Redazione: Con l’Italia ridotta a campo di battaglia di tutte le potenze straniere, sembra quasi che il mondo intorno a noi si sia fermato e che qualsiasi altra vicenda sia d’importanza minore.
Non è così. La storia che raccontiamo sembra poco importante forse perché riguarda un piccolo Paese.
Ma è un Paese al centro del Mediterraneo e sede d’intrighi internazionali (le vicende di Daphne Caruana Galizia, i Panama Papers, gli agganci con oscure vicende anche italiane, la fiscalità di favore, i passaporti in vendita al miglior offerente …).
Soprattutto, è una base perfetta per chi volesse ficcare il naso nel Mediterraneo.
Quest’isola, questo Paese, si è ribellato. L’Unione Europea cosa diavolo è? E’ un’Unione, d’accordo, ma di che cosa?
Come può finir bene, questa storia, se un Paese membro UE, per risolvere il problema che l’affligge (immigrazione), deve appoggiarsi alla Turchia, nemica giurata del mondo greco, anch’esso parte integrante della stessa Unione?
“Il Re è nudo”, ha gridato Malta ..… buongiorno UE, la rivolta è appena cominciata.
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Matthew Vella per Malta Today
Malta ha formalmente comunicato alla Commissione Europea che non impegnerà più alcuna risorsa militare nell’”Operazione Irini”, decisa dall’UE per far rispettare l’embargo sulle forniture di armi alla Libia, nel tentativo di pacificare le parti in conflitto.
La mossa è un “biscottino” dato alla Turchia, che sta rifornendo di armi, via mare, il GNA di Al Serraj (riconosciuto dall’ONU), nella speranza che infligga un colpo ai trafficanti di esseri umani del Mediterraneo Centrale.
Malta vuole chiudere i suoi porti ai migranti “salvati in mare”, anche per combattere la pandemia di Coronavirus.
Ma il paese soffre anche per la mancanza di un piano per il trasferimento dei migranti, che consenta di condividerne la responsabilità con gli altri membri dell’UE.
Malta, di conseguenza, ha comunicato allo “Special Athena Committee” che porrà il veto sull’”Operazione Irini” (compreso il divieto di sorvolo per i droni) e su tutte le procedure di spesa relative all’Operazione.
Malta ha dichiarato al Comitato che sta affrontando una “crisi senza precedenti”, conseguenza di un afflusso sproporzionato di migranti, gestito dai “mercanti di esseri umani” portatori di attività criminali in tutto il Mediterraneo Centrale.
Ha citato un aumento del 438% [rispetto all’analogo periodo dello scorso anno] degli arrivi nell’isola.
Il Governo ha affermato che non c’è stata alcuna solidarietà o sostegno tangibile da parte dei partner dell’UE, nonostante le insistenti richieste per un loro trasferimento e la sollecitazione a trovare una soluzione permanente.
Il nuovo “EUNAVFOR MED Irini” colpisce in modo sproporzionato il GNA (le cui armi sono fornite dalla Turchia essenzialmente via mare), perché al contempo non esercita alcuna pressione sul suo rivale, lo LNA del Generale Khalifa Haftar — che riceve rifornimenti via terra attraverso il confine con l’Egitto, oltre che per via aerea dagli Emirati Arabi Uniti.
Queste forniture sono più difficili da rintracciare e comunque impossibili da intercettare per la missione “Irini”.
Il riavvicinamento di Malta alla Turchia è proseguito, questa settimana, con l’incontro fra il “Ministro degli Esteri”, Evarist Bartolo, e l’”Ambasciatore Turco” a La Valletta, mentre il “Ministro degli Interni”, Byron Camilleri, ha avviato colloqui informali con il “Ministro della Difesa Nazionale” turca, Hulusu Akar, nel tentativo di “costruire un ponte” con la Turchia e di scuotere i grandi Stati-membri dell’UE.
I primi tre mesi dell’anno hanno visto un drammatico aumento degli arrivi attraverso il Mediterraneo Centrale, ma quasi nessuno proveniente dalla parte orientale della Libia, bloccata dalle navi dell’UE.
Il Comando dell’”Operazione Irini” è assegnato congiuntamente all’Italia e alla Grecia, che si alternano ogni sei mesi.
Inizialmente, l’Operazione prevedeva l’apporto di tre navi da parte di Francia, Grecia e Italia, ed inoltre di una “squadra d’imbarco” maltese e di tre “aerei da pattuglia” conferiti da Germania, Lussemburgo e Polonia — oltre che di altre piccole navi di supporto fornite da tutti i partecipanti.
Il Governo Greco è di per sé contrario agli interessi militari turchi mentre la Francia sostiene le forti ambizioni di Khalifa Haftar.
La mossa di Malta contro l’UE è quanto meno destabilizzante.
L’“Operazione Irini” potrebbe alimentare invece che sopire i combattimenti (mina oltretutto la credibilità dell’Europa come “intermediario”), perché è volta soprattutto contro la fornitura di armi al GNA (da parte della Turchia), ma non ha alcuna incidenza sui sostenitori di Haftar, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti.
L’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno sostenuto Haftar per molti anni e a loro, più di recente, si è aggiunta la Russia.
Solo di recente la Turchia ha cominciato a sostenere il GNA, fornendo assistenza militare in cambio di un accordo assai controverso che divide gran parte del Mediterraneo Orientale fra Turchia e Libia.
La mossa di Malta ha fatto arrabbiare la Grecia — che sta gestendo logisticamente l’”Operazione Irini” — perché la sua ZEE (Zona Economica Esclusiva) intorno a Creta è stata violata dalla Turchia.
In conclusione, l’”Operazione Irini” potrebbe rafforzare la posizione relativa di Haftar, incoraggiandolo a non fermare l’assedio a Tripoli e a rifiutare un “cessate il fuoco”.
In effetti, non esercita alcuna pressione sull’Egitto e sugli Emirati Arabi Uniti perché contengano il Generale, sullo sfondo di una pandemia che sta diffondendosi in tutta la Libia.
A tutto questo si aggiunge l’intrigo della Francia, che sostiene Haftar perché vede in lui l’”uomo forte” che può garantire la stabilità della regione contro i terroristi.
Il sostegno della Turchia al GNA ha fatto sì che anche la Grecia e Cipro si siano rivolte verso Haftar, perché l’obiettivo finale è quello d’impedire alla Turchia d’influenzare le vicende del Mediterraneo Orientale.
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Link Originale: https://www.maltatoday.com.mt/news/europe/102202/malta_withdraw_eu_naval_mission_irini_veto_spending#.XrZnRWgzbIU
Scelto e tradotto da Franco
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