Un modello social-capitalista poteva essere una buona idea, quando la visione di F.D. Roosevelt iniziò una nuova era dopo una crisi pesantissima, figlia di un capitalismo smodato.
Con Roosevelt il capitalismo diventò strumento di benessere e ricchezza, uno strumento fra i diversi a disposizione della politica.
Il fine doveva essere un’umanità migliore di quella passata.
Un elevazione delle genti sia negli aspetti interiori e culturali, che in quelli di facilità e comodità materiali.
Non è andata così e lo abbiamo ampiamente visto.
Quello che il capitalismo è riuscito a creare si può essenzialmente riassumere in un debito monumentale sulle spalle dei popoli, quindi parafrasando “alla tedesca”, una colpa dei popoli.
La colpa è stata nella conduzione dell’economia e della politica sbagliata, operata dagli stati.
Ciò ha permesso la creazione di enormi bolle commerciali e la speculazione della finanza.
Mio nonno diceva che in borsa ci trovi i borseggiatori, scherzava, ma nemmeno troppo, era un ingegnere un po’ fuori dagli schemi dei suoi tempi.
Ma non sono certo qui per parlarvi di finanza ed economia.
Del resto – per noi del blog – W. B. Mosler e la sua MMT sono un faro in questa tempesta perfetta.
Preferisco lasciare a lui ed ai suoi esponenti italiani la dissertazione su tale argomento.
Quello di cui invece volevo parlare è che il capitalismo, quello globale, aveva già capito che il modello non funzionava.
Ci tengo a precisare “globale”, perché ho tanti amici imprenditori, che stimo e rispetto per le loro fatiche quotidiane.
Sono andato quindi a leggere cosa dicevano i “magnaschei” già parecchi anni fa, in rete si trovano facilmente diversi studi e scenari ipotetici dei più ricchi filantropi del globo.
Dieci anni fa (2010), Peter Schwartz cofondatore e “chairman” della società GBN (Global Business Network) scrive un documento comune con la fondazione Rockefeller (Link).
In esso si legge che nel 2012 il mondo avrebbe potuto vivere una una pandemia.
E a seguito di questo ipotetico evento una serie di cose potevano essere realizzate, come risultanza dei momenti contingenti, dalla politica dei vari paesi.
Pensate che Schwartz era bonariamente soprannominato “il futurologo” dal gruppo dei suoi pari.
Qui nell’immagine in sintesi vedete le previsioni descritte nel documento del 2010.
Personalmente sono un po’ scettico su questi bramini del futuro, più che altro mi sembrano “sacerdoti” della pianificazione, di questa religione dove lo scopo è la vittoria dell’uomo sull’uomo.
Come si può ben capire, leggendo il documento, il modello capitalistico, in questo momento chiede alla politica la deregolazione totale.
Cioè la possibilità, ad esempio, di poter vendere farmaci che non sono stati sperimentati a dovere, o di poter manipolare l’agricoltura con i loro prodotti, di abolire le barriere che proteggono i mercati interni dei vari paesi.
Tutto ciò è solo l’anticipo, di un modello che verrà, se noi lo permetteremo.
L’industria 4.0, così loro la chiamano, è una sostituzione programmata del lavoro umano, con macchine robotiche, in cui l’evoluzione delle tecnologie digitali hanno un ruolo determinate.
Senza le tecnologie digitali non sarebbe stato possibile costruire macchine che imitano la capacità di discernimento umano nel lavoro.
Questo permette il raggiungimento dell’utopia di un capitalismo libero dalla forza lavoro, che risulta sparita o quasi da questo quadro.
L’attore umano del lavoro non serve più, salvo in quei paesi dove gli umani lavorano ad un costo minore delle macchine.
A tal proposito vi suggerisco un filmato, (Link) ritengo che ci siano nel filmato delle cattive valutazioni delle politiche economiche.
Tuttavia il concetto è chiarissimo su ciò che l’uomo vuole fare a suo fratello, solo perchè il primo si considera colui che ha la soluzione in tasca, colui che sa tracciare la strada.
Dove porta tutto questo è abbastanza facile da immaginare.
Porta ad una sostituzione della politica, quale mezzo per esercitare la volontà dei popoli, con una tecnocrazia assoluta operata dai quegli organismi multinazionali in cui si è trasformato il capitalismo.
L’ingordigia di denaro, l’avidità di potersi arricchire sempre più, porta a dover assumere il potere di comando su tutto il pianeta, in buona sostanza il capitalismo 4.0 è incompatibile con la democrazia.
C’è da notare che in natura, ed anche negli animi umani, è difficile che prenda il sopravvento un modello non equilibrato, lo può fare per un po’, oppure per tanto tempo, ma solo leggermente.
Infatti, ad alcuni leader politici mondiali, ad alcuni partiti politici, questo modello non piace.
Così stiamo già vedendo le prime nudità di questi Re che così tanto reali non sono.
Scandali ed altre bassezze stanno diventando di pubblico dominio, sopratutto di quei vassalli politici che si sono prestati al dominio dei “magnaschei”.
Presto la battaglia decisiva di questo contrapporsi di visioni.
Chi ha distrutto, per troppa avidità, il modello capitalistico che lo rendeva ricco, dovrà arrendersi alla forza del resto del mondo che non vuole restare povero in Aeternum.
R. Z.
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