Abbiamo letto in queste ore ciò che sapevamo da tempo. Ossia che Berlusconi sta molto male. Il fato evidentemente ha voluto che, proprio oggi, la lunga parentesi cavalleresca volgesse al termine, forse, ci sta. Rileviamo che Donald J. Trump è guarito dal COVID, Berlusconi sembra invece non possa farlo.
Curioso che giornalisti meneghini, su giornali prettamente meneghini (ma che riferiscono ad editori tedeschi), neghino oggi quello che Dagospia sa benissimo e che ha anche urlato ai quattro venti, ossia che molto sta per cambiare in Italia. Infatti una eventuale dipartita del Cavaliere, col passaggio di Mediaset nell’orbita francese, cambierebbe quasi tutto in Italia e non solo….
Voi direte, tempi difficili. Assolutamente.
Il governo nei fatti filo francese che Draghi sembra rappresentare sta prendendo il sopravvento, a maggior ragione con l’epilogo cavalleresco.
Alcuni mi dicevano, in questi giorni: “Si , ma Draghi risponde ai poteri USA“. Certamente, come tutti, almeno in parte. Peccato che forse tali poteri siano più quelli che vollero tacitare Moro, che stavano a carro con gli aretini, che ipotizzarono ed attuarono il caso Ippolito…
Il caso Ippolito, appunto, cruciale: tagliò le gambe all’Italia nucleare lasciando il passo alla Francia, che ai tempi era molto indietro rispetto alla Roma figlia di Enrico Fermi a capo del Fermilab..
Quando lo Stato francese proponeva (2017) una “patrimoniale sugli immobili differita” PER L’ITALIA… Situazione italiana insostenibile senza cambiare il paradigma. I grandi media sono per il mantenimento dello status quo
Forse ve ne siete dimenticati, ma la Francia brilla per aver elaborato un piano per imporre la nefasta imposta patrimoniale all’Italia, studio elaborato solo alcuni anni fa direttamente dallo Stato francese, vedasi sopra. Si dice che qualche anno fa aizzò addirittura i suoi uomini contro la terza portaerei italiana, quella voluta dall’amm. De Giorgi, poi puntualmente abbattuto da lettere anonime del corvo per evitare che l’Italia si dotasse di una nave strategica nel Mediterraneo. Mare che oggi la Francia vorrebbe dominare.
Fino ad ipotizzare la vendita delle fregate italiane in eccesso (ma non all’Egitto), vista la persistente superpotenza navale della Penisola nel Mediterraneo.
E poi il “buco” del Frejus, concesso ad ex del centrodestra, vicini per altro ai lettiani, politicamente della stessa famiglia. Lo stesso Letta accasato all’università dei sevizi segreti francesi a Parigi… E senza tirare in ballo Lisa Jeanne, la inesistente ricercatrice francese della stessa università dove andò a fare il preside Enrico Letta e che sosteneva, tramite Nens (…), che Finmeccanica andava venduta ai francesi…
Il capo della sezione tassazione dell’OECD/OCSE, il francese Pascal Saint Amans, richiede reiteratamente una mega imposta patrimoniale per le famiglie d’Italia (più o meno una tassa simile a quella che chiedeva Napoleone agli Italiani dopo aver invaso la Penisola ndr)
A ben guardare le cose sono oltremodo chiare.
Oggi Draghi, domani forse senza Berlusconi (e con Matteo Renzi che vorrà pendere in mano Forza Italia al suo posto, segnatevelo) è davvero il governo dei Don Rodrigo. Ossia un governo di benestanti, tanto lontani dal bene del paese in generale come lo è Alpha Centauri dal pianeta terra.
Infatti il Recovery Fund resta una chimera, insufficiente, diretto dall’esterno e che comporterà pesanti condizionalità future. Insomma, uno strumento utile a legare mani e piedi all’EU, non a permettere ulteriore crescita, che sarebbe avvenuta ad esempio tornando alla lira.
Tenete per altro presente che SOLO GRECIA ED ITALIA HANNO ADERITO AL RECOVERY FUND, PER LA QUOTA PARTE NON DEI QUEI DENARI CONCESSI A FONDO PERDUTO MA DI QUELLI A PRESTITO!
Meglio detta, quando si tratterà di restituire tali soldi del fondo (Recovery Fund/rientrare dal debito), o anche solo di re-introdurre i parametri di Maastricht l’Italia sarà in ginocchio, a maggior ragione senza Berlusconi e le sue aderenze, ovvero le sue reti TV (passate ai francesi?).
Quello che però è più importante – è più grave! – è che Mario Draghi sa benissimo nel mentre dove stiamo andando: in termini canonici si chiamerebbe stagflazione dettata dall’aumento dei prezzi delle materie prime; solo che il cambio fisso e l’impossibilità di dettare i tassi a livello nazionale convertiranno il problema in una vera e propria lapide: la depressione inflattiva.
A dire la verità, come disse bene Lord Robert Skidelski lo scorso anno, la depressione inflattiva è una minaccia per l’intero mondo occidentale, post COVID.
Ossia la rarissima depressione inflattiva sta avvolgendo l’intero globo. Solo che, mentre per gli altri paesi mondiali occidentali (i paesi con crescita economica sono al riparo da tale peste) sarà da vedere se ciò avverrà, per i paesi eurodeboli stretti nella morsa di tassi centralizzati EU, moneta unica e parametri di Maastricht, è solo questione di tempo.
Infatti, visto il chiaro sforzo del sistema USA a tutto tondo di fare salire l’inflazione a casa propria, la risultante sarà un rafforzamento della salita delle materia prime espresse in dollari. Ovvero un indebolimento della valuta americana.
Tutti criticano gli USA (e gli UK) di questi tempi. Ma dimenticandosi che se si tolgono dal computo le importazioni anglosassoni di prodotti stranieri, Cina e Germania, ed in senso lato l’EU, implodono letteralmente! Non sapendo più dove vendere centinaia di miliardi di dollari di valore di merci.
Dunque una discesa del dollaro, temutissima, avverrà comunque per via inflattiva. E le conseguenze saranno devastanti per gli esportatori.
L’inflazione USA chiaramente verrà importata in EU, nonostante lockdown e coprifuoco inutili per il virus (ma utilissimi per sperare domare la domanda ossia per evitare la salita dell’inflazione in Europa).
Tralascio qualche passaggio: alla fine, a partire dai paesi eurodeboli, dove la crescita non c’è a causa di austerity di fatto (prima di tutto in Italia e Grecia), quanto sopra si tradurrà in PIL stagnante, debito in decollo, disoccupazione galoppante. Ossia depressione. Unita, appunto, ad inflazione esogena data dalla salita delle materie prime. Zac, depressione inflattiva.
In tale contesto, l’EU dovrà saltare per aria, quanto meno rispettando le regole prima di tutto economiche.
In realtà il rischio, che vediamo chiaramente oggi davanti a noi, in primis con l’attuale governo dei Don Rodrigo (pro-euro), è che per evitare il crash inevitabile si acceleri con con il totalitarismo, quello vero. Con lo scopo di tenere in piedi la pietra angolare del globalismo, il sistema euro.
Ossia temo che la fine del Cavaliere, il governo Draghi e dei suoi Don Rodrigo, la prossima insostenibilità del sistema euro, la crisi economica imposta all’EU dall’inflazione made in USA – ed in parte anche alla Cina, che però essendo una dittatura è più resiliente, quantomeno fino alla prossima piazza Tienammen, ndr – e dal fallimento di fatto annunciato del Recovery Fund soprattutto per Grecia ed Italia (unici Paesi che si troveranno sulle spalle un debito esplosivo figlio di detta adesione al fondo capestro EU nella parte a debito), non faranno altro che innescare una spirale catastrofica prima di tutto per i paesi eurodeboli.
A tal punto, prima di tutto l’Italia e la Grecia, dovranno davvero decidere se suicidarsi o uscire dall’euro, come dovrebbero. O restare forzatamente nella moneta unica.
Capite dunque il “perchè” del governo dei Don Rodrigo (pro-euro), a tale punto decavalierizzato e quindi con il controllo dell’informazione di Mediaset in mano straniera, faranno il resto: tenere l’Italia nell’euro.
Ritengo dunque, per quanto sopra, che il Grande Reset inizierà COMUNQUE in Italia. Ed anzi, tutte le tesi più nefaste sul COVID e/o sui vaccini, se ho ragione, rischiano davvero di tramutarsi in realtà proprio nella Penisola!
Il motivo? Il totalitarismo, necessitato dall’esterno, ossia dall’EU sempre coloniale, per tenere testa agli USA, sulla pelle prima di tutto dell’Italia. Ossia evitare che appunto l’Italia deragli, uscendo dall’euro onde evitare l’implosione socio-economica, figlia del progetto globalista del III millennio.
Piuttosto l’Italia dovrà sparire, come entità temo non solo statale, ma addirittura oltre (…), se butterà veramente male (nel semestre bianco sapremo, capiterà tutto lì, inflazione, crisi, dunque nel caso anche le misure davvero straordinarie…)(Memento la fine dei licenziamenti spostata ad arte fino al semestre bianco, dove tutto accadrà…).
(“L’Italia è troppo bella per lasciarla agli italiani”)
Auguri
MD
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