Gramsci parlava di radici pre-fasciste quando venne messo in carcere senza motivo prima della comminazione della pena, custodia cautelare in carcere si chiama, una forma di tortura ai tempi. Oggi purtroppo poco è cambiato: durante Tangentopoli successe di fatto la stessa cosa, carcere per far parlare la gente (o forse per ucciderla? Chi scrive ad es. non crede che Gabriele Cagliari si sia suicidato con un sacchetto di plastica in testa mentre era in carcere, cfr. giudice M. Almerighi, “Suicidi”, Libreria Universitaria La Sapienza, Roma, ndr).
Lasciamo perdere la legge sulla tortura nazionale, che l’Italia tra i paesi più avanzati non ha mai promulgato se non una sub-versione diciamo diluita pochi anni fa, circa tre se ricordo bene. Infatti anche questa “nuova legge” permette purtroppo tale forma di tortura classica, mettere in galera per far parlare gli imputati ad es., basta che non sia “reiterata” ovvero ripetuta. Ditemi voi…
Le follie antidemocratiche del sud Europa non ispanico non si fermano qui: in Italia i privati NON possono accedere direttamente alla Corte Costituzionale, come abbiamo spiegato tante volte in passato, creando un vulnus democratico tremendo che sta portando il Paese – come da noi per altro previsto – ad una forma di governo vieppiù simile ai regimi sudamericani, ad es. col Green Pass. E’ un peccato che giuristi di calibro come l’ipotetico sovranista Luciano Barra Caracciolo, non abbiano a nostra conoscenza mai pubblicamente enfatizzato tale vulnus tipicamente romano, “romano” visto che la Corte è a Roma.
L’Italia va verso una deriva dittatoriale di tipo sudamericano? Attenzione, nella Penisola la tortura di fatto è un reato quasi inapplicabile – con le leggi attuali -, unico paese fino al 2017 dove non era nemmeno punibile!
Come vedete tutti questi vulnus democratici, latenti per decenni, ora stanno venendo fuori, alla prima crisi possente, quella post COVID/pro-vaccini. Come previsto, ripeto.
La metodica è sempre la stessa:
Ogni dittatura che si rispetti viene eletta democraticamente e poi, a norma di legge, i giudici applicano le leggi promulgate dai governi e dai parlamenti a supporto che diverranno dittatura per i libri di storia (…).
Ossia, se si finisce in galera o al patibolo durante le dittature, sappiate che di norma la legge difendeva tale epilogo, insomma era perfettamente legale.
Questo durante la dittatura. Dopo, non necessariamente….
Non a caso in Germania tra le le categorie che più furono condannate nel post-guerra, a parte le SS, ci furono proprio i giudizi nazisti, che mandavano a morte la gente per fini politici. Caso esemplare fu Marinus Van der Lubbe, condannato a morte per l’incendio del Reichstag; che poi si scoprì essere stato appiccato da H. Goering in persona. E – si noti bene – con pena capitale comminata sulla base di un reato che non prevedeva la pena capitale quando era stato commesso. Un’atrocità giuridica (il Van del Lubbe, comunista olandese, fu scelto per giustificare agli occhi del popolo tedesco, Goebbels docet, la successiva invasione nazista dell’Olanda, ndr).
Capite che se non si corregge la radice del problema, tutto il resto esce comunque marcio.
Tornando al titolo, anche in Spagna, la Repubblica pensata da Franco dopo la sua morte, esiste il Defensor del Pueblo, che è l’organo deputato – oltre ad altre faccende – ad accogliere le istanze dei cittadini e, nel caso, presentarle alla Corte Costituzionale per conto del privato. O come in Svizzera, dove se non si può accedere alla Corte Costituzionale ci sono i referendum per abrogare o proporre le leggi, anche in tema fiscale. In Italia niente, paga, ubbidisci e taci.
In Italia no.
Arriviamo finalmente al Green Pass.
La Spagna, con un sistema democratico, riconosce che per l’accesso ai locali è discriminazione applicarlo. Anche perchè il diritto EU, come da noi spiegato ieri l’altro, va in direzione opposta. Essendo i regolamenti EU immediatamente applicabili e pur in contrasto alla strada che indica Mario Draghi in persona, in veste di Premier (anche se tatticamente Draghi non si presenta alle conferenze stampa imbarazzanti, potrà sempre dire, “io non c’ero”).
In Italia invece si sa perfettamente che il 12.8 entrerà in vigore il Regolamento EU che IMPEDISCE ad es. il controllo dei Green Pass da parte dei privati.
E qui ci colleghiamo alla storia: Francia ed Italia non videro – se non non minima parte – condannati i loro collaborazionisti coi nazisti: in Francia si chiamava Vichy.
Ma mentre per l’Italia questo fu un vero scandalo vista la partecipazione dall’inizio del fascismo alle imprese hitleriane – come disse Churchill la Penisola si trasformò nottetempo, nel 1945, in un paese dove i fascisti del giorno prima erano diventati anti-fascisti – per la Francia è materia assai più subdola.
Infatti tecnicamente è sempre esistita una resistenza fattuale ed organizzata al nazismo in Francia, finanziata per altro dagli inglesi, per quello che era possibile. Quello che invece viene taciuto è che Vichy rappresentò, come ebbe l’ardore di spiegare Robert O. Paxton (osannato in Francia dalla gauche per tale sua ottima e supportatissima dimostrazione), fu una normale deriva della società alto-borghese transalpina da sempre vicina agli ideali elitari rappresentati dal nazismo. Dunque l’alta borghesia francese si schierò ed anzi avallò Vichy, per suoi interessi (…).
Un po’ se ci pensate, come fece Berlusconi dopo il 2011, quando venne disintegrato dall’EU: ora è diventato il primo pro-EU, alla faccia del sovranismo di facciata, si è messo a fare i suoi interessi. E come lui molti altri miliardari italiani.
Dunque, la radice, l’onda lunga, che il Green Pass rivanga, è proprio l’alleanza globalista di chi è ricchissimo rispetto chi ha poco e che idealmente dovrebbe anche soccombere,alla bisogna, onde evitare rivoluzioni sociali e redistribuzione di ricchezza.
L’aggravante italica è che oggi in Italia il governo attuale non è tecnicamente stato eletto, Draghi non è MAI stato eletto, dunque il vulnus parte davvero dalle fondamenta.
In Francia invece, evidentemente, è puro progetto globalista pro Reset, co Macron+Attali; con un paese che, però, al contrario della Penisola, sta dimostrando reazioni forti da parte della gente.
Se leggete le profezie di Irlmaier per altro, è chiaro il passaggio in cui il veggente dichiara che Francia ed Italia di fatto avrebbero vissuto selvaggiamente prima della grande rivoluzione, appunto con rivolte generali precisamente in tali due paesi.
Mai infatti dimenticare che le grandi rotonde costruite in Francia da Napoleone III durante il suo regno erano state pensate per combattere le rivoluzioni dal basso tipiche di una società come quella francese – come anche quella italiana – dove la tendenza alla concentrazione della ricchezza in mano di pochi è endemica. Dunque le rotonde “alla francese” in mezzo a Parigi e poi estese a tutta la Francia, servivano per disporre le mitragliatrici al fine di evitare le sommosse popolari causate, ad esempio, dalla fame. Conseguenze del disastro dello statista ad es. nella guerra franco-prussiana persa dai francesi.
E’ buona norma ricordare che da una quindicina di anni a questa parte, più o meno dall’introduzione dell’euro, le grandi rotonde alla francese, prima quasi inesistenti in Italia, sono state trapiantate anche nella Penisola.
Chissà…
MD
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