Come ben sapete l’effetto serra rappresenta un effetto fisico per cui il riscaldamento è dato dalla ridotta capacità di lasciare “scappare” l’energia che entra come radiazione solare. Per giustificare l’effetto antropico si è puntata l’attenzione sulla CO2. Ma ormai questa teoria sta piano piano cadendo in disgrazia, a partire dalle fondamenta. La botta finale arriva probabilmente dal riscaldamento notturno molto più pronunciato di quello diurno.
In buona sostanza la CO2 ha comportamento di assorbimento selettivo di raggi infrarossi alle varie temperature, che non stiamo qui a spiegare, ma purtroppo ad oggi nessuno è riuscito a dare una spiegazione esauriente di cosa veramente avvenga nel computo dei fenomeni atmosferici. Nel 2016 comparve su phys.org un’analisi abbastanza dettagliata secondo cui molto rimaneva da fare per migliorare la comprensione del fenomeno, fino ad arrivare ad un modello valido, ammettendo bellamente di non essere al momento in grado di dare una spiegazione modellizzabile.
Nel mentre sono stati validati i campioni di dati da analizzare, che oggi finalmente confermano quello che era già evidente, ossia che le notti fredde si sono ridotte in proporzione doppia o più dei giorni freddi, uno studio recente lo dimostra.
Resta l’assenza di un modello predittivo valido.
Un paper (vedasi la recensione del Guardian, sopra) di alcun i giorni fa pubblicato da D. Cox dell’università di Exeter, su Global Change Biology spiega il fenomeno non in termini di assorbimento selettivo di reggi infrarossi notturni ad esempio, ma di prevalenza di climi umidi nei luoghi dove tale fenomeno di riscaldamento notturno ha avuto maggiore rilevanza, osservando che la presenza di nubi riduce di fatto lo scambio energetico con l’esterno della atmosfera terrestre.
Tale spiegazione fa letteralmente acqua da tutte le parti. Infatti va ricordato che le nubi non alte/altissime (non cirri o simil cirri per intenderci) di norma riducono di giorno lo scambio di energia dall’esterno verso l’interno dell’atmosfera, riducendo nella stessa maniera lo scambio notturno nell’altra direzione. Peccato che i giorni piovosi negli ultimi decenni si siano ridotti moltissimo, inclusi quindi i giorni nuvolosi SOPRATTUTTO DI INVERNO. Non si capisce per altro come si autogenererebbe il calore differenziale se causa nuvole (che però mancano sempre più, in media, almeno alle latitudini europee, e soprattutto d’inverno, ad esempio, ndr) il calore non arriva; appunto, parimenti il calore che non sarebbe arrivato causa nuvole di giorno, rimarrebbe però dentro l’atmosfera di notte sempre causa nuvole (ossia umidità)… Mah!
A meno che qualcuno azzardi l’impossibile, ossia che l’effetto serra causi un effetto fantasmagorico: generare nuvole di notte che poi si dissipano di giorno (siamo alle comiche).
Manca secondo noi una valutazione più contestuale e precisa ad esempio sul rateo di raffreddamento in zone secche, ad es. sopra il deserto del Sahara dove non c’è umidità: se anche il Sahara sperimenta riscaldamento notturno la teoria va a farsi benedire, che dite?
Tutti i pianeti del sistema solare stanno subendo il riscaldamento globale: qualcuno di voi ha forse posteggiato il SUV su Saturno? Ovvero, il rischio bufala della lotta alla CO2: approfittano di un macro-trend cosmico per imporre consumi obbligati?
Ora, proviamo ad usare il cervello: se la temperatura terrestre si alza di più proprio quando non arriva energia (di notte) significa che ci deve essere qualche fonte di calore alternativa o qualche accumulo energetico che libera l’energia solo di notte.
In effetti sembra esserci una possibilità più specifica, ossia che il calore possa arrivare dall’interno della terra magari a causa di fenomeni geomagnetici in grado di turbare la stazionarietà geomagnetica terrestre interna e dunque scaldare la terra “dal di dentro” (anche il disassamento dei poli magnetici terrestri potrebbe essere collegato a tale fenomeno, con movimenti interni dei magmi terrestri influenzati da interazioni magnetiche diciamo superiori, ragionamento compatibile con quanto sopra e già ipotizzato in passato dalla scienza, i famosi effetti interstellari, ndr). Dico questo a fronte delle numerose rilevazioni di scienziati ed osservatori governativi, tra cui la NASA, secondo cui tutti i pianeti del sistema solar si stanno scaldando in modo evidente.
Dunque, o qualcuno ci viene a dire che l’effetto antropogenico è dato da Giove abitato da umani, o che qualche umano ha lasciato acceso il SUV su Marte o c’è dell’altro. Abbiamo vagliato questa ipotesi in passato, rilevando addirittura che ricercatori dell’Università dell’Arizona (e LINK) hanno dimostrato essere assai probabile – con publicazione sulle più importanti riviste del settore – che ci sia un pianeta o in generale un oggetto planetario in avvicinamento alla Kuipert Belt, ossia anche alla terra. Tale tesi potrà essere provata solo dal 2023 i avanti quando il famoso osservatorio “full spectrum” del Cile, finanziato dal solito Bill Gates, sarà a regime (…).
Tale ipotesi di calore “dal di dentro” sembra per altro confermata da numerose rilevazioni di riscaldamento del fondo oceanico, dovuto a vulcani in eruzione che scaldano l’acqua in modo rilevantissimo, nella profondità degli oceani. Che le eruzioni soprattutto sottomarine possano essere ascritte alla vicinanza al nucleo terrestre, agitato da influenze geomagnetiche interstellari, appare assolutamente compatibile con l’ipotesi sopra paventata. Ossia, attenzione che magari il climate change NON sia dovuto alla CO2, ossia dall’alto, ma dal basso!
Resta il fatto che il riscaldamento soprattutto notturno esiste, anche se non ve lo dicono (altrimenti anche i fessi inizierebbero a farsi domande, riscaldamento senza sole…). E la cronaca ve lo dimostra pure! Ad esempio a metà settembre abbiamo avuto in Ticino la notte più calda della storia, base dati registrati. E, notate bene, tale notte caldissima ci fu in assenza di nuvole, fui anzi una settimana calda e limpidissima, a conferma che la teoria che le nuvole fermano solo l’energia in uscita ma non quella di entrata faccia acqua da tutte le parti, quanto meno secondo chi scrive.
Chi scrive resta molto scettico sia sull’effetto antropogenico che della CO2 come fonte di risaldamento globale, base fatti (e non torno su argomenti scabrosi, ad esempio il taroccamento dei dati del Climagate atto a dare l’impressione alle masse di temperature in perenne ed anomala salita; o la truffa della Hockey Stick graph del Dr. Mann, alla base dell’attuale teoria del riscaldamento globale per via antropogenica, riconosciuta dalla corte canadese in modo definitivo come non validabile).
MD
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