Fa piacere leggere cose intelligenti in rete. Le solo apparentemente scorrelate debacles economica e culturale dei nostri giorni vanno infatti a braccetto. E dipendono dalle degenerazioni del sistema economico imperante, che si basa sulla mediocrità e sull’approssimazione. Meglio detta, visto che il sistema attuale è sostanzialmente ingiusto – perchè è ingegnerizzato per favorire pochissimi a danno di quasi tutti (facendo pagare il conto sempre agli stessi) – necessita per perpetrarsi di persone che non discutano lo schema truccato.
L’unico modo per raggiungere tale obiettivo di ingiustizia generalizzata, facendo accettare questo alle masse, è triplice: o mettere in posizioni critiche persone del sistema, diretta rappresentanza dei beneficiari, poche grandi famiglie o parenti e /o affini, una minimissima parte; o mettere dei kapò a cui riconoscere buoni stipendi e vantaggi per il lavoro svolto, mi sovviene un noto politico toscano la cui famiglia sembra rischi la galera; o mettere degli idioti in posizioni chiave, poi legarli tra loro con solidarietà varie, la gran massa dei cooptati.
A tale schema sfuggono gli “alpha monded delta“, di huxleiana memoria, ossia quelli in grado di pensare e soprattutto di elaborare strategie pur non essendo della casta. Anzi, costoro sono svegli proprio perchè nascono fuori dalla casta. Sappiate che questi sono e soprattutto saranno i veri nemici del sistema ingiusto imperante ai nostri giorni, lo vedrete nei prossimi anni.
Ben notando che spesso la casta, per varie consanguineità apicali, sembra aver perso l’acume per portare avanti sfide di alta strategia. Un po’ come succedeva coi sovrani e gli aristocratici di un tempo, ad es. i Borbone spagnoli erano considerati per buona parte mezzi fessi.
In tale contesto leggiamo questo splendido articolo di Andrea Cecchi, che segue. Il quale analizza il COVID e le criticità economiche in modo tanto anticonvenzionale quanto efficace.
Interessante che le conclusioni siano assai simili a quelle che noi andiamo traendo da tempo, ossia che nulla sarà come prima. E che il COVID era un passo necessario per tenere in piedi un sistema perverso ed insostenibile, ma reso inossidabile dalla paura della guerra atomica (prima l’accumulo di ingiustizie si risolveva ciclicamente con le guerre convenzionali, ndr). Visto che oggi:
1. si sono raggiunti i limiti del capitalismo indicati da Keynes, in termini di impossibilità di controllare la disoccupazione e la concentrazione della ricchezza in mano di pochi;
2. i sistemi economici di welfare non sono più sostenibili, basti pensare al caso italiano dove ci sono più pensioni che persone impiegate, con molti soggetti prossimi ad entrare in quiescenza senza che ci siano risorse per sfamarli/mantenere le promesse previdenziali dello Stato (oltre ad una disoccupazione reale superiore al 20%, fonte Anpal, ndr).
In buona sostanza quello che dobbiamo aspettarci è un crescendo in termini di neofeudalesimo strisciante, per mantenere i privilegi in mano di pochi, ad es. con un’inflazione tenuta nascosta dalle statistiche ufficiali, ma con parallelo impoverimento generalizzato a vantaggio dei pochissimi citati sopra (cfr. “inflacion dibujada”, di Argentina memoria; addirittura incredibilmente riconosciuta nel 2008 come “corretta” dall’FMI; poi anni dopo si è stati costretti ad ammettere che tale “inflacion dibujada” fu la vera causa del disastro sociale oggi evidente nel paese australe, ndr).
Inevitabile: l’Italia percorrerà la stessa strada dell’Argentina nei prossimi anni (con una inflazione pubblicata dallo stato manipolata ossia FALSA; il piano è fare in modo che la gente italica si impoverisca senza accorgersene e senza che il mercato obbligazionario ufficialmente lo sappia, ndr)
O, in alternativa, ci sarà una levata di scudi della “gente“, “we the people“, capitanata da gente come Donald Trump e dal Gen. M Flynn, soggetti che era assolutamente necessario togliere di mezz,o a qualsiasi costo, proprio perchè avrebbero permesso una rivolta dal basso contro il sistema ingiusto che stiamo qui dissertando.
Vi lasciamo dunque all’articolo di Andrea Cecchi, un must secondo noi, per altro suggerito da un nostro lettore, nei commenti.
MD
IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO
https://andreacecchi.substack.com/p/il-virus-giusto-al-momento-giusto
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Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto.
Ricapitoliamo.
A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico. La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO.
In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati. Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupante? Tipo da “mani nei capelli e bocca spalancata” preoccupante.
Un Report della Banca Regolamenti Internazionali (B.I.S.), la banca centrale che governa tutte le altre banche centrali del mondo, lancia l’allarme e “stranamente” omette di fare i nomi delle 4 principali banche di Wall Street che sono coinvolte. Avverte che il problema si sta espandendo contagiando anche il mercato delle valute.
Si tratta del mercato con cui le banche europee ed extra europee ottengono dollari per le loro necessità operative per le operazioni denominate in dollari americani. Anche questo settore funziona in modo analogo ai Repo e di conseguenza il problema si diffonde e diventa globale. La Federal Reserve risponde all’appello accorato delle banche che si trovano in pericolo mortale per mancanza di liquidità e provvede ad aprire una linea di approvvigionamento straordinaria di 350 miliardi di dollari al giorno che in alcuni casi toccano anche punte di oltre 800. Ma non basta. Il panico non si ferma. Ad aggravare la cosa, entrano nel giro delle scommesse dei REPO anche i maggiori Hedge Fund che usano i soldi raccolti dai maggiori fondi pensione (si, anche l’Inps) per fare guadagni in questo oceano molto pescoso ma ad alto rischio. Passano le settimane e le banche non si fidano più l’una dell’altra e si avvicina il collasso monetario. Forse non è ben chiaro quello che può accadere in un collasso monetario. È veramente la peggiore delle ipotesi. In un collasso monetario, tutta la liquidità sparisce perché non arriva più ai destinatari. Se ciò non avviene, l’economia si ferma totalmente. Come un aereo che precipita: muoiono tutti! I vertici delle banche, di concerto con i responsabili economici convergono sul fatto che, se l’aereo precipita, bisogna evitare che si schianti e iniziano a pianificare una soluzione che possa evitare il disastro assoluto, cercando perlomeno di far planare l’aereo il più dolcemente possibile. Questo non tanto per salvare noi di cui non gliene frega niente, ma per salvare più che altro se stessi e il paradigma che consente a pochi soggetti tra cui la banche, di vivere a scrocco su tutti gli altri.
A ottobre 2019, come una bizzarra coincidenza, avviene un vertice tra entità molto influenti, denominato EVENT 201. Giusto un mese dopo il campanello d’allarme della B.I.S.
In tale occasione viene simulato un evento di pandemia globale che vede diffondersi un virus a bassa letalità con le caratteristiche esattamente uguali a quello che poi viene annunciato essersi propagato da Wuhan con la storia che tutti conosciamo. Ai partecipanti provenienti da tutto il mondo viene dato un vademecum operativo. Un vero e proprio protocollo di azione, su come comportarsi e su quali misure adottare se (a ottobre eravamo ancora in fase ipotetica)…….. un virus del tipo coronavirus si fosse diffuso e se all’intera popolazione mondiale venissero comunicate misure contenitive da adottare in caso di pandemia. Il 21 gennaio 2020 segue il vertice di Davos dove si riuniscono nuovamente tutti i potenti del mondo. Il 23 gennaio la Cina annuncia il lockdown. Il 30 gennaio 2020, l’ W.H.O. annuncia l’emergenza sanitaria globale. Le notizie del virus che a ottobre era solo ipotetico e simulato, come per miracolo, si materializzano davvero, proprio nelle esatte modalità previste dall’esercitazione dell’EVENT 201. Sembra proprio che l’esercitazione fosse stata una prova generale prima di “andare in scena” come in una opera teatrale planetaria.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo al mercato dei REPO che sta esplodendo, visto che del virus ne hanno parlato tutti fino alla nausea.
Ci sono due modi e solo due modi per prendersi cura di un mercato monetario a breve termine:
1) Pomparci dentro più denaro possibile per mantenere fluida la domanda e impedire agli interessi richiesti dai prestatori di salire.
2) Fermare la domanda di prestiti da parte dell’economia globale.
Qui è necessario capire qual è il vero rischio. Il vero rischio è rappresentato dal tasso d’interesse che sale. Durante tutto questo periodo di tassi d’interesse prossimi o pari a zero si è gonfiata a dismisura la bolla dei derivati. Tutto è sorretto da un filo molto sottile. Operazioni di rischio elevatissimo, basate su scambi virtuali di collaterale preso a debito, quasi sempre titoli di stato, che hanno un equilibrio molto precario. Se per qualche ragione i tassi iniziano a salire, il valore del sottostante a garanzia diminuisce e si innesta la reazione a catena, tipo deflagrazione nucleare, dove ogni operatore cerca liquidità, che non ha, per ricoprirsi dal fallimento istantaneo.
Lo spiego in modo becero: se mi presti 80 euro e ti do a garanzia un titolo che vale 100, ti senti sicuro. Ma se durante il prestito, quel titolo a garanzia non vale più 100 ma 70, allora mi chiedi di rientrare nella garanzia dei 30 che mancano. Da chi li prendo quei 30 che non ho? E qui inizia la crisi. Se si moltiplicano queste dinamiche per migliaia e migliaia di miliardi di scambi algoritmici ad alta velocità, con garbugli e intrecci di garanzie incrociate tutte sorrette da prestiti ad altissimo rischio, (spesso i titoli a garanzia sono presi a prestito a sua volta e re-ipotecati innumerevoli volte) si capisce come in un attimo tutto possa esplodere se non si interviene con secchiate di soldi come ha fatto la Federal Reserve, arrivando a fornire anche 1000 miliardi al giorno.
Come per miracolo, arriva quindi il Covid-19. E cosa succede?
Le Banche Centrali sono autorizzate quindi a intervenire in modo illimitato. Vengono creati dal niente migliaia di milioni o centinaia di miliardi di dollari e vengono distribuiti non solo alle banche ma iniettati anche direttamente alle maggiori aziende. Con questa misura di straordinaria portata, la falla del mercato dei REPO viene calmierato. Le controparti ottengono la liquidità mancante. La domanda generale di prestiti viene invece fermata dal lockdown. Era necessario imporre un blocco forzato all’economia e agli scambi proprio per fermare il contagio che si stava propagando dal mercato dei titoli di stato a breve termine che avrebbe contagiato l’intero debito globale. Questo passaggio è un po’ più difficile da capire, ma anche l’ammontare complessivo dei prestiti erogati ai privati e alle aziende contribuisce al calcolo del rischio complessivo che si ripercuote sul calcolo del tasso d’interesse. Maggiore è il rischio, più alto sarà il tasso. E se nel mercato dei REPO che è interbancario aumenta il rischio, aumenta la possibilità del default a catena. Diciamolo una volta per tutte: i tassi non devono aumentare! Se lo fanno: è la fine.
Tutta l’economia è debito. Quando si sente parlare di Dollari, Euro, Yen, Franchi, Corone, Yuan eccetera, bisogna sempre ricordare che le valute non sono altro che unità debitorie emesse sulla base di un’economia debitoria. Il denaro esiste solo dopo che una banca lo crea indebitando qualcuno: stati, privati o aziende. Le persone si concentrano soprattutto sul mercato azionario. Quello non c’entra niente, Ha dinamiche completamente diverse e anche nel caso di un’economia paralizzata come quella di adesso, potrebbe addirittura sfondare nuovi massimi, proprio grazie a tutta la nuova liquidità creata che non ha altri posti dove confluire. Il nocciolo della questione è il mercato del debito. La gente non si rende ancora conto che stava arrivando una crisi economica pazzesca. Nessuno lo dice perché sono cose difficili da spiegare e pochi ne hanno la voglia e la competenza e la gente non ha voglia di fare lo sforzo di capire queste cose, che quindi possono andare avanti, quasi segretamente senza che nessuno se ne preoccupi. Ma bisogna assolutamente capire che il virus ha fermato una crisi economicsa peggiore di quella che stiamo vivendo adesso. Il virus è arrivato veramente al momento giusto. Se non fosse arrivato, i tassi d’interesse sarebbero schizzati in alto e il mercato del debito e a ruota quello dei derivati (2.5 milioni di miliardi – stima B.I.S.) sarebbe deflagrato in una supernova dalle proporzioni molto, molto peggiori di quello che è avvenuto. Una crisi per la quale non esiste strumento per gestirla.
Fermare l’economia e quindi la domanda di prestiti e inondare le banche di liquidità fresca è sembrata essere la soluzione meno dannosa. Almeno per loro. Lo slogan “andrà tutto bene” che hanno messo in bocca agli zombie acefali, è servito a ribadire che andrà tutto bene a loro, non a noi, e che per adesso, il collasso monetario non ci sarà perché hanno fermato l’economia gettando tutti noi fermi, immobili in un angolo, come in una prigione planetaria. Salvando i REPO sono stati salvati anche gli Hedge Fund e quindi i fondi pensione. Per adesso i pensionati possono stare tranquilli. La loro pensione è assicurata.
Molti allora si chiedono: cosa succederà ora? Ci sarà la ripresa?
Assolutamente no! Mi spiace dirvelo, e mi spiace anche per me, ma ho il mio piano e dedicherò un’apposita newsletter appena sarà pronto.
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