Wolfgang Munchau per Euro Intelligence
Vista dall’esterno, sembrerebbe che la crisi politica italiana sia stata risolta con la nomina di Mario Draghi a probabile Primo Ministro italiano.
Noi pensiamo, però, che non sia così.
L’ex Presidente della BCE guiderebbe quello che in Italia viene chiamato “governo tecnico” — un governo di “Re Filosofi” sostenuto dal Parlamento.
L’ultimo “governo tecnico” è stato quello di Mario Monti, al culmine della crisi dell’Eurozona.
Sappiamo tutti com’è finita anche se, Draghi, è più consapevole di Monti sui limiti di un tale governo.
Questa mattina vorremmo affrontare due questioni correlate fra loro ma che non vengono affrontate dai media.
Su quale maggioranza potrà contare Draghi?
E poi, come si evolveranno gli interessi dei Partiti sotto un’Amministrazione Draghi?
Il Movimento Cinque Stelle è di gran lunga il più grande Partito nel Parlamento Italiano.
Il suo leader ad interim, Vito Crimi, ha chiarito che, almeno lui, non sosterrà un “governo Draghi”.
Vale la pena citare il passaggio-chiave della sua dichiarazione perché è l’argomento “di vita o di morte” del suo Partito:
“Questo tipo di governo è già stato adottato in passato con conseguenze estremamente negative per i cittadini italiani.
Il Movimento 5 Stelle aveva già dichiarato, durante le consultazioni, che l’unico governo possibile sarebbe stato quello politico. Pertanto, non voterà per la creazione di un ‘governo’ guidato da Mario Draghi”.
Tuttavia, questa potrebbe non essere la posizione finale del M5S. Alcuni suoi membri hanno già espresso il loro disaccordo e si sono espressi a favore del “governo tecnico”.
Ma, guardando la composizione del Senato e i sei principali Partiti, è palese quale tipo di maggioranza sia necessaria e anche di quanto sia difficile governare senza il M5S e la Lega.
Un grande fatto da considerare, per i Cinque Stelle, è l’impatto del “governo tecnico” di Draghi sui loro elettori.
Pensiamo che il M5S abbia molte più probabilità di far bene, alle prossime elezioni, se andasse all’opposizione piuttosto che fornire la maggioranza a un’Amministrazione Tecnica.
In effetti, c’è una logica politica nell’affermazione di Crimi.
Fu l’Amministrazione Monti a spingere gli elettori in massa verso i Cinque Stelle.
L’idea di Draghi come Primo Ministro italiano si basa sulla premessa che almeno un grande Partito non agisca nel suo egoistico interesse.
Il PD sosterrà Draghi. Cos’altro può fare?
Anche Italia Viva di Matteo Renzi lo sosterrà. Renzi ha ottenuto ciò che voleva. Si è liberato di Giuseppe Conte. Ora non farà più il difficile.
E l’opposizione?
Forza Italia sosterrà il “governo tecnico”, ma non è più la “grande bestia” della politica italiana.
E la Lega? Se non saranno i Cinque Stelle, dovrebbe essere la Lega a sostenere Draghi.
M5S e Lega fecero un governo insieme dopo le ultime elezioni e i numeri non sono ovviamente cambiati.
Per Matteo Salvini sarebbe politicamente rischioso sostenere Draghi troppo a lungo perché Giorgia Meloni, la leader dei Fratelli d’Italia, sta rivendicando senza ritegno la leadership dell’opposizione.
In effetti, il “governo tecnico” è il più grande regalo possibile per la Meloni che, dopo le prossime elezioni, emergerà come un concorrente molto forte per guidare il governo italiano.
In teoria, queste elezioni non dovrebbero essere tenute prima del maggio 2023.
Ma non pensiamo che un “governo tecnico” possa durare così a lungo.
Quindi, non è difficile costruire scenari in cui Draghi possa ricevere un certo sostegno iniziale … ma questo dovrebbe essere di breve durata.
I Cinque Stelle, ad esempio, potrebbero scegliere di astenersi al “voto di fiducia”.
Ma Draghi dipenderebbe comunque da loro o dalla Lega per il suo programma di governo.
Non può governare contro entrambi.
L’establishment politico italiano vuole disperatamente evitare le elezioni prima del gennaio 2022 perché, altrimenti, una maggioranza di centro-destra sotto Salvini o la Meloni avrebbe i voti per eleggere uno di loro come successore di Mattarella.
Ma trascinare le elezioni oltre il gennaio 2022 significa che l’Amministrazione Draghi dovrebbe durare più di un anno. Difficile.
Un altro modo per guardare questa dinamica è chiedersi: “chi ha più paura delle elezioni?”
E’ questo il dilemma dei Cinque Stelle. Se le elezioni si tenessero ora, rischierebbero di perdere molti consensi.
Ma sostenere Draghi potrebbe essere ancora più rischioso.
Una possibile soluzione al dilemma sarebbe quella di astenersi nel “voto di fiducia” e poi far scattare le elezioni tra, diciamo, sei mesi.
Quindi, facciano attenzione a quello che vogliono.
Renzi, a sua volta, non ha sicuramente alcun interesse nelle elezioni … e nemmeno il PD.
Anche Berlusconi perderebbe consensi.
La Meloni, invece, è quella che avrebbe più da guadagnare.
Per Salvini è una cosa più difficile da calcolare. Molto probabilmente migliorerebbe la sua performance alle ultime elezioni generali [poco sopra il 17%].
Ma non è chiaro cosa possa guadagnarci dal sostenere un’Amministrazione Draghi.
E Conte?
I media italiani lo stanno escludendo perché è riuscito nell’impresa di porre sé stesso fuori dal quadro, ma non siamo ancora pronti a contarlo [elettoralmente].
Se i Cinque Stelle finissero per sostenere un’Amministrazione Draghi ci sarebbero, a sinistra, degli elettori scontenti che potrebbe raccogliere.
Renzi ha superato Conte, questa volta. Ma è anche vero che gli italiani sostengono molto più Conte che Renzi.
La sua presenza complica ancora di più le cose per i Cinque Stelle, posti davanti a un “governo tecnico” che rappresenta una minaccia esistenziale per il Partito.
E Draghi? Sappiamo che conosce fin troppo bene i limiti di un “governo tecnico”.
Sa anche che il “whatever it takes” non funziona bene in politica.
Draghi è stato un formidabile Banchiere Centrale e un grande Direttore Generale del Tesoro nella sua prima vita.
Dovrebbe reinventarsi ancora una volta per riuscire in questa “Mission Impossible”.
Quindi, sono maggiori le possibilità che fallisca rispetto a quelle che abbia successo.
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Link originale: https://www.eurointelligence.com/
Scelto e tradotto da Franco
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