Redazione “Voci dalla Germania”, tratto da German Foreign Policy
La crescente inquietudine presente fra gli strateghi politici tedeschi deriva dal fatto che, a loro avviso, gli sforzi fatti finora per rafforzare la politica estera e militare non sarebbero stati sufficienti per realizzare fino in fondo l’ambizione di trasformare la Germania in una potenza di respiro mondiale.
Si fa spesso riferimento alla “campagna di politica globale” avviata da Berlino nel 2014, partita con tre discorsi tenuti durante l’annuale Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera ad inizio 2014.
All’epoca, il Presidente tedesco Joachim Gauck, il Ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e il Ministro della Difesa Ursula von der Leyen, nel quadro di un’azione politica concertata e con una notevole copertura mediatica, si erano pronunciati in favore di una politica globale più aggressiva.
Da allora infatti gli esperti parlano del cosiddetto “consenso di Monaco”.
Dal 2014, in effetti, il governo tedesco ha compiuto più’ di un passo verso una politica globale di più ampia portata.
Non da ultimo, come ha osservato la scorsa settimana Wolfgang Ischinger, il capo della Conferenza sulla Sicurezza, la Germania ha aumentato il suo budget militare di circa il 40% e, in futuro, intende aumentarlo ulteriormente.
Sono infatti in arrivo progetti di riarmo per diversi miliardi di euro.
IL DESTINO DELL’EUROPA
Ma ciò non è stato sufficiente, almeno secondo un recente documento strategico redatto dalla Conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza.
Nel frattempo, attorno agli organizzatori della conferenza, si è formato un apparato, che si comporta sempre di più come un think tank di politica estera e militare.
Di fronte all’escalation dei conflitti fra le potenze globali, la Germania si trova “di fronte a una decisione di portata storica”, scrivono gli autori del documento.
Se continuasse semplicemente con la sua attuale politica estera e militare, si trasformerà insieme all’UE “in una ‘appendice eurasiatica, dominata da altre potenze”.
L’attuale “passaggio epocale nella politica mondiale” — l’ascesa della Cina e il conseguente declino degli Stati Uniti, nonché l’aspra lotta di potere tra di loro — richiede che “l’Europa prenda il proprio destino nelle sue mani” e rafforzi con energia la sua politica mondiale.
Berlino e l’UE, inoltre, hanno in gran parte fallito nei loro piani per ottenere il controllo della cintura di Stati intorno all’UE — dal Nord Africa al Medio Oriente e all’Ucraina.
“Il nostro vicinato, dalla Libia alla Bielorussia”, nel corso degli ultimi anni, è stato “travolto dalle fiamme”, ha dichiarato recentemente il Commissario UE per gli Affari Esteri Josep Borrell, il quale chiede anche un’intensificazione degli sforzi politici su scala globale dell’UE.
LA LEADERSHIP TEDESCA
La Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera propone pertanto un approccio pianificato e sistematico.
La Germania, ad esempio, “per rendere l’Europa capace di agire, deve prima definire i propri interessi strategici a livello nazionale”.
Poi dovrebbe consolidare il suo ruolo di leadership all’interno dell’UE:
“solo se la Germania si farà carico del ruolo di leader, che dovrebbe rivestire in quanto maggiore Stato membro dell’Unione, l’Europa sarà in grado di agire in modo sovrano. Il ruolo di leadership della Germania” sarà il “presupposto per un’Europa capace di agire in tutti i settori della politica estera e della sicurezza”.
Ciò servirà “sia per affrontare le minacce globali come il riscaldamento del pianeta, le migrazioni e le pandemie”, ma anche “per competere nel campo dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie strategiche”.
UNA KERNEUROPA CAPACE DI AGIRE
Viene inoltre formulata la richiesta di un rafforzamento delle strutture decisionali dell’UE — ancor più che in passato, dopo che Cipro ha ritardato l’applicazione delle sanzioni UE contro la Bielorussia, per forzare (invano) la presa in considerazione dei propri interessi nella controversia con la Turchia.
Alla fine della scorsa settimana Florian Hahn, il portavoce per la politica europea del gruppo parlamentare della CDU/CSU, ha chiesto che in materia di “politica estera e di sicurezza” l’UE passi a un sistema di voto a maggioranza:
“il principio dell’unanimità sta raggiungendo i suoi limiti e mostra tutte le debolezze dell’Unione Europea quando si tratta di imporsi come attore serio nella politica e sulle questioni geo-strategiche globali”.
Il governo tedesco sostiene da tempo la stessa linea.
Nel caso in cui la transizione verso il voto a maggioranza in materia di politica estera e militare non possa essere portato avanti, le richieste di soluzioni alternative, a Bruxelles, si fanno sempre più forti.
Ad esempio, il Presidente della Bundesakademie für Sicherheitspolitik (BAKS), Ekkehard Brose, ha rilanciato la sua richiesta per una “coalizione dei volenterosi” che, all’interno dell’UE, possa spingere “caso per caso” su questioni di politica estera: “una Kerneuropa in grado di agire”.
Lo chiede anche Theo Sommer, ex capo-staff della pianificazione al Ministero della Difesa e da tempo capo-redattore del settimanale “Die Zeit”: “Se necessario, sarà la Kerneuropa ad andare avanti, come nel caso della creazione dell’Eurozona e dell’area di Schengen”.
TUTTO CON UN SOLO OBBIETTIVO
Vengono avanzate altre due richieste.
Da un lato, si chiede che il Governo Federale si mostri più’ convincente di quanto lo sia stato fino ad ora.
Ci sono “troppi attriti tra i Ministeri”, giudica il Presidente della BAKS Brose: “i Ministeri degli Esteri, della Difesa e dello Sviluppo, in futuro, dovrebbero mirare tutti insieme a un unico obiettivo”.
Il Capo della Conferenza sulla Sicurezza Ischinger è a favore di un aggiornamento del Consiglio Federale per la Sicurezza, secondo le proposte del ministro della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer.
L’anno scorso, infatti, Kramp-Karrenbauer aveva chiesto che l’organo attualmente responsabile della “concessione delle licenze per l’esportazione di armi” fosse trasformato in un “Consiglio di Sicurezza Nazionale” e che gli fosse affidato il compito di “sviluppare le linee guida strategiche”.
OLTRE IL TRADIZIONALE RAGGIO D’AZIONE
L’attuale documento strategico della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza afferma, inoltre, che la “capacità politica di agire in politica estera e militare è sempre strettamente legata all’approvazione politica all’interno del paese”:
Dopotutto, l’efficacia delle misure militari è discutibile nel caso in cui “un potenziale avversario dovesse ipotizzare che la Germania in caso di dubbio escluda in ogni caso una reazione militare”.
“La politica estera democratica ha bisogno del sostegno della popolazione” — scrivono gli autori del documento — “La politica e la società non possono evitare di discutere di politica estera e di sicurezza in modo più regolare, intenso e onesto”.
Questo è particolarmente vero laddove “i diversi orientamenti di base della politica estera dei tedeschi cozzino l’uno con l’altro, come il multilateralismo e l’antimilitarismo”.
“La maggior parte dei tedeschi preferisce gli strumenti civili” — prosegue — “tuttavia, adottando buoni argomenti, dovrebbe essere possibile convincere la popolazione su decisioni che vanno al di là del tradizionale campo d’azione della Germania”.
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Link Originale: http://vocidallagermania.blogspot.com/2020/10/der-munchner-konsens-e-la-kerneuropa-in.html
Scelto e pubblicato da Franco
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