Redazione: le attuali vicende che riguardano gli Stati Uniti si prestano a diverse interpretazioni.
La prima è che intendano ritirarsi dal resto del mondo, accettando il ruolo di potenza regionale leader delle due Americhe, sulla base del ritorno alle “sfere d’influenza”.
La seconda è che stiano facendo un passo indietro per prendere la rincorsa e poi saltare ancora più in alto.
La terza è che tutto stia procedendo secondo il Great Reset di Davos, che prevede il ridimensionamento degli Stati Uniti e la guida dell’Occidente che passa alla post-democratica Unione Europea.
L’articolo che oggi asetticamente presentiamo sponsorizza la prima ipotesi.
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Joaquin Flores per geopolitics.com (sintesi)
Il Presidente ucraino Zelensky ha catturato ancora una volta i titoli dei giornali con un promemoria al Washington Post in cui dichiara che il suo Paese non farà mai parte della NATO.
Almeno questo è ciò che si può dedurre da quella che può essere considerata una vera e propria denuncia.
Gli Stati Uniti continuano a non concedere un percorso di adesione all’Ucraina, nonostante tutto quello che il Paese ha sacrificato per far parte del club.
Washington ha detto “no“, a prescindere dai molti modi creativi attraverso i quali l’Ucraina si è mossa contro i mulini a vento.
Biden ha anche detto che in Ucraina c’è troppa corruzione … ma Zelensky non ha risposto, evitando di sottolineare il ruolo del Presidente americano nella corruzione ucraina.
Zelensky ha sostenuto che non permettere all’Ucraina di entrare nella NATO segnala la crescente influenza della Russia.
Naturalmente vale anche il corollario inverso, ovvero che è l’influenza della NATO che si sta riducendo … non solo in Ucraina, ma anche in Turchia, Afghanistan e persino in Brasile.
Sono tutti forti indicatori del declino e del successivo ri-orientamento della NATO.
La situazione in cui è precipitato Zelensky è davvero frustrante.
Nell’ottobre del 2019 Jens Stoltenberg aveva dichiarato che “… per l’Ucraina la porta della NATO resterà sempre aperta”, spiegando che solo i Paesi della NATO (e non quelli esterni, ovvero la Russia) hanno voce in capitolo sull’adesione.
Il problema, quindi, è che sono i Paesi della NATO — quanto meno gli Stati Uniti e la Germania — a non volere l’Ucraina nell’Alleanza.
E questo perché, con la multilateralità, è tornato il tempo delle “sfere d’influenza”.
Nord Atlantico o America Latina?
Corteggiare il Brasile perché entri nell’Alleanza riflette il ri-orientamento degli Stati Uniti in relazione alla nuova realtà.
Gli statunitensi vogliono distaccarsi dagli impegni in luoghi dove la sicurezza degli approvvigionamenti non può più essere garantita e, così, si muovono per aumentare la loro presenza in America Latina.
L’offerta al Brasile di unirsi alla NATO, fatta attraverso il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan, è stata condizionata al rigetto della cinese Huawei.
Quando Trump promosse l’idea, nel 2019, questa fu ridicolizzata dalla stampa americana ma, ora che è sostenuta dall’Amministrazione Biden, riceve il dovuto rispetto (è successo altre volte).
Trump, quindi, aveva ragione a sostenere che la NATO fosse obsoleta, facendo inorridire lo Stato Profondo e tutto l’apparato bancario e d’intelligence che lo sostiene.
La NATO, in effetti, potrebbe trasformarsi nel PATO (Pan-American Treaty Organization), nell’ambito di una strategia volta a raggiungere una posizione molto forte nelle Americhe, in un mondo multipolare.
Questo comporta che gli Stati Uniti stiano rinunciando ad essere, senza dirlo, la potenza unipolare di un unico ordine mondiale.
Turchia — Chi ha bisogno di nemici quando si hanno amici come la NATO?
Nessuno degli eserciti della NATO ha affrontato direttamente la Russia in una vera operazione di fuoco vivo … tranne la Turchia, che è senza dubbio il paese-membro più distaccato dall’Alleanza.
Nel corso dell’escalation sui cieli del nord della Siria, che portò all’abbattimento di un jet russo (2015), la Turchia si trovò sull’orlo di un grande conflitto armato.
Il mondo si aspettava che la Turchia si rivolgesse alla NATO, perché l’aiutasse contro la Russia. Ma poi prevalse il sangue freddo, anche per le perplessità sui rapporti del pilota turco con Gulen.
Si trattava di un complotto per attirare la Turchia e la Russia in un conflitto armato?
In effetti, dopo la conclusione della disputa Russia-Turchia, gli Stati Uniti appoggiarono un fallito colpo di stato (2016) dei seguaci di Gulen.
Il tutto nel mezzo di una campagna militare contro la Siria, cui l’Amministrazione Obama aveva sollecitato la Turchia a partecipare.
Come ringraziamento, gli Stati Uniti hanno cercato di rovesciare il Presidente turco!
Il ricordo sbiadito di un’epoca passata
Il mondo è cambiato, tutto è cambiato.
Qualsiasi intervento della NATO in Ucraina finirebbe con il consegnare quel Paese alla Federazione Russa giusto in quarantott’ore, il tempo che Mosca impiegherebbe per occupare militarmente Kiev.
Nell’ultima settimana, le vicende dell’Afghanistan hanno consumato l’immagine della NATO.
La sua incoerenza con Ucraina, Brasile e Turchia (stato membro) indica chiaramente che quel progetto non ha più benzina.
La NATO, a suo tempo, aveva una missione e raccontava una storia che era importante per l’opinione pubblica.
Era la storia del bene contro il male, della libertà contro la dittatura, della democrazia contro il comunismo. In breve, la storia della Guerra Fredda concretizzata in un’alleanza militare.
L’Esercito dell’UE: gli Stati Uniti vedono l’Unione Europea come una potenziale minaccia
La dichiarazione di Trump sull’obsolescenza della NATO non era legata solo alla sua incapacità a contrastare il terrorismo, ma anche al fatto che non ne sussistevano più i fondamenti economici.
Da qui la sua “guerra commerciale” alla Germania e, per estensione, all’UE.
La NATO e l’UE sono due fenomeni ben distinti.
Nel dopoguerra l’interdipendenza fu alla base del reciproco successo … ma il periodo in cui siamo entrati ha una logica completamente diversa.
Gli Stati Uniti, incorporando sistematicamente gli Stati dell’Unione Europea nella NATO, hanno creato l’illusione che l’UE fosse fondamentalmente un progetto amico della NATO, quando invece è stata solo una storia di “toccata e fuga” tra “nemici”.
Le parole migliori sono quelle pronunciate dal primo Segretario Generale della NATO, Lord Ismay, quando disse che la missione della NATO era quella di “Tenere i russi fuori, gli americani dentro e i tedeschi giù”.
Ma cosa succederebbe se la Germania non volesse più essere tenuta giù?
Se gran parte della finanza europea è legata a conglomerati bancari che operano a livello transatlantico, l’economia fisica dell’Europa, invece, è concorrente di quella statunitense.
Come tutti i fatti economici della vita, questo comporta corollari profondamente politici.
Negli ultimi cinque anni, i primi due Paesi dell’UE (la Germania e la Francia) hanno sostenuto con notevole chiarezza la necessità di un esercito europeo.
La risposta dell’era Obama fu che ne esisteva già uno: la NATO.
L’atteggiamento di Trump sembrava più caldo rispetto a quest’idea, anche se lo nascondeva sotto il fatto che i Paesi della NATO non pagavano secondo la “loro parte”.
Biden sembra aver volentieri ereditato tutto quello che Trump aveva avviato (non è il primo caso).
Che gli Stati Uniti permettano a un establishment parallelo (che li esclude) di risorgere è una buona domanda.
Finora hanno fatto poco per contrastarlo — hanno solo creato una certa confusione.
In effetti, prima della NATO c’era già stata un’Organizzazione di Difesa europea, conosciuta come Western Union Defense Organisation (WUDO) — che era il nucleo della moderna NATO senza gli Stati Uniti.
In ogni caso, gli Stati Uniti potrebbero essere un egemone regionale di primissimo livello, se sapessero meglio orientare i loro vettori produttivi e finanziari.
Ci aspettiamo che gli Stati Uniti continuino a ridimensionare i loro impegni al di fuori delle Americhe, aumentando gli sforzi per reintrodurre una sorta di Dottrina Monroe 2.0.
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Scelto e tradotto da Franco
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