Redazione MD: incredibile il disinteresse dei media italiani per le vicende del Nord Africa e del Mediterraneo.
Macron continua a prendere ‘schiaffi in faccia’ dappertutto, reso folle da una pretesa di grandeur che lo spinge dal Pacifico ai deserti del Sahel, ma senza disporre delle risorse economiche e militari per sorreggere la sua ambizione.
L’apertura del Nord Africa ai russi ma, soprattutto, ai turchi (ormai ‘il nemico’ dei francesi), mette in pericolo i rifornimenti di gas anche in Italia e Spagna, spalancando le porte all’immigrazione selvaggia in entrambi i Paesi.
Il dubbio è se, per caso, Italia e Spagna finiscano con il dover sostituire gli Americani in Africa, per proteggere i loro interessi e aiutare i pretenziosi “cugini”, nell’ambito di quella “Nato riformata” di cui tanto si sente parlare.
Ma sarà nel loro interesse, ovvero in veste di co-protagonisti, oppure in quella di meri portatori d’acqua? Staremo a vedere.
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Redazione Wikistrike con citazioni tratte da Sputnik (sintesi)
Le dichiarazioni fatte da Emmanuel Macron il 30 settembre e riportate il 2 ottobre dal quotidiano Le Monde, riferite al sistema politico algerino e alla colonizzazione dell’Algeria da parte della Francia (1830-1962), hanno innescato una nuova crisi diplomatica tra i due Paesi.
In effetti, il Ministero degli Esteri algerino ha annunciato, il giorno stesso della diffusione delle osservazioni del Presidente Francese, il “richiamo per consultazioni” dell’Ambasciatore algerino a Parigi e la chiusura dello spazio aereo del Paese agli aerei militari francesi impegnati nell’”Operazione Barkhane” in Mali — uno spazio che erano stati autorizzati a sorvolare fin dal 2013.
Domenica 10 ottobre, durante un’intervista televisiva, il Presidente Abdelmadjid Tebboune ha condizionato il ritorno del suo Ambasciatore a Parigi al “rispetto totale dello stato algerino”, sottolineando che “la Francia deve dimenticare che l’Algeria sia stata una sua colonia”.
Cosa aveva detto il Presidente Francese?
In occasione di un discorso all’Eliseo rivolto a 18 giovani provenienti da famiglie che avevano vissuto la guerra d’Algeria (1954-1962), Macron ha denunciato la “storia ufficiale […] che è stata totalmente riscritta e non è basata sulla verità, ma su un discorso che — bisogna dirlo — si basa sull’odio verso la Francia”.
Ha aggiunto che “la nazione algerina post-1962 è stata costruita sul presupposto che il suo problema sia la Francia”.
Nella stessa ottica, ha aggiunto che “… in Algeria ci sono state colonizzazioni precedenti. Sono affascinato dalla capacità della Turchia di dimenticare il ruolo che ha avuto in quel Paese e il dominio che vi ha esercitato”.
Infine, ha precisato che “… non sto parlando della società algerina nella sua essenza, ma del sistema politico-militare che è stato costruito su quella memoria. Ho un buon dialogo con il Presidente Tebboune, ma vedo che è intrappolato in un sistema difficile da scalfire”.
Questa controversia è legata alla campagna presidenziale francese del maggio 2022? Quale potrebbe essere la vera posta in gioco? La Francia sta perdendo la sua posizione nel Sahel e, in generale, in Africa?
Per dare una risposta a queste domande, Sputnik ha intervistato Soulaimane Cheikh Hamdi, esperto mauritano di geopolitica e sicurezza internazionale (in particolare nel Sahel). Per lui, oltre alle poste in gioco elettorali (del tutto evidenti), sono in ballo più importanti questioni geopolitiche e di sicurezza nel Maghreb, nel Sahel e in tutt’Africa, che spiegano in modo più attendibile l’attacco del Presidente Francese.
Oltre la campagna presidenziale
"È evidente che Emmanuel Macron stia cercando di attirare i voti del potenziale elettorato di Marine Le Pen, per la quale votano (in generale) gli ex harkis, i piedi neri e i nostalgici dell'Algeria francese" -- sostiene il signor Hamdi -- "Il contesto economico e sociale in cui si svolge questo appuntamento elettorale fa temere un voto sanzionatorio contro l'attuale Presidente Francese e il suo Governo, la cui performance è stata più che scarsa”.
Una situazione difficile che la crisi del Covid-19 ha ulteriormente complicato e alla quale i vari candidati non riescono a fornire una risposta soddisfacente.
Una situazione analoga a quella dell’inizio del XX secolo, quando l’incompetenza delle classi politiche europee di fronte alla crisi economica e sociale (1929) aprì la porta all’avventurismo — i cui risultati sono ben conosciuti.
— Kamal Louadj (@Afriquemergente) June 30, 2021
Il sig. Hamdi pensa che "al di là della campagna presidenziale, le osservazioni di Emmanuel Macron siano state attentamente calcolate, con riferimento alle prevedibili reazioni delle Autorità algerine. Bisogna ricordare che all’incontro con i 18 giovani era stato invitato il giornalista di Le Monde (Mustapha Kessous) che aveva realizzato il documentario ‘Algérie mon amour’ dedicato all'HiraK e per il quale l'Algeria aveva richiamato il suo Ambasciatore a Parigi, dopo che era stato trasmesso il 26 maggio 2020 dal canale pubblico France 5”. Una coincidenza, oppure un gesto deliberato per trasmettere dei messaggi importanti?
Le questioni geostrategiche e della sicurezza
In questo contesto, Soulaimane Cheikh Hamdi spiega che "gli Stati Uniti, che hanno trascinato i loro alleati (in particolare quelli della Nato) nei conflitti in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria, hanno lasciato Kabul dopo 20 anni di guerra, senza tener conto degli interessi e dell'impegno dei loro alleati. L'esercito americano si sta ritirando anche dal Medio Oriente, soprattutto dalle Monarchie del Golfo, dove ha grandi basi militari -- in particolare nel Qatar e in Arabia Saudita”.
Poche settimane dopo, gli americani hanno inferto alla Francia, all’Unione Europea e alla NATO un colpo fatale nella regione dell’Indo-Pacifico, eliminandoli da una nuova grande alleanza militare e geostrategica tripartita tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti, chiamata AUKUS, costruita principalmente contro la Cina e la Russia.
Sulla scia della creazione di quest’alleanza, la Francia ha perso un contratto da 55 miliardi di euro con l’Australia per costruire 12 sottomarini a propulsione convenzionale (non nucleare).
Di conseguenza, è chiaro che la Francia, la Germania, l’Unione Europea e la Nato siano state declassate dagli Stati Uniti a potenze regionali di scarsa importanza nella sua nuova politica estera.
A tal fine, tenendo conto di queste grandi tendenze nelle relazioni internazionali, cosa decideranno gli Stati Uniti sul loro coinvolgimento militare nel Sahel — in particolare nel Niger — e in Africa?
Abbandonerà la Francia, che conta molto sull’aiuto americano nel quadro dell’operazione Barkhane?
Ad esempio, nell’operazione Eclipse del 2020 nel Sahel, gli americani hanno fornito il 40% delle missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) e il 30% di quelle per il trasporto delle truppe e delle attrezzature.
Così, per Hamdi, "l'Amministrazione Biden, che sta perseguendo la politica di Trump sul ritiro delle Forze Armate e il loro ri-dispiegamento nell'Indo-Pacifico, non ha ancora preso una decisione sulla presenza militare americana nel Sahel e in Africa … il che fa sudare freddo ai dirigenti civili e militari francesi. Tutto questo, in un contesto dove la presenza francese è vigorosamente contestata dagli africani (es. la Françafrique e il franco CFA). Come ad esempio nel Mali, che ha appena lanciato una grande cooperazione militare con la Russia (definita come un partner affidabile), accusando la Francia di tradimento per aver creato e addestrato un gruppo terroristico a Kidal, nel nord del Paese, non lontano dal confine con l'Algeria. Va sottolineato che gli Stati Uniti continuano a sostenere gli accordi del 2015 firmati ad Algeri, nel tentativo di risolvere la crisi in Mali".
Constructive conversation with Algerian Foreign Minister @Lamamra_dz on Western Sahara, Libya, Mali, and the Sahel and also on U.S. investment in Algerian renewable energy. The U.S. appreciates Algeria’s efforts to promote regional peace and security. pic.twitter.com/jfKfJbpdf1
— Under Secretary Victoria Nuland (@UnderSecStateP) September 20, 2021
Conclusione
In conclusione, Hamdi spiega che "se la Francia perdesse il sostegno americano, sarebbe la fine dell'operazione Barkhane e anche dell'influenza militare francese nella regione, in un contesto in cui Parigi non può contare sull'esercito ciadiano perché Mahamat Idriss Déby Itno (appoggiato dalla Francia), figlio del Presidente deceduto, è contestato dal suo Stato Maggiore".
Così, in questa situazione, il solo esercito della regione che potrebbe venire in aiuto della Francia è quello algerino, che continua a rifiutare categoricamente qualsiasi intervento al di fuori del suo territorio, se non nel quadro di un’”operazione di pace” sotto l’egida dell’ONU, dell’Unione Africana o della Lega degli Stati arabi.
L’Algeria, il principale alleato militare e strategico della Russia nel Maghreb, ha anche buone relazioni con la Turchia, altro avversario della Francia in Libia e in altri Paesi dell’Africa Occidentale.
A dicembre, il Presidente Tebboune si recherà in Turchia a capo di una grande delegazione per firmare importanti contratti, cosa che la Francia — già declassata a vantaggio della Cina dal suo status di primo partner commerciale dell’Algeria — vede di cattivo occhio.
Il Presidente Tebboune aveva già detto che: “Chiunque si senta infastidito dal livello delle relazioni algerino-turche deve solo investire cinque miliardi di dollari nel nostro Paese, come sta facendo la Turchia”.
— Kamal Louadj (@Afriquemergente) April 15, 2021
"L'Algeria non prevede di rinnovare il suo contratto per la fornitura di gas al Marocco che scade il 31 ottobre (attraverso il gasdotto che collega a seguire anche la Spagna), il che potrebbe mettere le imprese francesi, in particolare quelle automobilistiche, in grande difficoltà per quanto riguarda l’approvvigionamento elettrico. In effetti, il gas algerino di cui il Marocco dispone in virtù di quel contratto, è principalmente utilizzato nelle ‘centrali termiche’ per la produzione di elettricità. Il Marocco sarebbe obbligato a comprare il GNL, che è più costoso e più difficile da importare, vista la mancanza delle infrastrutture necessarie". Hamdi conclude sottolineando che "non è per niente che l'esercito algerino e i turchi siano stati presi di mira”.
AFRICOM explore les moyens de renforcer la sécurité en Afrique de l'Ouest, Source Ecofinancehttps://t.co/4RnMXxSEap pic.twitter.com/ZW3Skbn94p
— Kamal Louadj (@Afriquemergente) September 24, 2021
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Scelto e tradotto da Franco