Redazione:
Un punto di vista diverso e molto originale di una testata britannica molto interessante, che consigliamo di seguire. Le parole sono pesanti, qualcosa bolle in pentola. Vale la pena di approfondire, noi vi mettiamo sulle tracce. Spiked-Online può darvene tante, di tracce, riteniamo.
Brandon O’Neill per spiked-online (Sintesi)
La “cancel culture” non esiste … dicono.
Eppure, con un semplice gesto, alcuni miliardari (che nessuno ha mai votato) hanno messo a tacere un uomo che è ancora il Presidente democraticamente eletto degli Stati Uniti.
Premendo un tasto, i nuovi oligarchi della Silicon Valley hanno impedito a un uomo che solo due mesi fa aveva vinto le elezioni (con il secondo più grande numero di voti nella storia della repubblica americana — 74 milioni) di rapportarsi con i suoi sostenitori (e critici) nella nuova piazza pubblica dell’era d’Internet.
Eppure, la cancel culture — che è il mezzo attraverso il quale le potenti e irresponsabili oligarchie dell’era di Internet, sostenuti dalle cheerleader delle élite Liberal, interferiscono nel processo democratico e cancellano le voci in dissenso — esiste davvero.
Lo conferma la sospensione permanente di Donald Trump da parte di Twitter.
La cancellazione del Presidente degli Stati Uniti da parte dei nuovi capitalisti è un significativo punto di svolta nella politica e nella cultura dell’Occidente.
Stiamo sottovalutando il significato di questo atto di unilaterale epurazione a nostro rischio e pericolo.
Dimostra che la più grande minaccia alla libertà e alla democrazia non viene dai balordi che hanno preso d’assalto il Campidoglio, ma dalle élite tecnocratiche che vedono nella violazione del Campidoglio un’opportunità per consolidare il loro potere culturale e il loro dominio politico.
La sospensione di Donald Trump da parte di Twitter è straordinaria per molte ragioni.
In primo luogo per la sua arroganza: “boss” contro “democrazia”, “multinazionali” contro “popolo”.
Riguarda élite eccezionalmente ricche e distaccate che si arrogano il diritto di determinare quali politici possono impegnarsi nella discussione online — che è il luogo nel quale si svolge la maggior parte del dibattito politico e pubblico nel XXI secolo.
Coloro che non riescono a vedere quanto sia preoccupante che alcune aziende della Big Tech si siano assicurate il monopolio del lato sociale di Internet (che ora sfruttano per dettare quali opinioni politiche siano presentabili nei forum), hanno urgente bisogno di un campanello d’allarme.
In secondo luogo, per la giustificazione profondamente inquietante addotta da Twitter.
La multinazionale sostiene che l’account di Trump poteva “incitare alla violenza”.
Eppure, i due tweet che cita non fanno nulla del genere.
In uno Trump descrive i suoi elettori come “grandi patrioti americani” e insiste sul fatto che in futuro avranno una “voce gigante”.
Nell’altro conferma che non parteciperà all’inaugurazione di Joe Biden.
Questo è tutto.
In quale deformato universo morale può, un tale standard, essere interpretato come un appello alla violenza?
Solo in quello della censura preventiva, ovviamente, costruita dai “nostri signori della tecnologia”!
Sorprendentemente, Twitter sostiene che la censura del Presidente si basi su come altre persone potrebbero leggere e interpretare le sue parole.
Insiste dicendo che la sua motivazione censoria sia legata “specificamente” alla questione di “come [i tweet di Trump] vengano ricevuti e interpretati su Twitter e fuori da Twitter”.
Quindi, in senso stretto, il problema non sono le parole di Trump, ma la possibilità che qualcuno, da qualche parte, possa interpretarle in modo particolare.
Questo stabilisce un precedente terrificante per l’era di internet.
Perché legittima un nuovo “regime di censura online” che non solo punisce i discorsi incendiari (il che sarebbe già abbastanza grave), ma anche i normali e legittimi discorsi politici sulla base di come “gli altri” potrebbero interpretarli.
Non ci sarebbe fine a quello che potrebbe essere censurato.
Le donne trans-scettiche, ad esempio, già vittime delle epurazioni dei “risvegliati della Silicon Valley”, verrebbero completamente spazzate via perché qualche idiota potrebbe interpretare le loro critiche sulla “fluidità del genere”, senza alcun bigottismo, come un incitamento a colpire una persona transgenica.
Cristiani scettici nei confronti dei matrimoni gay, attivisti pro-life furiosi per l’aborto, sinistrorsi radicali che dicono “spaccate il sistema” … tutti potrebbero potenzialmente cadere in disgrazia.
Come conseguenza di questo nuovo diktat (secondo cui non siamo responsabili solo di quello che diciamo, ma anche della miriade d’interpretazioni che potrebbe indurre), potrebbero fare sfracelli di ciò che pensiamo e diciamo.
Su questa base, il White Album dovrebbe essere bandito perché le sue canzoni “Helter Skelter” e “Piggies” sono state “utilizzate da un pubblico di diversi” per fini terribili — gli omicidi della Famiglia di Charles Manson.
“Catcher in the Rye”? Censuratelo! Non ricordate che ha indotto Mark David Chapman a uccidere John Lennon?
Per quanto riguarda la Bibbia, il Corano e gli innumerevoli testi religiosi e politici … i “rischi di mobilitazione” che essi comportano sono chiaramente troppo grandi per essere sicuri. Quindi, cancelliamo anche questi.
Ma non è solo Twitter.
Mark Zuckerberg (zero voti) aveva già sospeso a tempo indeterminato Donald Trump (74 milioni di voti) da Facebook mentre Reddit, a sua volta, ha cancellato il thread di Donald Trump.
Tutti gli account dei social media che promuovono la folle “teoria della cospirazione” di Qanon sono stati sospesi.
Mike Flynn e Sidney Powell sono stati banditi da Twitter.
YouTube sta ora vietando qualsiasi video e account che dica che le elezioni americane siano state fraudolente.
Questo dimostra quanto siano diventati ideologici gli oligarchi della Silicon Valley.
Per quattro anni membri di spicco dei media e delle élite culturali degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno affermato che le elezioni presidenziali americane del 2016 e il referendum UE erano stati truffaldini.
Che erano ingarbugliati, illegittimi … e che quindi dovevano essere rovesciati.
Troverete decine di migliaia di video su YouTube in cui si dice che il voto per la Brexit è stato una “montatura dei russi” o solo un “voto consultivo”, fraudolentemente trasformato in un “voto vincolante”.
Non sono mai stati cancellati. Perché i “nostri signori della tecnologia” sono attivamente impegnati in un’aperta censura politica.
E poi c’è Parler, l’alternativa libertaria a Twitter.
Google, questa settimana, ha rimosso l’app Parler dal suo “store” perché non controlla in modo abbastanza rigoroso i discorsi infiammatori dei suoi utenti.
Apple minaccia di fare altrettanto.
Tutti coloro che si sono impegnati a creare la propria “piattaforma social-mediatica” hanno chiaramente sottovalutato la determinazione delle élite “risvegliate” a cancellare il “discorso offensivo” da ogni angolo di Internet.
Siamo davanti a una vera e propria epurazione di qualsiasi voce che vada contro la loro visione del mondo.
Il fatto che la sinistra sostenga questa posizione è cretinismo allo stato puro.
Stanno dando il via al più grande assalto alla “libertà di parola” che le élite capitaliste abbiano mai portato avanti.
Stanno sancendo il controllo della “libertà di parola” attuato dai miliardari.
Stanno celebrando le oligarchie economiche che interferiscono direttamente nel processo democratico.
Stanno gettando fra i rifiuti il “diritto di proprietà privata”, visto che i “diritti societari” dei monopoli virtuali, come Twitter e Facebook, consentono di buttare la gente fuori dalle loro piattaforme.
Ovvero, che i “diritti societari” prevalgono sul bene sociale e democratico del libero dibattito pubblico.
So che è improbabile che ciò avvenga tanto presto (viste le cretinate e le pose pseudo “leftish” delle élite della Silicon Valley), ma immaginate se a un certo punto i “nostri signori della tecnologia” decidessero che Bernie Sanders o chi per lui possa organizzare delle proteste fuori dal quartier generale di Google e quindi decidere di bandirlo.
Cosa direbbero i Democratici? Niente, presumibilmente. O niente che potrebbe essere preso sul serio visto che avranno contribuito a creare questa rete di tirannia.
Hanno dimenticato il grido di Thomas Paine: “Chi vuol mettere al sicuro la propria libertà deve proteggere anche il suo nemico dall’oppressione. Perché, se violasse questo principio, stabilirebbe un precedente che prima o poi sarà usato anche contro di lui”.
E ora c’è il sentore di un forte pericolo.
Non viene da idioti con le corna che hanno sfilato per un’ora nel Campidoglio, ma da coloro che vogliono trasformare quello spregevole incidente nel mito fondante di una nuova era di “autoritarismo risvegliato”
L’élite economica e politica, determinata a schiacciare l’esperimento populista degli ultimi anni, lancerà guerre al “terrorismo interno”, reprimerà i discorsi incendiari, eliminerà da internet e dai luoghi di lavoro chiunque abbia “pensieri scorretti” e, infine, metterà nella “lista nera” coloro che credono che il populismo sia preferibile alla tecnocrazia.
Lo stanno già facendo. L’amministrazione Biden non è ancora al potere e questo sta già accadendo.
Immaginate quanto saranno incoraggiate le nuove oligarchie (e i “risvegliati”) una volta che Biden e Co. avranno preso il potere.
Tenetevi forte, l’epurazione è solo all’inizio.
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Link originale: https://www.spiked-online.com/2021/01/09/the-woke-purge/
Scelto e tradotto da Franco