di Megas Alexandros
La suprema corte ha confermato la condanna di secondo grado, scontandola di quattro mesi dichiarati prescritti. L’ex parlamentare può andare in cella almeno per i prossimi mesi, salvato dall’eta’: l’8 maggio 2021, infatti, compira’ 70 anni e da quel momento potrà chiedere di scontare la condanna agli arresti domiciliari. L’avvocato Coppi: “Non attenderà alcun provvedimento, affronterà la situazione e si costituirà in carcere. E’ un uomo molto forte e molto coraggioso e quindi pensiamo che saprà affrontare virilmente questa prova”
Molti, compresa la Procura ed i giudici fiorentini, ieri hanno assaporato l’amaro gusto della “beffa”, quando in udienza il procuratore generale Pasquale Fimiani (ricordiamo passato alla sezione penale nel 2014 quando al governo c’era Renzi), aveva chiesto per Verdini un nuovo processo d’Appello sollecitando l’annullamento con rinvio per numerosi episodi relativi alla bancarotta.
E come poter basimare, chi sospetta dei magistrati romani, dopo le evidenze sul “sistema delle nomine” ben organizzato da Palamara e gli uomini di Renzi, Lotti e Ferri.
Lo stesso sentimento, e’ stato provato anche alcune settimane fa quando la Cassazione ha accolto i ricorsi dell’imprenditore Marco Carrai, del finanziere David Serra e della sua società Algebris contro il sequestro di documenti e pc nell’ambito dell’indagine sulla Fondazione Open per illecito finanziamento ai partiti. Andando, di fatto contro al provvedimento emesso dal tribunale del riesame di Firenze il 19 dicembre 2019, che aveva dichiarato legittimo l’operato della Procura fiorentina, guidata dal Dott. Creazzo.
Ricordiamo che la sentenza arriva dopo che l’udienza davanti alla Corte Suprema, ha subito due rinvii a causa dell’emergenza coronavirus: inizialmente prevista per lo scorso marzo, l’udienza era slittata prima al 17 luglio e con un nuovo rinvio disposto per poter discutere, che ha trascinato la sentenza fino a oggi.
Toccherà dunque ora alla Cassazione notificare il dispositivo della sentenza dei giudici della quinta sezione penale alla Procura Generale di Firenze competente per l’esecuzione della pena, anche se – secondo l’avvocato Coppi – Verdini dovrebbe costituirsi prima. Confermando quindi il futuro in carcere per il suo assistito.
Per la vicenda del crack del Credito fiorentino, Verdini è accusato in pratica di aver concesso finanziamenti e crediti milionari senza “garanzie”, sulla base di contratti preliminari di compravendite ritenute fittizie. Soldi che, per la procura di Firenze venivano dati a “persone ritenute vicine” a Verdini stesso sulla base di “documentazione carente e in assenza di adeguata istruttoria”. In totale, secondo la magistratura il volume d’affari, ricostruito dai carabinieri dei Ros fiorentino, sarebbe stato pari a “un importo di circa 100 milioni di euro” di finanziamenti deliberati dal cda del Credito i cui membri, secondo quanto ricostruito nell’avviso di chiusura indagini “partecipavano all’associazione svolgendo il loro ruolo di consiglieri quali meri esecutori delle determinazioni del Verdini”. In sintesi secondo l’accusa, Verdini decideva a chi dare, e quanto, mentre gli altri si limitavano a ratificare “senza sollevare alcuna obiezione”.
In poche parole, come dichiararono i PM al processo:
“Verdini usava la banca come un suo bancomat personale”
Con la sentenza di oggi si mette un punto solo a una delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Verdini. L’ex coordinatore del Popolo della Libertà, infatti, ha anche un’altra condanna, al momento solo in primo grado: quella a cinque anni per la bancarotta della Società toscana di Edizioni, che pubblicava il Giornale di Toscana. Rischia inoltre un altro processo, per turbativa d’asta e concussione: poche settimane fa la procura di Roma ha chiuso le indagini sul suo conto, nell’ambito di uno dei filoni del processo Consip.
Questo e’ Denis Verdini, l’uomo che per l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi meritava, di diventare Padre Costituente; infatti i due, quando l’attuale leader di Italia Viva era presidente del Consiglio, tentarono addirittura di arrogarsi il diritto di riscrivere la nostra Costituzione. Fortuna volle che gli italiani se ne accorsero in tempo e nel segno della democrazia decretarono la fine politica dell’ex sindaco di Firenze. il quale e’ ancora oggi in mezzo ai giochi, solo per le solite logiche di lobbies ed appartenenza tipiche del “sistema italia”
Ma questa sentenza e’ un segnale, proprio alla vigilia delle elezioni USA, dove se Trump verra’ rieletto, sicuramente sferrera’ l’attacco finale a quel mondo globalista che ha tentato e tutt’ora tenta di farlo fuori. Proprio lo stesso mondo che Renzi, Verdini e l’elite italiana (di cui i due sono accreditati rappresentanti), sostengono a spada tratta, imponendolo al popolo italiano in barba alla volonta’ della maggioranza e non curanti del disastro e del dolore che tale mondo ha provocato tra la loro gente.
Rimane l’ultimo pensiero per Salvini, che con Verdini si appresta ad imparentarsi, e che nel segno dell’appartenenza sponsorizza apertamente ed a piu’ riprese, in tandem con Renzi, Mr Draghi a Palazzo Chigi. Attenzione, il popolo italiano e’ stremato e di traditori e tradimenti ne avrebbe gia’ abbastanza.
Addormentiamoci con la speranza e la convinzione (visti i personaggi) che anche questa volta la salvezza per il popolo italiano, non puo’ che avvenire attraverso l’ennesimo “sbarco degli americani”
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