Parlare di calcio in Italia, prendendo le parti di qualcheduno in particolare, è pericolosissimo! Lo so bene. Ma ritengo sia dovuto fare un commento sull’idiozia agnelliana di tentare l’ “impossibile” con la Superleague (dietro a cui temo ci sia la fregatura per “qualcuno”, ndr). E quindi spezzando una lancia a favore di Andrea Agnelli, pur considerandolo non eccessivamente scaltro – sorry davvero -, ritratto sopra nella foto di famiglia. E pur non tifando necessariamente Juventus, ben sapendo che il termine tifo presuppone l’esclusione dell’Intelletto e del raziocinio; una persona che può contare solo sul suo cervello – visto che di eredità sono stato fortunato a non ricavarne debiti – non può che stigmatizzare certi errori….
No, alla fine il John ha venduto sempre ai francesi, ma di Peugeot…
Prima di tutto, Edoardo Agnelli morì in circostanze per lo meno dubbie, forse come Giovannino Agnelli, sotto certi aspetti. Direi idem come l’abilissimo Sergio Marchionne, altro tumore rarissimo come il figlio di Umberto (ossia Giovannino). Anzi, Edoardo, Giovannino, Gianni e Umberto, tutti di tumore sono morti. (…).
Dunque, leggendo fra le righe, capire che ho simpatie per l’Andrea, che viveva formalmente fino a qualche anno fa dove lo si vedeva da lontano, teoricamente, ci sta.
A me Andrea fa tenerezza. Come mi sta simpatico Lapo, sebbene lo consideri – passatemi il termine – assai più cinico dell’ultimo discendente della grande famiglia imprenditoriale torinese italica doc.
Non aggiungo altro. Nemmeno che il Lapo venne incastrato, ai tempi in cui la Fiat – non solo la Juventus di Moggi e Giraudo, ndr – era diventata contendibile e qualcuno voleva sfilare l’Impero ai torinesi: errore enorme, che è stato pagato. In tale contesto John ebbe ragione a chiedere “giustizia“: infatti chi fece le foto con “il Patrizia” all’ospedale di Torino – guarda caso – fa e farà ancora enorme fatica ad uscire dalla palude, a cui probabilmente appartiene.
D’ogni modo sappiate che mi considero sabaudo, nel senso monarchico del termine. In fondo il vero “Diario di un Anticomunista” era di un sabaudo doc – anzi monarchico – , con cui lo zio materno penso combattè i germanici (non volle mai dire nulla delle sue “gesta”, se non che non ce l’aveva con gli italiani), decenni fa. Tanto tempo è passato, ma il valore resta.
E resta anche – permettetemi – la triste storia di un Agnelli di provincia rispetto al John. Agnelli che col cuore voleva comprarsi la Juventus, forse lo ha anche fatto. D’ogni modo oggi la “sua” Juve è messa malissimo economicamente e dunque l’Andrea ha cercato, forse accettando un consiglio dal cugino, di proporre la Superleague per salvare se stesso, la sua famiglia, i suoi soldi, la squadra. E l’onore.
Il risultato pare sia stato disastroso: Andrea alla fine è restato l’unico col cerino in mano della Superleague fallita. Anche questo un segno che l’obiettivo del “Grande Reset” è l’Italia degli italiani.
Il John immagino che a breve giro chiederà la restituzione della squadra ai suoi superpoteri diciamo globali, anche e soprattutto per trovare un posto d’onore all’amato fratelllo; penso anche facendo leva sulla mamma Margherita, che comunque/però resta una Agnelli.
Sappiate che ogni piemontese che si rispetti porta grandissimo rispetto per la stirpe del Giuanin Lam(i)era (lo dico come si pronuncia in dialetto locale, ndr). E dunque, anche per tale ragione, la Margherita ha comunque sempre difeso l’ultimo vero rampollo italico doc, nel caso l’Andrea.
Ma oggi l’Andrea l’ha fatta grossa, anche fidandosi (e facendosi fregare?) i maligni dicono dal cugino: appunto, non sono sicuro che a Margherita ‘sta volta diranno che l’Andrea è stato cd. “fregato”….
Dunque, egli rischia di perdere la Juventus. E molti soldi. La grande lezione da imparare – per tutti, anche per Andrea – è che il Grande Potere ha tanti vantaggi: il primo di questi è chi sta veramente in alto che SA le cose prima degli altri, perchè forse le provoca (…). E John sta tra Londra, Parigi e New York, le due potenze coloniali storiche europee più l’attuale centro del mondo occidentale. Mentre l’Andrea sta comodamente in Italia come reimpatriato.
Ci siamo capiti.
Un enorme dispiacere per me che questa lotta fra ricchi abbia come prima vittima non l’Italia, che continuerà ad esistere, ma gli italiani anche brava gente.
Mai dimenticherò infatti le parole di un ex collega tedesco, di quelli della “stirpe giusta”, che mi diceva: “l’Italia è troppo bella per essere lasciata agli italiani“.
Vedremo se il Gustavo ROL alla fine ci aiuterà anche questa volta.
MD
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