Abbiamo deciso di riproporvi l’intervista che abbiamo fatto al Professor Augusto Sinagra.
Per questo abbiamo trascritto l’intervista video, così che possiate tranquillamente leggere i contenuti dell’intervento del Professore.
Ci poniamo un paio di domande, prima di lasciarvi alla lettura: quanto ancora potrà andare avanti l’Unione Europea?
Possiamo fidarci dei partiti che si autodefiniscono sovranisti?
La nostra posizione già la conoscete.
Noi di MittDolcino stiamo costruendo un network, nazionale e internazionale, di esperti che siano in grado di commentare, analizzare e prevedere possibili scenari futuri.
Siamo stanchi dei finti sovranisti, che hanno tradito i valori che dicevano di seguire.
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Ho il piacere di presentarvi un ospite d’eccezione: il Professor Augusto Sinagra. Il Professore Augusto Sinagra, nato a Catania nel 1941, dal 1965 al 1980, è stato magistrato ordinario, dal 1980 fino almeno al 2013, è stato professore ordinario di diritto internazionale prima e di diritto dell’Unione Europea dopo, presso l’Università Sapienza di Roma. Inoltre ha tenuto molti corsi in molte università straniere e dal 1999 è direttore della rivista della cooperazione giuridica internazionale.
Buongiorno Professore, come sta bene?
Bene. Sono molto contento di parlare con il figlio di un siriano.
Grazie. Sono contento che lei abbia accettato il nostro invito. Allora io vorrei iniziare la nostra intervista con questa domanda: su Imola Oggi è uscito qualche giorno fa un breve articolo, che riportava queste sue parole rivolte al
Generale Figliuolo: “Lo aspetto. Vedrà che bella accoglienza”. Ci potrebbe spiegare meglio che cosa intendeva?
Ora la battuta, diciamo così di questo Generale e la mia risposta naturalmente sono raffigurazioni immaginifiche, perché certamente non è che verrà mai a suonare il campanello di casa di S.Alessio.
Ma lui cosa intendeva dire? Che si sarebbe proceduto sostanzialmente ad operazioni sostanzialmente obbligatorie da subire. Io gli ho inteso dire, che non intendo assolutamente tenere tra i miei propositi un’idea di questo tipo. Cioè di farmi una vaccinazione, perché mi si dice che la devo fare.
Quindi la battuta, lo scambio di battute è solamente figurato. Mai verrà il Generale Figliolo suonare la porta di casa mia e mai io lo prenderò a calci nel culo. Tanto per dire le cose chiaramente, come stanno.
Ma il senso qual era? Di contestare al Generale Figliolo questa sua pretesa, o questo suo proposito, che non esito a definire giuridicamente aberrante, espressione di mancanza di cultura e di mancanza di rispetto per la Costituzione.
Questo ho inteso dire.
Certo è stato anche molto chiaro. Allora dato che lei sottolineava questa mancanza di cultura e di rispetto della Costituzione, che mi sembra non si fermi solo purtroppo al Generale Figliuolo, ma che sia una cosa ormai pervasiva all’interno delle nostre istituzioni.
Io so che lei è parte di un comitato, un’organizzazione che si chiama Comitato di Liberazione Nazionale e che credo si riproponga anche di riportare in vigore la nostra Costituzione e so che state girando l’Italia e molte persone assistono alle vostre manifestazioni. Ad esempio l’altro giorno ho fatto un’intervista con Fulvio Testi.
Era a Brindisi e mi ha mostrato la piazza in cui era, davanti al mare. Era bellissima e c’era una bella folla riunita. Ecco io vorrei sapere, se lei potesse spiegarci, di cosa si tratta di cosa e che cos’è questa organizzazione, qual è il fine di questa organizzazione?
Ecco allora, intanto le dico qual è il mio fine personale. Il mio fine personale non c’è, perché ho un’età tale, che non ho spazio temporale per coltivare mie cose personali. Purtroppo non ho più questo spazio temporale e questo tanto per chiarire la mia posizione.
Per quanto riguarda, invece questo movimento, Comitato di Liberazione, al quale abbiamo dato un nome definitivo che è Popolo Unito, si tratta di richiamare l’attenzione della gente sulla situazione gravissima emergenziale che vive la nazione italiana.
Il che non consente di elaborare un programma politico compiuto, perché la situazione è grave e c’è questa emergenza. Né meno ancora c’è l’intenzione di creare un partito, l’ennesimo partitino politico e poi magari alle consultazioni elettorali dovesse raggiungere veramente il prefisso telefonico degli Stati Uniti d’America che come tutti sanno è 0 1. Lo scopo è un altro.
È quello di richiamare l’attenzione della gente sui pericoli, attualmente maggiormente gravi e sono innanzitutto l’uscita immediata dall’euro, che ha reso la quarta potenza economica mondiale d’Italia a livello di un paese del sub continente africano.
Secondo appunto emergenziale, e quel che riguarda la attuale politica sanitaria.
Intendo dire: tagli alla sanità, epidemie gonfiate, obbligatorietà dei vaccini ad uso e consumo dei profitti delle case farmaceutiche, ma alle spalle di tutto questo ci sono i morti causati dalla pessima gestione della cosiddetta epidemia e dagli effetti avversi fino alla morte, conseguenti all’assunzione di questi prodotti, che non sono vaccini ma sono sieri genici e che non immunizzano o se hanno un effetto immunizzante questo riguarda solo lo 0,1 dei casi.
La terza emergenza è quella dell’ invasione continua, voluta, programmata di genti straniere senza limiti numerici, senza conoscere l’identità di questa persona, senza conoscere le condizioni sanitarie di questa persona, di queste persone.
Tra queste sono le esigenze del momento, che rappresentano le necessità a cui occorre fare fronte da subito. Come fare fronte da subito? Se vogliamo ragionare nell’ordine dei mezzi ordinari è soltanto il momento in cui si esercita il voto.
Allora cercare di coordinare e di convogliare il maggior numero di voti possibili verso quel candidato e si renda partecipe e sia convinto che, quando Sagunto brucia, questi sono gli incendi che vanno spenti e vanno a spenti subito.
Se poi vogliamo ragionare in termini di metodi e strumenti non ordinari non credo che ci sia molto spazio perché l’ultima rivoluzione in quella che geograficamente possiamo chiamare Italia lo fece il console Silla più di duemila anni fa dopo non ci sono state più rivoluzioni.
Lei ha delineato un bello scenario. Nel senso che ha parlato di Unione Europea, ha parlato di rivoluzione, non solo di rivoluzione, ha parlato di un regime sanitario, che ci sta opprimendo. Infatti io penso che noi siamo immersi in un clima molto pesante.
C’è anche una censura che se non è sistemica e comunque molto forte la società civile, come lei menzionava prima, vive secondo me in una sorta di incubo post moderno nel quale è vietato non solo parlare al prossimo, ma anche guardarlo.
Lei ha citato l’Unione Europea pensa che l’intento dell’unione Europea fosse proprio questo? Perché avevamo già segni, e nemmeno troppo nascosti, di una deriva autocratica, anche prima dell’emergenza pandemica.
Certamente. Perché questa deriva, che lei chiama giustamente autocratica, dell’Unione Europea nasce in coincidenza con l’ instaurazione della politica monetaria. Parliamo degli accordi di Maastricht del 1992, se ricordo bene, introduttivi della moneta unica.
Qui già c’è un primo falso: l’euro non è una moneta unica l’euro è un rapporto fisso di cambio. Non è moneta.
La moneta unica è un’altra cosa.
La moneta unica è quella che volontariamente lo stato crea e assume il valore corrispondente alla capacità economica e produttiva dello stato. Per cui la moneta vera ha il valore che le viene conseguito da modo di essere della società che la esprime.
Abbandonare l’euro, si dice che questo comporterebbe una svalutazione drammatica e quindi un abbassamento del tenore di vita una lesione per l’economia. Non è vero assolutamente niente. Perché se in Italia si dovesse ritornare alla lira, vi
sarebbe comunque facoltà per chi vuole di mantenere i suoi conti correnti bancari in euro. Quindi non c’è nessuna svalutazione e si potrebbe verificare, si tratterebbe di vedere quale capacità di acquisto quale potere d’acquisto, quale valore potrebbe assumere la nuova lira, che viene reintrodotta nello stato italiano.
Questa è la situazione. Poi che ci sia stata quella deriva autocratica in coincidenza con l’euro. Questo è vero e infatti fino a che l’organizzazione comunitaria si
chiamava comunità economica europea, poi comunità europea, il meccanismo funzionava dava giovamento a tutti gli stati membri della comunità.
Con l’Unione Europea, che sottintende la pretesa di un’unione politica degli Stati, che dovrebbero versare le loro sovranità in una sovranità comune, in mancanza di un governo politicamente responsabile è solo una operazione che può mettere in opera un cretino o un delinquente.
Io propendo per la seconda ipotesi, perché nonostante la mia profonda sfiducia nei confronti del genere umano. Non credo che la cretineria possa arrivare a livelli talmente bassi. Perché sarebbe cretineria appunto solamente pensare di realizzare in Europa un’unione di stati come quella degli Stati Uniti d’America, dove divergono radicalmente tutti i presupposti storici, politici, linguistici, di tradizioni, di cultura, di religione.
Gli Stati Uniti d’America si sono potuti creare facilmente in presenza di una comunanza di lingua, in mancanza di una storia e rivolti essenzialmente a difendersi dalle pretese diciamo impositive sul piano tributario della madrepatria coloniale la Gran Bretagna.
Concentrandosi sulle proprie capacità, economica e produttiva, il filo conduttore che unisce gli Stati Uniti d’America e la reciproca convenienza e la capacità comune di produrre e di imporsi sui mercati internazionali, tutto questo è estraneo alla storia, alla Cultura e alle tradizioni degli stati dell’Europa occidentale, centrali e Orientali.
Sono d’accordo con lei. Infatti lei ha rimarcato che l’Unione Europea, mi corregga se sbaglio, è un po’ un paradosso storico. Cioè parlando anche con altri intellettuali e commentatori internazionali – pochi giorni fa ho parlato con il Professor Alan Sked, e lui mi ha detto, e secondo me intelligentemente – c’è l’impressione che la base del primato europeo derivi proprio dal fatto che di fondo c’era una disunione in Europa, chiamiamola così.
Questa disunione ha fatto sì che fiorisse l’Europa a differenza, ad esempio, dell’India o della Cina dove c’erano e c’è un forte potere centrale burocratico. Questo secondo me, questo è il motivo per cui noi possiamo ora dire, mi dica se sbaglio, che l’Italia ora è al collasso, come altri paesi del mondo, soprattutto quelli appartenenti al blocco UE.
Infatti noi siamo stati il paese, come diceva che lei prima, con il più alto numero di morti per Covid (nel senso anche a causa della gestione, non so se con dolo o una gestione scriteriata della pandemia).
Abbiamo oltre 20 milioni di pensionati, oltre 20 milioni di dipendenti. Noi, dentro la prigione dell’UE, non controllando la nostra moneta, credo che saremo presto costretti, per rispettare i parametri di Bruxelles a ridurre drasticamente le pensioni e a licenziare milioni di persone, se non vogliamo essere travolti dall’inflazione che è in costante aumento. Io credo e le chiedo: o Draghi fa una svolta autoritaria e costringe l’Italia nella morsa europea o l’Unione Europea cade. Siccome siamo in un momento cruciale: lei cosa ne pensa? Qual è la sua opinione a riguardo?
È un’opinione che condivido pienamente.
La mia opinione è che nutro la più profonda sfiducia nei confronti del dottor Mario Draghi e non posso fare una previsione su cosa farà in qualità di capo del governo Mario Draghi. Se cioè cercherà di stringere ancora di più il cappio al collo dell’Italia o se opererà nel senso di dare all’Italia quella presenza, quella capacità decisionale che ha già la Germania, molto meno la Francia nel contesto dell’Unione Europea.
Questa seconda ipotesi mi pare difficilmente realizzabile, perché abbiamo perso credibilità, abbiamo perso capacità economica, abbiamo perso volontà politica e le storiche divisioni presenti in Italia si sono ancora di più rimarcate.
Ora ma vede chi ci governa, e ancora di più il popolo italiano, non conosce la storia.
Se la conoscesse, si renderebbe conto che questo è il terzo tentativo di unificare diabolicamente e contro i loro stessi interessi gli stati del continente europeo.
Terzo tentativo, che viene posto in essere con la forza. Precedentemente si usavano le armi, adesso si usa la moneta che è l’arma più letale. Hanno fallito Napoleone Bonaparte, fallì la Germania nazista,
in parallelo, con le sue mire egemoniche non rivolte al valore in sé di un’Unione Europea, ma rivolte a fare da Germania il centro di comando di tutta l’Europa. Ma furono tentativi operati con le armi.
Sono falliti tutti e due e adesso ci si sta riprovando con la moneta, con la finanza, con l’economia e paradossalmente vediamo che la Germania prima usava le armi, adesso usa i soldi. Specularmente avviene il contrario in Israele, dove prima si usavano i soldi e adesso usano le armi.
Questa è la situazione alla quale ci si deve confrontare.
Quello che lei mi dice, adesso mi fa venire in mente questa frase: che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Mi sembra di capire che ci sono sempre gli stessi gruppi di potere, che operano e ci provano. Chiamiamolo il vizietto, che torna regolarmente.
È assolutamente così. Ma io tengo a precisare che io non ho nulla contro l’idea di stretta cooperazione tra gli stati europei. Ma questa idea che era quella all’origine del trattato del 1957 si è involuta in una pretesa politica impositiva di comandi certamente fuori da una logica della cooperazione.
Guardi, tutti conoscono le mie idee politiche, che però quando si parla di queste cose devono rimanere fuori dalla porta. Ma in relazione a quelle mie idee politiche, io non vado in contraddizione perché, uno dei punti del famoso manifesto di Verona, prevedeva la creazione di una comunità.
Siamo nel 1943: una comunità di nazioni europee non di un’Europa politicamente unificata, che è impossibile e che per la sua impossibilità va fatta sparire. Qual è lo scopo reale e cioè sottomettere l’Europa economicamente, socialmente, ai centri di comando che possono essere collocati a Berlino, possono essere collocati a Washington possono essere collocati a Velletri in provincia di Roma. Non ha importanza questo. Ma questo è lo scopo.
D’altra parte nulla è cambiato, almeno per i tempi recenti dal 1919 fino ad oggi quando a Fiume, italianissima, il comandante Gabriele D’Annunzio denunciò i centro occulti dalla finanza internazionale.
Oggi è cambiato soltanto che non sono più occulti ma ci sono centri della finanza internazionale che portano nome e cognome, Rothschild, Rockefeller, portano i nomi delle banche da Goldman Sachs e altre, adesso non ricordo.
Ma il benessere della gente non verrà portato alla moneta, che è lo strumento di speculazione dei ricchi, verrà portato a un altro. È la conseguenza oggi qual è? È nella diversità dell’opzione politica, che i ricchi diventano sempre più ricchi e poveri diventano sempre più poveri.
Siamo su un sentiero abbastanza accidentato. Ecco è però io ne approfitto per citare una cosa che lei ha detto. È stato riportato in un articolo che, secondo me, è molto significativo. Perché anche se siamo su questo percorso accidentato, tortuoso per noi più che altro, perché se i ricchi diventano sempre più ricchi ,per a loro va bene, e siamo noi che siamo.. lei ha detto:
“Bisogna sapere aspettare, farsi trovare tutti pronti al momento in cui tutto cambierà, forse all’improvviso. Non sarà un bel momento per traditori, ladri, lenoni profittatori e vili, perché non ci saranno sconti per nessuno. Bisogna saper aspettare. Anche i cimiteri sanno aspettare”.
La storia spesso prende vie misteriose e c’è a volte come si diceva come dice lei all’improvviso potrebbe tutto cambiare.
Mi viene in mente un fiume. Un fiume a volte si vede, cioè il letto del fiume scorre sulla superficie, altre volte passa sotto terra. Anche il Nilo, che è lunghissimo, in certi punti non si vede, c’è il deserto, ma sotto scorre l’acqua.
E secondo me la storia potrebbe essere in qualche modo, metaforicamente rapportata al corso di un fiume. Tra l’altro il Nilo, non è che stiamo parlando di un torrente, è il fiume più lungo del mondo o uno dei più lunghi.
Quindi secondo lei potrebbe il potere che ora opera di cui parlavamo anche prima, citando qualche nome, magari non è così forte come vuole far credere?
Anche perché tutta questa montatura mediatica, cioè questo dovermi continuamente convincere ,anche il fatto di dovermi convincere che c’è una pandemia. Se c’è una pandemia, non mi devi convincere, me ne accorgo.
Certamente. Non è che non sono forti. Sono forti. Hanno in mano la finanzia, i mezzi di comunicazione, il braccio militare, sono che sono fortissimi. Ma il senso di
quelle mie parole che lei ha ricordato, sono che per quanto forti siano non vinceranno, non possono vincere. Perché poi alla fine c’è una cosa della quale
non si parla mai e che la volontà di un popolo offeso che diventa irresistibile. Perché solo un pazzo, che sia un delinquente o un cretino, può pensare di togliere un popolo Dio, la famiglia e la patria. Non vinceranno.
Solo che quello che accadrà da oggi fino a quando perderanno, sarà un terreno lastricato di morti, di sacrifici, di sofferenza ma i popoli sanno aspettare e quando arriverà quel momento sarà abbastanza brutto per la situazione. E non pensino di andare esenti dalle loro responsabilità, perché la storia poi arriva a prendere le sue decisioni.
La rabbia di un popolo è qualcosa di terrificante. Lo tengano presente questo.
Non possono vincere, perché non possono andare al risultato le operazioni contro natura, per quanto queste possano essere pervasive. Mi riferisco al disegno di legge Zan Scalfarotto, che poi anche i nomi carità non è colpa loro, ma mi danno un’idea di improbabilità: che attraverso la difesa gli omosessuali o affini che siano, difesa che già esiste. La protezione anche attraverso la legge penale esiste nell’ordinamento dello stato.
Ma le cose contro natura non vanno mai al risultato perché la famiglia è un’altra cosa.
Il modo di essere, le scelte sessuali, che assolutamente io non contesto, devono essere libere e ognuno faccia quello che vuole di se stesso. Non devono essere uno strumento per scardinare l’ordine naturale, non l’ordine politico, l’ordine naturale. Per questo perderanno, inevitabilmente. E la resistenza siriana e che ha tutta la mia ammirazione, la mia riconoscenza personale, si fonda proprio su questo. Se uno si pone la domanda: ma come fa a resistere? Perché difendono l’ordine naturale delle cose.
È proprio quello che dobbiamo difendere. È proprio quello che sarà molto dura da scardinare.
In questo momento intermedio, chiamiamolo così, fino alla resa dei conti come la chiamo io, si tratta di sopportare, di dire come disse il grande presidente.. Dopo Caporetto la guerra sembrava persa e furono chiamati al fronte ragazzini di 17 anni, il Presidente Vittorio Emanuele Orlando alla Camera lanciò un grido disperato: “Resistette! Resistete! Resistete!” Resistettero e fu la vittoria.
Sono d’accordo. Dobbiamo resistere. Allora nella resistenza io vorrei concludere la nostra intervista proprio con una con una nota positiva, se fosse possibile.
Io, personalmente, non riesco ad arrendermi al fatto di dover accettare quella che molti politici, commentatori e opinionisti chiamano la nuova normalità.
Io non riesco proprio. Secondo lei, quale potrebbe essere la via d’uscita, anche se me l’ha già detta alla fine. Ecco come possiamo, secondo lei, riportare l’essere umano al centro della società civile, al centro del progresso. Non è perché loro si autodefiniscono progressisti che quello è il progresso.
Loro hanno preso il termine e l’hanno e poi estrapolato e lo strumentalizzano, come fanno anche attraverso leggi abominevoli, quali la legge Zan Scalfarotto. Loro usano il linguaggio. Non era Derrida che diceva che tutto all’interno del linguaggio? Non era lui che diceva una cosa del genere? Quello è il loro campo. Loro sfruttano le parole, manipolano i concetti e la stessa cosa con il progresso. Secondo me, bisogna portare all’essere umano al centro della storia e del progresso.
L’essere umano difficilmente usa la testa, normalmente usa la pancia.
Allora per quanto riguarda la situazione italiana, al momento, sono dati Istat, non sono numeri che mi sono sognato questa notte.
Ci sono circa 6 milioni di cittadini in stato di povertà assoluta. Ci sono circa 1.200.000, ma sono dati Istat vecchi cifra che sarà più alta adesso, di bambini italiani, che non hanno un accesso adeguato alle cure e alla alimentazione. Però ancora la situazione tale, per cui prevale quel deplorevole individualismo che caratterizza gli italiani.
Fino a che ognuno riesce ad arrangiarsi per i fatti propri, fino a che non gli viene ridotta la pensione, fino a che potrà godere di certezza, opportunità o profittanze, la situazione regge. Ma arriverà il momento, in cui i cittadini di questo paese saranno toccati alla pancia. E allora l’ira sarà terribile.
Non si può pensare di sottomettere 60 milioni di persone. Come ha dimostrato la Siria non si può pensare di sottomettere
un intero popolo. È certo, la differenza tra l’Italia e la Siria è che noi abbiamo come Presidente della Repubblica, un certo Mattarella Sergio e in Siria c’è il grande presidente Bashar al Assad.
Questo fa la differenza certamente. Ma fa la differenza in termini di tempo.
La Siria ha messo un punto fermo già da tempo. Per l’Italia occorrerà aspettare ancora.
Ma ci sarà poi un punto, quando la gente non sarà più controllabile politicamente, economicamente, medicalmente e neanche con l’uso delle forze armate, verso le quali nutro la più profonda sfiducia, perché la Costituzione della Repubblica Italiana assegna un ruolo costituzionale alle forze armate un poco così vuole di vaga ispirazione che kemalista come fu nella Turchia di Mustafa Kemal Ataturk e cioè di custodi della Democrazia.
La Costituzione Italiana assegna alle forze amate il compito di garantire il funzionamento delle libere istituzioni.
Ma io inverto le parole e dico che le forze armate hanno il dovere di garantire che le istituzioni siano libere. Sicuramente verranno meno ad altre possibili soluzioni. Sono quelle extra ordinem.
Perché quando un Generale di di Stato Maggiore meno pagato circa 15 mila euro al mese, ha la macchina di servizio, l’alloggio di servizio, il cellulare di servizio la mensa e tante altre agevolazioni, ma l’unica preoccupazione di questo signore sarà quello di mantenere la sua attuale condizione e di fare di tutto perché la situazione generale non cambi.
Ma arriverà il momento, in cui anche questo non sarà più un ostacolo. Siamo in un tempo cruciale. Secondo me, stiamo avvicinandoci, come lei come lei ha detto, a una resa dei conti.
Bisogna aspettare e bisogna resistere.
Se ho ancora un minuto.
Certo.
Sarebbe che le persone leggessero le email di Fauci.
Purtroppo la stampa asservita al regime, la televisione privata e pubblica asservita al regime, non da queste notizie, continua soltanto una sorta di narrazione martellante, terroristica nei confronti di un virus, che è una cosa grave, ma ch viene rappresentato in termini apocalittici, che magari non corrispondono alla realtà.
Per cui di queste mail, che ora sono pubbliche, si leggono cose sconvolgenti e non sono state smentite.
Queste mail le ha pubblicate il giornalista d’inchiesta Maurizio Blondet.
Sono reperibili su Twitter.
Allora tutta questa storia dell’epidemia, della pandemia quello, che, si sa, era stata programmata anni prima ed erano stati anche definiti i tempi: 2020. Erano stati definiti gli scopi: distruggere l’economia e la socialità della nazione. Mascherine, distanziamenti, chiusure, coprifuoco non servivano a nulla.
Lo sapevano da prima e poi naturalmente i vaccini, che al di là degli interessi commerciali ignobili delle case farmaceutiche e possono sotto intendere qualcosa di molto più grave e cioè falcidiare la popolazione. Basta leggere i dati di Eurovigilant l’organismo dell’Unione Europea, che riporta i numeri degli eventi avversi e i numeri dei morti per vaccino.
Basterebbe leggere, ma purtroppo la gente in Italia non legge.
Basterebbe leggere i cosiddetti bugiardini che accompagnano le confezioni di queste cose, che chiamano vaccini. Lo dicono chiaramente: sono sperimentali, possono provocare effetti avversi, non immunizzano. La gente corre a farsi il vaccino, perché ormai è lobotomizzata dalla propaganda della televisione, della stampa di regime.
La gente non legge e se si rendesse conto di quello che si sta facendo, andrebbe a dar fuoco le prefetture, alla sede del governo, al Quirinale.
Stanno perpetrando un omicidio di massa, questa è la situazione. Ma la gente non legge, la gente segue la televisione.
Recentemente ho visto una vignetta di due giovani coniugi dinanzi alla televisione e la moglie chiede al marito:
“Ma non è che per caso ci stanno manipolando?” Il marito risponde: “Ma no la televisione l’avrebbe detto”. La situazione è questa.
E per questo sono molto perplesso su metodi ordinari di cambiamento. Anche perché poi diciamocela tutta: qua in Italia non c’è un’ opposizione.
La Lega ha mostrato quali sono i suoi reali scopi e non mi venga a dire che lo fanno per stare al governo e controllare dall’interno l’avversario.
Perché questo mi ricorda una cosa che non voglio dire, perché coinvolgerebbero nomi di persone defunte e io non lo faccio. Se pensiamo poi al partito dalla signora Meloni. Ma parliamo dallo stesso soggetto che votò la fiducia a Monti, la legge Fornero, il pareggio di bilancio,
il fiscal compact. Adesso presiede il Partito Europeo dei Conservatori e il bello poi che è entrata a far parte dell’ Aspen Institute Italia, cioè dell’articolazione in Italia del gruppo Bildenberg. Cioè parliamo di questo: di Soros, di Rothschild, di Rockefeller,
di case farmaceutiche. E allora dov’è questa opposizione? Che quando si è trattato di votare sulla proposta di eliminazione dell’articolo 4 del decreto legge 1º aprile 2021 numero 44 e hanno fatto in modo, attraverso l’abbandono dell’aula, di far respingere questo emendamento. Chi è che ha abbandonato l’aula in larga misura? Leghisti e Fratelli e Sorelle d’Italia.
L’opposizione non c’è più.
L’opposizione in quelle piazze che lei ricordava, dove la gente viene a dire quello che veramente pensa, che viene a raccontare i sacrifici, le sofferenze, l’insopportabilità, la fame, i bisogni. Questo non è un paese libero, perché la prima libertà, la libertà dal bisogno. Se uno è libero dal bisogno si può parlare di diritti civili e politici, che sono i diritti che lo stato liberale regala a mani aperte, non costano niente. Non perché non servono, ma perché non sono attuabili in un contesto così. Non servono a niente. Insomma diciamo con una battuta più o meno icastica:
“Ma io ho un giovane che è disperato, perché non ha lavoro Cosa gli vado a dire che ha diritto di voto? Che ha libertà di pensiero? Che può esprimere le proprie idee? Che ha libertà di associarsi?”
Questo vado a dire un giovane disperato? Allora rendiamolo libero veramente. Poi farà le sue scelte libero dal bisogno.
Mi dispiace che i nazisti si appropriarono di una frase molto bella e andarono a metterla l’ingresso di quelle infamia che nel campo di Auschwitz “Arbeit macht frei”, ossia, “Il lavoro rende liberi” che è la cosa più bella e si può dire e fu infangata questa frase, vilipesa dai nazisti, messa lì ad Auschwitz.
Ma senza pensare ai nazisti ormai quella è una pagina fortunatamente chiusa, una delle fasi più incisive lette dal grande presidente Mustafa Kemal Ataturk, la quale fu:
“Di una sola cosa abbiamo bisogno: di lavorare”
Ma oggi in Italia si nega il lavoro perché è così che si mantiene la popolazione in stato di soggezione. Chi non ha lavoro è costretto a vendere la propria coscienza è costretto a subire una vaccinazione ad altissimo rischio, se fa parte del personale sanitario. Se no lo sbattono fuori.
Questa la chiamano libertà? E io devo sentire le provocazioni di Mattarella Dottor Sergio, che in occasione dell’Anniversario della Repubblica, il 2 giugno, mi parla di diritti e libertà democratiche? Si rende conto? È questa e la situazione. Però vede già averne preso atto e coscienza è un risultato importantissimo.
Ma io credo che ci siano milioni di italiani che abbiano preso atto e coscienza. Probabilmente bisogna unire questi milioni di persone.
Lo penso anch’io. È il nostro obiettivo. Faceva riferimento prima quelle iniziative che piglio io la Dottoressa Ornella Mariani e altri. L’obiettivo è quello di determinare un coordinamento, senza che nessuno rinunci alle proprie idee. Superiamo l’emergenza e poi torniamo a litigare simpaticamente, ma per adesso superiamo l’emergenza.
Bisogna unirsi. Ora è il tempo di unirsi contro un nemico comune, chiamiamolo così, contro questo scempio.
Se lei vuole aggiungere qualcos’altro è libero di farlo.
No perché non posso abusare della sua cortesia e seconda cosa perché la gente poi le
cose troppo lunghe poi non se le sente.
Però è giusto che lei abbia avuto la possibilità di parlare quanto vuole, nel senso di esprimere tutte le sue idee dall’inizio alla fine perché anche se molti magari al quinto sesto minuto cliccheranno, ci sarà qualcuno che arriverà fino in fondo. Quindi noi diamo quel servizio a tutti diciamo. Io la ringrazio molto è stato è stato un onore parlare con lei.
Non usi mai questa parola.
Allora è stato un piacere.
Anche da parte mia mi lasci dire in chiusura: viva la Siria e viva il Presidente siriano Bashar al Assad.
Grazie mille. Le auguro una buona domenica.
Arrivederci.
Arrivederci.
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l’Alessandrino
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