Christopher Bedford per The Federalist
Lunedì è stato il primo giorno della “Convention Nazionale Democratica”.
Ma, se non lo sapevate, siete perdonati … perché la notizia non stava semplicemente da nessuna parte.
Le date previste — 13 – 17 luglio a Milwaukee, Wisconsin — sono state prima spostate al 17 – 20 agosto, poi cancellate e trasformate in una sorta di “Riunione Nazionale in Videoconferenza” e, infine, sono cadute nel “buco della memoria”.
Questo disastro non ha avuto alcuna copertura mediatica e nessuno si è cimentato nel “conto alla rovescia” in vista del grande giorno.
Nessun reporter si è agitato per sapere quando ci sarebbe stata la Convention più festosa dai tempi di Samantha Power, che invitò finanche la HBO alla festa per le Elezioni del 2016.
Nel nostro sistema politico gran parte della Convention è soprattutto spettacolo, ma la ratifica della piattaforma resta in qualche modo importante.
Se è vero che le immagini della Nomination potrebbero non avere un grande impatto sulle elezioni, restano comunque fra le preferite dalla base, con gli attivisti a prepararsi sia per le feste che per le serate impegnative.
In una Convention, la rivelazione della “piattaforma politica” e il “discorso di accettazione del Candidato” hanno un effetto duraturo — e quindi non c’è da stupirsi che i Democratici non l’abbiano voluta, né che i media li stiano coprendo, viste le condizioni di Biden.
Il Partito si è spostato più a sinistra di quanto un sostenitore di Biden potesse mai immaginare.
La mente del Candidato, d’altro canto, si è deteriorata a ritmi che alcuni di noi, purtroppo, hanno imparato a riconoscere sulla base delle proprie esperienze familiari.
La settimana scorsa le “Unity Task Force” di Joe Biden e Bernie Sanders hanno pubblicato i risultati della loro trattativa, espressi in 110 pagine.
Il team di Sanders ha dominato, triplicando l’entità della proposta fiscale di Hillary Clinton (2016), ottenendo Collegi Elettorali sicuri, un’accelerazione del piano “zero emissioni”, una verifica “su larga scala” dei Funzionari alla Sicurezza (posti sui confini) e infine la cittadinanza per gli immigrati clandestini — ma non solo questo.
I notiziari hanno fatto finta di niente, con la sola CNN a definire il piano “moderato”, perché non prevede il “Green New Deal” di Alexandria Ocasio Cortez (fine dell’uso dei combustibili fossili), non adotta il piano di “apertura delle frontiere” del DNC e nemmeno quello per sostituire le Forze dell’Ordine con gli Assistenti Sociali.
Biden, ricordiamo, correva da “moderato”. Aveva sempre rifiutato di alzare la mano per questioni come l’”apertura delle frontiere” e la depenalizzazione dei reati connessi.
Ma, dopo questo “compromesso”, non lo è più.
“Il compromesso che abbiamo raggiunto, se attuato, farà di Biden il Presidente più progressista dai tempi di FDR” — ha detto Sanders alla MSNBC.
“Avremo l’opportunità mozzafiato di riscrivere la nostra economia”, ha ribadito Biden da casa sua, con le spalle incassate nel suo blazer blu.
Roba dei raduni di sinistra, certo. Ma è anche roba da Elezioni Nazionali? Raramente.
Purtroppo, non ci saranno comizi e la gente, al loro posto, dovrà ascoltare i media di parte, pronti a sostenere che le proposte di cui sopra siano “moderate”.
“Il programma che ha esposto non è quello di un uomo che vuole andare oltre il proprio Partito per ottenere il sostegno [necessario a vincere le elezioni]” — ha commentato il politologo Brit Hume — “Semplicemente, Biden sta cercando di consolidare il sostegno all’interno del Partito Democratico e, su questo, potrebbe anche avere ragione”.
Con gli elettori anti-Trump e i reporter alleati chiusi nel sacco, i Democratici sanno che la più grande minaccia per il loro Candidato è egli stesso.
Per ora la minaccia è stata neutralizzata, conseguenza dell’isteria da Coronavirus che ha permesso di tenerlo al sicuro.
Ma non si sa nemmeno se accetterà la nomina standosene seduto a casa sua, in mezzo a qualche assistente e con la giacca blu appoggiata sulla poltrona.
Sembrerebbe una follia ma in realtà non lo è. E’ stata una decisione tanto deliberata quanto partigiana.
Se lunedì aveste fatto una ricerca su Google News relativa alla “Convention Nazionale Repubblicana”, avreste trovato in cima alla lista parole e frasi come “cassonetti dati alle fiamme … caos … guai … lotta … pazzia”.
E’ vero, il Partito Repubblicano è stato costretto a spostare la sua Convention per le restrizioni (Coronavirus) imposte da un Sindaco ostile.
E’ anche vero che le frustrazioni in seno al Comitato Nazionale sono aumentate.
Ma si trattava di un normale resoconto da un minuto.
Se aveste fatto la stessa ricerca sulla “Convention Nazionale Democratica” (in quello che doveva essere il giorno dell’inaugurazione, se non avessero seguito il consiglio di Barack Obama di tenere il suo vecchio Vicepresidente ben lontano dalla vista degli americani), avreste trovato resoconti ben diversi.
Non c’è da stupirsi, naturalmente.
Per i media come il New York Magazine ogni giorno è buono per attaccare Trump mentre, per Biden, la copertura mediatica sembra più un coprifuoco che un reportage.
Ma, fortunatamente per i Repubblicani, la credibilità di questi media si riduce ogni giorno di più.
I tentativi di far eleggere Hillary Clinton e di spodestare Trump, in effetti, sono falliti.
Fortunatamente per il Presidente, egli ha il megafono più potente del mondo.
Può raccontare agli Americani che la “Convention Nazionale Democratica” sia stata una farsa, che il loro invisibile candidato è malato, che i loro piani “per riscrivere la nostra economia” sono allucinanti.
La sinistra sa che questa è un’elezione storica.
E’ un’opportunità per abolire le Regole del Senato, impadronirsi del potere, cambiare i Tribunali, aggiungere decine di milioni di immigrati clandestini alle liste elettorali e assicurarsi il potere per gli anni a venire.
Non si arrenderanno facilmente.
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Link Originale: https://thefederalist.com/2020/07/14/monday-was-a-big-day-for-democrats-but-you-probably-missed-it/
Scelto e tradotto da Franco
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