Christian Döbber per FOCUS Online
Con la sua performance nelle elezioni statunitensi, inaspettatamente buona, Donald Trump ha sorpreso di nuovo l’élite politica e quella dei media.
In Germania molte persone si stanno chiedendo: “… gli americani sono dei pazzi?”
Ma chi cerca di far la morale agli Stati Uniti non ha capito una cosa fondamentale del nostro Paese: molte delle loro problematiche le abbiamo anche noi!
Prima delle elezioni statunitensi i sondaggi mostravano che la maggioranza dei tedeschi voleva che Donald Trump fosse sconfitto — e molte previsioni posizionavano lo sfidante Joe Biden molto in avanti rispetto al Presidente in carica.
Poi, ieri mattina, la Berlino politica ha guardato verso Washington con orrore.
Con la sua performance inaspettatamente buona, Trump ha regalato al suo paese un thriller elettorale senza precedenti, che ha enormemente sorpreso l’élite politica e quella dei media — non solo in Germania.
Trump è inaspettatamente molto forte!
Più che interessarsi su chi vincerà, molte persone in Germania e in Europa si stanno chiedendo, visti i tanti voti per Trump: “… ma gli americani non hanno imparato niente dopo quattro anni di caos politico e di sproloqui via Twitter?”.
Una reazione fin troppo umana.
Trump, a loro parere, mente apertamente, incita all’odio ed è divisivo.
Discrimina le minoranze, annulla i Trattati internazionali e le sue ridicole misure non servono a niente per ridurre le migliaia di morti per coronavirus.
Per molti europei è semplicemente incomprensibile come tanti americani possano ancora votare per Trump.
Nemmeno i politici europei, del resto, hanno mai fatto mistero di quello che pensano di lui.
Anche prima della sua elezione, nel 2016, l’allora Ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier (SPD) definì Trump come un “predicatore di odio“.
Sigmar Gabriel (SPD), a sua volta, gli diede del narcisista e Ursula von der Leyen (CDU) disse, il giorno dopo l’elezione di Trump, “È stato un grande shock …”
Dichiarazioni così dure — e talvolta offensive — fanno un certo effetto.
Il politologo Thomas Jäger ritiene che la classe politica tedesca, negli ultimi quattro anni, abbia creato una vasta faglia fra sé e gli Stati Uniti: “… una distanza il cui risultato è che sempre meno tedeschi possono e vogliono capire la politica americana“.
Per molte persone del nostro Paese, gli Stati Uniti e i suoi cittadini sono diventati una specie di mistero.
Secondo un recente sondaggio, i tedeschi hanno più paura di Trump (per il 53% è il pericolo maggiore) che del coronavirus (32%).
Dopodiché, quando parlano di Donald Trump e del suo Paese, si nota spesso una nota di saccenza e di arroganza: “Dovrebbero dotarsi come prima cosa di un sistema elettorale decente“.
Oppure: “Potrebbero imparare molto dal nostro stato sociale“.
L’Anchorman Ingo Zamperoni — vive con la sua famiglia negli Stati Uniti ed è testimone in prima persona della divisione del Paese — ha affermato che: “… noi tedeschi la facciamo troppo facile quando parliamo di Trump come di quell’idiota totale che sta alla Casa Bianca, che sta facendo schiattare il suo paese e il resto del mondo“.
Zamperoni ha ragione per due motivi.
In primo luogo, tendiamo a dimenticare che molti americani pensano semplicemente in modo diverso rispetto ai tedeschi.
La maggioranza considera lo stato sociale in stile tedesco niente più che una forma di socialismo.
Anche la cattiva gestione della pandemia, da parte di Trump, non è percepita da molti cittadini in modo così negativo — come confermato dalle elezioni.
Per gli Americani è più importante che l’economia sia in forte espansione e che ci siano nuovi posti di lavoro per i disoccupati del paese.
In secondo luogo, il successo di Trump si basa su anni di abbandono di intere fasce sociali, da parte delle élite politiche e quelle dei media.
Per i disoccupati, per le persone poco qualificate e per tutti coloro per i quali il “sogno americano” non funziona più, Trump è un faro di speranza.
La sua elezione a Presidente, nel 2016, è stata un enorme voto di sfiducia verso le élite, verso il clan dei Clinton e dei Partiti istituzionali, verso la migrazione e la cooperazione internazionale …
Anche in Germania c’è terreno fertile per quel populismo che ha reso grande Trump, anche se in forma più debole.
Secondo uno studio della Fondazione Friedrich Ebert, meno della metà dei tedeschi (46,6%) è soddisfatta del modo in cui funziona la democrazia nel nostro paese, mentre i due terzi (66,3%) ritengono che le generazioni future staranno peggio di quelle attuali.
Inoltre, sempre più persone sembrano dubitare del sistema, anche nel nostro paese.
Secondo l’Edelmann Trust Barometer (uno studio annuale sulla fiducia verso governi, ONG, imprese e media), solo il 12% dei tedeschi ritiene che il sistema attuale si preoccupi di loro.
Il 55%, inoltre, pensa che il capitalismo nella sua forma attuale faccia più male che bene.
Anche in Germania ci sono tante persone che si sentono incomprese, che sono state lasciate indietro e che non si sentono rappresentate dalla politica.
La crisi del corona-virus sta allargando ulteriormente il divario.
Di conseguenza, la società tedesca non può prendere la cosa sotto gamba.
“Non è solo negli Stati Uniti che l’élite politica e quella dei media vivono in una specie di bolla, dove la delusione e la rabbia vengono semplicemente ignorate” — afferma il sociologo e ricercatore Michael Hartmann — “Anche in Germania questi gruppi sociali, per molti politici e giornalisti, sono finiti in un punto cieco“.
Invece di giudicare gli americani e le loro decisioni di voto, la Germania dovrebbe concentrarsi sui propri problemi.
Dovrebbe invece ascoltare il sociologo Hartmann quando dice: “Noi tedeschi non siamo affatto una superpotenza morale“.
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Link Originale: https://www.focus.de/perspektiven/kommentar-weit-weg-von-den-usa-deutschland-spielt-sich-auf-wie-eine-moralische-supermacht_id_12625745.html
Scelto e tradotto da Bart
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