Redazione: l’articolo termina con un’esortazione: “allacciate le cinture”.
Il nostro sito è fra quelli che non si arrendono, che credono ancora che il Presidente Trump non sia sconfitto e che reagirà.
Non lo diciamo come manifestazione fideistica, ma sulla base d’informazioni che ci giungono da ogni dove.
Il Presidente può e deve rispondere. Anche perire (metaforicamente), ma solo dopo aver risposto.
Lo chiedono 74 milioni di americani e tutto il mondo libero, quello che non vuole il “Great Reset”, che non si rassegna alla dittatura delle “Big Tech”, delle banche mondiali e dei soliti oligarchi.
A livello personale, lo scrivente pensa che se un errore Trump abbia fatto, sia stato quello di voler “prosciugare la palude” ricorrendo alle strutture politiche interne.
Ovvero, ai classici strumenti di una Democrazia.
Ma questi sono controllati dal “Deep State” e allora, il rischio che non ha ben compreso, è che poteva essere la “palude”, un po’ per volta, a prosciugare lui.
In politica, niente può essere cambiato “dal di dentro” [una lezione da ben comprendere anche in Italia].
Al contrario, avrebbe dovuto usare gli ampi poteri conferitigli dalla Costituzione per “prosciugare la palude” nell’unico modo possibile: dall’esterno.
Non è troppo tardi, per chi vuol capire.
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John Green per The American Thinker
Nella mia vita, Donald Trump è la prima persona che ho visto sfidare la “classe dirigente” della politica (il Deep State).
Questa “classe dirigente” non è strettamente legata a questo o a quel Partito.
Comprende una vasta gamma di Democratici (quasi tutti), Repubblicani (in numero significativo), media (il Ministero della Propaganda) e burocrati (quei “funzionari governativi” senza volto che hanno formato la “resistenza” contro la volontà del popolo).
The Donald ha sfidato il loro potere e questi, ora, stanno esigendo la loro vendetta.
Seppur in modo fraudolento, hanno vinto … ma questo non basta.
Ora anche la sua eredità dev’essere distrutta e i suoi sostenitori devono essere schiacciati.
Il Deep State è determinato a garantire che nessuna forma di Trumpismo, o di sfida alla sua autorità, possa mai più ripresentarsi.
L’antica mitologia ci ha tramandato che la conquista manu militari comportava il “cospargere di sale” la terra delle civiltà sconfitte.
Una sorta di maledizione per prevenire qualsiasi futura riabilitazione.
Doveva garantire che una civiltà sconfitta non potesse mai più sfidare il vincitore. I vinti dovevano rimanere vinti.
Nella vittoria della “palude” siamo arrivati alla fase dell’”aspersione del sale” sul movimento Trump.
I Democratici chiedono che il Presidente sia rimosso dal suo incarico, tramite impeachment o 25° emendamento, appena due settimane prima della fine del suo mandato.
Twitter lo ha bandito a vita.
Il Deputato Joaquin Castro (D-Texas) ha presentato una legge per proibire che gli edifici federali siano mai intitolati a Donald Trump.
Non basta che sia stato sconfitto alle elezioni, bisogna anche umiliarlo.
C’è persino un rapporto secondo cui un Procuratore degli Stati Uniti stia conducendo un’indagine penale per stabilire se Donald Trump abbia incitato alla rivolta con il suo discorso del 6 gennaio.
È così incredibile che possa essere incriminato dopo aver lasciato l’incarico?
Non è allarmante che sia finanche concepibile montare un’accusa per aver tenuto un discorso?
Ma dopo essere stato imputato per una telefonata … non sembra così incredibile, vero?
Per quanto riguarda i suoi seguaci, avranno anch’essi i loro problemi.
Lo vediamo nella copertura mediatica della protesta del 6 gennaio in Campidoglio.
E’ stata bollata come un assalto senza precedenti alla nostra democrazia.
Non sappiamo ancora chi ha causato quella violenza — e ci sono fortissimi dubbi (eufemismo) che sia stata istigata dai sostenitori di Trump.
Ma in ogni caso non c’è stato niente d’inaudito.
Violentissime proteste infiammarono Washington D.C. il giorno dell’inaugurazione di Donald Trump, nel 2017, senza che mai fosse elevata una parola di condanna da parte dei Democratici.
Ma questa è la storia che la “classe dirigente”, in collaborazione con il suo “ministero della propaganda”, sta raccontando: che i sostenitori di Trump sono tutti dei pazzi scatenati.
E siccome sono tutti dei pazzi scatenati, il Sindacato degli “Assistenti di Volo” ha chiesto che tutti i presenti alla protesta del 6 gennaio siano inseriti nella “no fly list”.
Perché nessuno è disturbato dal fatto che questa sia considerata una risposta ragionevole a una protesta politica?
Il messaggio della “classe dirigente” è chiaro: “sfidateci di nuovo e lo farete a vostro rischio e pericolo”.
In pochi anni la politica statunitense ha preso una piega inquietante: non è più una competizione di idee.
Per la “classe dirigente” i conservatori non sono più avversari politici, ma nemici dello Stato.
Gli appelli all’unità e alla civiltà sono forme d’ipocrisia.
I nostri governanti non vogliono l’unità, vogliono la sottomissione.
Fortunatamente per noi, e purtroppo per i nostri governanti, diamo ancora alla libertà un valore al di sopra di ogni altra cosa.
Le cose resteranno tranquille? Lo spero. Ma solo il tempo lo dirà.
L’unica certezza è che “We, The People” prevarremo. Allacciate le cinture.
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Link originale: https://www.americanthinker.com/blog/2021/01/the_ruling_class_beat_trump_now_its_salting_the_earth.html
Scelto e tradotto da Franco