La tragedia del Mottarone ci dà lo spunto per valutare non tanto l’evento tragico, quasi totalmente inusuale, quanto l’atteggiamento dei media italiani. In sunto, dopo decenni di disastri italiani mai spiegati, Ustica, Genova, omicidi vari anche, anche suicidi con la pistola poi rimessa nella fondina dei pantaloni (Castellari). O più recentemente Catricalà che secondo i soliti media si suicida con una pistola a tamburo, ma si ritrovano i bossoli dello sparo (e la polizia perquisisce i locali privati sequestrando una mole di documenti riservati) ecc., ormai sembra ci si sia abituati ad assumersi mediaticamente – ed a prescindere – tutte le colpe come popolo, comunque. Infatti, come al solito, ci deve preoccupare l’atteggiamento dei media, quando sembrano facciano di tutto per “non spiegare” e soprattutto “non ragionare”….
Come mai succede questo?
In pratica, possiamo riassumere, o il lavoro di giornalista è diventato così dozzinale da assumere solo stupidi, per risparmiare (della serie, i risultati non sono importanti, “basta dica sempre “si”). O, al contrario, è diventato un lavoro di casta, dunque si assume non il più bravo ma il più raccomandato, mediamente stessi risultati di cui sopra. O semplicemente, sapendo che bisogna non raccontare la verità ma quello che ti viene detto di dire, allora, in tale caso, tanto vale far assumere l’ “affidabile“, leggasi l’amico dell’amico, il raccomandato, l’uomo vicino ai servizi, l’amico del vescovo, il parente alla lontana, quello che ti dicono di assumere, in quanto in sostanza si tratta solo di fare un secondo lavoro. Non vedo altre spiegazioni alla carenza informativa attuale.
Quanto meno, ciò è quanto deduciamo dall’accaduto sul Mottarone, un incidente tecnicamente inspiegabile.
Secondo qualche media è addirittura “La strage delle riaperture”… senza parole, si, ma anche senza vergogna?
Prima di tutto, le funivie sono il mezzo statisticamente più sicuro per viaggiare. Semplicemente perchè sono, appunto, “semplici”: cavi d’acciaio, delle ruote e semplice sicurezza intrinseca, con almeno due cavi operativi, almeno uno portante ed uno traente, un cavo di sicurezza. E dei freni a ganascia, quelli dei freni a tamburo delle moto e di certe auto, più o meno.
Bene, a parte che a memoria d’uomo, senza criticità meteo ne’ di superamento di tolleranze – ieri era una aggiornata semplicemente perfetta – , nonostante un controllo dei cavi avvenuto nel 2020/2021, le funivie non cadono da sole…. A maggior ragione con cavi tranciati di netto, non di usura apparente e sostanziale.
Al limite se c’è molto vento, può succedere che i cavi si incrocino, con conseguenze anche gravi. Incidenti accaddero proprio per il vento. Altri incidenti furono legati ad eventi esterni, il Cermis ad esempio, un aereo tranciò di netto il cavo.
Solo un incidente resta tutto sommato inspiegato, sebbene sia stato il frutto di una manovra successiva erronea, si disse ai tempi, visto che l’ovovia venne riavviata senza controlli dopo un malfunzionamento: quello di Champoluc del 13.2.1982, sul Crest. Ma non sembra un riferimento “vero”, visto che avvenne in concomitanza con il veramente mai spiegato incidente – nelle incredibili casualità – del cinema Statuto durante la proiezione del film “La Capra” (…).
Ieri invece non c’è stato nulla di strano, nessun evento esterno apparente, tempo perfetto, nessun errore, nessuna criticità. Ed il cavo appena controllato che si spezza di netto. Lasciamo perdere i commenti dei soliti specialisti di twitter i queste ore. Lasciamo perdere le follie di certe testate (Il Sussidiario) secondo cui si sarebbe rotta la fune portante mente c’erano le foto con il cavo portante integro, ben sapendo che il portante è molto più difficile da monitorare come sicurezza (…). Quello che lascia perplessi è la cascata di eventi: il cavo traente che si spezza di netto, direi quasi impossibile. E, (impossibile x impossibile)^2, il freno a ganascia che non si attiva proprio per quella cabina, sull’altra sembra si sia attivato.
Sappiate che nell’albero degli eventi tale doppia criticità, in assenza di altre criticità esterne, è praticamente impossibile.
A me basterebbe che qualcuno dicesse le cose come stanno, solo quello. Dicendo appunto, che è inspiegabile quanto accaduto (prima che arrivino i RIS intervenuti ad es. a Cogne e a Garlasco a confondere le idee a tutti, …)
Tralascio che stranamente sulla cabina ci fosse una intera famiglia israeliana. E che nella stessa cabina ci fosse anche un iraniano, arcinemico da tempo come cultura e popolo. Certamente un caso stranissimo.
Come un caso è che il padre del piccolo morto era studente di Medicina a Pavia. Ma soprattutto era capo della sicurezza della comunità ebraica di Milano, comunità assai importante, praticamente Mossad. Visto che per gli israeliani la sicurezza è una cosa seria, non come in Italia, dove le colpe si preferisce sempre farle prendere ai propri connazionali.
No, io non accetto che si faccia passare il messaggio preventivo che l’evento del Mottarone è in massima possibilità colpa del solito lassismo italico, una scusa buona per tutte le stagioni (come il COVID), mancate manutenzioni o peggio. Non lo accetto proprio.
Prima si verifichino le numerose anomalie, poi si facciano nel caso passare messaggi diversi come l’enorme inusualità dell’evento; solo alla fine e come extrema ratio si implichi nel caso la colpa agli incapaci italiani (che ci sono certamente in politica, ma non è detto che siano presenti ovunque, ndr). Basta con l’autorazzismo! Gli italiani sanno fare le cose tecniche, bene. Fino a prova contraria.
E tutto questo come se in Italia non ci fossero mai stati attentati….
Come al solito dobbiamo andare sulla stampa svizzera per leggere nei primi titoli le parole veramente importanti degli inquirenti
Certo, diciamolo, se un terrorista dovesse fare un attentato in un paese terzo, visto il track record, uno dei posti migliori per perpetrarlo sarebbe proprio l’Italia. Ossia il Paese dove praticamente nessuno – nei grandi eventi disgraziati degli scorsi decenni – diventa colpevole, anzi dove troppi eventi restano un mistero, senza colpevole ma con mille moventi. Anche per Ustica si sta ancora dicendo sia stato un incidente, detto tutto….
(Il paese dove ad esempio l’esplosivo della stazione di Bologna, base atti processuali, è lo stesso della strage di Capaci, ieri era l’anniversario, due eventi in teoria completamente scollegati….).
Un paese disgraziato. A partire dai giornalisti, che invece di porsi domande, fanno prima a dare la colpa al lassismo dei loro stessi compatrioti, nel caso.
Lassismo che per me, in forma così generica e preconcetta, resta inaccettabile, quanto meno senza previa verifica.
Unica speranza: la procuratrice incaricata delle indagini al Mottarone, Olimpia Bossi, forse ha capito, visto che ha parlato ieri di scene di guerra, più o meno. Nell’anniversario della morte del grande Giovanni Falcone forse qualche magistrato con la schiena dritta lo andiamo anche ad incrociare.
Tanto vi dovevo.
MD
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