La risposta è semplicemente un rotondo NO. Spiacente per gli USA. In fondo so che gli stessi americani onesti – e sono tantissimi, penso la maggioranza assoluta – riconoscono questo enorme problema: la vittoria sull’URSS ai tempi avvenne solo ed esclusivamente in forza delle prospettive democratiche e libertarie che Washington ed il suo modello promettevano al mondo. L’alternativa sovietica era infatti un’economia pianificata, con il reddito garantito per tutti, lavoro sicuro, una casa. Insomma una esistenza “comunista”, ossia serena, sebbene assolutamente non ricca, dove nessuno possiede più nulla, fine della proprietà privata, pure….. No, non sto parlando del reddito di cittadinanza chiamato a gran voce dai globalisti! Sto parlando della vecchia URSS, dove – però – i vertici di partito facevano la bella vita come nessuno, giusto propagandando alle masse la “bellezza del comunismo”. Si, bella vita solo per le elies però…. Fa sorridere che oggi qualcuno – i globalisti – proponga un surrogato della vecchia URSS-DDR in salsa occidentale, il fine naturalmente è una fregatura, ossia vogliono solo mantenere intonsi i loro enormi patrimoni…
Il gen. Flynn conferma la debacle morale USA quando si chiede cosa pensano gli stranieri alla vista dello scempio non solo della della censura online in America. Gli stessi che hanno visto sempre gli USA, dalla fine della WWII, come il faro della democrazia… Cosa pensano non tanto, dico io, delle elezioni USA con sospetti brogli, ma proprio della censura sistematica ed organizzata dei media USA, unilaterale? Ed anche con un secondo tentativo impeachment dopo la buffonata del Russiagate, che ricordo a tutti che si è conclusa come una vera e propria persecuzione, tutto inventato…
Alla fine, diciamolo, i fatti ci dicono che Trump non ha potuto lavorare nel suo I. mandato, ha dovuto solo difendersi. Ma quello che colpisce, come dicevo, NON sono i brogli elettorali sospetti, falsi o reali che siano, sebbene non possa esimermi dal verificare che non ci sono sentenze nel merito sulle cause contro i brogli, ma solo un no contest generalizzato in forza di addotti vizi procedurali nel contesto della presentazione dei ricorsi lato trumpiano. Quello che mi preme e mi scandalizza è la censura unilaterale, come se Trump fosse colpevole di non so cosa.
Non mancano i riferimenti fattuali a cui appellarsi per confermare quanto sopra. Ad esempio la copia dei tweets di Trump, spariti ma non cancellati dalla rete, in quanto sono stati copiati su gab.com, vedasi sotto.
Come può sentirsi il mondo da domani in avanti senza lo spirito di Adam Smith, ossia della meritocrazia dove chi è bravo emerge? Ossia in presenza di una presidenza Biden che sebbene non è stata necessariamente stata marchiata dai brogli, è certamente associata alla più totale censura? A suo vantaggio naturalmente….
Biden non può nascondersi: lui è stato – NEI FATTI – aiutato dalla propaganda dei media prima e durante le elezioni, un vantaggio che Trump non ha avuto, anzi. E la censura ha fatto poi un capolavoro contro di lui, infatti da sempre verrà ricordato come la persona della censura di Twitter contro il suo avversario e contro il mondo libero, sulla falsa riga di quello che faceva la Pravda ai tempi dell’URSS.
Forse a censura voleva nascondere quanto sopra?
Nel tentativo di (suppostamente) abbattimento del Presidente USA per altro sembra esserci anche G. Soros, almeno in base a quanto riportato dalla fonte al LINK, che citiamo testualmente “[Soros] Ha assicurato alle élite di Davos nel 2018 che Trump è un “fenomeno puramente temporaneo che scomparirà nel 2020, o anche prima“.
Un secondo impeachment sulla base di fatti inventati? Infatti Trump predica la calma ed invece i motivi della sua rimozione sarebbero che fomenta la violenza…
Insomma, i dubbi sull’autorità morale dei prossimi USA ci sono.
L’URSS cadde perchè non prometteva nulla di buono, oggi gli USA di Biden purtroppo fanno lo stesso, promettono la censura per tutti, come minaccia. Un suicidio vero e proprio, solo questione di tempo prima che debbano trattare i propri alleai come colonie anche loro, come facevano inglesi, francesi e tedeschi. E non come partner, ovvero come stakeholders, che è più corretto.
A meno di una reazione USA: ricordo infatti che la democrazia Americana, in contrapposizione al resto del mondo conosciuto, ha radici profonde. Proprio la democrazia USA, annientata dalla censura degli scorsi giorni, trae linfa storica prima di tutto come contrapposizione all’Europa, a partire dagli scritti sulla democrazia, ossia sulla MERITOCRAZIA, di Alexis de Toqueville, che plaudiva il vantaggio democraticco USA come fonte di futuro successo.
In contrapposizione anche ai tempi c’era la vecchia Europa, dove i monarchi ed i potentati avevano sempre la meglio, stile Promessi Sposi contro Renzo e Lucia. Ossia dove il MERITO NON VIENE PREMIATO di principio, in quanto sono sempre gli stessi al comando (basti pensare che anche oggi in Germania le elites al potere/grandi famiglie sono più o meno le stesse del periodo guglielmino e post guglielmino, ndr). La storia ancora una volta fa la rima di Mark Twain…..
Ad esempio, ad inizio secolo scorso gli USA ebbero un senso democratico talmente forte da sbaragliare monopoli privati come quelli di Rockefeller, guarda caso oggi impegnato nel fronte globalista ossia anti Trump. E poi smontarono il business plot ordito dalla grande finanza , i globalisti dell’epoca, contro Roosevelt! proprio grazie allo schieramento di un generale, come oggi accade con M. Flynn.
Quello che deve essere chiaro oggi, agli USA soprattutto, è che una presidenza Biden pro censura toglierà inevitabilmente autorità agli USA, che da faro democratico diventerà l’equivalente della nuova URSS ma in salsa falsa-democratica. Condita con reddito di cittadinanza, che di premiare merito c’entra come i cavoli a merenda!
Vedremo come finirà, andiamo a poco.
MD
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