Ambrose Evans Pritchard per The Telegraph
La Corte Costituzionale Tedesca ha colpito ancora. Il Fondo che avrebbe dovuto salvare l’Europa è in animazione sospesa.
Se il progetto europeo dovesse mai disfarsi, sarà probabilmente a causa di una Sentenza del venerabile Verfassungsgericht [Corte Costituzionale].
Ogni volta i suoi interventi si trasformano in una grande minaccia. I Trattati dell’UE e la Legge Fondamentale della Germania possono essere tirati solo fino a un certo punto.
Il normale galateo prevede che i Giudici emettano cortesi richieste al Presidente tedesco ogni volta che è necessario. Questa volta, invece, hanno emesso un ordine. I loro nervi si sono alzati.
La Corte si è irritata per i tentativi di far passare in fretta l’assenso tedesco al Recovery Fund da 750 miliardi di euro, uno strumento che permetterebbe alla Commissione Europea di raccogliere per la prima volta denaro serio sui mercati dei capitali.
Dà a Bruxelles un gigantesco fondo illecito con cui giocare, e che cambia anche l’ordine costituzionale.
I Giudici hanno detto al Presidente tedesco di sospendere l’assenso al “meccanismo di finanziamento” finché non avranno esaminato un reclamo degli instancabili professori euroscettici della Germania.
Il caso potrebbe richiedere mesi, forse anni. La Sentenza finale potrebbe uccidere i piani per introdurre eurobond federalisti dalla porta di servizio.
Potrebbe anche ostacolare gli sforzi per trasformare il Fondo in un’entità fiscale permanente dell’UE, per contrabbandare un’Unione Economica con debiti condivisi e tesoreria europea.
Eviscererebbe il Bundestag e i Parlamenti Nazionali senza dover sottoporre la questione ai referendum.
Se il Tribunale desse ragione ai querelanti, il credito dell’Europa del Sud diventerebbe immediatamente a rischio.
Non si potrebbe più escludere una ristrutturazione del debito su scala sistemica, condotta sia in modo ordinato all’interno dell’euro, che in modo disordinato, tale da frantumare l’euro … e poi “si salvi chi può”.
Il primo caso richiederebbe più lungimiranza e abilità politica di quanto Ursula von der Leyen abbia mostrato finora.
Il suo riflesso sarebbe quello di proibire agli investitori di vendere le loro obbligazioni per tutelare sé stessi. Cercherebbe di dare tutta la colpa agli speculatori.
Il pacchetto di ripresa da 750 miliardi di euro del Presidente della Commissione Europea è inferiore di molto allo stimolo da 1,9 trilioni di dollari degli Stati Uniti.
Tuttavia, è servito a mettere in luce le divisioni che minacciano il progetto europeo.
Il Prof. Bernd Lucke, l’esponente principale del nuovo caso, mi ha detto che i politici europei stanno sfruttando la pandemia per far passare il prossimo balzo in avanti del progetto: “Stanno abusando della crisi per rimodellare l’UE in un’’unione di trasferimento’. Una volta aperta quella porta nessuno sarà più in grado di chiuderla”.
Il Verfassungsgericht ha scatenato un piccolo terremoto lo scorso maggio, quando ha stabilito che la Banca Centrale Europea stava agendo ultra vires, oltre i poteri del Trattato.
La BCE non stava più conducendo una politica monetaria. Si stava impegnando in salvataggi fiscali mascherati sotto il “mantello degli acquisti di obbligazioni”, il QE.
Questo lasciava i cittadini tedeschi alle prese con passività di dimensioni sconosciute — e senza l’assenso democratico del Parlamento Tedesco.
Il litigio è stato disinnescato con un trucco. Ma l’avvertimento giudiziario non poteva essere ignorato. La Corte ha messo la BCE all’angolo. Un salvataggio perenne non è più possibile.
Professore di Macroeconomia e co-fondatore del Partito Tedesco anti-euro “Alternative fuer Deutschland”, Bernd Lucke teme che i leader dell’UE stiano usando la pandemia per formare un’Unione Monetaria più stretta.
I mercati scommettono che anche il nuovo caso sarà sterilizzato. Suppongono che i Giudici strizzeranno l’occhio al federalismo fiscale strisciante, dopo qualche protesta pro-forma.
Questo potrebbe anche accadere. Ma il nuovo caso porta comunque il “progetto UE” in acque giuridiche più pericolose.
“Non si può estrapolare nulla dai casi precedenti. Quelli riguardavano la ‘politica monetaria’ e la BCE, che è progettata per essere un’Istituzione indipendente. Questo caso è completamente diverso dalla ‘politica fiscale’”, ha detto il Prof. Lucke.
“È un principio fondamentale della nostra Costituzione (Grundgesetz) che la politica fiscale resti sotto il controllo del Parlamento Tedesco”, ha aggiunto.
Il “potere legislativo su tasse e spese” è la linfa vitale delle democrazie.
“Fu il tentativo di aggirare il Parlamento che portò alla ‘guerra civile inglese’”, ha sostenuto Otmar Issing, il Capo Economista fondatore della BCE.
Da allora si è rivolto contro l’Unione Monetaria, definendola un castello di carta.
Il Prof. Lucke invoca l‘articolo 311 dei Trattati. Esso afferma che gli obiettivi politici dell’UE “sono finanziati interamente con risorse proprie”.
Secondo la prassi normale, ogni Stato-membro è responsabile solo per la sua quota di “emissione di debito” quando sostiene i programmi dell’UE.
Il Recovery Fund, invece, comporta una responsabilità illimitata.
Se uno Stato-membro dell’UE fosse inadempiente sulla sua quota di debito, gli altri membri dovrebbero pagare il conto. Si può facilmente immaginare un effetto domino che atterrerebbe sulla porta di casa della Germania.
“Ciò che mi preoccupa veramente è se un Paese lasciasse l’UE. Non sarebbe più legalmente responsabile del debito dell’Unione”, ha detto il Prof. Lucke.
I leader europei hanno involontariamente creato un dispositivo per far esplodere il loro stesso progetto.
Hanno aumentato l’incentivo per i Paesi ad andarsene nel caso di futuri episodi di stress, con il vantaggio del first-mover.
Questi Stati non si troverebbero nella stessa posizione del Regno Unito sotto l’articolo 50: affrontare un “conto di divorzio” gonfiato, stabilito da Bruxelles.
“La loro posizione negoziale sarebbe più forte”, ha detto.
I veterani sono divisi sull’esito di questo caso.
“Le élite tedesche non rinunceranno mai al folle progetto dell’euro. Lo difenderanno, così come difendono il Fronte Orientale”, ha detto Gunnar Beck, un Professore di Diritto dell’UE e Deputato di Alternative für Deutschland.
Il Prof. Beck ha detto che la Corte è ideologicamente innamorata del Federalismo Europeo come il resto dell’establishment tedesco: “I giudici sono molto politici e ignoreranno la legge, come sempre”.
Il gruppo EuroIntelligence pensa che la Corte permetterà il Recovery Fund, ma limiterà la sua portata e impedirà che diventi permanente.
Così fosse, ci sarebbero delle conseguenze.
Quello che è chiaro è che lo shock del Covid-19, in aggiunta al “decennio perduto” dell’Europa, ha spinto i “rapporti di debito” del Club Med a livelli critici.
La Commissione si aspetta che il debito raggiunga il picco del 122pc (del Pil) in Spagna, del 127pc in Portogallo, del 159pc in Italia e del 194pc in Grecia — ma questo prima che la terza ondata di Covid distruggesse il secondo trimestre e minacciasse la stagione estiva.
Il trend di bassa crescita dell’Italia rende quasi impossibile riportare sotto controllo un tale rapporto debito/Pil e, quando l’Italia se ne andrà, se ne andranno anche gli altri.
La BCE, per ora, sta assorbendo il debito e mascherando il problema. Questo diventerà più difficile da giustificare se l’inflazione aumentasse, anche estendendo la definizione di politica monetaria.
La prossima linea di difesa è il Recovery Fund e l’ipotesi che sarà ampliato nel tempo, trasformando l’UE in un’Unione del Debito.
Finché questa convinzione regge, i rapporti di debito non hanno quasi importanza. La carta di credito tedesca si prenderà cura di tutto.
I mercati, tuttavia, sanno che il Fondo dovrebbe essere temporaneo, un’emergenza una tantum per coprire la pandemia, da liquidare più tardi.
Dopodiché, la struttura costituzionale dell’Europa dovrebbe tornare allo status quo ante, ovvero un club di stati sovrani responsabili dei propri debiti, piuttosto che uno stato proto-federale.
Agli investitori obbligazionari di Francoforte, Londra, New York e Tokyo di tutto questo non importa.
Pensano che l’UE troverà sempre un modo per aggiustare i Trattati, qualunque cosa dica il testo legale.
Nientemeno che il Vice-cancelliere tedesco, Olaf Scholtz, l’ha definito il “momento Hamilton” dell’Europa. Stava evocando l’Unione Fiscale americana del 1790 — un salvataggio degli stati in bancarotta da parte della Virginia, la Germania di allora.
Ma il Signor Scholtz ha rovinato la partita. Un Momento Hamilton calpesta la Costituzione Tedesca. Le sue parole gli saranno rinfacciate.
Il Verfassungsgericht potrebbe essere costretto a uccidere l’Unione Fiscale Europea, piaccia o meno ai Giudici.
I mercati obbligazionari dovrebbero cominciare a rispolverare il Diritto Tedesco.
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Link: https://www.telegraph.co.uk/business/2021/04/01/legal-sword-damocles-hangs-europes-vast-bond-market/
Scelto e tradotto da Franco
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