Tom Luongo per Gold Goats ‘N Guns (sintesi)
Un nuovo Presidente degli Stati Uniti, ma la stessa cattiva politica estera.
Joe Biden non è in carica che da un paio di settimane e stiamo già assistendo a un’escalation dei disordini in Russia.
Durante il fine settimana la stampa occidentale è rimasta senza fiato per i resoconti provenienti da quel Paese, che descrivevano la “feroce” repressione dei manifestanti che in diverse città supportavano il “dissidente” incarcerato Alexei Navalny.
Ma ora, per favore, smettiamola di giocare.
Navalny è una “risorsa occidentale”, non un’importante figura politica russa. Non ha alcun potere elettorale e il suo movimento non esiste al di fuori di Mosca.
L’unica ragione per cui tutti lo conosciamo come “L’uomo che Vladimir Putin teme di più” è l’intensa campagna occidentale volta a renderlo importante, organizzata dagli organi interni della CIA come il Washington Post e il Wall Street Journal.
Navalny viene utilizzato dalle “potenze occidentali” per creare problemi a Putin ogni volta che in Russia c’è un’elezione.
L’anno scorso ha dimostrato la sua insipienza non riuscendo a influenzare, nemmeno minimamente, il referendum sulle radicali modifiche alla Costituzione russa.
Tali modifiche, attese da tempo, hanno devoluto una parte del potere che, dalle mani del Presidente, passerà per la prima volta in quelle del Parlamento, rafforzando al contempo la Magistratura.
Era compito di Navalny — dopo quasi dieci anni spesi a prepararlo perché rappresentasse il “volto” dell’opposizione a Putin — fermare tutto questo.
E ha fallito in modo spettacolare. I cambiamenti proposti da Putin sono passati con un sostegno schiacciante.
Le proteste di questo fine settimana sono state un altro fiacco tentativo per trasformare Navalny in qualcosa d’importante.
Dopo una massiccia campagna di pubbliche relazioni costruita attorno al suo presunto “avvelenamento” e al suo “coraggioso” ritorno in Russia (per continuare la sua “Crociata” contro il demone Putin), gli Stati Uniti hanno dato il via alle proteste per creare l’illusione che ci siano dei forti disordini in Russia.
Ma tutto quello di cui sentirete parlare sono i circa 4.000 arresti, le “poche migliaia di manifestanti” e le riprese ravvicinate alla gente di Vladivostok.
Ma non si tratta di numeri importanti. Questi tentativi sono stati semplicemente patetici.
Secondo la NPR (un organo della “politica estera” degli Stati Uniti, se mai ce ne fosse una):
“Sabato, decine di migliaia di russi sono scesi in piazza per protestare, chiedendo il rilascio del leader dell’opposizione Alexei Navalny, sfidando la minaccia di arresti di massa in quelle che sono state alcune delle più grandi manifestazioni degli ultimi anni contro il Cremlino.
Da Vladivostok al confine occidentale, i manifestanti hanno sfidato apertamente gli avvertimenti delle Autorità russe, che ritenevano quelle manifestazioni illegali”.
Il resto dell’articolo non è altro che l’elenco delle citazioni del Dipartimento di Stato (degli Stati Uniti) — e dei “grandi esperti” della Beltway — su quello che sta accadendo in Russia.
Ma si tratta di un pessimo lavoro in pieno stile Agitprop [Dipartimento della Propaganda della vecchia URSS], anche per i bassi standard dello NPR.
È come se l’Occidente non ci avesse nemmeno provato.
L’avvelenamento di Navalny era solo un set per costruire una nuova campagna incentrata su di lui … perché gli Stati Uniti e l’Europa non hanno nient’altro da lanciare contro la Russia, oltre ai missili.
La legge anti-ONG di Putin e il “giro di vite” sui media stranieri sono state efficaci nel fermare le “Operazioni d’Intelligence” provenienti dall’estero ed è chiaro che, osservando quest’ultima serie di incidenti, Putin e la Russia non ne abbiano alcun timore.
Potete vedere i passaggi di quest’operazione abbastanza chiaramente:
1. Messa in atto di un massiccio sistema per truccare il voto e garantire la sconfitta di Trump lo scorso novembre,
2. … per garantire che, dopo le elezioni, la destabilizzazione della Russia potesse continuare.
3. Creazione di un’altra storia, in Occidente, sul fatto che “Putin sia un mostro”, riciclando l’avvelenamento di Skripal e dandogli credito attraverso la sua ripetizione su Navalny.
4. Presa d’atto che Navalny sia l’unico operativo di un certo rilievo che resta a disposizione.
5. Il russo vola in Germania, violando i termini del rilascio, e la Merkel lo usa per una massiccia operazione psicologica volta a creare il caso.
6. Navalny sopravvive al micidiale Novichok (perché da morto non serve) e torna coraggiosamente in Russia.
7. Creazione di una situazione “no-win” per Putin. Se lo arrestasse sembrerebbe un tiranno e, di conseguenza, ci sarebbero proteste. Se gli permettesse di girare in libertà acquisirebbe la statura di “uomo che ha resistito al grande Tiranno”.
8. Organizzazione di proteste non “autorizzate” per forzare lo scontro fra polizia e manifestanti.
9. Tentativo di montare uno scandalo su quella vecchia storia del palazzo di Putin costato miliardi di dollari.
10. Descrizione degli eventi come se l’opposizione di Putin avesse una qualche credibilità.
Ma il successo del piano dipende dal fatto che ci sia una massiccia ondata di sdegno a sostegno di Navalny.
Oops.
“Decine di migliaia” di manifestanti presenti complessivamente in dozzine di città è una cosa un po’ patetica.
Voglio dire, negli Stati Uniti George Soros può mettere sulle strade di Washington D.C. un quarto di milione di manifestanti per qualsiasi motivo e in un qualsiasi sabato!
A Mosca, invece, una città di 11,5 milioni di abitanti (nel 2010), i manifestanti sono stati al massimo 10.000.
Per favore, un po’ di matematica prima che mi consideriate un imbonitore di Putin.
Guardate … la realtà è che, se Putin avesse voluto Navalny morto, Navalny sarebbe morto.
Per darvi un’idea di quanto sia irrilevante, la TASS non gli concede nemmeno il rispetto dovuto a un “leader di partito” o “a un ex candidato sindaco” di Mosca.
Niente di tutto questo, la TASS lo definisce semplicemente un blogger.
Putin ha permesso a Stati Uniti/UE/Regno Unito di fare le loro cose per avere l’opportunità di scoprire chi sono i capobanda e di sbarazzarsi anche di loro.
Il motivo per cui Navalny è diventato un problema è che, entro la fine dell’anno, ci saranno le elezioni parlamentari in Russia, nelle quali il popolo voterà l’ottava Duma.
Questa è dominata dall’ex partito di Putin, “Russia Unita”, che ha ottenuto il 77% dei voti nelle ultime elezioni e che è guidata dall’ex Presidente/Primo Ministro e attuale Presidente dell’importantissimo “Consiglio di Sicurezza” Dmitri Medvedev.
Probabilmente sarà così anche nella prossima Duma seppur, probabilmente, non nella misura in cui lo è ora.
A questo punto, quello russo può essere effettivamente considerato un sistema monopartitico, ma con il consenso del popolo … a differenza degli Stati Uniti
Se non fosse stato così, l’insoddisfazione nei confronti di Putin e di “Russia Unita” avrebbe avuto molto più successo.
Le proteste scoppiate la scorsa estate a Minsk, in Bielorussia, sono un esempio di cosa succede quando le persone non amano il loro governo.
Il Presidente Lukashenko, di conseguenza, ha ricevuto un messaggio forte e chiaro e ha smesso di flirtare con gli Stati Uniti e l’UE.
Il successo nel respingere la “Rivoluzione Colorata” diretta contro di lui è dovuto al suo deciso ritorno nell’orbita della Russia.
Quello che è successo questo fine settimana è stato l’opposto rispetto alla Bielorussia.
Con Biden al timone degli Stati Uniti le provocazioni contro la Russia si amplificheranno.
Obama prende le decisioni dietro le quinte e il “World Economic Forum” gli sta tirando le fila.
Putin ha battuto Obama su diversi fronti, nel 2013-16, cominciando dal suo successo nell’allentare la corsa verso una guerra internazionale in Siria, per un attacco con armi chimiche attribuito apoditticamente al Presidente Assad.
Questo è il motivo per cui è così importante che l’operazione Navalny sia stata un completo fallimento … perché spiana la strada alle elezioni di fine anno, che avrebbero dovuto sottolineare l’instabilità politica del Paese.
La cosa più importante da capire, in tutta questa storia, è che nulla delle politiche nei confronti della Russia sia cambiato.
Con l’elezione di Trump ci fu l’emanazione del CAATSA [Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act], che tolse la politica estera dalle mani del Presidente.
In effetti, le relazioni con la Russia, sotto Trump, sono state probabilmente peggiori finanche di quelle sotto Obama.
A seguire, un perfetto esempio di ciò che Putin afferma con regolarità.
In un’intervista concessa a Oliver Stone, disse: “I Presidenti cambiano, la politica no”.
Anche se, a dire il vero, è al suo quarto mandato da quando è subentrato a Boris Eltsin, nel 2000!
Biden, in effetti, è un Presidente messo lì per “occupare il posto” mentre la Russia è sul punto di diventare un potente motore della crescita economica mondiale, nonché punto d’arrivo dei capitali stranieri.
Come ho fatto notare molte volte, gli afflussi di capitali sono funzione innanzitutto della stabilità politica di un Paese.
Quindi, minare politicamente la Russia è importante per confondere “il capitale” su dove sia meglio andare.
L’operazione Navalny è stata solo una delle tante nella lunga serie di mosse dell’Occidente.
Ora che “Biden the Fungus” sta sporificando nello Studio Ovale per firmare qualunque cosa gli venga messa davanti, aspettatevi zero cambiamenti nella direzione della politica statunitense verso la Russia.
E quindi, aspettatevi che le cose peggiorino.
Se la “Gente di Davos” riuscisse a farcela, il suo controllo sull’esercito americano rappresenterebbe uno spavento senza fine.
L’unico lato positivo, in questa storia, è che Putin sappia tutto sulle vicende di Biden in Ucraina, la qual cosa potrebbe essere la leva migliore per impedire che le cose gli sfuggano di mano.
Non sarebbe, questa, l’ironia finale?
Un Joe Biden a tal punto corrotto da diventare egli stesso il burattino di Putin, a prescindere da qualsiasi cosa Hillary possa essersi inventata su Trump.
In effetti, sarebbe una cosa molto divertente.
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Link originale: https://tomluongo.me/2021/01/25/proving-putin-prescient-operation-navalny-pathetic/
Scelto e tradotto da Franco
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