Scott Mc Kay per The American Spectator
Nell’immortale “Il Padrino Parte II” c’è una scena altrettanto immortale che si svolge in un sex club dell’Avana, poco prima che Fidel Castro prenda il potere in quel paese.
Michael Corleone, il capo della famiglia, sente casualmente suo fratello maggiore, Fredo, far riferimento a un gangster di nome Johnny Ola e si rende conto immediatamente che è stato lui ad averlo tradito: “Lo so che sei stato tu, Fredo. Mi hai spezzato il cuore”.
Questa settimana apprendiamo che un Fredo Corleone può esistere anche nella vita reale e, in particolare, nella politica americana.
Prendiamo ad esempio Hunter Biden. Ha battuto lo stesso Fredo per immorale stupidità.
Dopotutto chi, se non un idiota, si video-registra mentre fuma crack, facendo sesso extraconiugale?
Questa vicenda lo descrive abbastanza bene per quello che è nella realtà.
Sull’hard disk di un computer c’era un video di 12 minuti con Hunter che dava sfogo ai suoi vizi.
Normalmente, il crack e le prostitute dovrebbero integrare a sufficienza il concetto di “October Surprise”.
Ma la Fredo-izzazione di Hunter va molto oltre. Il New York Post, mercoledì, ha fatto il più grande scoop giornalistico di questo ciclo elettorale:
>> Hunter Biden presentò suo padre a un alto dirigente di un’azienda energetica ucraina, meno di un anno prima che il Vicepresidente facesse pressione sui Funzionari del Governo Ucraino per far licenziare il Pubblico Ministero che stava indagando su quell’azienda, secondo le e-mail ottenute dal Post.
L’incontro, mai rivelato prima, è menzionato in un messaggio di apprezzamento che Vadym Pozharskyi (membro del CdA della Burisma) inviò a Hunter Biden il 17 aprile 2015, circa un anno dopo l’ingresso di Hunter nel CdA della Burisma con uno stipendio di 50.000 dollari al mese + benefits.
“Caro Hunter, grazie per avermi invitato a Washington e per avermi dato l’opportunità d’incontrare tuo padre e di passare un po’ di tempo insieme a lui. È stato un onore e un piacere”, si legge nella e-mail.
In una precedente e-mail del maggio 2014 Pozharskyi — secondo quanto riferito dal dirigente n. 3 di Burisma — chiede a Hunter “consigli su come potresti usare la tua influenza” per conto dell’azienda.
Questa corrispondenza — che va contro l’affermazione di Joe Biden secondo cui “non ho mai parlato con mio figlio dei suoi affari all’estero” — fa parte di un’enorme quantità di dati recuperati da un computer portatile <<
Hunter potrebbe non essere l’unico Fredo nel campo di Biden.
Il computer in questione fu danneggiato dall’acqua e portato in un centro specializzato nel Delaware da qualcuno della “Fondazione Beau Biden” … e poi lasciato lì.
Il proprietario, non riuscendo a rintracciare il cliente, fu incuriosito da quello che c’era dentro.
Una volta trovato il filone principale, contattò l’Avvocato del Presidente Trump, Rudy Giuliani, e l’FBI.
La “Campagna di Biden” ha rilasciato una dichiarazione, in risposta all’articolo del New York Post, che non poteva essere meno convincente.
Il comunicato non nega che Biden abbia incontrato Pozharskyi, dice solo che l’incontro non era nel programma ufficiale di Biden.
Ci sarebbe mancato altro!
Inserire quell’incontro nel suo “programma ufficiale” sarebbe stato come mettere un cartellone pubblicitario lungo la Beltway con su scritto: “Sono nelle mani della Burisma”.
E’ incredibile che una persona così stupida sia stata nominata Vicepresidente ma, d’altra parte, …
Il Senato ha già preso visione di tutte le porcherie del caso Biden-Ucraina e sta indagando sulla storia del New York Post, che include la e-mail con cui Pozharskyi chiede esplicitamente a Hunter Biden di usare la sua influenza per fermare il Procuratore che stava indagando sulla Burisma.
Per inciso Pozharskyi, nella sua e-mail, afferma che quell’indagine era una sorta di ricatto — e potrebbe benissimo aver ragione, ma questo difficilmente scagionerebbe i Biden per aver monetizzato la loro influenza.
In sostanza, è la prova che tutto quello che Joe Biden ha detto di suo figlio, della Burisma e dell’Ucraina era una menzogna e che lui e suo figlio Fredo si sono comportati nel paese ex-sovietico come la famiglia Corleone.
E’ davvero raro trovare prove di questo livello.
Hunter Biden ha ottenuto un impiego da un milione di dollari [compresi i benefit] nel CdA di una società che opera in un settore e in un Paese a lui sconosciuti, al solo scopo di “comprarsi” un Vicepresidente americano in carica, uomo di punta dell’Amministrazione Obama in quel paese.
Grazie alla segnalazione del New York Post tutto questo non può più essere contestato e, definirlo solo squalificante (anche senza considerare quant’altro lo riguarda), potrebbe essere un atto caritatevole verso Biden.
Questo è il tipo di scandalo che dovrebbe rovinare non solo Biden, ma anche i contendenti del suo Partito.
Netta l’impressione che l’intero Partito Democratico sia una sorta di associazione criminale, a tal punto sfacciata è la corruzione di Biden.
Così come spudorato è stato il tentativo dei Democratici di coprire lo scandalo in Ucraina imputandolo a Trump, per averlo solo menzionato, lo scorso anno, in una telefonata con il nuovo Premier di quel Paese.
Ma avrà quest’effetto? Difficile dirlo. Perché?
Perché i media americani, corrotti come la famiglia Biden, stanno facendo l’impossibile per nascondere questa storia.
La cosa non può meravigliarci. Ma quello che forse non vi sareste mai aspettati è questo:
>> Anche se intenzionalmente non mi ricollegherò al New York Post, voglio chiarire che questa storia dovrà essere verificata dai partner-terzi di Facebook che controllano la veridicità dei fatti. Nel frattempo, stiamo riducendo la sua distribuzione sulla nostra piattaforma <<.
Questo è un tweet del Direttore della “comunicazione politica” di Facebook, Andy Stone, un ex apparatchik dei Democratici che aveva lavorato come “coordinatore sul campo” per la “campagna presidenziale di John Kerry” (2004) ed è stato, fra le altre cose, addetto stampa di Barbara Boxer.
Quindi, il pezzo forse più importante del giornalismo politico del 2020 — che dimostra in modo conclusivo che uno dei due maggiori Partiti è in corsa per la Presidenza con un uomo il cui figlio ha ricevuto denaro in cambio dell’influenza politica del padre — sarà soppresso sul più grande social-network del mondo.
Netflix realizzò un documentario intitolato “The Social Dilemma”, che vale la pena vedere perché dimostra che Facebook sia diventata un’entità atroce e manipolativa.
Il Fondatore di Facebook (Mark Zuckerberg) e sua moglie hanno donato 250 milioni di dollari a una losca organizzazione no-profit, volta a corrompere gli scrutatori utilizzati nelle elezioni locali per manipolare il voto.
Facebook ha censurato, messo al bando e persino fatto incarcerare alcuni utenti per aver diffuso “notizie false” che non sono affatto tali.
E ora sta apertamente oscurando un importante giornale americano per aver dimostrato la corruzione del “candidato presidenziale” favorito da Facebook.
Se non avete visto The Social Dilemma, dovreste farlo. E, se siete ancora su Facebook, fate in modo di andarvene.
Questo tipo di manipolazione, che nella metafora corrisponde alla gang di Castro che entra in jeep all’Avana alla fine de “Il Padrino Parte II”, dovrebbe essere affrontata come hanno fatto tanti cubani — scappando.
Saremmo noi a dover far fuori Facebook prima che intervengano i regolatori federali e i politici.
E quindi, se questi dovessero decidere di porre fine a questa sconcezza (un modo potrebbe essere l’imposizione di una tassa confiscatoria sul data-mining degli utenti dei social media, come suggerito nel documentario di Netflix), sarebbe una decisione positiva.
Non dovremmo avere persone come Mark Zuckerberg che esercitano su di noi un potere del genere.
Nel frattempo — ed è la cosa meno sorprendente di tutte — il Team Biden ha messo il coperchio, mercoledì, sugli eventi della campagna presidenziale.
Per quanto riguarda Hunter (o Fredo, se preferite), non andate a pescare sul lago assieme a lui.
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Link Originale: https://spectator.org/hunter-biden-laptop-new-york-post/
Scelto e tradotto da Franco
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