Nell’intervista che vi offriamo, abbiamo approfondito con il Giudice Giorgianni alcuni temi riguardanti tematiche scottanti: i dubbi sui protocolli di stato “tachipirina e vigile attesa”, il Green Pass e l’obbligo vaccinale, l’Organizzazione Mondiale per la Vita e il suo ruolo.
Il Covid è un metodo di governo? C’è un Nuovo Ordine che si sta imponendo brutalmente sulle popolazioni, sfruttando la crisi sanitaria? Ormai questa è certezza.
Il Magistrato Angelo Giorgianni con estrema lucidità ci descrive come il pensiero unico stia condizionando la società e la stia conducendo verso una direzione ben precisa: il Nuovo Ordine Mondiale.
Il Giudice riassume magistralmente il ruolo dell’Organizzazione Mondiale per la Vita, di cui è Segretario Generale:
“All’inizio di questa pandemia, dai primi di febbraio, ho avuto modo di confrontarmi con alcune persone che erano esperte della materia: Giulio Tarro, personaggio che aveva gestito tante altre pandemie e quindi aveva una sua competenza, la Professoressa Gismondi, la Professoressa Gatti e tante persone, che nonostante avessero una loro verità scientifica e fossero persone con un valore scientifico, non riuscivano a contribuire con le loro verità alla scienza ufficiale.
Gli veniva preclusa la possibilità di esprimere un’idea. A quel punto abbiamo creato un cenacolo che era fatto di uomini di scienza, di uomini di cultura, di giornalisti. Ci eravamo preposti un obiettivo: cercare di dare voce a chi non riusciva ad avere voce, convinti che solo una scienza democratica potesse garantire il progresso.“
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Lei è l’autore insieme al Dottor Bacco di un libro il cui titolo lascia poco spazio all’immaginazione, che è Strage di Stato. Come mai ha scritto questo libro?
La mia intenzione e quella di Pasquale Bacco non era quella di scrivere un libro. Noi stavamo portando avanti un’attività di inchiesta sulla gestione pandemica perché c’era una serie di incongruenze, che ci sembravano che dovessero essere corrette e segnalate. In questa chiave pertanto abbiamo iniziato a raccogliere dei materiali e avevamo preparato un dossier che doveva servire esclusivamente a questa finalità. Perché questa era la finalità che c’eravamo posti. A un certo punto viene fuori una considerazione di Pasquale in cui dice:
“Dato che questo materiale informativo può essere utile per svegliare qualche coscienza, perché non ne facciamo l’oggetto di una pubblicazione?” E così nasce questo libro. Il titolo del libro non è altro che un indizio sintetico, che ha proprio un punto di partenza: un numero di morti enorme e una gran parte di questi morti evitabile.
Perché parte di questi morti erano dovuti a ritardi, omissioni, errori diagnostici ed errori terapeutici.
Noi non è che abbiamo scritto un libro, pensando di affermare delle verità; noi volevamo umilmente sottoporre una serie di considerazioni; volevamo porre dei dubbi.
Quindi proprio in questa chiave eravamo aperti a ogni critica e a ogni confronto; mentre poi abbiamo dovuto registrare che ci hanno criticato il contenuto del libro, persone che il contenuto del libro non lo avevano letto.
E questo è quello che secondo me è la cosa più grave. Io non comprendo le dichiarazioni rese da diversi personaggi pubblici, alcuni studiosi del diritto, ex magistrati che hanno espresso opinioni e giudizi nei mie confronti senza aver letto il libro, senza averne verificato il contenuto. Il punto è proprio questo.
Quando il giornalismo sostituisce l’opinione ai fatti, il copia incolla alla verifica delle fonti, l’interesse personale all’amore del vero non si limita a produrre cattive informazioni e a nuocere alla vita intellettuale del Paese, ma reca danno addirittura al fondamento stesso della democrazia.
Che cosa sta facendo la magistratura nei confronti di atti che lei e il Dottor Bacco non esitate a chiamare Strage di Stato?
Leggo dai giornali come ogni comune cittadino che ci sono delle indagini in corso, ci sono sospetti che sono fondamentali, importantissimi in questa vicenda e che hanno appunto determinato la Strage di Stato. Ci sono aspetti che sono legati prima di tutto al piano pandemico. Bergamo si sta occupando del piano pandemico.
L’aspetto del piano pandemico è il più inquietante, perché è un piano di preparazione nazionale in risposta a una pandemia influenzale. Questo piano pandemico è fermo al 2006. Ed è un piano che opportunamente aggiornato avrebbe potuto contenere o rallentare la diffusione del virus.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il piano pandemico andava aggiornato ogni tre anni, invece è fermo al 2006. C’è addirittura di più. C’è chi si è spinto a quantificare il danno del mancato aggiornamento del piano pandemico.
Pier Paolo Lunelli, che è un ex Comandante della Scuola per la difesa Nucleare, batteriologica e chimica, dice che se avessero aggiornato il piano nel 2020 avremmo avuto dai 7000 ai 15000 morti in meno. Io non voglio entrare nel merito di questa vicenda, però è grave non solo che lo Stato italiano non ha aggiornato il piano pandemico, ma è grave che in Europa e nel mondo nessuno se ne sia reso conto. Ci sono degli organismi di controllo a cui questo evidentemente è fuggito.
So che lei lavora a livello internazionale e ha contatti anche con personalità come Kennedy e ha anche fondato anche l’Organizzazione Mondiale per la Vita. Ci può parlare di questa organizzazione? Quali sono i suoi fini e i suoi intenti?
Le racconto la storia di questa organizzazione.
È una storia breve. È la storia di quindici, sedici mesi di pandemia.
All’inizio di questa pandemia, dai primi di febbraio, ho avuto modo di confrontarmi con alcune persone che erano esperte della materia: Giulio Tarro, personaggio che aveva gestito tante altre pandemie e quindi aveva una sua competenza, la Professoressa Gismondi, la Professoressa Gatti e tante persone, che nonostante avessero una loro verità scientifica e fossero persone con un valore scientifico, non riuscivano a contribuire con le loro verità alla scienza ufficiale.
Gli veniva preclusa la possibilità di esprimere un’idea. A quel punto abbiamo creato un cenacolo che era fatto di uomini di scienza, di uomini di cultura, di giornalisti. Ci eravamo preposti un obiettivo: cercare di dare voce a chi non riusciva ad avere voce, convinti che solo una scienza democratica potesse garantire il progresso.
Siamo nati proprio con quest’intento: rispetto a drammatiche bugie c’erano delle verità gioiose, che venivano da questi scienziati, che non riuscivano a essere messe in luce. Da questo confronto e dal confronto con realtà di altri Paesi ci siamo resi conto che c’erano tanti caratteri comuni nella gestione di questa epidemia.
Così abbiamo iniziato a scambiare informazioni con altri Paesi del Mondo. Abbiamo avuto la contezza di una dimensione mondiale di una gestione che sembrava accentrata; come se qualcuno avesse scritto un drammatico copione, che andava recitato in tutto il mondo.
Da quest’idea nasce quella di mettere insieme altre associazioni in ogni parte del mondo, quindi in ogni Stato avere un’area medico-scientifica, un’area legale, un’area di comunicazione, un’area di spiritualità, un’area imprenditoriale.
Raggruppare una serie di energie, sempre con un solo intento: dare voce a chi non ce l’ha, fare circolare le informazioni. Abbiamo fondato questa organizzazione per far circolare gli errori diagnostici e terapeutici che erano stati fatti, per parlare delle autopsie e dell’utilità delle autopsie.
È un cenacolo a livello mondiale che ha questa finalità e che vuole combattere logicamente un pensiero unico, un’informazione unica e un partito unico.
Perché ormai c’è una certa omogeneità nel portare avanti questo progetto: il Nuovo Ordine Mondiale. Non siamo stati noi a inventarlo. Sono chiamato complottista e invece sono un complottologo. Prima di me personaggi illustri hanno parlato del Nuovo Ordine Mondiale. Basta pensare a Trump, a Putin, a Monsignor Viganò e tanti altri. E quindi lasciamo anche in vista di un contrasto di Nuovo Ordine Mondiale.
Che cosa ne pensa del Green Pass e dell’obbligatorietà vaccinale? Come mai a distanza da un mese del decreto anticovid i medici non sono ancora stati contattati? Come mai annunciare in gran fanfara una cosa e poi non farla? Mi sembra che lo stile comunicativo sia un po’ quello della “potenza di fuoco” di Conte? Cosa ne pensa di questo paradosso comunicativo?
Ancora una volta viene fuori quello che è un aspetto fondamentale: l’effetto dell’annuncio di una strategia terroristica. Le cose si dicono non solo perché si pensa di farle, perché poi magari cambiano le condizioni e si trova difficoltà a farle, ma perché devono avere un impatto emotivo sulla gente che le ascolta.
Non dimentichiamo che dall’inizio di questa pandemia, se guardiamo in maniera laica quello che è successo in Italia e nel mondo, cosa viene subito agli occhi in maniera eclatante? Che nei fatti oggi dopo quindici mesi, così come ha detto il Professor Palù dell’AIFA è una forma influenzale più grave, che ha una contagiosità altissima, ma una letalità bassissima.
Quindi produce nel 90% dei casi una patologia pauci sintomatica e solo nel 10% dei casi forme gravi. Però abbiamo accreditato questo virus con i media, con il pensiero unico come se fosse più grave dell’ebola. Il Sars-cov 2 causa una letalità dello 0,2-0,6%, il Sars-cov del 10%, la Mers-cov del 37%.
Però abbiamo convinto con un’opportuna comunicazione, quella terroristica a cui facevo riferimento, che è di una pericolosità inaudita. In questa logica sono serviti anche il numero sproporzionato dei morti. Questo, lei dirà: “Ogni comportamento corrisponde a una logica”. Anche questo comportamento risponde a una logica e se vuole le do i fatti per farle porre qualche domanda.
Lei ha visto che c’è una battaglia fino ancora oggi per disconoscere alcune terapie, che invece i medici sul campo continuano a praticare con effetti positivi. Lei vede che invece c’è stata un’attività di demolizione dall’idrossiclorochina alle altre terapie. Mentre c’ è stata la scelta della vigile attesa, che ci porta addirittura l’aggravamento.
Questo negare le terapie domiciliari e affermare la mortalità, questa è la logica che hanno. Basti pensare una cosa: l’FDA (Food and Drug Administration) ha autorizzato l’impiego di questo vaccino, ma non lo ha approvato.
E che cosa ha autorizzato? Ha autorizzato un prodotto sperimentale, ma lo ha fatto su due presupposti che io le dimostrerò che sono esistenti: lo ha fatto sul presupposto di una grande mortalità, di una grande letalità, quindi serviva il numero dei morti e sui presupposti che non c’erano terapie efficaci.
Questo è un falso, perché le terapie efficaci ci sono.
E allora possiamo anche ritenere che questa strategia sia funzionale a questo disegno, quindi alla somministrazione d’urgenza del vaccino? Tantomeno un dubbio, un sospetto ci viene, lei che ne dice?
Come potremo superare questo sistema opprimente repressivo che si è instaurato, perché molte persone con cui parlo e faccio interviste mi dicono che l’unico modo sarà per via giudiziaria. Alcuni ipotizzano persino una Norimberga 2. Lei cosa ne pensa?
Io sono quello che dall’inizio di questa pandemia ha teorizzato la Norimberga 2.
Il libro inchiesta “Strage di Stato” era proprio finalizzato a sollevare il problema per crimini contro l’umanità che erano stati perpetrati. Quel libro era uno degli elementi prova nella denuncia per crimini contro l’umanità che è stata da me presentata il 24 marzo 2021.
L’unica denuncia per crimini contro l’umanità è stata presentata da me non solamente per l’Italia, ma anche nella mia veste di Organizzazione Mondiale per la Vita.
Noi abbiamo avuto una serie di limitazioni di tutte le libertà fondamentali che fanno parte non solo della nostra Costituzione, ma che sono talmente naturali queste libertà che fanno parte del codice genetico dei cittadini del mondo. Queste libertà sono state limitate.
Nel libro trova per esempio che la prima chiusura globale del nostro Stato non era stata richiesta dal CTS. Anzi il CTS aveva un parere diverso. Le misure che sono state adottate a scuola di distanziamento per i bambini non erano state suggerite dal CTS.
Quindi abbiamo avuto una serie di limitazioni che non erano fondate su evidenze tecnico-scientifiche su richiesta del Comitato Tecnico Scientifico, ma che sono state adottate sicuramente per motivazioni politiche e questo è vietato ed è un crimine contro l’umanità.
C’è la questione dei vaccini sperimentali, c’è la questione del diritto al lavoro che ci è stato negato con il lockdown, c’è la questione lockdown di per sé, che messo insieme con tutte queste misure sta modificando il modo di essere della nostra società.
Questo è uno dei crimini contro l’umanità che è previsto addirittura nello Statuto di Roma. Sotto questo profilo non solo io credo, ma noi ci siamo posti per primi in questa logica; abbiamo presentato ricorso alla Corte di Giustizia in sede europea; abbiamo presentato un altro ricorso alla CEDU; abbiamo presentato e abbiamo in corso un altro ricorso all’Aja.
Io credo che ci sarà pure un buon giudice a Berlino e io credo da magistrato che ci sia una strada giudiziaria per uscire da questa situazione.
A proposito del Green Pass. La possibilità di dover mostrare questo certificato per gli spostamenti interni regione per regione a parte essere incostituzionale non è proprio assurdo?
È un atto gravemente discriminatorio perché introduce surrettiziamente l’obbligo delle vaccinazioni per alcune categorie professionali, pena pesanti sanzioni, che incidono in maniera negativa sulla possibilità di poter continuare a svolgere questo lavoro.
Come ricordava lei, intanto, questa misura è discriminatoria e in contrasto con una serie di norme non solamente di natura costituzionale, ma anche impegni e obblighi di natura giuridica. La proposta del passaporto sanitario o patente immunosanitaria incide fortemente sulla libertà di circolazione, mina fortemente i principi dello stato di diritto e della democrazia. Si pone non solo in contrasto con dei diritti e principi costituzionali (l’articolo 1, 2, 3, 13, 32), ma si pone in contrasto con i principi di natura internazionale.
L’introduzione di un Green Pass serve per facilitare la libertà di movimento all’interno dell’Europa, ma si pone in contrasto con la risoluzione del Consiglio d’Europa.
È una decisione illogica, sa perché? Perché non è che essere vaccinati garantisce che chi si vaccina lo immunizza dal virus e allo stesso tempo non impedisce che lo stesso soggetto contagi.
E allora sembra più punitivo il passaporto vaccinale, che funzionale alla comunità, perché se chi è vaccinato come chi non lo è, può essere contagiato e può contagiarsi, non si riesce a capire in base a quale logica bisogna introdurre questa previsione che è tra l’altro in contrasto con norme del nostro ordinamento della nostra Costituzione e con principi di natura internazionale.
Vuole aggiungere qualcosa?
Qualche ora fa Vittorio Sgarbi ha attaccato Gratteri e ha anche elegantemente attaccato me, dicendo che Gratteri non poteva fare la prefazione o il libro no vax, perché siccome lo Stato ha il vaccino, un magistrato non può essere contro lo Stato. È una posizione e un’affermazione molto delicata questa di Vittorio Sgarbi.
Vittorio Sgarbi da liberale nega il diritto di un cittadino e di un cittadino che riveste una funzione a esprimere una propria idea? Si esprime anche contro se stesso.
Mi sembra che Vittorio Sgarbi nella foga di attaccare Gratteri perda anche lucidità. Se nega a Gratteri e quindi anche a me il diritto di esprimere una propria opinione contro un’opinione dello Stato, nega anche il suo diritto di esprimere un’opinione contro lo Stato. Lui è un pezzo fondamentale dello Stato.
Non è un umile dipendente come noi. Lui addirittura in quanto parlamentare fa parte di quell’organo legislativo che determina la volontà, quindi nel momento in cui quella volontà viene affermata democraticamente da un Parlamento, lui non potrebbe e non dovrebbe esprimere una posizione contraria.
Vittorio Sgarbi è stata l’esemplificazione delle manifestazioni contro alcune divisioni dello Stato (vedi le mascherine).
Ho una posizione critica sulla questione no vax. Intanto come ho detto più volte, non sono no vax. Ho fatto tutti i vaccini, ma faccio i vaccini quando sono utili e quando non rischiano di essere dannosi.
Ci sono numerosi scienziati che sostengono che ci sono dei rischi. Evidentemente la prudenza, ma soprattutto in presenza di terapie efficaci, deve indurre il legislatore ad aspettare, prima ancora di procedere alla somministrazione. Ma soprattutto questa affermazione di Vittorio Sgarbi suscita veramente molte perplessità.
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l’Alessandrino