Redazione: un paio d’anni fa, di questi tempi, sembrava che una guerra fra Israele e Iran fosse inevitabile. Le nostre fonti facevano capo soprattutto a John Bolton, ma anche Mike Pompeo sembrava fosse d’accordo.
Fu Donald Trump a sparigliare le carte, facendo un passo indietro e rivelandosi come il più grande Presidente di Pace nella storia degli Stati Uniti.
Due anni dopo, sarà in grado Joe Biden (ovvero chi lo gestisce) di ridurre l’Iran alla ragione, impedendole l’ultimo passo verso la “bomba H”, oppure gli eventi prenderanno il sopravvento animandosi di vita propria?
Disciolti nella pandemia, non ci rendiamo conto che il cane, dopo aver abbaiato, stavolta morderà (perché la minaccia è mortale) … e che potrebbe farlo entro un paio di mesi.
Oppure la guerra è in realtà un atto voluto, un ultimo tentativo per deviare la traiettoria del mondo (visto che la pandemia non funziona più)?
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Redazione Patriot Rising (sintesi)
L’orologio sta ticchettando da molto tempo. Israele sostiene che l’Iran sia “solo a ca. 10 settimane dall’ottenere il materiale fissile necessario per costruire un’arma nucleare”.
Gli israeliani sono sempre stati molto chiari sul fatto che mai permetteranno agli iraniani di arrivare fino a quel punto e, quindi, resterebbero solo 10 settimane per prevenire una grande guerra in Medio Oriente.
Speriamo che possa essere evitata perché, una grande guerra in quella regione, potrebbe facilmente diventare globale, visto che le relazioni degli Stati Uniti con la Russia e con la Cina continuano a deteriorarsi — l’Amministrazione Biden, in effetti, è molto aggressiva con entrambi i Paesi.
Gli americani, in questi giorni, non prestano molta attenzione alla politica estera perché pensano che una guerra mai li riguarderebbe personalmente.
Ma, quello che sta succedendo in Medio Oriente, è della massima importanza.
Una grande guerra in quella regione colpirebbe profondamente tutti e, in questo momento, il palcoscenico è pronto per un potenziale inizio entro la fine del 2021.
Naturalmente, non stiamo fissando una data precisa. Ma a un certo punto è inevitabile che ci sarà la guerra. Questo concetto potete prenderlo per buono.
Gli iraniani non rinunceranno al loro programma nucleare e gli israeliani non permetteranno mai che arrivino a un punto in cui possano produrre armi nucleari.
Giovedì, al Ministro della Difesa israeliano (Benny Gantz) è stata posta una domanda su quest’argomento e lui ha risposto dicendo che “Israele è pronta ad attaccare l’Iran”:
“Israele è pronta ad attaccare l’Iran. Siamo al punto in cui dobbiamo intraprendere un’azione militare contro quel Paese. Il mondo deve agire contro l’Iran, ora”.
Nel caso non fosse stato abbastanza chiaro, Gantz ci ha dato ancor più da masticare parlando ai diplomatici del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite:
“L’Iran ha violato tutte le linee-guida stabilite dal JPCOA ed è solo a dieci settimane dall’ottenere il materiale fissile sufficiente per costruire la prima arma nucleare.
Ora è il momento dei fatti, le parole non sono più sufficienti. C’è bisogno di fatti economici e militari altrimenti gli attacchi contro Israele continueranno”.
Fra 10 settimane saremo nella seconda metà di ottobre. Speriamo che qualcosa possa cambiare da qui ad allora.
È sempre possibile — e noi lo speriamo — che Gantz stia semplicemente cercando d’intimidire l’Iran e che un attacco vero e proprio non sia al momento un’opzione percorribile.
Gli iraniani, d’altro canto, fanno alla grande la loro parte per aumentare le tensioni nella regione.
Negli ultimi sette giorni, ci sono stati dei misteriosi attacchi a due petroliere, largamente attribuiti all’Iran:
“Nel giro di meno di una settimana ci sono stati due attacchi a due petroliere, entrambi attribuiti all’Iran da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Israele.
Prima c’è stato un attacco effettuato con i droni e, poi, la Asphalt Princess è stata abbordata da una mezza dozzina di ‘barche armate’ iraniane.
Quando la Mercer (gestita da Israele) è stata presa d’assalto, i leader israeliani hanno proposto agli alleati un’azione armata, sostenendo che era necessaria per fermare gli attacchi iraniani.
Israele ha fornito agli alleati delle prove concrete sul fatto che ci sia l’Iran dietro queste aggressioni”.
All’indomani del secondo attacco, gli israeliani sono arrivati persino a indicare i nomi degli specifici capi militari iraniani che hanno guidato l’operazione.
Gli iraniani si erano abituati a farla franca su certe cose, ma ora al potere c’è Naftali Bennett.
Bennett è più giovane e più aggressivo dell’ex Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Quando serviva nel suo gabinetto, era spesso frustrato dalla riluttanza dell’allora Primo MInistro a intraprendere azioni più aggressive contro i nemici d’Israele.
Ma ora sta a lui dirigere lo spettacolo e, certamente, sta pensando alla guerra:
“Vorremmo che il mondo capisse che il Regime iraniano è fanatico e violento. Ha scelto come Presidente ‘il boia di Teheran’, un uomo che è disposto a far morire il suo popolo di fame pur di avere un programma nucleare militare. Questo è un Regime con cui non si dovrebbero fare affari”.
Bennet ha aggiunto che: “Israele continuerà a consultarsi con tutti i suoi amici ma, alla fine, saremo noi stessi responsabili del nostro destino. Nessun altro”.
Sono parole decisamente minacciose.
Nel frattempo, l’Amministrazione Biden continua la sua politica aggressiva verso la Cina.
Ad esempio, ha appena approvato un’importante vendita di armi a Taiwan:
“Dopo la vendita di armi a Taiwan fatta dall’Amministrazione Trump, anche quella di Biden ha approvato la sua prima vendita di armi all’isola rivendicata dalla Cina, per come ce l’ha descritta Bloomberg”.
Approvare questa vendita di armi è una delle poche cose giuste fatte dall’Amministrazione Biden ma, senza dubbio, farà molto infuriare i cinesi.
Per fortuna, gli Stati Uniti e la Cina non sembrano al momento sull’orlo di un conflitto militare, ma ci stiamo costantemente muovendo in quella direzione.
E, proprio come Israele e l’Iran, a un certo punto arriverà, inevitabilmente, il giorno della resa dei conti.
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Scelto e tradotto da Franco
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