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In periodi complessi c’è solo un aspetto da guardare: i fatti. Le parole contano poco o nulla, a maggior ragione se l’interlocutore in questione ne abusa, delle parole intendo. Or dunque guardando i fatti ed al più classico cui prodest scopriamo quanto al titolo. Mettiamo in ordine, appunto, proprio i fatti per illustrarvi la situazione: sono convinto che tale rappresentazione potrà servirvi quando, nel segreto dell’urna, dovrete decidere chi votare, fra un paio di settimane. Preferiamo però dire “Follow the Interest” e non necessariamente “Follow the Money”, sebbene nella sostanza nulla cambi.
In primis, l’obamiano Matteo Renzi, con stabili relazioni appunto obamiane e clintoniane in Cina e Qatar, lo stesso che si dice rischi addirittura un mandato di arresto USA per le sue gesta per abbattere Trump nel Russiagate in caso di ri-elezione di The Donald se verrò provato il suo coinvolgimento nell’Obamagate, dopo che Conte ha “mollato” tutte i dossier critici sull’argomento a Durham e Barr, chiaramente è terrorizzato. O meglio dovrebbe esserlo visto che si dice il soggetto non sia proprio prono a valutare tutti i rischi, per sua natura (…).. Infatti se dovesse emergere che un premier italiano ha tramato per favorire nelle elezioni di un Paese terzo un partito a danno di un altro, certamente non dovremmo poi stupirci di eventuali derive conoscendo gli USA, su impulso uguale e contrario a quello che si è favorito durante le ultime elezioni diciamo straniere.
Inoltre, alla prossima tornata elettorale, Renzi base numeri sul tavolo oggi sembrerebbe essere finito, terminato, non rieletto insomma. Dunque un Trump “rinnovato” sarebbe un incubo per i renziani, che ritengo si estinguerebbero, assieme alle loro appartenenze eventualmente massoniche toscane (…).
Geraci dichiaratamente anti-Trump secondo certa stampa, cosi appare
Parimenti la Lega, collega di firma nella Via della Seta del M5S ma con l’aggravante di avere tra le sua fila Michele Geraci (Lega) ossia il deus ex machina che ha portato alla strutturazione materiale e poi alla firma con Pechino, soggetto che invece il Movimento NON ha, nei fatti cosa ha combinato?
Elenchiamo i vari posizionamenti strategici della Lega vis a vis con gli interessi USA:
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- Ha accolto Huawei a Milano e Segrate, azienda che ha dovuto traslocare dagli USA a causa delle pressioni di Donald J. Trump
- Ha ricevuto il rifiuto come persona gradita in veste di Premier dall’amministrazione Trump, a favore di G. Conte
- Ha sponsorizzato via M. Geraci (ex sottosegretario in quota Lega, ndr) – e poi firmato – la Via della Seta con Pechino
- Ha firmato accordo con il portale di ecommerce cinese per la vendita del Made in Italy, accordo ereditato da M. Renzi
- E passata da essere anti-€ a essere pro-€ oltre che pro-EU
- La base del partito è molto legata ed anzi sodale all’industria tedesca, oggi in pesante conflitto con gli interessi USA (anche storicamente le elites diciamo “padane” erano contigue a quelle tedesche, vedasi la RSSI di Salò, ndr)
- Il suo leader sembra essere reduce da figure a dir poco barbine con la corrente amministrazione USA, ad es. quando – stando a Wikileaks – ai tempi il futuro segretario leghista avrebbe spacciato una foto con Trump pagata 50 USD alla convention repubblicana per un incontro organizzato
- In ultimo, è molto discusso il rapporto del segretario di partito leghista con Denis Verdini, che è il braccio destro di Renzi;
- Oltre ad essere entrambi, Renzi e Salvini, a favore del MES voluto da Berlino per l’Italia (per commissariarla), con vari gradi di convincimento ed accettazione (…)
- Va per altro notato l’enorme livore leghista (e salviniano in particolare) – per non parlare di Matteo Renzi – contro il Premier Giuseppe Conte, con costanti tentativi di cd. abbatterlo ossia per sostituirsi a G. Conte.
Chiaramente, in forza di quanto sopra, ben sapendo come uno dei possibili sostituti di Salvini addirittura possa aver avuto il figlio candidato alle elezioni politiche locali per il PD (nel caso, Bobo Maroni), soggetto assai legato per altro all’avatar anche lui varesino G.L. Paragone, soggetto utile solo per non disperdere i voti pro-ITALEXIT che inevitabilmente perderà la Lega, possiamo dire che ben difficilmente la Lega anche futura avrà il supporto Trumpiano, di seguito vi spiegheremo il perchè secono noi.
In tale contesto Italia Viva resta invece – direi con un alto grado di sicurezza – agli antipodi rispetto alla corrente di Donald J. Trump.
All in all, ritenendo che gli USA siano certamente informati sulle preferenze (anche riservate) della Lega e di Matteo Salvini nei confronti del prossimo presidente USA di cui dalle urne di novembre prossimo, riteniamo plausibile affermare che che sia la Lega che Italia Viva non abbiano alcun interesse alla ri-elezione di Donald J. Trump alla Casa Bianca ad inizio novembre prossimo. A maggior ragione se si distillano gli umori di una certa Lega da sempre filo tedesca e ben rappresentata da Fontana, parlo di soggetti che da sempre vedono di buon occhio anche l’eventuale secessione del Nord Italia dal resto della Penisola (…).
Dunque, in base a quanto sopra concludiamo che, fatti alla mano, certamente Italia Viva e molto probabilmente anche la Lega preferirebbero l’elezione di Joe Biden rispetto a Donald Trump nelle presidenziali di novembre prossimo.
(Unico appunto che mi sento di fare a livello politico è di non dirmi per favore che non votare Salvini significhi favorire il PD: infatti a destra esistono delle alternative valide, ad esempio Giorgia Meloni, assai più trasparente ed “unionista”…).
Stante la nostra certezza che gli USA sappiano comunque perfettamente quale è la reale situazione interna, va sottolineato tre volte come, nel caso di vittoria di Trump, sarà assolutamente necessario fare in modo di azzerare radicalmente (“azzerare radicalmente”) le compagini interne al sistema italico che nei fatti preferiscono avere rapporti incestuosi con soggetti considerati nemici della prossima amministrazione USA, siano essi cinesi, obamiani o altro, pur mantenendo una solo apparente vicinanza all’Amministrazione Trumpiana.
Anche nel bene dell’Italia e degli italiani, ben inteso, che in media restano pavlonianamente filo USA.
MD
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