Cercare di imporre una tecnologia immatura è il più grande errore che si può fare, la storia insegna. Oggi lo sta tentando l’asse franco-tedesco in EU, supportato dalla Cina. Si noti che costoro si attivano per fini che non sono ambientali ma per loro precisi e particolari interessi economici, facendo pagare il conto a tutti gli utilizzatori forzati di tale tecnologia. A parte che l’Italia naviga letteralmente nel petrolio, mentre sembrerebbe che oggi qualche connazionale (comprato in qualche modo?) voglia invece far adottare dalla Penisola una tecnologia immatura, ossia poco efficiente e costosissima, imposta da coloro che guarda caso furono esclusi proprio dallo sfruttamento dell’oro nero post Yalta, cosa c’è di utile per l’umanità in termini ambientali nella transizione affrettata verso l’auto elettrica/ad idrogeno, oggi?
Gli studi che finalmente mettono nero su bianco la verità si moltiplicano: le auto elettriche inquinano di più di un diesel Euro 6, ormai è mainstream anche tra gli addetti ai lavori. Dunque, visto che ad esempio l’auto elettrica è antipratica – impiega tantissimo a caricarsi -, costa una immensità – richiede una infrastruttura da miliardi di euro -, inquina più del motore termico, perchè dovremmo adottarla?
Non c’è nulla di prosaico in tale indirizzo, solo interessi: l’asse franco-tedesco-cinese mira a cancellare l’impero del dollaro che si alimenta del consumo del petrolio a livello globale per imporre la propria moneta. Togli l’auto a ciclo termico e togli petrolio ossia fai implodere il dollaro, facile così.
In tale contesto ben due “pesantissimi” studi tedeschi, uno del 2019 e uno del 2020, vanno precisamente nella direzione di dimostrare che l’auto elettrica consuma ed inquina di più di un diesel euro6. Questo lo avevamo già dimostrato noi coi conti della serva, che però fanno perfettamente scopa con quello che leggiamo oggi quotati dai principali centri di ricerca internazionali: analiticamente avevano rilevato come l’auto elettrica – ESCLUDENDO I COSTI DI SMALTIMENTO BATTERIE – aveva al massimo 3-4% di vantaggio termodinamico sul ciclo termico ma a pena di un investimento di dimensioni colossali che mai sarebbe stato rentabile, negli anni. Il problema sta infatti nell’energia di base, quella elettrica, che serve come “combustibile” delle auto elettrica: esse usa combustibili fossili, dunque se non si cambia il paradigma produttivo elettrico alla base – come fonti intendo – il sistema NON sta in piedi. Chiaro, l’idea franco-tedesca è semplice: la Francia ha oltre 50 centrali atomiche sotto utilizzate, a maggior ragione post COVID. Queste generano elettricità che verrebbe usata dalle auto elettriche made in Germany. E tutti gli altri paesi dovrebbero pagare per tecnologia ed energia, vedendo per altro l’indotto della propria metalmeccanica auto ridotto di oltre 2/3.
Follia interessata.
Studio CES-Ifo , con H. W. Sinn come co-autore
E’ fatto molto bene lo studio del CES-Ifo , dello scorso anno, dove è stato dimostrato addirittura partendo dalla CO2 emessa, ossia in modo non analitico ma diciamo sperimentale, incluso smaltimento batterie, che le auto elettriche producono più CO2 durante tutto il ciclo di una Mercedes Diesel 2000 cc. Computando per altro anche le emissioni di produzione del combustibile fossile, trasporto ecc. Faccio solo notare – a livello metodologico – che il famoso dieselgate non inficiava i consumi di CO2 ma le emissioni di NOx (…). Lo studio comunque lo trovate QUI (LINK). Ossia se qualcuno vuole ancora convincervi che l’auto elettrica fa bene all’ambiente semplicemente costui dice sonore balle; ovvero o è interessato a dirvi bugie o è fesso. Sappiate anche che nello studio si sono ipotizzati solo 15’000 km annui di percorrenza. E che un motore diesel Mercedes di 2000 cc è meno efficiente di motori diesel più piccoli; ossia all in all lo studio è ampiamente condivisibile e robusto.
Tali dati sembrano infatti incontrovertibili. A tal studio se ne aggiunge uno recentissimo dell’Università di Kiel (IfW, Germania, vedasi il frontespizio), assai famosa in quanto fu la sede dell’economia del Reich ed ancora oggi conserva tratti assolutamente elitari e di spessore nella sua didattica e nella sua ricerca; il quale studio va addirittura “oltre” affermando che:
‘ “È discutibile se una tecnologia debba essere promossa solo sulla base di questa connessione”, conclude Schmidt retoricamente. tuttavia, il settore dei trasporti non è integrato. Quindi, se si aumentano le emissioni nel settore energetico promuovendo l’elettromobilità, si forza una riduzione nel settore industriale. ‘
Dunque mettendo in guardia su una deindustrializzazione delle attività manifatturiere attuali in forza di una innovazione di fatto inutile per l’ambiente!
Il fondi del Recovery Fund dati eventualmente all’Italia verremmo in parte dirottati all’acquisto di elettrolizzatori (made in Germany?)
La prova della malafede dietro la retorica mediatica (interessata) e dell’EU franco-tedesca sta nella recentissima proposta di vincolare i soldi del futuro Recovery Fund, anche per l’Italia, alla costruzione di elettrolizzatori – dove i tedeschi sono leaders di mercato -. Ossia l’EU vorrebbe decidere che i soldi che l’EU darà ai paesi che hanno subito pesantemente il COVID dovranno essere utilizzati per acquistare elettrolizzatori made in Germany in maggior parte finalizzati alla produzione di idrogeno per elettrolisi. Qui i conti sono davvero facili: premesso che l’auto ad idrogeno che l’EU vi dice che dovreste comprare è l’auto ad idrogeno SENZA FUEL CELL (quella con FUEL CELL sarà rentabile solo dal 2050 circa), l’auto che dall’EU vi vogliono imporre (ad idrogeno) resta comunque a combustione interna, come il diesel ma ad idrogeno invece che a gasolio. Dovete sapere che l’efficienza termica di un motore ad idrogeno, pur con enormi problemi tecnologici e di bassa densità energetica dell’H2 rispetto al gasolio, è simile a quella del diesel di utima generazione, attorno al 40-42%. Peccato che per produrre idrogeno – nella folle visione, che verrebbe da definire “da invasati”, dell’EU attuale – bisognerà usare elettricità prodotta da combustibili fossili generata da centrali elettriche che avranno al massimo, fra 10 anni, come parco medio, appena sotto il 50% di efficienza termica. A cui andranno sommate le perdite in alta tensione, diciamo il 3-4% in alta tensione; e l’efficienza dell’elettrolizzatore, circa del 70%. Fate due semplici conti e capite che l’auto ad idrogeno senza fuel cell NON può stare in piedi nè economicamente nè termodinamicamente se intendete la parte ambientale come quella preponderante.
Anche Carlo Rubbia prevedeva l’uso di idrogeno ma nelle auto a CELLE A COMBUSTIBILE! NON nei motori a combustione interna ad idrogeno!
Viene da dire che il criminale è proprio chi sponsorizza tale tecnologia, non chi la mette in discussione coi numeri, come ad esempio facciamo noi. La cosa più sconcertante sono però i consumatori votanti,ossia voi che leggete, che non capiscono che tale “costo di transizione” – inutile ed anzi dannoso per l’ambiente – verrà pagato proprio da loro!
Strano non la aborriscano, ‘sta transizione del menga. Ma, si sa, i media servono anche e soprattutto per fare propaganda.
La parte più pericolosa del discorso sta invece nella radice nazista del progetto. Ovvero, l’uomo ha vissuto diversi macrotrends negli ultimi 100 anni, automobili di massa, elettricità, telefono centrali nucleari per usi civili, telefonia wireless, internet. Tutti avevano la sua ragione d’essere, economica, tecnologica e d’uso. Il macrotrend dell’auto elettrica falsamente green fa eccezione: non migliore la vita, non costa meno e inquina di più, dunque perchè viene accettato da tutti?
Ben sapendo che il fine di questo gioco al massacro è fare gli interessi economici di chi il macrotrend lo impone, letteralmente, via EU ossia con le leggi EUropee che limitano e limiteranno l’uso delle auto a ciclo termico: il fine è obbligare le masse ad usare un mezzo tecnologico che arricchirà alcuni paesi a danno di altri, con la scusa della CO2. Di questo passo il rischio è infatti che, ad esempio, vi vaccinino tutti per farvi morire entro 80 anni vista l’impossibilità del pianeta di mantenere troppi cd. vecchi/pagare troppe pensioni…
Sta a chi è attaccato difendersi. Come coi nazisti.
Mitt Dolcino