“I fatti (ed i dati) hanno la testa dura“. Io più leggo ed ascolto i titoli dei media e più capisco che troppo non torna nella valutazione della gravità globale del COVID19 data dai media MSM. Ad esempio il Brasile: “i casi di COVID esplodono“. O l’Africa: “i casi COVID pronti ad esplodere“. Sarà vero? Ragioniamo sui dati fattuali ed usiamo un metodo: i dati di mortalità da COVID. Situazione paradossale: sembrerebbe che ci dovremmo forse spaventare più dell’allarmismo della stampa che della reale pericolosità patologica da COVID?
Per ordine, la mortalità da COVID cosa è? Semplice, il numero di morti di COVID diviso per popolazione registrata; tale numero è ragionevolmente certo, sebbene restino zone d’ombra se un soggetto sia morto con COVID o per COVID (…). La letalità è altra cosa e non ha alcun senso utilizzarla in comparazione, in quanto dipende dal numero di tamponi effettuati e dalla capacità del sistema sanitario nazionale in oggetto di individuare i positivi al COVID, non così semplice: ad es. in Africa dove gli ospedali sono fatiscenti vs. ospedali europei cd. avanzati. Infatti la letalità è il numero di morti per pazienti testati positivi alla malattia.
Dunque, se andiamo a prendere i media e vediamo cosa scrivono sul COVID nel mondo emergono profonde contraddizioni nei termini nella stessa narrazione. Ad esempio per il Brasile, questi sono i titoli:
Leggiamo poi, anche sugli stessi media che lanciano l’allarme, la statistica dei casi di COVID per popolazione registrata e ci accorgiamo che non solo molto non torna, ma che viene dimostrata addirittura l’incapacità dei media di fare corretta informazione in seno alla stessa notizia, ossia contraddicendosi. Non ci credete? Guardate qui:
Mentre sopra, avete letto nel titolo, si crea l’associazione COVID-Brasile con l’esplosione supposta del COVID, in parallelo si riportano i dati che dimostrano come la mortalità da COVID nel paese sudamericano per popolazione registrata sia una frazione di quella italiana!!! Ossia, la situazione in Brasile è certamente meno grave che in Italia, Spagna, Svizzera, UK, Francia come mortalità; ma in realtà sembrerebbe si punti a far apparire ben più grave la situazione brasiliana rispetto a quella di altri paesi!!! Come mai succede questo?
Altro caso l’Africa, luogo riconosciuto come climaticamente “caldo”: l’OMS vede esplosione di casi di COVID, sarà vero? A parte che in Africa si usa normalmente la clorochina per combattere ed anche prevenire la malaria, lo stesso medicamento usato da Trump ad esempio per prevenire il COVID, tutto lascerebbe supporre che essendo largamente usato in loco tale medicinale difficilmente ci sarà alcuna epidemia di COVID in Africa. Ed i dati cosa dicono? Confermano la nostra tesi: in Africa la mortalità da COVID è bassissima, senza nemmeno fare la tara per un sistema sanitario arretrato rispetto all’Occidente, altro che esplosione dei casi!!!
Prendiamo i dati da ncov2019.live, il sito di Ari Shiffmann a cui hanno offerto 8 milioni di USD per comprarglielo (ed il giovane autore ha rifiutato, ndr): in Africa ci sono stati 3’354 decessi da COVID, su una popolazione di 1’216 milioni di persone, pari a meno di 3 casi per milione di abitanti. Per fare farvi capire, l’Italia ha avuto circa 32’785 orti a fronte di una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, ovvero circa 525 morti per milione di abitanti, dunque è molto peggio l’Italia. Idem la Spagna, peggio di tutti. Idem gli UK…. Ma il messaggio che recepiamo dai media è che forse Africa è un problema. Ed anche il Brasile sarebbe un enorme problema, che ha circa 72 decessi per milione di abitanti, che però sono pochissimi rispetto all’Italia ed alla Spagna!
Anche gli USA, tabella sopra, presenta un profilo di mortalità che è circa la metà di quello italiano, mentre ad ascoltare i media gli USA starebbero forse affogando nei decessi.
Insomma, per capire come il COVID abbia veramente colpito i vari paesi, l’unico dato significativo sono i morti per popolazione registrata, avendo ben chiaro come ci si dovrebbe pure aspettare maggiore mortalità a parità di altri fattori in paesi con un sistema sanitario fatiscente. Lasciamo perdere la notizia di Reuters secondo cui in Tanzania una papaya ed una capra sono stati testati positivi al coronavirus, forse – dico io – qualche dubbio sul fatto che i test fossero stati contaminati e/o “taroccati”, che dite…
Tradotto: i luoghi climaticamente caldi hanno guarda caso relativamente pochi casi di COVID, come il prof. Giulio Tarro aveva correttamente previsto, il caldo – sosteneva il virologo – annichilisce e/o depotenzia il virus. Parallelamente il Brasile – là fa caldo ora – non è in una situazione grave come l’Italia, anzi è molto meno grave. Gli USA hanno invece un’incidenza COVID come mprtalità pari alla metà di quella italiana. In Africa l’incidenza è pressochè nulla; anche in Sudamerica l’incidenza è una frazione di quella europea.
I dati ci dicono questo, base mortalità. Ossia i dati dei decessi vanno divisi per la popolazione registrata per fare un abbozzo di comparazione “mele con mele“.
Resta da scoprire quale sia il piano sottostante basato sul mantenimento mediatico della tensione e della paura, nella popolazione. Ritengo infatti che non sia la pericolosità patologica del virus a doverci preoccupare, ma qualcosa d’altro (…).
Che magari l’Occidente stia “saltando” come modello economico e qualcuno abbia interesse a spaventare la gente incolpando il virus per questo? Mai dimenticare infatti che la famosa influenza spaziale del 1968 fece un multiplo di morti del COVID ma nessuno si sognò di fare un folle lockdown come quello messo in atto in questi mesi…. che ha fatto fare crash alle economie di mezzo mondo.
Capiremo fra un po’ quali erano gli scopi reconditi, ma pinta male…..
MD
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