrociamo le dita; dunque visto che Conte è il loro uomo noi per tale ragione lo supportiamo con il fine dell’ITALEXIT, impossibile pensare di fare lo stesso coi post sovranisti milanesi per quanto sopra esposto).
MD
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