Tom Luongo per Gold Goats ‘N Guns
Il rapporto RT della scorsa settimana sembra più che altro un “comunicato stampa” del Governo Russo. E’ per far sapere a tutti che, qualunque cosa accada, i russi sono preparati.
La chiave per capire cosa sta succedendo è la seguente:
”All’interno dell’Unione Eurasiatica, composta da alcune ex Repubbliche Sovietiche (Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan), il commercio con valute straniere, come il dollaro USA e l’euro, è sceso a circa un quarto delle transazioni complessive”.
Con la Russia in grado di costruire e sostenere una forte industria, le relazioni commerciali in tutta l’Asia Centrale — e le “transazioni in valute locali” — stanno diventando come una “marea che solleva tutte le barche”, con la Russia snodo centrale.
Si tratta di un microcosmo multipolare che commercia indipendentemente dal sistema bancario occidentale.
L’essenza del piano per “sottrarsi alla trappola del dollaro” è di costruire un’economia regionale sempre più forte.
A tal fine, notevole è l’impegno della Russia a costruire un’economia IT [Information Technology] molto più grande.
L’odierna rassegna-stampa della Tass è piuttosto ricca d’informazioni:
”Secondo Vedomosti, nel prossimo futuro il documento sarà presentato al Primo Ministro per essere firmato. Secondo IDC, nel 2020 il volume del mercato russo dell’IT ha raggiunto i 24,18 miliardi di dollari. Nel 2024, se i piani del Ministero delle Tecnologie Digitali fossero pienamente attuati, il suo volume dovrebbe avvicinarsi ai 50 miliardi di dollari”.
Abbinando questo dato con la rivoluzione che sta avvenendo nel mondo delle criptovalute per portare i servizi bancari e di risparmio alle persone “non bancarizzate”, per i prossimi dieci anni vedo un progresso massiccio, se tutto questo continuasse.
Ma ovviamente non sarà così.
Il Presidente del FOMC, Jerome Powell, è là fuori a cestinare Bitcoin, mentre il capitale fugge dai “pronunciamenti” dei Banchieri Centrali, per metà incapaci e per metà ingordi (una combinazione a dir poco pericolosa).
Quello che in questo momento mi sta preoccupando, è il tentativo di dar inizio a una guerra in Ucraina per forzare la mano alla Russia (è un anno di elezioni).
La gestione da parte di Putin della crisi nel Donbass sarà fondamentale per ciò che potrebbe accadere dopo.
Questo è il motivo per cui è così importante il “culto della personalità” di Navalny, che l’Occidente sta cercando disperatamente di creare.
Leggete attentamente i titoli dei giornali in Ucraina. Stanno diventando sempre più inquietanti, con i droni e l’artiglieria turca che hanno invaso la linea di contatto tra l’Ucraina e il Donbass.
Le relazioni UE/Russia sono “ufficialmente” al “minimo storico”, come lo sono quelle con gli Stati Uniti, dopo la ridicola dichiarazione di Biden, la scorsa settimana sulla ABC.
Herr Schwab del World Economic Forum non sarà smentito finché qualcuno non riuscirà a metterlo finalmente al suo posto. Il suo Great Reset dev’essere attuato.
I russi stanno rendendo molto chiaro che continueranno a “prepararsi al peggio sperando nel meglio”.
Ma sarà la NATO a dover fare la prima mossa perché la strategia di Putin è asimmetrica.
Mi aspetto che il turco Erdogan agisca come “procuratore” dell’Occidente.
Sfortunatamente, questo significa una sincera perdita di potenza dell’esercito americano.
In altre parole, le provocazioni non basteranno, ma le azioni sì — e “quando” (non “se”) l’Ucraina attaccherà, nel corso di quest’anno, scopriremo chi sta bluffando e chi no.
Non dubito della nostra capacità sul campo di battaglia, dubito della nostra volontà di rischiare contro una grande potenza militare come la Russia e della volontà dell’Europa di ospitare il conflitto.
Nel frattempo, gli investimenti stranieri in Russia stanno aumentando, nonostante le sanzioni e le minacce (grazie, credo, alla fuga di capitali da un’Europa intenzionalmente disfunzionale), la qual cosa sta contribuendo a costruire, per pura necessità, una base economico-finanziaria molto diversa da quella fondata esclusivamente sulle esportazioni di petrolio e gas, come nei primi anni del governo di Putin.
E’ questa la strada per eludere il prossimo attacco: diversificare il commercio e gli investimenti al di fuori del dollaro e dell’euro.
Come ho detto nel fine settimana, mi sembra che la Fed stia intenzionalmente rafforzando il dollaro per fomentare il caos globale.
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Link: https://tomluongo.me/2021/03/22/the-notebook-evading-dollar-trap/
Scelto e tradotto da Franco