Kit Knightly per Off Guardian
Tutto comincia con una serie di proteste pacifiche. Succede sempre così.
Persone oppresse, povere o comunque disperate scendono in strada perché non sanno cos’altro fare, perché lo fanno i loro vicini, perché il mondo è ingiusto, perché …
Nessuna persona che manifesta per la giustizia e il cambiamento vuole davvero bruciare un panificio o rubare le scarpe da ginnastica in un negozio della Nike.
Ma poi succede. Si rompono le vetrine, si lanciano mattoni, i cittadini vengono gasati con i lacrimogeni e trascinati via dalla folla. La gente, infine, si fa male.
Non è necessario che succeda, però succede.
A volte la polizia si fa prendere dal panico … a volte i manifestanti danno sfogo alla rabbia. C’è una minoranza che gode solo davanti alla violenza e al caos.
C’è chi ne trae vantaggio e alimenta cinicamente il conflitto.
Volano i “cocktail molotov” … i cecchini sparano alle persone di entrambe le parti … c’è sangue per le strade … vengono erette barricate e la situazione si avvita su sé stessa.
I media, partigiani e disumanizzanti, si agitano. “Criminali” da un lato, “fascisti” dall’altro … delinquenti entrambi.
Fox News e CNN raccontano la stessa storia, ma da punti di vista opposti. Spaccano verticalmente la società e così il caos aumenta.
Il Presidente deve fare qualcosa … e quindi chiama l’esercito.
La stampa, di conseguenza, lo definisce “fascista” e “dittatore” … ha violato il suo mandato e quindi deve dimettersi. Se non lo fa, dev’essere rimosso o arrestato.
Non sto parlando degli Stati Uniti!
Sto parlando dell’Ucraina del 2014. O dell’Egitto e della Siria del 2011. O della Libia del 2010. O della Bolivia lo scorso inverno. O del Venezuela, tutti gli anni, da decenni.
Se le rivolte nelle città degli Stati Uniti avessero luogo in qualsiasi altro Paese del mondo, grideremmo che dietro a tutto questo c’è lo Stato Americano, ovvero il Deep State.
I segni distintivi son tutti lì. Le narrazioni precostruite, gli “oggetti di scena” a portata di mano, gli agenti provocatori, l’isterismo dei media, il fetore dell’agenda.
Considerate per un attimo quello che sta succedendo a Minneapolis, New York e Los Angeles.
E’ esattamente quello che da due anni sta succedendo a Parigi e in una miriade di altre città francesi.
Ma il Guardian non ha mai detto che Macron è un fascista. La CNN non ha mai fatto una diretta-streaming su quelle vicende.
Confrontate la copertura mediatica dei “Gilets Jaunes” con quella dei “Black Lives Matter” — e poi con quella di “Piazza Maidan” [Kiev].
I proiettili di gomma e i gas lacrimogeni sono gli stessi. Solo i titoli dei giornali non lo sono.
La CNN intervista un signore che definisce Trump un “teppista che si nasconde nel suo bunker”.
Un altro sostiene che “Trump ha dichiarato guerra agli americani”.
Robert Reich ha scritto sul Guardian che:
“”[Trump] non è più il Presidente. Prima smettiamo di trattarlo come tale, meglio sarà per tutti””.
Il Washington Post ha titolato in prima pagina:
“”Trump dev’essere rimosso assieme ai suoi sostenitori nel Congresso””.
La rivista Slate:
“”Rimuovete Trump. Ora””.
Le grandi Corporation sono tutte a bordo. Stanno rilasciando dichiarazioni di solidarietà. Inviano “cuoricini” su Instagram e denaro dove loro ben sanno.
Anche la Nike — poteva mancare? — ha fatto il suo annuncio.
Perché, sia ben chiaro, aziende che pagano stipendi da schiavi a bambini indonesiani di 10 anni o sfruttano i lavoratori nelle fabbriche del terzo mondo, odiano il razzismo e la disuguaglianza … sono aziende rispettabili.
L’abbiamo già visto in passato, vero? Non sembra un’opera teatrale volta ad un cambio di potere? E’ forse in arrivo una “rivoluzione colorata”?
Se del caso, a questo punto dovremmo chiederci: “”perché proprio adesso?””.
Fra cinque mesi Trump sarà rieletto. Biden non ha alcuna possibilità … ma i Democratici potrebbero dire che soffre di “cattiva salute” e quindi ritirarlo, sostituendolo con una Harris, o una Warren o Michelle Obama.
Diavolo, in fin dei conti un’Elezione possono semplicemente truccarla. L’hanno già fatto in passato.
Ma allora la rivolta potrebbe non essere in senso stretto contro Trump!
Forse, la questione è più ampia e riguarda in generale il “processo elettorale” e la carica di “Presidente”.
Forse, vogliono solo che si dichiari la “Legge Marziale” … prima che faccia effetto il contraccolpo del Covid-19.
Forse c’è qualcos’altro in arrivo che renderà tutto più chiaro.
Supponiamo che il piano sia quello di sbarazzarsi di Trump. Allora la questione diventa: “”cosa succederà, dopo?””.
Bè, forse una di queste tre cose:
a) In primo luogo, è possibile che tutto si spenga. Ma, se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è che il Deep State non si piega solo per aver perso una “mano”: alza la posta in gioco e cerca di bluffare.
b) In secondo luogo, c’è la possibilità che Trump introduca la “Legge Marziale” e diventi quasi un dittatore.
Sono sicuro che non avrebbe troppe remore al riguardo … ma avrebbe il sostegno (vitale) del Pentagono e delle “Agenzie d’Intelligence?
Hanno mostrato negli ultimi quattro anni di che pasta son fatti e, per quanto possa essere stato utile, Trump non è uno di loro, non è un “insider”. Potrebbe anche essere considerato una sorta di “usa e getta”.
c) Terzo e ultimo, Trump se ne va. Un impeachment, un processo, un’elezione anticipata, una guerra civile … francamente non lo so. Ma è difficile che Trump possa resistere a questa tempesta.
Tirando ad indovinare, direi che le proteste e le pressioni aumenteranno fino a quando Trump farà qualcosa di stupido.
Se facesse tentativi di pacificazione in stile Yanukovych (probabilmente non li farà), questi saranno ignorati o minimizzati.
Se necessario, saranno spostati i pali della porta (l’abbiamo già visto in occasione dell’arresto di Derek Chauvin, che è passato quasi del tutto inosservato).
Se i soldati sparassero sui civili (che Trump lo ordini o meno), o se fossero i mercenari ad incastrare l’esercito (come in Ucraina), sarebbe in fondo la stessa cosa.
I militari si dimetterebbero in massa e si rivolterebbero contro Trump, spodestandolo.
A questo punto potrebbe emergere un Presidente “temporaneo”, “intermedio”, nominato con il sostegno di entrambi i Partiti, il cui compito sarà quello di “unificare il Paese” e “sanare le divisioni”.
L’emersione di un Presidente non eletto sarà definita dal Guardian (ovviamente) come “”un trionfo dello spirito democratico””.
Sarà ai disordini che verrà addebitata un’eventuale “seconda ondata” del Covid-19. Giusto in tempo per uno dei primi annunci del nuovo Presidente: “”l’America comincerà a prendere il Covid-19 sul serio””.
Regole più severe per l’isolamento, l’obbligo ad essere tracciati … insomma, il Full Monty .
Questo, naturalmente, gli farà guadagnare la nomea di “bravo ragazzo” da parte di tutti i media mainstream, con il bonus che chiunque osasse protestare contro il “colpo di stato” infrangerebbe la legge.
Sarebbe un egoista che mette a rischio finanche la propria vita (e, in fondo, un razzista)!
Tutto questo, sia chiaro, è solo una mia supposizione. Potrei sbagliarmi … spero di sbagliarmi. Ma vedo che tutto sta andando in quella direzione.
L’idea dovrebbe preoccuparci. Tutti. Non tanto per Donald Trump, quanto per la stabilità del mondo.
I “colpi di stato”, gli impeachment, i violenti cambi di potere non sono una cosa positiva. Non finiscono mai bene.
Non finiscono bene per i leader rimossi, quasi sempre esiliati, impiccati, avvelenati o uccisi … e a volte anche peggio [Gheddafi].
Fatto ancor più importante, non finiscono bene per la gente comune, che soffre sempre quando il “Deep State” ribalta la società.
In questo caso, può non finir bene nemmeno per il resto mondo che, improvvisamente, avrebbe di che preoccuparsi per una superpotenza nucleare piombata nel caos.
C’è una vecchia barzelletta:
D: Perché non c’è mai stato un “colpo di stato” militare negli Stati Uniti?
R: Perché non c’è un’Ambasciata Americana.
Questa risposta, forse, non è più valida.
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Link Originale: https://off-guardian.org/2020/06/02/are-we-about-to-see-a-colour-revolution-in-the-united-states/
Scelto e tradotto da Franco
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