Patrick J. Buchanan
Se dietro l’uccisione del principale scienziato nucleare iraniano c’è Israele, come universalmente si crede (e che mai è stato negato), sorgono spontanee alcune domande:
Perché gli israeliani avrebbero dovuto ucciderlo? E perché proprio ora?
Lo scienziato, Mohsen Fakhrizadeh, bisogna ammetterlo, era l’anima del programma iraniano per la costruzione di bombe nucleari.
Ma quel programma era stato sciolto nel 2003!
Sotto la guida di George W. Bush, nel 2007, tutte le 17 Agenzie d’Intelligence statunitensi dichiararono con “grande fiducia” che l’Iran non aveva più un tale programma.
Quattro anni dopo, le stesse Agenzie riaffermarono quella convinzione.
Dal 2015, gli impianti nucleari dell’Iran, sulla base all’”accordo nucleare iraniano”, sono soggetti alla sorveglianza e alle ispezioni delle Nazioni Unite.
E l’Iran non ha prodotto né plutonio né uranio arricchito al livello del 90%, necessario per costruire una bomba.
Israele sostiene che l’Iran non abbia mai smesso di lavorare sul programma nucleare militare, ma le Agenzie d’Intelligence statunitensi e gli Ispettori Nucleari delle Nazioni Unite hanno concordato che il programma supervisionato da Fakhrizadeh fosse effettivamente terminato nel 2003.
Quindi, ancora una volta, perché il Primo Ministro Bibi Netanyahu avrebbe autorizzato il Mossad a inviare una sua squadra in Iran per uccidere lo scienziato nucleare? E perché proprio ora?
Se l’Iran sta effettivamente conducendo un programma segreto per costruire bombe nucleari in violazione degli accordi, perché non identificare il luogo della violazione, chiedere la visita degli Ispettori dell’ONU, esporre al mondo la doppiezza iraniana e porre fine all’accordo?
Perché, poi, uccidere lo scienziato?
Dal punto di vista di Netanyahu, in effetti, c’erano parecchi motivi per chiederne l’uccisione.
Per umiliare il regime iraniano. Per dimostrare la capacità del Mossad di uccidere impunemente i nemici d’Israele.
Per inviare un messaggio a coloro che lavorano nel “programma nucleare iraniano” che le Forze di Sicurezza del regime non possono proteggerli.
Per i sunniti e gli arabi del Golfo, che vedono l’Iran come un rivale e un avversario settario e strategico, la capacità d’Israele di punire l’Iran e le sue milizie regionali, senza peraltro alcuna grave risposta, rende quel Paese un alleato e un partner più desiderabile che mai.
Ma, con questo “colpo”, Bibi ha inviato un messaggio anche a Joe Biden, a sette settimane dall’assunzione della presidenza.
Qual è il messaggio di Bibi?
“Signor Presidente eletto, quest’operazione del Mossad dovrebbe dirle quanto prendiamo sul serio la determinazione dell’Iran a costruire una sua bomba nucleare — e quanto questo sarebbe per noi una minaccia esistenziale. Intendiamo affrontarla il prima possibile.
Se al momento dell’insediamento cercherete di aderire all’”accordo nucleare iraniano” e di revocare le sanzioni statunitensi in cambio del pieno rispetto dei termini di tale accordo da parte dell’Iran, allora non porremo alcun limite alle azioni che intraprenderemo per evitare che ciò avvenga.
Analogamente al Presidente Trump, che ha messo l’America al primo posto, anche noi mettiamo Israele al primo posto … e l’Iran è al primo posto nella “lista delle minacce” che intendiamo affrontare. Preferibilmente con voi ma, se necessario, anche da soli”.
Dal punto di vista di Bibi, l’uccisione del principale scienziato nucleare iraniano è un’azione vantaggiosa.
Perché i suoi scandali personali vengono eclissati e messi in secondo piano.
Perché rafforza l’immagine di Bibi come uomo d’azione e deciso protettore della nazione contro la sua più grande minaccia esistenziale.
Perché, se l’Iran dovesse rispondere all’assassinio con un contrattacco, ciò potrebbe portare a ritorsioni, a un’escalation e infine alla guerra.
Bibi si trasformerebbe in un Primo Ministro in tempo di guerra, come Winston Churchill, e potrebbe così realizzare il suo sogno: fare in modo che l’America apporti la sua potenza aerea, navale e missilistica per sferrare un duro colpo all’esercito iraniano e al regime degli Ayatollah.
Inoltre, l’uccisione di Fakhrizadeh e la volontà di ritorsione dell’Iran complica — se addirittura non chiude — il cammino di Biden verso la riconciliazione con l’Iran e con l’accordo nucleare.
Se l’uccisione scatenasse una guerra, Teheran sa che c’è una reale possibilità che l’America affianchi Israele, visto che Donald Trump detesta il regime iraniano tanto quanto Netanyahu.
E, se i “moderati” di Teheran non riuscissero a mantenere l’onore nazionale vendicandosi contro Israele, ciò potrebbe portare alla vittoria di un regime ancora più duro nelle elezioni di quest’anno.
Il ritorno degli integralisti potrebbe significare il crollo totale dell’”accordo nucleare iraniano” e una nuova “guerra fredda” che potrebbe finire nella “guerra calda” che i falchi del Medio Oriente — in Iran, Israele e USA — desiderano da tempo.
Come ha dimostrato con l’assassinio del Gen. Qasem Soleimani all’uscita dell’Aeroporto di Baghdad, Trump non indietreggia di fronte all’azione diretta contro i nemici percepiti come tali.
La settimana scorsa, gli Stati Uniti hanno fatto volare due B-52 da Minot, nel Nord Dakota, verso il Medio Oriente.
Inoltre, il gruppo della portaerei USS Nimitz ha cominciato a muoversi dall’Oceano Indiano verso il Golfo Persico.
Quattro giorni prima dell’attentato allo scienziato iraniano, Netanyahu si è incontrato segretamente in una città portuale del Mar Rosso con il Principe Ereditario saudita Mohammed bin Salman e con il Segretario di Stato Mike Pompeo.
Gli israeliani hanno detto a Pompeo cosa stavano per fare?
Gli Stati Uniti sapevano e quindi non si sono opposti all’attacco?
Gli americani vogliono dunque questa guerra, che oggi sembra più vicina che mai?
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Link Originale: https://buchanan.org/blog/has-bibi-boxed-biden-in-on-iran-142411#more-142411
Scelto e tradotto da Franco
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