Analisi semiseria della realtà sociale, cioè partiamo da ciò che superficialmente sembra un ossimoro, per capire forse un disegno più grande.
Quello che abbiamo visto nel corso degli ultimi decenni è stata la desertificazione delle piccole imprese le quali, o si sono estinte o sono state “inglobate” da altre operanti nello stesso settore e/o in settori contigui.
Una sorta di meccanismo “Borg” sotto il motto: ogni resistenza è inutile presto verrai assimilato, cioè reso simile agli altri.
Ecco qui una prima evidenza collaterale: pur costruendo un bene simile, ogni azienda aveva particolarità, punti di forza e debolezza, visione propria di come risolvere i problemi del cliente.
Tutto ciò si è perso, favorendo quel trans umanesimo tipico dei nostri tempi, ma restiamo in carreggiata e continuiamo con gli aspetti più generali.
Dopo anni di queste pratiche, ottenute più o meno forzatamente e legalmente, siamo ormai giunti al punto che la maggior parte del valore viene prodotto o erogato da pochi gruppi industriali, una sorta di monopolio o oligopolio dove non c’è più spazio per i piccoli.
Queste “Big companies” hanno bilanci che ormai sono paragonabili a quelli di molti stati.
E forti di queste possibilità economiche, ora gestiscono, la politica mondiale per mezzo di una struttura burocratica.
Hanno finanziato centri studi, commissioni di esperti, commissioni parlamentari, università, ecc.
Tornando la titolo: non è forse il comunismo, un grande monopolio statale gestito e pianificato, in nome del popolo sovrano?
Sicuramente da un punto di vista economico lo è.
La burocrazia del sistema si occupa di ridistribuire la ricchezza in favore del benessere del popolo.
Ma come sempre il diavolo è nei dettagli, tutto dipende da quanta ricchezza comune si dispone o si dice di disporre e quindi si distribuisce.
Una burocrazia assennata farà il meglio possibile per realizzare ciò, ma ci sono sempre degli ostacoli.
Su questo modellino ben si innesta il nuovo mondo globale, in fondo lo abbiamo visto, i globalisti vogliono essere monopolisti di tutte le ricchezze, finanche del pianeta.
Il monopoli, nella sua versione primigenia – Landlord’s Game – ci aveva già messo in guardia da questo pericolo.
Ma sono riusciti a far prevalere la parte ludica, rispetto a quella didattica.
Così come il gioco, la vita è diventato un mors tua vita mea.
A questo monopoli si vince quando sei diventato monopolista, ed ovviamente tutti gli altri hanno perso.
E quale migliore macchina della Cina, appunto sedicente comunista, avrebbero potuto mai trovare i Globalisti per portare a termine il loro viaggio?
Sono comunisti, non hanno remore ad istituire dei monopoli.
Decidono loro quanto il popolo sarà ricco, quali sono le libertà del popolo ed i metodi di controllo, sempre in nome del supposto benessere comune.
Quello del controllo e della limitazione delle libertà personali è, come vedete dalla figura sopra, uno degli aspetti fondamentali.
Gli amanti della libertà, come noi, non sono assolutamente in accordo con questo modello.
Ve lo immaginate di avere una carta magnetica, o un microchip sotto pelle, che memorizza l’eventuale divieto di sosta ed esclude vostro figlio dall’università?
E’ un regime.
Non solo il globalismo vuole controllare e dirigere tutte le richezze del pianeta, vuole fare lo stesso anche con tutti gli uomini, o quello che ne rimane della loro umanità.
Churchill diceva che se due persone fumano sotto il cartello vietato fumare gli fai la multa, ma se sono duemila a fumare, togli il cartello.
Questo concetto di autodeterminazione e libertà i globalisti non lo vorranno mai capire.
In questo momento il disegno è nascosto dietro al paravento della poltica Cinese.
Ma al tempo opportuno, secondo la mia visione, il sistema globale riserverà lo stesso trattamento che ha riservato al potere politico occidentale.
Ossia scalzerà anche il sitema politico assolutista che li ha coperti, sostituendosi ad esso, compiendo quind il loro progetto.
A ben guardare già si vedono avvisaglie.
In Cina alcuni tentativi di monopolio sono stati “sedati” dal governo, semplicemente perché non era un monopolio di stato, come ben descritto nel nostro articolo, Link qui.
Queste sono solo piccole scosse, il terremoto è lontano, ma se non lo fermiamo questo disegno prevarrà.
Siamo all’inizio, instaurato il modello globale a livello mondiale con l’aiuto della Cina,
verrà facile ai globalisti incrinare il sistema burocratico, inserendosi in quell’ingranaggio fino a prenderne il controllo, fino a diventare monopolisti di questo pianeta.
Noi siamo per la libertà, per l’equilibrio, non ci importa chi e con quale motivo sarà il monopolista.
Noi non vogliamo un monopolista, ma la democrazia.
Preferiamo un mercato dove tutti, grandi e piccoli, possano competere realmente con gli stessi diritti ed opportunità rispettando le stesse leggi.
Già alcune riflessioni di persone del nostro passato recente avrebbero dovuto illuminarci i pensieri, invece abbiamo imboccato la strada verso l’oscurità mentale.
E’ un disegno che viene da lontano e dura da decenni.
Il primo passo, come indica Pasolini, è stato quello del falso pericolo politico per rifiutare e contestare un modello economico sociale a favore del consumismo.
La grande crescita dei consumi ha reso possibile, attraverso la richezza da loro accumulata, la costruzione successiva di aggregati finanziari e industriali potenti.
E su tutto ciò è germogliato il globalismo.
Ma se il denaro è l’acqua, le antiche volontà feudali e il modello schiavista sono il concime su cui è cresciuto questo nuovo mostro sociale.
Le cose si sono modificate più e più volte, sempre nel solco di un disegno che viene da lontano nel tempo, non c’è nulla che da più soddisfazione del comando.
E per comandare è necessario avere degli schiavi, se li paghi non è bello, non da la stessa soddisfazione.
Quello che dobbiamo capire è la menzogna che il globalismo ci racconta: ci dicono che vogliono salvarci la vita, ma da decenni depotenziano la sanità in nome del profitto privato.
Sono scuse per portaci via ogni libertà fondamentale, per portarci via il lavoro, per portarci via i diritti costituiti nella nostra carta.
Finchè non capiremo questo saremo impauriti, schiavi, ed arriveremo a batterci per le nostre catene e non contro i carcerieri.
Queste libertà sono insite nel carattere storico del popolo americano, proprio per essersi liberati dalle allora dispotiche patrie di provenienza.
Allo stesso modo è proprio del popolo italiano, che rappresenta un “melting pot” di usanze e costumi di tale diversità e vastità unica al mondo.
E per rimanere tale ha bisogno di libertà individuale e rispetto delle regole democratiche.
Questa libertà è per il momento rappresentata dal popolo repubblicano in USA.
Chi sbaglia lato corre il rischio di diventare schiavo per sempre, non importa di quale padrone, non importa per quale ragione.
RZ
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