Facile capire la sostanza, più difficile decifrare i dettagli. In breve, il ministro Di Maio, un politico perfetto per chi tira i fili, visto che onorevolmente faceva il bibittaro e dunque non sa/sapeva nulla di politica internazionale dovendo dipendere in toto da altri che lo consigliano nelle sue azioni spericolate (che gli italiani accettino un personaggio del genere in uno dei ministeri più importanti la dice lunga sulla loro insipienza democratica e di bene dello Stato, ossia il proprio bene, ndr), decise alcuni mesi fa di bloccare l’export di armi italiane agli Emirati. Ora succede questo, tra le altre cose, vedasi di seguito…
In realtà molti italiani sono stati bloccati in Paesi esteri senza motivo negli ultimi tempi. Segno che la politica estera italiana non ha più presa. E senza che ad esempio venga in qualche modo vendicato diplomaticamente l’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, con i soliti misteri su cosa stavano scortando gli italiani, là, fuori servizio (…).
Queste cose capitano quando la testa non c’è, sappiatelo. E quando il Paese non ha alcun peso internazionale (che peso volete che abbia all’estero l’Italia, oggi…).
Sta di fatto che come italiano andare all’estero sotto la protezione dell’Italia a fare affari oggi è una doppia sfida, si rischia grosso, soprattutto in paesi con deficit democratici…
Negli Emirati, EAU, si dice che gli emiri si siano davvero arrabbiati. E dunque Costantino resta in carcere, sembra senza ragione. Il motivo di questa solo apparente follia? Chiaramente molti correlano quanto sopra con l’inopinato stop alla vendita di armi agli emiri.
Il punto infatti è capire chi abbia dato indicazione a Di Maio di bloccare tale vendita, il resto è un dettaglio.
L’EAU rappresenta la costola sunnita nel golfo. Ricchissimi. Di petrolio. E da un annetto l’eredità di Trump che sopravviverà ai prossimi cruciali mesi è il disgelo tra sunniti ed Israele: una spina nel fianco enorme per l’Iran nella regione. Immaginate, la testa/servizi segreti israeliani ed i soldi arabi…! Un po’ come i soldi cinesi uniti alla testa/servizi segreti tedeschi….
Passiamo alle citazioni, che è saggio: nel film Syriana, del grande Oliver Stone, quello di JFK, uno “che sa”, c’è un passaggio fondamentale, quando uno dei protagonisti dice che la Cina non riusciva a crescere a sufficienza, essendo limitata in quanto le mancava il petrolio.
Molto è collegato a tale affermazione. Oggi l’EAU è alleata con Israele e con gli USA che furono di Trump e dei suoi alleati/militari; a meno di credere che gli hacker russi che hanno messo sotto pressione le aziende USA pronte a schierarsi con la fronda Dem fossero davvero russi. Il motivo è semplice: l’Iran è il principale fornitore di petrolio della Cina, blocchi il petrolio iraniano e blocchi la Cina.
Chiaramente fermare nel caso l’Iran può solo essere lavoro da locals, ossia da chi ha molto da perdere dalla crescita dell’Iran nella regione, appunto i sauditi e Israele (Tel Aviv che per altro sparirà senza Arab light protetto dagli USA).
Ecco dunque, l’ultimo pezzo del puzzle nella carenza globale di beni e di mercanzie dall’estero, soprattutto dalla Cina all’Occidente, solo un passaggio, non il fine ultimo. Dietro a cui si cela una lotta tra superpotenze là da venire (…)(l’inflazione non nasce mai per caso, è sempre una decisione [geo-]politica, ndr).
Torniamo all’Italia di Di Maio et al. Chiaramente qualcuno ha voluto fare uno sgarbo all’EAU e dunque indirettamente ad Israele, con lo stop alle armi italiane. E forse qualcuno ha anche pensato che Israele doveva ricevere un messaggio di non interferire, magari c’è stato anche qualche messaggio mandato anche in Italia, ad Israele, chissà, non lo sappiamo (…).
Si, perchè qualcuno sembra voglia che l’EAU si armi nella sfida prossima con l’Iran che presto avrà l’atomica. Parimenti qualcuno, che tifa Iran, non vuole che questo succeda.
Della serie, capisci chi ha dato l’input all’Italia di bloccare l’export di armi e capisci dove si sta andando.
Forse però la domanda più importante è con chi stia oggi l’Italia.
A me sembra che ci sia una fronda nel governo italiano schierata contro gli USA, dal 6 gennaio scorso soprattutto. In effetti mai a memoria d’uomo in Italia si ricorda una maggioranza arlecchino nel governo, chi nello stesso governo sta da una parte , chi dall’altra, RIPETO, nello stesso governo. Anche salvare la propria “famiggia” è questione personale, evidentemente… (Draghi non c’entra, ndr).
Tipico italiano verrebbe da dire: a Roma percepiscono che il padrone non è così forte e dunque tradiscono, per proprio ritorno, si riposizionano, quanto meno verrebbe da dire…
In tale contesto si inquadra la notizia solo “incredibilmente” strombazzata ai quattro venti dei servizi segreti tedeschi (volevano mandare un messaggio a chi di dovere?) che, in un atto di pirateria internazionale come è il loro solito, scendono allo stesso livello dei ladri patti coi ladri e comprano dati rubati – chiamasi ricettazione – di soggetti europei che hanno conti segreti a Dubai. Si, perchè gli EAU hanno anche la sua immancabile landa asservita al segreto bancario, morto invece ovunque nel mondo, ma non là… Dubai appunto… (le varie liste di dati si clienti dei paradisi fiscali furono immancabilmente acquistate dai tedeschi negli ultimi 10 anni, Panama Papers, LGT, svizzera, …, un’arma di pressione enorme per la gente che conta e decide nel mondo, ndr – PS: pensate che nei Panama Papers non c’era nemmeno un tedesco, …)
Basta andare a vedere quanti sono gli italiani a piede libero ricercati in patria e protetti in detta “landa dei conti segreti”, mi sembra ci sia anche il cognato di un famoso ex politico romano che tradì Berlusconi ai tempi, chiaramente sotto incitazione di quelli che poi affossarono Trump e stanno con Berlino (verrebbe da dire……).
Chiaramente a certi livelli esistono ricatti e contro ricatti, vedremo che nomi alla fine verranno fuori dalla lista ex DDR-Dubai. Anche questa dunque sembra un’arma di pressione, forse anche su Roma (…).
Capite dunque che il puzzle è complesso, ben sapendo che l’asse che oggi sfida gli USA è Germania, la testa (leggasi, l’eredità di Gestapo e Stasi); la Cina, i soldi e la massa critica; la Turchia, la cerniera tra Medio Oriente, Mediterraneo e Caucaso; e l’Iran, il petrolio.
In tale contesto facilitare la liberazione del sig. Costantino sembrerebbe – comunque – l’unica mossa sensata da fare, oggi.
MD
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