Tom Luongo per Gold Goats ‘n Guns
L’unica cosa che mai avrei pensato di dover dire è che Donald Trump sia coerente. Eppure, sul gasdotto Nordstream-2 lo è stato.
Nessun progetto ha fatto “digrignare i denti” così tanto come il Nordstream-2.
Trattandosi semplicemente del sostituto del South-Stream (che avrebbe dovuto attraversare il Mar Nero per raggiungere la Bulgaria e poi l’Europa Orientale), l’opposizione al progetto ha attraversato più di un’Amministrazione.
E’ una questione che va oltre la campagna elettorale del 2020.
Non si tratta più di “fare il duro” con i russi o di disquisire sulla politica di dominio energetico.
Con l’abrogazione dell’”esenzione dalle sanzioni” per il “Nordstream-2, Trump ha dichiarato guerra all’Europa e in particolare alla Germania.
Ma arriviamo al punto.
Penso che Trump lo stia facendo per adattarsi a un’agenda diversa rispetto a quella per cui gli Stati Uniti si erano opposti, in precedenza, al Nordstream-2.
Perché sa che è troppo tardi per fermare il gasdotto.
Tutto quello che può fare è di alienare ulteriormente la Germania, il principale problema in Europa.
Prima di andare oltre, però, penso che sia d’obbligo una piccola lezione di storia.
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L’opposizione degli Stati Uniti al Nordstream-2 è profondamente radicata in tutte e due le corsie politiche di Washington.
Dai Repubblicani (ancora alle prese con la “guerra fredda”) ai Democratici (che vogliono il transito del gas attraverso l’Ucraina), ci sono ragioni per cui il Nordstream-2, a Washington, sia “verboten”.
D’altra parte, il rapporto dell’Europa con il Nordstream-2 è, in una sola parola, “complicato”.
Il Presidente russo Vladimir Putin affondò il South-Stream alla fine del 2014 perché l’UE ne aveva cambiato le regole nella fase di sviluppo, dopo l’entrata in vigore dei Contratti.
In linea di massima per la pressione degli Stati Uniti ma, in parte, anche per quella di Angela Merkel.
Con l’allora Presidente Barack Obama, fece del suo meglio per creare il peggior scenario possibile alla Gazprom — il gasdotto a quel punto non era più redditizio.
Nel 2014, in Ucraina, la Merkel sostenne il gioco di Obama con l’obiettivo di controllare i prezzi del gas russo in Europa, mettendo i gasdotti dell’era sovietica sotto la giurisdizione della “Direttiva UE sul gas”.
L’UE avrebbe continuato a servirsi dei vecchi gasdotti come leva da usare contro Putin, per portare i prezzi del gas al di sotto dei costi della Gazprom, pensando che questa non avesse altre opzioni.
Ma Putin, notoriamente, fece perno sulla Cina, siglando il mega-contratto per il gas della Siberia.
Con Putin che aveva già portato a casa la Crimea e tacitamente appoggiato la secessione del Donbass, la Merkel era rimasta indietro.
Allo stesso tempo, per salvaguardare il lavoro che era stato fatto sul South-Stream, Putin strinse un accordo con il Presidente turco Erdogan per sostituirlo con il Turkstream, che sarebbe passato attraverso la Turchia.
Il gasdotto comprendeva ramificazioni verso paesi come la Serbia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca, che avevano bisogno di quel gas.
I vantaggi per la Russia erano evidenti e Putin aveva abilmente superato la Merkel e Obama.
Quegli eventi forzarono la mano della Merkel — che aveva stupidamente ceduto ai Verdi nel porre fine all’uso dell’energia nucleare — che ora aveva un assoluto bisogno del Nordstream-2.
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E così, questo gasdotto è diventato una sorta di “grande calcio geopolitico”.
La Merkel vi ha visto l’opportunità per portare i polacchi e i baltici sotto il suo controllo, consolidando i piani a lungo termine dell’UE, volti a inghiottire tutta l’Europa fino ai confini con la Russia.
Il Nordstream-2 sostituirà le forniture di gas dall’Ucraina e potrebbe fare della Germania, appoggiata dal potere politico di Bruxelles, il “centro di transito del gas”.
Questo le permetterebbe di far leva sulla Polonia, intrappolata fra l’odio per i russi e la giusta riluttanza a sottomettersi alla Germania.
La Merkel, abilissima custode dello status-quo, ha comunque lavorato con Putin per assicurarsi i flussi di gas attraverso l’Ucraina per altri cinque anni, per placare le peggiori paure della Polonia.
E’ anche andanta incontro a Trump, facendo entrare un po’ del troppo costoso GNL statunitense.
Ma il Nordstream-2 è diventato un animale geo-politicamente molto diverso nel momento in cui Trump è salito al potere.
Perché il Presidente si oppone al consolidamento del potere dell’UE sull’Europa, che ha prosciugato i commerci degli Stati Uniti anche nel settore della difesa.
L’ha detto con inequivocabile chiarezza.
Fin dall’inizio dell’anno Trump ha aumentato la pressione sia sulla Cina che sull’UE, perché li vede come alleati nel minare la posizione globale degli Stati Uniti.
Questo non significa che debba restare così com’è. Lungi da me sostenerlo.
Ma, con la follia della falsa pandemia di Covid-19, con i piani del “World Economic Forum” per il “Grande Reset” e con la Rivoluzione Culturale negli Stati Uniti, la posta in gioco è ora più alta che mai.
La “Gente di Davos” sta facendo di tutto per consolidare il potere in Europa, ma Trump sta lavorando con Boris Johnson per opporvisi (ovviamente, è la versione semplificata della scacchiera).
Questo, a mio parere, è il motivo per cui Trump si rifiuta di fermare il Nordstream-2.
Ha visto fino a quali profondità la “Gente di Davos” sia disposta a spingersi e sta forzando il momento della crisi, come ha detto T.S. Eliot.
Sta ponendo la Merkel & C. davanti a una scelta molto chiara. Se volete il Nordstream-2 ne subirete le conseguenze. Dovrete fare i vostri affari senza gli Stati Uniti.
Non si tratta più della Russia, sia chiaro. Si tratta della Germania e del futuro degli Stati Uniti.
Se Trump a novembre perdesse, avrà fine tutto il lavoro che è stato fatto per rallentare la spinta dell’oligarchia tecnocratica transnazionale.
Se vincesse, sarebbe l’attuale politica a bloccarsi.
L’UE dovrebbe fare i conti con il ritrarsi degli Stati Uniti, che si porterebbe dietro gli impegni verso l’Europa, sullo sfondo del divorzio commerciale con la Cina.
Trump potrebbe ridurre il flusso di dollari americani in tutto il mondo e costringere l’Europa a una vera e propria crisi economica entro l’inizio del prossimo anno.
La politica delle sanzioni contro il Nordstream-2 è coerente con la decisione di ritirare le truppe dalla Germania, con l’abrogazione unilaterale dei Trattati INF e JCPOA, con la pressione sulla NATO perché faccia di più.
La Merkel, nel frattempo, sta cercando di guadagnar tempo sia con Trump che con la Brexit, come ho già detto nel podcast della settimana scorsa.
Spera che Trump venga sconfitto per far tornare le cose com’erano prima: costringere Boris Johnson a un accordo commerciale e stabilire il primato dell’Unione Europea nel sistema di Potere Occidentale.
A Putin, dal canto suo, poco importa con chi avrà a che fare sul lungo termine.
Non se lo può permettere. Deve giocare con le carte che ha in mano e con chiunque sia al di la del tavolo, visto che la Russia è un giocatore minore, seppur con un grande potenziale.
Riguardo Trump, credo che veda nel Nordstream-2 il cuneo perfetto per sbloccare la situazione di stallo sulla NATO, per dare il benservito alla Germania o mettere in ginocchio la Merkel.
La prossima serie di sanzioni sarà rivolta contro le aziende coinvolte direttamente nel gasdotto.
Ma la Germania non può permettersi di non completare il Nordstream-2.
Di conseguenza, siamo diretti verso uno scontro epico.
Trump e Merkel si odiano, direi a ragione. Nonostante abbia sentimenti contrastanti sui modi di Trump, so che è Angela Merkel la chiave del futuro dell’UE.
In un recente articolo ho accennato al fatto che Trump non abbia quasi più niente da perdere.
Se esce, esce con il botto.
Ha arrestato Ghislaine Maxwell, ha sanzionato la Cina e minacciato la guerra per Hong Kong, ha intensificato la “diplomazia del dollaro” sull’Europa.
Sa che una “guerra ibrida” è l’unico tipo di guerra che gli Stati Uniti possono vincere in modo decisivo, sullo sfondo del dominio (seppur relativo) del dollaro di oggi.
Se all’orizzonte si può intravedere la fine dell’egemonia del dollaro, non bisogna sottovalutare il danno che può essere fatto allo status-quo, oggi, con Trump al potere.
Questo status-quo non sta bene a nessuno, tranne che a coloro che rivogliono quel potere.
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Link Originale: https://tomluongo.me/2020/07/15/is-trump-using-nordstream-2-to-exit-nato/
Scelto e tradotto da Franco
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