di Megas Alexandros
Quello che ci dicono e ci impongono di fare sul Covid-19, e’ cosi come ce lo raccontano oppure il Covid e’ strumentale a qualcos’altro??? perche’ se cosi’ fosse dovremmo cominciare a pensare a cosa ci aspetta……..
L’estate sta finendo, cantavano i Righeira, ma il Covid non se ne va, anzi di ritorno dalle ferie scopriamo nuove restrizioni, nuove regole da seguire, ancora mascherine e tamponi; come se non avessimo ancora distrutto abbastanza, a livello economico e sociale, le nostre vite. Tra l’incertezza della gente che trema piu’ per il proprio futuro economico che per la propria salute, assistiamo all’introduzione di nuove regole per le attivita’ commerciali e nuove imposizioni di distanziamento sociale. Spostarsi tra i vari paesi sta tornando ad essere piu’ difficile ed il prefigurarsi di un nuovo “terribile ed orribile” lockdown non sembra piu’ un fantasia. Rientrato dal mio mix di vacanze e lavoro, fortunatamente terminate lontano dalle brutte notizie che arrivano dal mondo, su un isola della Grecia, mi ero quasi dimenticato del Covid. A dire il vero il Covid era un lontano ricordo anche sulle spiagge della Puglia, dove per trovare un ombrellone, con il piede del vicino sopra il mio, ho dovuto veramente sudare le famose “sette camice”. Certo quando passeggivo per le vie della mia Firenze, mi si stringeva il cuore, nel vederla priva del colore del turismo, come del resto Roma, dove incrociare il sorriso di una bella donna era impossibile attraverso il “nuovo burka occidentale”… alias “la mascherina”. Al mio rientro, preso dallo sconforto nel vedermi ripiombare addosso lo spettro del “lockdown”, ho deciso di fare quello che, da economista, mi riesce meglio: “analizzare i numeri”. Mi sono detto andiamo a vedere i dati mondiali sul Covid, quanti sono i contagiati, i guariti, i morti, ecc., perche’ se non ragioniamo per statistiche ed effetti, qui ci perdiamo e tra non poco, con la scusa del Covid chissa’ cosa ci faranno fare. Ecco a voi, ad oggi sono morte nel mondo per il Covid 774 mila persone su 21,6 milioni di contagiati confermati. Premesso che di fronte alla morte anche di una sola persona per il Covid, ci deve essere il piu’ grande rispetto, per colui e/o colei che muore e per gli affetti che si lascia dietro; e’, ugualmente doveroso affermare, che lo stesso rispetto, ci deve essere per qualsiasi tipo di morte. Perche’ e’ bene ricordarlo, casomai ce lo fossimo dimenticati, che al mondo non si muore solo per il Covid-19, al mondo si muore anche di fame, per mancanza di cure, di mortalita’ infantile, di incidente, sul lavoro, per altre malattie e per le armi che produciamo per fare le guerre. Fatta la premessa, possiamo vedere con un semplice calcolo proporzionale (tenendo conto anche di chi ancora non e’ guarito) che il 95,12% di coloro che hanno contratto il virus sono “sopravvissuti”. Mentre il tasso di mortalita’ e’ del 4,88% sempre rispetto ai contagiati ufficiali. Nell’analizzare questo dato, non possiamo fare a meno di considerare l’alta percentuale degli asintomatici, percentuale che ad oggi non e’, e non puo essere conosciuta con certezza per il semplice motivo, che non sappiamo quanta gente nel mondo ha contratto il virus senza saperlo, proprio perche’ lo ha contratto senza avere nessun sintomo. Ci sono in merito diversi studi, che addirittura danno una percentuale fino al 50/60%. Certamente se potessimo avere un dato certo sugli asintomatici la percentuale di mortalita’ totale scenderebbe ancora di molto, come minimo si dimezzerebbe. Andiamo ora a vedere i dati del nostro paese: Rispetto al resto del mondo, purtroppo in Italia, la percentuale dei decessi rapportati ai contagiati sale di 10 punti percentuali, arrivando al 14,56%. Anche qui, considerando gli asintomatici la percentuale e’ destinata a scendere di molto, ma questa percentuale di mortalita’ molto piu’ alta, sinceramente mi sembrava preoccupante e per questo sono andato a vedere nel dettaglio i dati relativi alla mortalita’. Eccoli, direttamente dal Ministero della Salute: Se andiamo ad analizzare nel dettaglio le carateristiche dei pazienti deceduti Covid-19 positivi, tiriamo un sospiro di sollievo, nel constatare due aspetti fondamentali: 1) l’eta’ media e mediana e’ 80/82 anni; 2) la percentuale dei pazienti con 3 o più patologie pre-esistenti e’ del 61,8%; Di contro, da sottolineare la bassa percentuale di pazienti con zero patologie pre-esistenti (3,9%). Quindi, fatto salvo che i bambini, i ragazzi e gli adulti hanno una probabilita’ vicina allo zero di morire, anche gli anziani difficilmente muoiono di Covid se non hanno piu’ patologie pre-esitenti. Sempre in riferimento alla sproporzione del dato italiano sulle morti, non possiamo fare a meno di evidenziare l’ultima tabella del Ministero della Salute sopra riportata, che fa riferimento ai dati regionali. Colpisce in maniera impressionante come il 76,5% delle morti siano avvenute soltanto in quattro regioni della penisola, tutte situate al Nord: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Ma quello che mi fa sobbalzare dalla sedia e che dovrebbe far schizzare in piedi anche le autorita’ preposte ad analizzare questi dati, e’ il dato della regione Lombardia che si aggiudica il triste primato del quasi 50% dei morti per Covid avvenuti in Italia. Per capire che nella regione del Manzoni, qualcosa sia andato storto non dobbiamo essere dotati di un genio particolare. Stiamo parlando di 10 volte il dato mondiale, una cosa da far venire i brividi ma sopratutto da chiederne conto a coloro che avevano ed hanno la responsabilita’ della gestione dell’emergenza e della sanita’ lombarda. In primis il Governatore Attilio Fontana, forse piu’ intento al consenso politico con pensieri secessionisti nella testa per abbracciare definitivamente l’euro tedesco, tanto caro all’elite milanese, finalizzato a mantenere il potere assoluto in vista delle tante inchieste e processi in arrivo. Certo, in un paese serio, a chi ha un patrimonio a nero alle Bahamas, poi scudato in Svizzera, dovrebbe essere impedito per legge di gestire la cosa pubblica. Ma noi siamo l’Italia dove a gestire la cosa pubblica abbiamo il peggio del peggio, sia a livello professionale che a livello di incoscenza-down, da non valutare minimamente i rischi che si corrono a fare un bonifico di 250 mila al cognato per camuffare una fornitura alla regione in una donazione, dopo essere stati presi con le mani nella marmellata. Ora, veramente ci aspetteremmo che un PM della Repubblica chiedesse conto al governatore Fontana ed a tutti coloro che hanno avuto un ruolo di responsabilita’ nella gestione del Covid-19 in Lombardia, sul perche’ solo questa regione, in proporzione ha avuto una quantita’ di morti 10 volte superiore al resto del mondo. In Grecia, dove vivo, ancora mi chiedono dell’italia, hanno ancora in mente tutte quelle bare ed i militari ad eseguire le sepolture. Sembrava che l’Italia fosse il paese piu’ colpito al mondo e l’italiano veniva visto come il portatore ufficiale del virus, ancora piu’ del cinese. Quando poi, guardando attentamente i dati, nel resto delle regioni italiane il virus mortale era quasi inesistente. Negli ultimi giorni leggo insistentemente gli “urli” della politica italiana contro il nuovo probabile lockdown alle porte. Premesso che chi urla sono gli stessi che pochi mesi fa urlavano per avere il lockdown, per il vaccino obbligatorio, le mascherine, il distanziamento sociale e che i loro “urli”, cambiano chiaramente direzione a seconda della loro convenienza elettorale; vorrei ricordare a tutti che tutte le misure (che personalmente non condivido), sono state attuate, in maniera scientifica e pressoche identica, da tutto il mondo occidentale. Pensate che in Grecia e’ stata completamente distrutta la stagione turistica e quindi il sistema economico del paese, visto che la Grecia vive quasi esclusivamente di turismo, basandosi sui seguenti numeri, in linea con le statistiche mondiali: In italia muoiono ogni anno quasi 180 mila persone di tumore, altrettanti muoiono per malattie cardio-vascolari. Nel 2017 sono morti nel mondo 6,3 milioni di bambini sotto i 15 anni: 1 ogni 5 secondi, e per lo più per cause che avrebbero potuto essere prevenute. La maggior parte di questi decessi – 5,4 milioni – avvengono nei primi 5 anni di vita, e in circa la metà dei casi entro il primo anno (mortalità neonatale). A livello globale, nel 2017, la metà dei decessi prima dei 5 anni si sono verificati nell’Africa Subsahariana e un altro 30% in Asia Meridionale. In Africa, 1 bambino su 13 muore prima del suo quinto compleanno. Nei paesi ad alto reddito, questo numero è pari a 1 su 185.