Valerie Toranian per Revue Des Deux Mondes.
Ascoltando i politici che bisticciano sul termine “ensauvagement”, usato da Gérald Darmanin [foto] per descrivere l’aumento della violenza nella società, si è tentati di rispondere: “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”.
Ai francesi non interessa il termine scelto dal Ministro dell’Interno. Prendono semplicemente atto della situazione.
E il 70% di loro trova giustificato il termine “ensauvagement” perché, alla fine, non descrive così male la realtà della vita quotidiana.
La violenza e l’inciviltà, la mancanza di rispetto e di educazione sono diventate questioni all’ordine del giorno.
La gente cambia marciapiede, non risponde alle provocazioni, evita certi luoghi … e questo è lo scenario migliore.
In alcuni quartieri bisogna rassegnarsi ad accettare manifestazioni di odio anti-polizia, anti-professore, anti-repubblicano, anti-Francia.
Auto bruciate, minacce contro i funzionari pubblici, brutalità, violenza intrafamiliare, intimidazioni, pressioni …
Eric Dupond-Moretti pensa che l’insicurezza sia “una fantasia”:
“C’è di peggio dell’insicurezza. Mi riferisco al ‘sentimento d’insicurezza’, perché è molto più difficile da combattere. Il vero pericolo è ‘immaginare’ di vivere nell’insicurezza. Parlare di ensauvage significa adulare gli istinti più bassi della gente”.
Dire che ci sia differenza fra realtà e sentimento non è un’affermazione inveritiera. Che in alcuni casi i media trasmettano messaggi che provocano ansia è senz’altro vero.
Ma come si può negare l’ascesa dell’inciviltà e della violenza gratuita?
Perché sostenere che questo sia un “sentimento d’insicurezza” e non una “realtà”?
Perché distinguere tra gli “intelligenti” che rifiutano di cedere alla paura e gli “imbecilli” della classe operaia, incapaci di controllarsi, sopraffatti dal loro pseudo “sentimento”?
Idioti che pensano male, che votano male … e che fanno il gioco del Rassemblement National.
Al di là della battaglia semantica, i numeri parlano da soli.
Un recente studio di due criminologi, Alain Bauer e Christophe Soullez, mostra che tra il 1999 e il 2019 gli omicidi e i tentati omicidi sono passati da 2.155 a 3.562 l’anno.
Rispetto alla popolazione francese, queste cifre mostrano un aumento del 50% del fenomeno nell’arco di vent’anni.
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, tra il 2000 e il 2019 la violenza contro le autorità è passata da circa 15.500 a oltre 38.500.
Significativamente, mentre il numero di atti di violenza connesso ai furti è leggermente diminuito, da circa 114.000 a 91.000 all’anno, aggressioni e percosse intenzionali — ovvero atti di violenza “gratuita” — sono passati da 110.000 a 190.000 l’anno.
I sequestri da 1.600 a oltre 4.200, minacce e ricatti da 50.000 a oltre 141.000, con un aumento di oltre il 150pc.
Perché è così difficile dare un nome a questi crimini, a quest’aumento della violenza verbale e fisica che colpisce i Funzionari Pubblici, gli Insegnanti, i Servizi Pubblici, ma in generale tutti i cittadini, soprattutto quelli delle classi lavoratrici?
Perché è così difficile, per chi ha valori di sinistra, affermare la realtà?
Perché “repressione dei crimine” e “Polizia” dovrebbero essere “termini di destra”?
Abbiamo l’impressione di rivivere il clamore dei media del 1999, per i commenti di Jean-Pierre Chevènement, che definì “selvaggi” i minorenni recidivi.
Vent’anni dopo, la delinquenza giovanile è una delle forme di violenza che sono esplose più fragorosamente.
Come Jean-Pierre Chevènement e Ségolène Royal, che non hanno mai avuto paura a chiedere l’Ordine Repubblicano, la sinistra dovrebbe considerare che l’insicurezza non è solo sociale ed economica, ma anche fisica.
Il primo dovere dello Stato, sia di destra che di sinistra, è quello di garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Perché il termine “ensauvagement” fa rizzare i capelli?
Forse è colpa di Rousseau e del suo “buon selvaggio”: l’uomo, nel suo “stato naturale”, è puro. E’ la nostra società che lo ha corrotto. I delinquenti sono vittime prima che colpevoli, portatori di un peccato sia originale che collettivo.
E poiché l’espiazione è di moda, non dimentichiamo nemmeno la connotazione “schiavista” del termine “selvaggio”.
Colui che, al contrario di Rousseau, parla male del “selvaggio” è l’”uomo bianco”, inteso come colonizzatore.
E se fosse invece il nostro Stato, diventato “razzista”, a concepire l”ensauvagement” come un qualcosa legato alla “razza”?
Il termine dev’essere quindi cancellato. Per cos’altro il titolo del romanzo di Agatha Christie, “Ten Little Negroes”, è stato cambiato?
Ma i francesi sono molto più con i piedi per terra e, come sempre, più avanti della loro classe politica.
Non si preoccupano più di sapere se il termine “ensauvagement” sia di destra o di sinistra (a proposito, quale destra e quale sinistra?).
Sette francesi su dieci, praticamente tutti, giustificano l’uso del termine.
Sono i francesi di destra, i simpatizzanti de “La République En Marche” (l’85% lo trova appropriato), i simpatizzanti dei socialisti (59%) e persino gli ecologisti (61%)!
L’Ordine Repubblicano non è né di destra né di sinistra. Nella nostra società così frammentata è semplicemente un’emergenza.
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Link Originale: https://www.revuedesdeuxmondes.fr/ordre-republicain-de-droite-ou-de-gauche/
Scelto e tradotto da Franco
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