Pierpaola Meledandri per L’Opinione della Libertà
Il 2020 sarà ricordato per la pandemia da Sars-Cov-2 che, propagandosi ovunque, ha creato nuove dinamiche, sconvolgendo la vita e le abitudini degli abitanti dell’intero pianeta.
Sul Coronavirus è stato scritto e detto di tutto e di più.
Scienziati, medici, politici, statistici, economisti, filosofi, divulgatori si sono susseguiti sul palcoscenico mediatico dal 2019 a oggi, per illustrare, dalla loro angolatura, il fenomeno pandemico.
Vi è stato poi chi ha affrontato il contagio globale da un punto di vista irrazionale, leggendolo in chiave esoterica.
Il libro “Covid & Esoterismo”, di Luigi Pruneti e Antonio Donato, si pone in quest’ultima ottica, esaminando in sei brevi ma esaustivi capitoli il tema della diffusione epidemica alla luce di alcune tradizioni esoteriche, le cui radici sconfinano nel mistero stesso dell’esistenza: il senso del fato e dell’imponderabile che, infatti, ha accompagnato l’uomo sin dalla notte dei tempi.
Il messaggio degli autori è di non considerare la ragione come unica via interpretativa della realtà, ma di lasciare spazio anche a chiavi di lettura antiche quanto l’uomo, che sconfinano nel sovrannaturale, con una visione dei fenomeni, apparentemente inspiegabili, non solo empirica.
Pertanto, la pandemia del XXI secolo è stata vista alla luce del profetismo, della legge karmica, dell’astrologia, della cabala, dei tarocchi, della numerologia e delle rune.
L’uomo globalizzato che tende a rifiutare l’idea della morte, travolto da un fenomeno che pensava appartenesse solo a secoli lontani, è stato preso dall’angoscia, le sue certezze sono state minate e, in attesa di risposte risolutive da parte della scienza, guarda con attenzione alla sfera dell’irrazionale.
Ciò lo porta, ad esempio, a interrogare profeti antichi e recenti, desideroso di sapere se questa calamità fosse stata prevista.
Ed ecco emergere dalle pagine del libro veggenti celebri come Nostradamus, o recenti come Sylvia Browne che, nel 2008, insieme a Lindsay Harrison scrisse “End of days”, dove si legge che nel 2020 sarebbe stato normale indossare mascherine chirurgiche e guanti, per una virulenta affezione alle vie respiratorie, simile a una polmonite difficilmente curabile.
La pandemia sarebbe scomparsa, aggiungono i due autori americani, dopo un certo periodo, per ripresentarsi dopo dieci anni e, quindi, scomparire definitivamente.
Molti hanno visto nell’epidemia una ribellione della natura stanca di essere violentata dall’uomo.
Una tale posizione può essere interpretata, si chiedono Luigi Pruneti e Antonio Donato, nella legge del karma che disciplina gli eventi, opponendo ad ogni azione una reazione di pari forza per ripristinare l’equilibrio?
Altre risposte le fornisce la cabala, dove il nome del virus evoca la sefirah Keter.
Da qui tutta una serie di osservazioni che conducono il lettore in un labirinto sapienziale e mistico che passa attraverso la ghematria, i dibbuk, le kellipot e la creazione stessa dovuta a En Sof.
Un passaggio, quest’ultimo, che porta a interrogarsi sulla genesi del male da ricercarsi, forse, negli influssi negativi del corpo sull’anima, nella lontananza dal bene, nell’imperfezione della materia.
O, invece, il male è un difetto d’origine, un evento imprevisto generato dalle dinamiche stesse della creazione?
Più semplice è affidarsi ai tarocchi: l’anno dell’esplosione della pandemia risponde al ventesimo arcano, il Giudizio.
In questa carta è presente l’immagine di un angelo che annuncia col suono di una tromba l’avvento dell’ultimo giorno. In basso, tre figure nude escono da un sepolcro, indice di un’umanità rigenerata.
Ciò che è stato salvato dall’ad rationem può essere ricondotto ad un’appropriata forma spirituale. Ed è proprio questo il senso della carta: la vittoria sulla materia, sul caos, sul male.
Passando alla numerologia si evince che, insieme al 20, il numero al quale è più legato il virus è il 19: le due ultime cifre dell’anno in cui si è manifestata la pandemia, l’anno che ha contribuito a dare un nome all’agente pandemico.
Storicamente, per gli antichi egizi il 19 era un numero infausto, responsabile di nequizia e di disordini. La tradizione dei “Grimori” tende a eliderlo, in quanto capace di attrarre l’ira delle entità celesti, contrarie alle arti magiche.
Infine “Covid & Esoterismo” si sofferma sulle rune, le lettere del “Fuþark”, un arcaico alfabeto norreno, usate per iscrizioni epigrafiche, su legno o su pietra, spesso adoperate per riti magici e pratiche divinatorie.
Nel mondo delle “rune” la lettera connessa al numero 19 è “Ehwaz”, sinonimo di morte, malattia e indice di un futuro gravato da fosche nubi.
Quest’originale libro, di cui consiglio la lettura, si conclude con la previsione che, nell’anno in corso, la pandemia sarà finalmente debellata, ma lascerà dietro di sé una scia di morti e gravissimi danni economici e sociali.
Oltre a un monito molto amaro: il male non conosce ostacoli “se non nella nostra capacità di recuperare una dimensione di umanità vera, forse smarrita per il nostro impermeabile e oscuro involucro di egoismo”.
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(*) Luigi Pruneti, scrittore e saggista, da oltre quaranta anni si occupa di storia, simbologia e esoterismo. È direttore responsabile dei periodici “Iside” e “Rosa Mistica”, oltre che autore di oltre cinquanta volumi.
(*) Antonio Donato, ingegnere, appassionato di simbologia, esoterismo e studi tradizionali. È autore di numerose traduzioni di manoscritti latomistici del Settecento e del libro “Runar – Tra i segreti delle rune”, Gedi Gruppo Editoriale, 2016.
Luigi Pruneti – Antonio Donato, “Covid & Esoterismo”, Collana “Nomos”, L’Arco e la Corte, Bari 2020
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Scelto e pubblicato da Franco
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