Di fronte al fallimento delle viro-star manistream nel prevenire, contrastare e prevedere l’andamento della “pandemia”, noi blogger indipendenti di siamo dovuti improvvisare virologi. Ora di fronte al fallimento degli economisti nel prevedere la (prevedibile) inflazione non ci resta altro da fare che improvvisarci anche economisti. Proviamo a farlo nel modo che ci è più congeniale, cercando di leggere tra le righe.
L’inflazione sta salendo, e di brutto. È stata tenuta sotto controllo nell’ultimo anno e mezzo grazie ai lockdown che hanno bloccato la domanda mondiale, ma adesso con le riaperture il problema si ripresenta amplificato a causa della ripresa dei consumi in presenza di una produzione industriale tuttora ridotta a causa della rottura delle “supply chain”.
Chi si intende un attimo di economia saprà che solitamente l’inflazione non è un male per il cittadino comune, anzi il contrario. Soprattutto l’inflazione “buona”, quella causata dalla crescita economica, dalla spirale salari inflazione.
Prima di tutto colpisce già il fatto che si definisca “spirale”, quindi con un’accezione negativa, un meccanismo che provoca un aumento degli stipendi reali, dovrebbe chiamarsi casomai “circolo virtuoso”, ma tant’è, questo ci fa capire che l’inflazione non piace ai ricchi e alle classi dominanti (che posseggono i giornali), mentre ha un effetto redistributivo sulle classi medio basse. Basti verificare l’aumento del potere d’acquisto negli anni della “liretta”, anche qui altra offesa gratuita ad una valuta a cui dobbiamo tutto il nostro passato benessere nonché il nostro (passato) successo in campo industriale.
Oggi come oggi poi, dopo 12 anni di tassi praticamente a zero, un aumento improvviso dell’inflazione come quello avvenuto recentemente può portare ad effetti devastanti in campo finanziario, l’equivalente di una bomba termonucleare, in quanto può far crollare il castello di carta dei derivati e mettere in discussione il ruolo stabilizzatrice delle banche centrali.
Ma in che modo un aumento dell’inflazione a livelli con cui abbiamo già convissuto tante volte in passato dovrebbe innescare questo processo?
Anzitutto consideriamo che l’ammontare dei derivati in circolazione è arrivato a 2.2 milioni di miliardi di Euro (33 volte il PIL mondiale). Questo ammontare è cresciuto esponenzialmente durante gli anni di ZIRP (Zero Interest Rate Policy) per continuare a garantire un soddisfacente ritorno agli speculatori tramite gli investimenti a leva.
Ma i derivati, così come tutta la finanza, si basano su un presupposto: che il denaro circoli sempre, come in un flusso sanguigno. Se il denaro smette di circolare abbiamo l’equivalente di un infarto, tutto crolla. Specialmente in un mercato a leva molto simile ad un casinò truccato, specie se da decenni tutti i grandi players hanno goduto gratuitamente di una polizza assicurativa chiamata “Greenspan Put” o “Too Big to Fail” pronta a proteggerli se qualcosa andava storto.
Un mercato dove la FED permette alle banche di indebitarsi allo 0% e di reinvestire senza rischio in T-Bills a 10 anni lucrando nei periodi di “bolla” un buon 3% annuo (a leva 50x), senza parlare dei ritorni in prodotti più rischiosi. Una manna ovviamente per chi possiede le banche e controlla la FED, miliardi facili a rischio zero, soprattutto per merito delle suddette “Greenspan Put” e T.B.T.F.
Ma la FED può prestare i soldi allo 0% solo fintanto non c’è inflazione, altrimenti “Houston abbiamo un problema”. Quindi dal 1993 per determinare il tasso FedFunds da applicare sui pronti contro termine con cui eroga liquidità alle banche, la FED utilizza la regola di Taylor (Taylor Rule), che tiene conto dell’inflazione.
Visto che l’inflazione è balzata al 5%, in base alla Taylor Rule ora il tasso FedFunds dovrebbe andare all’1,6% o giù di lì. Ma ecco il colpo di scena: per ora la FED ha deciso di tenere i FedFunds ancora a zero con la scusa che considera l’aumento dell’inflazione in corso solo una fiammata “transitoria”. La realtà è che se i Fedfunds venissero portati ora all’1,6% come dovrebbero, salirebbero sopra al tasso dei T-Bills decennali che sono allo 1,45%. Si verificherebbe quindi una “inversione dei tassi” che bloccherebbe all’istante il meccanismo che fornisce liquidità al sistema finanziario, verrebbe giù tutto, salterebbero le banche, gli hedge fund, il mercato dei derivati e soprattutto, a differenza delle volte scorse, avremmo una FED incapacitata a salvare la situazione facendo scendere ancora i tassi del 5%, visto che questi sono già a zero. La FED dovrebbe alzare bandiera bianca perdendo completamente il controllo della situazione.
Notate come dopo ogni crisi (dot.com, subprime ecc.) la FED abbia abbattuto i tassi di un buon 5% tardando poi tantissimo a “normalizzarli” così facendo ha creato “bolle”, notate anche come adesso i Fedfunds siano ancora a zero nonostante il balzo nell’inflazione, in realtà se venisse applicata la Taylor Rule la linea arancione avrebbe appena superato quella blu.
Il problema è che se una banca centrale che perde il controllo della situazione perde pure la propria credibilità. Ed il suo destino è quello di essere nazionalizzata, ed è l’ultima cosa che desiderano le élites che la controllano.
Quindi ora la FED sta cercando disperatamente di guadagnare tempo nonostante l’inflazione sia esplosa e la liquidità sta già scomparendo rapidamente, tanto è vero che si stanno verificando sinistri scricchiolii, come la recente impennata nei Reverse REPO (pronti contro termine), strumento tramite il quale le banche “parcheggiano” la loro liquidità presso la FED drenandola di converso dal sistema finanziario.
Ma torniamo un attimo indietro, la crisi finanziaria attuale è incominciata in realtà a fine 2019 con la crisi REPO, quando la FED per salvare la baracca ha dovuto iniettare nel sistema finanziario 3 trilioni di dollari (4 volte più che nel 2008), quando ad inizio 2020 la situazione stava per sfuggire al controllo sono arrivati “miracolosamente” i lockdown a bloccare la domanda globale e con essa l’inflazione ( spiegato bene in questo articolo ) e, mentre noi, terrorizzati, facevamo i nostri giretti intorno all’isolato indossando una bella mascherina fin sopra il naso, i 3 trilioni di dollari erogati sono andati a gonfiare mercato azionario e criptovalute arricchendo ancora di più la solita élite.
Quindi i lockdown sono stati utilizzati per raffreddare in maniera temporanea la domanda e con l’essa l’inflazione, in pratica per calciare avanti il barattolo. Però hanno anche bloccato l’economia creando una interruzione delle “supply chain” mondiali, cosa che ha fatto esplodere l’inflazione non appena sono stati sospesi i lockdown e sono ripresi i consumi.
Tenete presente che le élites probabilmente in questo momento sono nel panico visto che non controllano più la narrativa mentre l’inflazione sta salendo senza freni. Sanno che rischiano di perdere il controllo delle banche centrali private, e il tempo stringe.
In maniera quasi frenetica dai lockdown si è quindi passati alle “vaccinazioni” a tappeto ed ora si parla di obbligare in un modo o nell’altro l’85% della popolazione, bambini inclusi, a farsi inoculare entro settembre. Se davvero credete che lo scopo sia poter riaprire, togliersi la mascherina, ritornare a vivere, a viaggiare, ad abbracciare i propri cari, smetterla coi lockdown… beh allora vuole dire che siete tanto ingenui da credere che lo scopo delle élites sia quello di suicidarsi facendo esplodere l’inflazione e collassare i mercati prima di essersi assicurati di rimanere in sella.
Oppure non è che stia cominciando a venire anche a voi il sospetto che lo scopo delle vaccinazioni sia quello di abbattere la domanda globale in maniera strutturale con un drastico de-popolamento, accompagnato dall’avvento di una dittatura comunista/ambientalista/tecnocratica?
A tal riguardo mi sono rimaste impresse le recenti parole del Dr. Mike Yeadon (ex nr.2 di Pfizer) che di fronte alla domanda: “che differenza c’è tra una teoria complottista e la realtà” ha risposto: “6 mesi”.
E’ una lotta epica, un momento storico dell’umanità. Ma a dire il vero il piano delle élites pare proprio che non stia andando come doveva. Troppe Nazioni e troppi Stati USA non si assoggettano alla narrazione covid, troppe persone non si vaccinano, ci sono troppe riaperture, troppe manifestazioni. Il virus non è abbastanza mortale o “mutevole” per giustificare la narrativa. Gli effetti collaterali nel breve termine dei vaccini paiono essere molto maggiori di quanto fosse stato previsto, i vaccinati si stanno riammalando come gli altri, sono in evidente ritardo sulla tabella di marcia su tutto.
E Trump e i militari USA aleggiano come una presenza ancora troppo ingombrante.
Di certo c’è che le prossime settimane saranno fondamentali, se ci faremo inoculare per andare in vacanza quest’estate alle Baleari o in Grecia, se faremo inoculare i propri figli per andare a scuola, se continueremo ad usare la mascherina per camminare da soli e accetteremo qualsiasi limitazione ai nostri diritti costituzionali senza opporre resistenza credendo che con un po’ di pazienza tutto tornerà come prima, allora avranno vinto loro. Se invece tiriamo fuori le “palle” delle generazioni che ci hanno preceduto, che ci hanno permesso di vivere nella libertà, allora vinceremo noi.
Non sarà facile, tutt’altro, è una guerra dove pare non siano previsti prigionieri. Ma questo se non altro rende la scelta molto semplice:
o noi o loro.
Siatene consapevoli e godetevi l’ultimo periodo di calma.
Roberto 321654
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