Edward Davis per American Thinker (sintesi)
Nel suo video del 23 dicembre, il Dr. Steve Turley ha riassunto due possibili strade per la vittoria del Presidente Trump al Congresso del 6 gennaio.
Cominciamo con la sfida portata da Deputati e Senatori Repubblicani ai “grandi elettori” di Biden:
“”Dev’essere presentata un’obiezione e approvata da almeno un Senatore e un Deputato degli Stati Uniti.
Una volta presentata e approvata, entrambe le Camere del Congresso devono aprire un dibattito di un paio d’ore sull’obiezione.
Poi è sufficiente una maggioranza semplice per rovesciare i “grandi elettori”.
Ora, ancora una volta, si tratta di un’ipotesi azzardata … ma poi il Vice Presidente Mike Pence potrebbe prendere la decisione finale sulla certificazione degli elettori””.
Ma com’è probabile che vada a finire?
Un’obiezione da parte dei Deputati Matt Gaetz, Mo Brooks e altri, verrebbe respinta dalla Camera di Nancy Pelosi e fallirebbe al Senato, dove Senatori come Mitt Romney e Ben Sasse hanno vendette personali contro il Presidente Trump … dove il leader della maggioranza, Mitch McConnell, si è congratulato con Biden e Harris per aver vinto le elezioni … e dove il Senatore Tommy Tuberville è stato costretto dai colleghi a non appoggiare alcuna obiezione.
A peggiorare le cose c’è il campo di gioco irregolare — una manciata di Rappresentanti del GOP contro i Democratici e i media loro alleati che li definirebbero “teorici della cospirazione” capaci solo di “affermazioni infondate”.
Aspettatevi pure che i Democratici e i media alleati sottolineino che il Procuratore Generale Bill Barr non abbia trovato alcuna prova di frode.
Possono sembrare considerazioni molto convincenti alle persone non informate, che non conoscono le prove raccolte da Rudy Giuliani e dalla sua squadra.
Perché, quindi, portare una sfida quando non solo è condannata aprioristicamente, ma consegna inutilmente ai Democratici e ai loro alleati nei media un’altra tribuna, dalla quale i Repubblicani verranno sistematicamente esclusi?
(Un esempio preoccupante: Al Dr. Turley e ad altri è stato proibito discutere le prove delle frodi elettorali su YouTube. Turley, ora, è molto attento a quello che dice e discute di frodi solo altrove)
Inoltre, un dibattito di un paio d’ore sarebbe un esercizio di parte a corto di sostanza, in pratica un disservizio per Trump.
Le prove meticolosamente raccolte dal suo team hanno bisogno di settimane, se necessario, per essere ascoltate in Tribunale.
La parte peggiore, però, è che si tratterebbe di una sfida destinata a fallire, per quanto nobile sia stato lo sforzo.
Legherebbe le mani al Vice Presidente Pence, minando la sua capacità d’invertire l’elezione rubata contando solo i “voti elettorali” non contaminati dalle prove di brogli. Ecco perché.
Come osserva un articolo dell’Associated Press sul processo di contestazione in ambito congressuale: “Affinché l’obiezione sia sostenuta, entrambe le Camere devono accettarla con un voto a maggioranza semplice. Se non sono entrambe d’accordo, si procede al conteggio dei “voti elettorali” originali …”.
Il rifiuto di Pence a certificare i “voti elettorali” degli Stati colpiti da brogli — cosa difficile da immaginare — sarebbe praticamente impossibile perché richiederebbe un voto in entrambe le Camere del Congresso, che respingerebbe la sfida portata ai “grandi elettori” di Biden negli Stati contestati.
Il mio appello ai membri Repubblicani del Congresso, quindi, è: “Non fate obiezioni ai ‘grandi elettori’. Lasciate tutto nelle mani del Vicepresidente Pence”.
L’Avvocato Costituzionalista Ivan Raiklin sostiene che sia possibile [l’azione in ambito congressuale, ndt], ma è una voce isolata. Promuove un concetto non ben supportato nel disperato tentativo di aiutare Trump.
In un articolo di ottobre che anticipava un’elezione potenzialmente contestata, il Prof. Scott R. Anderson osservò:
“”Nel corso della storia degli Stati Uniti, alcuni hanno sostenuto che il ruolo costituzionale e la relativa autorità statutaria forniscano al Vicepresidente una sostanziale autorità sul processo di conteggio, anche determinando quali voti elettorali debbano essere conteggiati in caso di controversia …””.
Così, secondo questo eminente Professore, l’opinione generale non è univoca su quello che il Vicepresidente ha il potere di fare nel conteggio dei voti.
Né la cosa dovrebbe sorprenderci. Il Diritto Costituzionale non è bianco o nero, come si è visto nelle numerose decisioni prese 5 a 4 dalla Corte Suprema, che applica la stessa legge agli stessi fatti.
Ma queste considerazioni introducono comunque la seconda strada.
Pence, infatti, può fare la sua parte. Egli deve limitarsi a interpretare i “voti” e a contarli di conseguenza [prescindendo dall’azione condotta in ambito congressuale, destinata al fallimento, che gli legherebbe le mani, ndt]. Punto.
Potrebbe dichiarare: “”Non conterò i ‘Grandi Elettori’ di Biden, o le liste concorrenti dei ‘Grandi Elettori’ di Trump, negli Stati contesi, dove ci sono prove schiaccianti e credibili di frode sistemica””.
Così restituirebbe la vittoria elettorale al Presidente Trump, a cui è stata palesemente rubata.
Cosa avrebbe da perdere Pence? Un commentatore di Legal Insurrection ha osservato che:
“”Pence dovrebbe rifiutarsi di contare i voti degli Stati contesi e osare che qualcuno gli faccia causa in Tribunale. Allora la Corte Suprema potrà semplicemente registrarla per il 21 gennaio 2021.
Se la Corte Suprema non può impedire agli Stati di rubare le elezioni, non può nemmeno impedire a Pence di conteggiare i voti in qualsiasi modo egli voglia””.
Un avvertimento: questa è stata una stagione in cui tutti sembrano deluderci. Perché aspettarsi che Pence sia diverso?
Il Washington Post ha riferito: “Pence spera in un 6 gennaio di basso profilo e non sta pianificando alcun inutile dramma, ci ha detto il suo aiutante. Ha intenzione di mantenere un ruolo superficiale e subito dopo farà un viaggio oltreoceano”.
[Nel frattempo, il VP ha rinunciato al viaggio oltreoceano, ndt]
Ma il rapporto del Washington Post potrebbe essere impreciso, o potrebbe essere frutto della disinformazione di Trump, volta a far abbassare la guardia all’opposizione.
Per quanto riguarda la menzione “nessun inutile dramma” che sarebbe nei piani di Pence, questa non esclude il dramma, se fosse necessario.
Il furto delle elezioni è stato audace e scioccante. Richiede parallelamente una correzione audace e scioccante.
Il dramma è inevitabile in una nazione così amaramente divisa.
Metà del Paese, compreso il 30pc dei Democratici, crede che le elezioni siano state rubate.
La pressione dei media ha convinto l’altra metà, fra i quali il Senatore McConnell e altri importanti Repubblicani, che Biden sia stato davvero eletto.
Il Vicepresidente si trova di fronte a una “decisione difficile” che non è davvero tale.
Rifiuterà, quindi, di certificare liste di “grandi elettori” prodotte da un imbroglio sistemico, come tutto il mondo ben sa?
Rifiuterà di legittimare il golpe e, quindi, salverà la Repubblica cambiando il corso della storia?
Oppure queste cose accadono solo nei film?
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Link originale: https://www.americanthinker.com/blog/2020/12/gop_congressional_challenges_to_electors_would_be_a_catastrophic_tactical_mistake.html
Scelto e tradotto da Franco
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