Verrebbe da dire: ad Alemanno tutto sommato è andata bene. Ad Altero Matteoli, anche lui coinvolto in varie indagini ai tempi, forse un po’ meno. Sta di fatto che nel 2014 sembrerebbe esserci stata una seconda Tangentopoli, così parrebbe almeno.
Curioso che il giudice Pignatone, procuratore capo a Roma, tempo fa, era il 2015, a Dogliani, al Festival della Televisione, assieme a Carlo De Benedetti, abbia spiegato per filo e per segno come una certa magistratura, se non può distruggerti, circa, ti “rovina la reputazione mediatica” anche in assenza di prove….
Si riferiva forse ai metodi “all’italienne” per far fuori i politici scomodi?
Notasi che oggi forse, con Draghi, per parare il colpo di quanto si è fatto col COVID (…), direi soprattutto in Lombardia, la magistratura potrebbe anche essere soggetta – attualmente, puntualmente – ad opportuno depotenziamento, a pensar male. Nel caso, per non ribaltare l’ordine politico draghiano attuale? Possibile?
Da qui le ipotesi di riforma della giustizia emerse nelle ultime settimane, puntualissime, riforme anche giuste per carità, ma che in questo preciso frangente potrebbero servire anche per evitare che qualcuno debba pagare per colpe enormi, il dubbio esiste quanto meno…
E – notasi – con una maggioranza riformatrice sostenuta oggi da soggetti, chi per padre, madre e famiglia, chi per se stesso, anche in casi di immigrazione, è (stato) indagato dai magistrati ed anche in alcuni casi anche famigliarmente condannato sebbene ad oggi sebbene non in modo definitivo.
Quello che possiamo derivare è che nel 2014 ci fu qualcosa di strano e particolare, forse la nascita di un nuovo ordine imposto all’Italia. Sicuramente centrato su Matteo Renzi, ai tempi, poi deragliato per invidie incrociate, si dice. Ed errori marchiani (…).
Possiamo dedurre infatti che nel 2011-2014 i residui “buoni politici” della prima Repubblica Italiana vennero cancellati, sostituendoli con terze schiere, quelle non sufficientemente preparate, quelle che potevano solo fare se non direttamente danni, certamente non avrebbero portato soluzioni all’Italia, solo maggiori dubbi, anche in modo onesto se volete. Ma senza far progredire di un centimetro il Paese.
Parlo di Salvini alla Lega, di Giorgia Meloni in FdI e di Alfano a Forza Italia. Certamente il più scaltro, anche perchè più istruito e con la possibilità di carriera alterativa – è avvocato – fu proprio l’ultimo, il siculo Alfano, finito a fare il pagatissimo avvocato milanese.
Gli altri due sono ancora lì, uno a fare il politico gourmet senza uno straccio di strategia e di idee concrete, se non la propaganda pro pancia degli italiani, solo per abbagliarli.
E l’altro, certamente una patriota, ma con un ruolo troppo più grande di lei. Dunque manipolabile, visto che come capita spesso in quel di Roma, se non si è dei fuoriclasse non si ama farsi aiutare, sembfra un controsenso ma non è così, soprattutto a Roma.
Aggiungete la nascita in provetta pre-2015 nella Londra che fu di Cameron in Astor, dell’ “idea” del movimento M5S: et voilà, avete elaborato una teoria del caos attuale nella Penisola!
Resta la bella notizia di Gianni Alemanno assolto, guardare le motivazioni della sentenza per capire i nostri – e non solo nostri – dubbi sul fatto che “il sistema” lo abbia potuto voler tenere fuori dai giochi per tanto tempo. Noi, per inciso, sapevamo da tempo che sarebbe comunque finita così (non è retorica, non abbiamo mai fatto mistero della nostra convinzione).
Ben ricordando come l’ex sindaco di Roma sia stato l’editore di fatto del più bel manuale del fu-sovranismo (quello tradito da Salvini per intenderci), a cui noi abbiamo avuto l’onore di collaborare nella stesura.
Potremmo anche aggiungere che Gianni Alemanno potrebbe aver subito la “colpa” di aver difeso il suo paese contro il glifosato, mai introdotto in Italia grazie proprio all’ex ministro dell’Agricoltura, che si battè come un leone per impedirlo (vedasi cable desecretati di Wikileaks). Faccio notare che il glifosato sono circa due anni che è passato da essere un irrinunciabile strumento di avanzamento tecnologico in agricoltura ad un potenziale pericolo per la salute dell’uomo, essendo in discussione se si tratti di sostanza potenzialmente cancerogena o qualcosa del genere (…).
Oggi le cose sono cambiate, evidentemente, visto che la battaglia al glifosato, in cui Gianni Alemanno si spese per il Paese, ha cambiato padrone aziendale (e continente).
Facciamo tanti auguri a Gianni Alemanno, l’Italia ha bisogno di un politico del suo spessore (in fondo essere stato fuori per tanti anni dalla politica alla fine potrebbe non essere stato un danno, anzi, con quello che rischia di succedere fra qualche mese, …).
Se mi si permette una scommessa, mi gioco i miei 2 cents che in molti a Roma faranno carte false per evitare che un politico di rango torni ad essere della partita…. Anche se è proprio con le persone in gamba che si salva il Paese!
MD
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