Redazione di Renovatio 21
Il 17 giugno la “Società Reale dei Paesi Bassi per la Promozione della Medicina” — Ente che raccoglie i medici olandesi fin dal 1849 — ha presentato una proposta per introdurre nelle cure mediche una discriminazione basata sull’età.
La “Federazione degli Specialisti Medici” sembra concordare, a sentire il suo Presidente, Peter Paul van Benthem: «… gli eticisti hanno scelto per noi. Trattiamo i pazienti da un punto di vista puramente medico».
Considerando che i pazienti Covid occupano un letto per 2-4 settimane, mentre quelli di chirurgia ordinaria solo per qualche giorno (dopo l’intervento chirurgico), considerando inoltre che ci sono solo 1.150 letti di “terapia intensiva” in tutto il Paese, la proposta della “Società Reale” mira ad introdurre dei criteri di scelta legati sia all’età (a partire dai 60 anni) che alla durata della loro degenza.
Più è vecchio il paziente, meno possibilità ci sono che egli venga ammesso.
Un Operatore di “terapia intensiva” ha affermato che, spesso, le persone di età superiore a 80 anni non vengono nemmeno mandate in ospedale.
Il Ministro della Sanità Martin van Rijn ha espresso la sua obiezione in una lettera in cui affermava che «ogni vita è uguale per questo Gabinetto».
Un Capogruppo nella Camera bassa, Henk Krol, ha sostenuto che, una volta che hai raggiunto una certa età, sei letteralmente «cancellato».
Chi segue Renovatio 21 sa come l’Olanda sia da sempre un formidabile laboratorio per la Necrocultura.
Giusto questa settimana, c’è stata la conferenza stampa della dottoressa assolta per aver eutanatizzato una anziana demente, apparentemente contro la volontà di quest’ultima.
Ma molti altri casi sono stati evidenziati dai media, anche italiani, come quello della giovane suicida, l’adolescente Noa, che un paio d’anni fa richiese, assieme alla famiglia, che della sua morte si occupasse lo Stato.
Tuttavia, è imbarazzante dover notare che i dottori se ne siano lavate le mani, asserendo che a prendere la decisione di praticare la «strage da triage» siano stati gli eticisti.
Quadro perfetto di quello che è diventata la Bioetica al giorno d’oggi: l’”ufficio permessi” della Cultura della Morte che, in pratica, non dice mai di no.
Il tradimento della Bioetica è, insomma, sempre più palese.
L’Italia non è stata da meno nella catastrofe del Covid.
Un documento che parlava apertis verbis della necessità di scegliere chi curare e chi no è stato firmato da una grande associazione di lavoratori sanitari.
A Renovatio 21 sono altresì arrivate numerose testimonianze che indicano di come siano stati applicati principi di scelta su chi dovesse vivere e chi morire, con riferimento alle intasate “terapie intensive”.
Ha raggiunto la stampa il caso dell’ex Deputato bergamasco Mario Sberna, che ha dato una testimonianza agghiacciante:
«Sono ancora vivo grazie alla bombola d’ ossigeno che un’ infermiera ha tolto al mio vicino di letto, ottantenne, per darla a me».
«Erano le quattro del mattino — ha raccontato Sberna al Corriere della Sera — e non dormivo perché avevo freddo, mi sentivo i polmoni bruciare e avevo una fame d’ aria che non le dico. Davanti a me c’era un anziano rannicchiato su un fianco, in silenzio da ore».
«Quando mi hanno dato il suo ossigeno mi son sentito rinascere. Ma non riuscivo a distogliere gli occhi da quell’anziano. Respirava ancora. Poi l’ hanno portato via in ambulanza».
Quasi certamente l’ uomo che indirettamente gli ha salvato la vita non c’è più, nota il Corriere.
«Non avrei nemmeno la possibilità di dimostrargli la mia gratitudine perché la sua non è stata una scelta volontaria. Non gli hanno chiesto se volesse morire. Gli hanno tolto la maschera e basta».
In pratica, hanno salvato un un signore, sacrificandone un altro solo perché più anziano.
Chi non riesce ad avere le vertigini rispetto a questa storia?
Chi non riesce a vedere quali radicali domande essa pone alla nostra società?
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Link Originale: http://www.renovatio21.com/lolanda-e-la-proposta-di-far-morire-i-vecchi/
Scelto e pubblicato da Franco
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