di Megas Alexandros
Sei liste e la garanzia di non belligeranza da parte della Lega, per avere la certezza di non perdere il potere in Toscana. Questo, e’ diventata la democrazia nella terra di Dante e di Calamandrei.
Accordi, strategie, spartizioni di chi considera il voto popolare un “impiccio” per il perseguimento dei loro interessi personali, tutto regolato e deciso dall’intervento di una mano superiore che elimina ogni divergenza di pensiero.
Quando alcuni giorni fa il leader della Lega Matteo Salvini ha presentato Giovanni Galli ex portiere di Fiorentina e Milan, come capo lista della Lega alle prossime elezioni regionali, subito mi sono tornate alla mente le elezioni comunali del 2009, dove Matteo Renzi si candidava a Sindaco di Firenze.
Fu allora, che Denis Verdini nei panni di coordinatore nazionale di Forza Italia, si “spezzo le gambe” per contrapporre (si fa per dire), l’ex portiere della nazionale al “bomba di Rignano”, per facilitarne l’insediamento sulla poltrona di primo citta di Firenze.
Del resto che la mossa di Verdini fosse una favore al “fratello di congrega”, nel tempo lo hanno testimoniato un po’ tutti a partire da Galli stesso per finire a chi di congreghe, seppur Lomabarde, se ne intende bene, al secolo Roberto Formigoni.
Eravamo gia’ nel 2014, quando Galli disse al Fatto Quotidiano: “Verdini? L’ultima volta l’ho sentito nel 2009, il giorno del ballottaggio. E mi creda: lui è uno concreto, quindi si vede che in questi anni non gli è più servito parlare con me, parlerà con qualcuno di più importante del sottoscritto dentro Palazzo Vecchio”
Come non dimenticare le parole di Formigoni al programma di Radio 2 “Un giorno da Pecora”, con le accuse a Denis Verdini di aver scelto Giovanni Galli come sfidante di Renzi nella corsa a Sindaco di Firenze proprio perché sicuro della sconfitta del “suo” candidato.
Formigoni ha spiegato: “ai tempi delle ultime elezioni per il Sindaco di Firenze ero stato invitato in Toscana a fare un comizio a favore di Giovani Galli, avevano prenotato la piazza e tutto il resto”. E come andò?
“Ero in viaggio verso Firenze quando mi hanno chiamato i miei amici, affranti, per dirmi che il comizio era stato annullato per ragioni risibili”. Secondo lei, quali potevano ragioni reali ? “Si temeva che Galli potesse esser spinto dal mio comizio e arrivare ad un risultato che non si poteva raggiungere, perché l’accordo era che vincesse Renzi”. L’accordo tra Verdini e Renzi? “L’accordo sotterraneo, sempre negato, ma in realtà…”
Quindi a suo avviso Verdini ha scelto Galli per far vincere Renzi? “Il sospetto c’è ed è assolutamente fondato: io credo sia andata assolutamente così'”, ha concluso Formigoni a “Un Giorno da Pecora”.
Tornando alle parole di Galli, chiaro e’ il riferimento su chi fosse quel “qualcuno di piu’ importante” con cui Verdini avrebbe parlato dentro Palazzo Vecchio e sempre Galli chiarisce sulle loro intenzioni, finalizzate ai loro rapporti di interesse personale.
Aggiunge Galli: “Io sono l’unico o quasi all’opposizione in Comune dal 2009, guardo l’ascesa di Renzi, questo rapporto con Verdini e ripasso mentalmente quanto è accaduto in questi anni”. Cosa? “Bè, pensiamo ai lavori pubblici e a chi erano stati assegnati, quali imprenditori interessavano? L’area Castello era Ligresti, la Caserma dei Marescialli era Fusi. Qualcuno venne anche arrestato. Poi Tramvia, Etruria, Tav… Il dubbio a questo punto è più che lecito: solo il dubbio, per carità”.
Ripetiamo siamo al 2014, in pieno “Patto del Nazzareno” dove il PD di Renzi dichiara a tutto il mondo l’inizio ufficiale di una strettissima relazione “sentimentale” con il nemico di sempre Silvio Berlusconi, tutto naturalmente con la regia, ancora di Denis Verdini.
Si sono messi in testa, addirittura di cambiare la costituzione italiana. Della serie “come si cambia per non morire”, cantava Fiorella Mannoia. In poco meno di una generazione la “Grande Firenze” culla della cultura mondiale, passa da partorire personaggi del calibro e dell’integrita’ di Piero Calamandrei, padre costituente esemplare, a far riscrivere la costituzione del nostro paese a gente “pronta a tutto” come Renzi e Verdini.
Su come possa essere potuto avvenire tutto cio’ si interrogheranno gli storici, ma il tutto non puo’ avere una risposta esaustiva se non andiamo a capire cosa e’ successo all’interno delle “congreghe” che reggono il potere. Ed in particolare, su quanto sia stata grande la loro deviazione e degenerazione dai principi fondanti dell’essere “umano”, precisando come aggettivo e non come sostantivo.
Tornando ad oggi, la domanda che mi faccio, ma, che in particolar modo, vorrei fare a Giovanni Galli, visto che sta per “batterci il capo” per la seconda volta: “Perche’ hai accettato questa candidatura, vista l’esperienza passata e la chiara presa di coscenza testimoniata dalle tue parole???”
Caro Giovanni, come puoi pensare che con il genero di Verdini possa andare diversamente???
Come minimo pecchi di ingenuita’, la liaison tra Salvini, Renzi e Verdini e’ completa anche a livello nazionale. Stesse posizioni sul tema euro, stesse intenzioni di voto su qualsiasi tema, innamoramento folle per Draghi, tanto da volerlo premier al piu’ presto e costantemente intenti a fulminare il premier Conte che si tiene ben stretti i servizi segreti.
Per non parlare del loro “hobby preferito”: la frequentazione delle procure.
Ora, ridurre le regionali della Toscana al potere di Renzi e Verdini e’ ingeneroso verso chi veramente muove i fili, ed e’ un po’ come sparare sulla croce rossa.
Come gia’ evidenziato all’inizio, a sostenere il candidato governatore Eugenio Giani, ci sono la bellezza di sei liste, create con l’esclusiva finalita’ di togliere il potere decisionale al popolo.
La realta’ e’ che, anche nella fortezza toscana, la gente si e’ ormai stufata di tutte quelle facce legate al PD, di gente che veramente, in tutti questi anni ha pensato a fare solo il proprio interesse, tradendo ogni promessa elettorale senza la minima vergogna.
Questi personaggi, che con la stessa faccia tosta priva di vergogna, vorrebbero continuare a stare seduti sui banchi della regione, oggi, hanno di fronte ai loro occhi, la cruda realta’ che la gente non li vota piu’ e con i sondaggi che prospettano un centro-destra vicinissimo a spodestarli, devono ricorrere ad ogni mezzo possibile, vedi le molteplici liste ed i vari accordi con chi dovrebbe spodestarli, che a loro volta stanno tradendo i loro elettori.
Accordi che vanno oltre le idee politiche, quello in cui credono e gli uomini che sono, ma che rispondono a principi di appartenenza a lobbies massoniche e finalizzati esclusivamente ad interessi personali.
Essendo di Firenze, vedo personaggi che hanno gia’ applicato tali sistemi nelle tornate elettorali dei vari Comuni dove continuano da decenni a mantanere il loro “svergognato” potere.
Quindi, tutti uniti a spingere il condidato verso la vittoria, per non perdere il potere. Il candidato Eugenio Giani,“l’Highilander” della politica fiorentina, il candidato perfetto per mettere daccordo tutti, mai una parola fuori posto, mai un litigio, mai una uscita a vuoto ma sopratutto nessun provvedimento di rilievo, da lui proposto, che si possa ricordare.
Va bene per i renziani e per i non-renziani; pensate che quando siedeva nel consiglio di amministrazione della Fiorentina nell’era Della Valle, era l’unico che riusciva a non prendersi neanche un insulto da parte della tifoseri viola.
Era il 14 aprile scorso quando, richiesto di esprimersi, sull’annosa questione dello Stadio, rispondeva, nel corso della trasmissione 30 Minuto condotta da Simone Pagnini: “propendo per il restyling del Franchi”; salvo poi, appena due mesi dopo, di fronte alle forti prese di posizione del neo-presidente della Fiorentina Commisso, aprire alla soluzione di un nuovo stadio nel Comune di Campi Bisenzio, queste le sue parole a La Nazione: “Si deve ragionare sull’area vasta tra Firenze e Prato, dove vivono 5-600mila persone e ci sono realtà che hanno triplicato i loro abitanti come Sesto e Campi. Che collegamento c’è qui? Nessuno”. Su Fossi e lo stadio a Campi: “Sono certo che sullo stadio ci saranno le modalità per mettersi a un tavolo e risolvere la questione”.
Insomma, la figura perfetta per raccogliere il massimo consenso nel momento di maggiore difficolta’, un personaggio per tutte le stagioni, o per dirla con la solita voglia di prendersi in giro dei fiorentini: “da potta e da culo”.
In definitiva, ricordando la famosa frase del film diretto da Russell Mulcahy e magicamente interpretato da Cristopher Lambert: “se, nel caso della tanto sperata estinzione della classe politica fiorentina, ne rimarra’ soltanto uno…. quello sara’ certamente Eugenio Giani”.
Questa cari Amici, e’ l’Italia dei Comuni, delle Province e delle Regioni, senza distinzione tra Nord e Sud.
L’Italia di oggi, rinata dalla morte della Democrazia Cristiana, del PCI e del PSI, dalla morte della mafia stragista di Riina, ma sopratutto dalla, mai tanto rimpianta, morte di due uomini di giustizia come i giudici Falcone e Borsellino, gli unici che avrebbero potuto fermare questa rinascita fondata sul patto di sangue fra Poteri dello Stato e Criminalita; un’Italia tremendamente peggiore di quella di prima, dove le mafie e le massonerie si sono unite nel nome del “Dio business”, calpestando tutto e tutti, violando i principi fondanti di uno Stato moderno, dalla democrazia, alla giustizia, dalla sovranita’ al lavoro ma, soprattutto andando contro la natura e le leggi di Dio, che vorrebbero l’Uomo Libero ed Indipendente.
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