A seguire: Trump “nominato” al Nobel per la Pace
W. James Antle per The Washington Examiner (sintesi)
Il Presidente Trump intensifica le critiche ai leader del Pentagono, mettendo in guardia l’opinione pubblica dal potere del complesso militar–industriale.
Al contempo, lavora per confutare chi lo accusa di aver denigrato i caduti americani, in occasione di un viaggio in Francia.
Per Trump è tipico inveire contro i consolidati interessi burocratici (dal “Deep State” allo “Administrative State”), anche in contrasto con il suo stesso Partito.
E’ in questo senso che va interpretata la campagna per porre fine a quelle che lui chiama “guerre senza fine”.
Ma potrebbe essere rischioso alienarsi militari e veterani, molti dei quali elettori di Trump — che è un forte sostenitore delle Forze Armate.
In una conferenza stampa nel Labor Day, Trump ha detto che lo sfidante democratico Joe Biden “… ha portato via i nostri posti di lavoro, ha rinunciato ai nostri confini e ha mandato i nostri giovani a combattere in queste folli, interminabili guerre”.
Ha detto, inoltre, che la sua opposizione a quelle guerre gli ha fatto guadagnare l’inimicizia di alcuni membri delle Forze Armate, anche del passato.
“E’ uno dei motivi per cui i soldati mi vogliono bene, ma i vertici del Pentagono no” — ha aggiunto il Presidente — “Perché vogliono fare una guerra dopo l’altra in modo da far felici quelle meravigliose compagnie che fabbricano bombe e aerei”.
“Per porre fine alle guerre si dovrebbe impedire ai Generali in pensione di entrare nei Consigli d’Amministrazione del complesso militar-industriale” — ha twittato lunedì Donald Trump Jr. — “In qualche giorno saremmo fuori dall’Afghanistan”.
Un Repubblicano di base a Washington, che ha chiesto l’anonimato per poter parlare senza remore, ha detto che:
“E’ abbastanza contro-intuitivo criticare i militari e, allo stesso tempo, sostenere di aver ricostruito le Forze Armate.
Gli consiglierei di dire che l’articolo su Atlantic sia solo un mucchio di bugie e poi di tirare avanti. Ma lui non sembra avere la capacità di farlo.
Sembra non capire che quando esce dal copione nuoce alle sue prospettive di rielezione”.
I sostenitori di Trump non vedono alcuna discrepanza fra sostenere l’esercito e inveire contro il complesso militar–industriale, cui fece riferimento il Presidente Dwight Eisenhower nel suo discorso d’addio.
“Fin dal primo giorno, i neocon e le persone che hanno tratto profitto dall’avventurismo americano si sono opposti a Trump” — ha detto lo stratega conservatore Chris Barron — “I più forti detrattori di Trump sono coloro che hanno concepito una politica estera largamente fallita: Bill Kristol, Max Boot, David Frum, Jen Rubin … potrei andare avanti all’infinito”.
E ha aggiunto:
“Il sostegno a Trump è radicato tra i militari di truppa, i colletti-blu, la classe lavoratrice e i farmer del mid-west.
Gli ex Generali, quelli che vogliono una politica estera sconsiderata, senza alcun rispetto per le vite degli americani, non sono la base elettorale di Trump.
Criticando queste persone non intaccherà la sua posizione tra i veterani e i soldati in servizio attivo — non importa quanto i desideri dei Generali siano supportati dalla CNN e dal resto dei media mainstream”.
Su un palco della Carolina del Sud, in occasione delle Primarie Repubblicane del 2016, Trump denunciò la guerra in Iraq, definendola “un grande e grosso errore”.
Ma invece di affondare la sua candidatura, quella dichiarazione gli fece vincere le Primarie, ponendo fine alla campagna di Jeb Bush.
Trump vinse in quello Stato una seconda volta, alle Elezioni Presidenziali — ed è favorito ancora una volta per quelle del prossimo novembre.
Recenti sondaggi hanno dimostrato che molti veterani dell’Iraq e dell’Afghanistan stanno mettendo in dubbio la saggezza di quelle guerre.
All’inizio della sua Amministrazione Trump contava molto sui Generali, nel Gabinetto e nello Staff della Casa Bianca.
La Deputata Barbara Lee, una Democratica californiana, twittò che Trump stava “militarizzando la Casa Bianca”.
Ma in seguito si scontrò con James Mattis — il Generale che aveva scelto come Segretario della Difesa — e con John Kelly, nominato Capo dello Staff.
Dopo essersene andati, criticarono aspramente Trump.
Secondo un sondaggio del Military Times, le truppe preferirebbero Biden a Trump. Ma non è molto significativo. L’ex Presidente Barack Obama aveva dati anche peggiori!
In conclusione, Trump ha negato dozzine di volte la storia raccontata la scorsa settimana dal “nemico” The Atlantic — avrebbe definito i caduti americani “perdenti” e “babbei”, rifiutando al contempo di visitare un Memorial della Prima Guerra Mondiale, in occasione di una visita in Francia nel 2018.
Ma tutti hanno attribuito quelle accuse a fonti anonime, senza alcuna credibilità.
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Trump “nominato” al “Nobel per la Pace” per il suo ruolo nell’accordo Israele-UAE
Madison Dibble per The Washington Examiner
Un membro del Parlamento norvegese ha “nominato” il Presidente Trump al Nobel per la Pace 2021.
Christian Tybring-Gjedde, leader della Delegazione Norvegese presso la NATO, ha dichiarato a Fox News che il ruolo di Trump nei negoziati di pace tra Israele ed Emirati Arabi Uniti è stato importantissimo.
“A suo merito, penso che abbia fatto di più per la pace della maggior parte degli altri candidati”, ha detto Tybring-Gjedde.
Al Comitato del Nobel ha sostenuto che l’accordo potrebbe portarne diversi altri tra Israele e gli altri Paesi della regione.
Ha definito il negoziato una “svolta” per il Medio Oriente: “Se altri Paesi del Medio Oriente seguiranno le orme degli EAU, quest’accordo potrebbe essere una svolta che trasformerà il Medio Oriente in una regione di cooperazione e prosperità”.
Tybring-Gjedde ha citato altri episodi di politica estera dell’Amministrazione Trump, fra i quali quelli in Pakistan, Corea del Nord e Corea del Sud.
Ha continuato sostenendo che Trump abbia lavorato per ridurre al minimo la presenza delle truppe americane in Afghanistan, come parte dello sforzo generale per evitare nuove guerre.
Trump, in effetti, ha spezzato la serie (lunga 39 anni) di Presidenti Americani che hanno dato inizio a un conflitto armato internazionale.
“L’ultimo Presidente ad evitarlo fu il vincitore del Premio Nobel per la Pace, Jimmy Carter”, ha scritto Tybring-Gjedde.
Inoltre, ha detto di non aver “nominato” Trump perché è un suo fan, ma perché l’accordo Israele-UAE è molto più importante per la pace nel mondo di qualsiasi altra cosa che il Presidente Barack Obama abbia fatto prima di vincere il suo Nobel per la Pace nel 2009:
“Non sono un sostenitore di Trump. La Commissione dovrebbe guardare ai fatti e giudicarlo solo in base a questi — non al modo in cui a volte si comporta.
Chi ha ricevuto il Nobel per la Pace, negli ultimi anni, ha fatto molto meno di Donald Trump. Barack Obama, ad esempio, non ha fatto nulla”.
L’addetta stampa della Casa Bianca, Kayleigh McEnany, ha lodato la candidatura di Trump: “Questo Presidente ha portato pace in tutto il mondo, non ha scatenato guerre senza fine. Questo Presidente merita il Nobel per la Pace”.
Trump era stato “nominato” anche nel 2018, per i colloqui di pace con Kim Jong Un. Ma non lo vinse.
I risultati di questa nomina non saranno annunciati fino a ottobre 2021.
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Scelti e tradotti da Franco
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