Franco per mittdolcino.com
Com’è morto Antonio Catricalà, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex Garante dell’Antitrust?
Purtroppo, avrebbe deciso di farla finita, togliendosi la vita.
Sulla base di quanto si è appreso, è stato trovato nella sua abitazione di Roma, nel quartiere Parioli, dopo essersi sparato un colpo di pistola.
A fare la tragica scoperta sarebbe stata la moglie, che avrebbe rinvenuto il corpo del marito sul balcone.
Non si conoscono le motivazioni che hanno spinto Antonio Catricalà a questo tragico gesto ma, stando alla stampa mainstream, “pare soffrisse di una grave forma di depressione”.
Strano modo di suicidarsi, comunque, … sul balcone di casa (temeva di sporcare la tappezzeria?), con il bossolo trovato su quello di un appartamento vicino, peraltro vuoto.
Ma, dopo i suicidi con due colpi di pistola, questo particolare che sarà mai?
Di solito chi compie questo gesto ed è credente, si rifugia in un angolo a lui caro per un momento di raccoglimento, perché l’atto è definitivo!
Analogamente strana l’indecisione sul tipo di pistola usata, una Smith & Wesson che, all’inizio, era un revolver (non rilascia bossoli), poi diventata una semiautomatica, ma in questo caso non “riporterebbe” il tipo di bossolo trovato, che è un “9 lungo”, mentre la S & W di Catricalà usa solo il “9 corto”.
E poi così, senza un biglietto d’addio.
Nessuno avrebbe sentito il colpo. Sarà interessante conoscere l’ora precisa del suicidio. O magari … no, non lo diciamo.
La Procura, in effetti, sta indagando d’ufficio.
Il mondo della politica sembrerebbe sconvolto, si era parlato di lui come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Vale più di un Ministero.
Lo era già stato con Monti e, forse, è questa la ragione per cui è stato dirottato su un altro incarico, seppur prestigioso.
Sarebbe stata troppo evidente l’analoga matrice politica del Governo Draghi con quello di Monti, nonostante i tempi siano molto diversi.
Alcuni quotidiani hanno rimarcato la figura della moglie, Diana Agosti, cui vanno le nostre doverose condoglianze.
E questa curiosità ci sembra un po’ strana. Ci aspettavamo altro.
Si sarebbero conosciuti nei corridoi della Presidenza del Consiglio. Lei vi entrò per concorso, nel 1984, e oggi è a capo Dipartimento per le Politiche Europee.
E’ un ruolo poco menzionato ma d’importanza fondamentale.
Si mormora, e niente più di questo, che avrebbe reso la vita impossibile al Ministro per gli Affari Europei del Conte 1, Paolo Savona, mentre invece il Sottosegretario, Luciano Barra Caracciolo, sembrava che la portasse in palmo di mano.
Al riguardo, a gennaio del lontano 2012 Libero Quotidiano così ebbe a scrivere: (E il premier paga lo stipendio pure alla moglie di Catricalà) — https://www.liberoquotidiano.it/news/liberoquotidiano.it/909834/e-il-premier-paga-lo-stipendio-pure-alla-moglie-di-catricala.html
Interessante il suo ultimo articolo su Milano Finanza “Stretta via fra Stato e mercato”: https://www.milanofinanza.it/news/quella-stretta-via-tra-stato-e-mercato-per-rilanciare-l-italia-202101261947383940
Ne pubblichiamo una brevissima sintesi che, miracolosamente, ci sentiremmo in parte di condividere in relazione alla creazione di una nuova, se abbiamo ben compreso, IRI (excusatio non petita, accusatio manifesta?).
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Un articolo quanto mai attuale, dedicato all’intervento dello Stato nell’economia e scritto citando anche Mario Draghi pochi giorni prima che l’ex banchiere centrale ricevesse l’incarico di formare il nuovo Governo:
«Nel dibattito pubblico quando si discute dell’intervento dello Stato nell’economia si evoca il fantasma dell’Iri additandolo a esempio negativo» — osserva Catricalà — «Invece, dobbiamo ripartire proprio da quell’acronimo che indicava nella Ricostruzione Industriale la mission dell’Istituto. Siamo in una fase straordinaria, che richiede la mobilitazione di tutte le energie del Paese e l’abbandono di contrapposizione ideologiche».
«L’emergenza, dunque, impone di concentrarci sulle condizioni dell’intero tessuto produttivo e sull’assetto che si intende dare al sistema economico italiano» — e in questo quadro, secondo l’ex Presidente dell’Antitrust — «l’intervento diretto dello Stato nelle imprese è infatti solo uno strumento da utilizzare, con attenzione, per ridare slancio a un’economia che da troppi anni stenta a crescere, con ciò ampliando in modo inaccettabile le diseguaglianze sociali».
«Siamo davanti a un passaggio epocale durante il quale occorrerà contaminare modelli antitetici tra loro. Perché ha ragione il documento del G-30 coordinato da Mario Draghi a evocare “una certa quantità di distruzione creatrice” e a prevedere che “alcune aziende si ridimensioneranno o chiuderanno, altre apriranno; alcuni lavoratori dovranno cambiare imprese e settori con un appropriato re-training e assistenza nella transizione. Ma non sarà il libero mercato a sprigionare la sua distruzione creatrice: sarà la mano, visibilissima, dello Stato a guidare la direzione. E non solo in Italia», spiega Catricalà.
Che così continua: «Next Generation EU rappresenta, del resto, il tentativo di tutta Europa di ridisegnare la propria economia rendendola competitiva, sostenibile e inclusiva. E ovunque il ruolo dei Governi sarà determinante. L’Italia non potrà essere da meno, anche a costo di utilizzare strumenti invisi ai puristi del libero mercato. Purché non si compiano gli errori del passato dei quali ancora oggi paghiamo il conto».
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Per il momento ci fermiamo qui. Ma torneremo sull’argomento, non appena avremo notizie più precise.
Ma si permetta a un vecchio blogger di sostenere che questa morte farà la fine di tutte le altre.
Fra un po’ non se ne parlerà più e i motivi di questo strano suicidio resteranno nel limbo delle verità (ufficialmente) taciute.
FL
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