Franco per mittdolcino.com
La suggestiva scrittura del “Racconto dell’Anticristo”, che propongo come addendum in coda, vide luce in occasione della Pasqua dell’anno 1900, poco dopo la morte dell’autore, Solov’ëv.
La sua visione si basava sull’Apocalisse di San Giovanni e forse è per questo che sembra seria al punto da non offrire molte possibilità di replica.
Leggendo con attenzione, si ravvisano i profili dei più grandi dittatori che hanno costellato il “secolo breve”.
Capovolgendo e attualizzando il messianesimo giudaico direi, assieme a G. Marcotullio, che l’Anticristo non possa essere incarnato da un’unica figura storica ma che, nella storia moderna, si sia manifestato a più riprese e con caratteri di ambiguità sempre più accentuati.
Senza alcuna pretesa d’imbastire un qualsivoglia “processo”, questo discorso di Macron — https://fr.aleteia.org/2018/04/10/le-discours-demmanuel-macron-aux-bernardins/ (un semplice traduttore automatico ne permetterà una sommaria lettura) — inquieta, per dirla con il Marcotullio, per la diabolica piacevolezza retorica, seduzione intellettuale e afflato spirituale.
“Imperatore” non solo per le tipiche vesti della “grandeur francese”, ma anche per una sorta di déjà-vu (si legga l’addendum in coda): un “vescovo” che prende la parola in una sorta di oscena celebrazione eucaristica …
Con un tratto da “primus inter pares”, Macron ha “spiegato la Chiesa” ai Vescovi di Francia e, nel farlo, ha descritto un Cristianesimo senza Cristo, al pari del terribile personaggio di Solov’ëv.
Qualsiasi cosa abbia detto, disposto, concesso … ha sempre fatto capo ad un martellante pronome: “io”.
Un “io”, ovvero sé stesso, cui ha assegnato la stessa missione della Chiesa: «farsi carico dell’eredità dell’uomo e del mondo».
Sbalorditiva la reazione entusiasta di alcuni cattolici in Francia. Ma anche questo era stato previsto dalle pagine apocalittiche del “Racconto dell’Anticristo”.
A queste considerazioni si aggiunge l’articolo di ieri di Cesare Sacchetti, così titolato: “Il test missilistico di Macron vicino alle acque USA: le élite hanno scelto Macron per guidare il Nuovo Ordine Mondiale?”
Non lo riproduco, ma invito (caldamente) i lettori a leggerlo con molta, molta attenzione e poi, se del caso, a commentarlo con tutta l’arguzia di cui dispongono.
Cosa sta succedendo, dunque? Cos’ha in mente Macron? Meglio ancora, cos’ha in testa chi lo guida?
Se del caso, con chi è alleato?
E’ dunque il Presidente francese, Emmanuel Macron, la versione dell’Anticristo di quest’inizio secolo?
Il “Vescovo”, il Cristiano senza Cristo, il Diavolo, la “guida spirituale” che ci traghetterà verso la trasformazione globalista del mondo?
*****
Addendum: L’Anticristo di Solov’ëv
Quando l’imperatore fece il suo ingresso insieme al Gran Mago e al suo seguito, l’orchestra attaccò “la marcia dall’umanità unita” che serviva da inno imperiale e internazionale.
Tutti i membri del Concilio si alzarono in piedi e, agitando i loro cappelli, gridarono tre volte a gran voce: «Vivat! Urrah! Hoch!».
L’imperatore, ritto in piedi accanto al trono, tese il braccio con maestosa affabilità e disse con voce sonora e gradevole:
«Cristiani di tutte le confessioni! Miei amatissimi sudditi e fratelli! Fin dagli inizi del mio regno, che l’Altissimo ha benedetto con opere così meravigliose e gloriose, non una volta ho avuto motivo di essere scontento di voi.
Avete sempre fatto il vostro dovere secondo fede e coscienza. Ma questo per me non basta. Il sincero amore ch’io provo per voi, fratelli amatissimi, anela di essere ricambiato.
Voglio che, non per senso del dovere ma per un sentimento di amore che viene dritto dal cuore, voi mi riconosciate per vostro “vero capo”, in ogni azione intrapresa per il bene dell’umanità.
E così oltre alle cose che faccio per tutti, vorrei darvi un segno di particolare benevolenza.
Cristiani, come potrei io rendervi felici? Che posso darvi non come miei sudditi, ma come miei correligionari, miei fratelli?
Cristiani! Ditemi ciò che vi sta più a cuore nel Cristianesimo affinché io possa dirigere i miei sforzi in quella direzione».
Egli si arrestò ed attese. Nel Tempio correva un brusio soffocato. I membri del Concilio bisbigliavano tra loro.
Papa Pietro, gesticolando con calore, spiegava qualcosa a quelli che gli stavano attorno. Il professor Pauli scuoteva la testa e faceva schioccare le labbra con accanimento.
Giovanni, piegandosi verso un vescovo d’Oriente e un Cappuccino, suggeriva loro qualcosa con voce sommessa.
Dopo aver atteso qualche minuto, l’imperatore si rivolse di nuovo al Concilio con lo stesso tono affabile di prima, ma in cui risonava appena un’impercettibile nota d’ironia:
«Cari Cristiani, disse, comprendo come vi riesca difficile darmi una risposta diretta. Voglio darvi una mano.
Disgraziatamente da tempo così immemorabile voi vi siete frazionati in sette e partiti diversi che forse tra voi non c’è nemmeno un argomento che susciti la vostra comune simpatia.
Ma se non siete capaci di mettervi d’accordo tra voi, spero di essere io a mettere d’accordo tutte le parti, dimostrando a tutti il medesimo amore e la medesima sollecitudine per soddisfare la vera aspirazione di ciascuno.
Cari cristiani! So che molti fra voi, e non gli ultimi, hanno più caro di tutto nel Cristianesimo quell’autorità spirituale che esso da ai suoi legittimi rappresentanti e non per loro particolare vantaggio ma, senza dubbio, per il bene comune, poiché su quest’autorità si basa il giusto ordine spirituale e la disciplina morale, indispensabile per tutti.
Cari fratelli cattolici! Oh, come capisco il vostro modo di vedere e come vorrei appoggiare la mia potenza sull’autorità del vostro capo spirituale!
E perché non crediate che si tratti di lusinghe e di vane parole, noi dichiariamo solennemente: “per nostra autocratica volontà, il Vescovo Supremo di tutti i Cattolici, il Papa romano, da questo momento è reintegrato nel suo seggio di Roma, con tutti i diritti e le prerogative di un tempo, inerenti a questa condizione e a questa cattedra e che un giorno gli furono conferiti dai nostri predecessori a cominciare da Costantino il Grande.
Ma per questo, fratelli Cattolici, voglio soltanto che dall’intimo del cuore riconosciate in me il vostro unico difensore ed unico protettore. Coloro che per coscienza e sentimento mi riconoscono tale vengano qui vicino a me».
[…]
Guardando con sorpresa il Papa immobile, l’Imperatore alzò di nuovo la voce:
«Cari fratelli! So che fra voi ci sono coloro per i quali le cose più preziose del Cristianesimo sono la sua santa tradizione, i vecchi simboli, i cantici e le preghiere antiche, le icone e le cerimonie del culto.
E in realtà che cosa vi può essere di più prezioso di questo per un’anima religiosa?
Sappiate dunque, miei diletti, che oggi ho firmato lo statuto e fissata la dotazione di larghi mezzi per il museo universale dell’archeologia cristiana che verrà fondato nella nostra gloriosa città imperiale di Costantinopoli, con lo scopo di raccogliere, studiare e conservare tutti i monumenti dell’antichità ecclesiastica, principalmente quelli della Chiesa orientale.
Vi prego, poi, che domani eleggiate fra voi una Commissione con l’incarico di studiare con me le misure da prendere per riavvicinare, quanto più possibile, i costumi e le usanze della vita attuale, alla tradizione e alle istituzioni della Santa Chiesa Ortodossa!
Fratelli Ortodossi! Quelli che hanno in cuore questa mia volontà, quelli che per intimo sentimento mi possono chiamare loro vero capo e signore, vengano qui sopra».
[…]
L’Imperatore prese di nuovo a parlare:
«Mi sono noti fra voi, cari Cristiani, anche coloro che nel Cristianesimo apprezzano più di tutto la personale sicurezza in fatto di verità e la libera ricerca riguardo alla Scrittura.
Non occorre che mi diffonda su quello che ne penso io.
Voi sapete che fin dalla mia prima giovinezza ho scritto sulla critica biblica un’opera voluminosa che a suo tempo fece un certo rumore dando inizio alla mia notorietà.
Ed ecco che, probabilmente, in ricordo di questo fatto l’Università di Tubinga in questi giorni mi ha rivolto la richiesta di accettare la sua laurea ad honorem di dottore in teologia.
Ho ordinato di rispondere che accettavo con gioia e gratitudine.
E oggi, insieme al decreto per la fondazione del museo d’archeologia cristiana, ho firmato quello per la creazione di un istituto universale per la libera ricerca sulla Sacra Scrittura in tutte le sue parti e da tutti i punti di vista, nonché per lo studio di tutte le scienze ausiliarie, con un bilancio annuale di un milione e mezzo di marchi.
Quelli di voi che hanno a cuore queste mie sincere disposizioni e che con puro sentimento possono riconoscermi per loro capo sovrano, li prego di venire qui, accanto al nuovo dottore in teologia».
E le belle labbra del grande uomo si allungarono lievemente in uno strano sorriso.
Vladimir Sergeevič Solov’ëv, “Il racconto dell’Anticristo”
*****
Franco
*****
Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.